Discussione generale
Data: 
Mercoledì, 28 Giugno, 2023
Nome: 
Laura Boldrini

La ringrazio, Presidente. Signora Presidente del Consiglio, Ministri e Ministre, colleghi e colleghe, signor Presidente, lei si appresta a partecipare ad una riunione del Consiglio europeo che ha all'ordine del giorno temi molto importanti e che sarà anche l'occasione per, immagino, uno scambio di idee su quanto avvenuto nei giorni scorsi in Russia. Vede, ci è dispiaciuto per il nostro Paese che, in quelle ore frenetiche in cui non si capiva cosa stesse succedendo, il Presidente Biden non abbia deciso di ascoltare anche l'opinione di chi guida il Governo italiano. Lo ha fatto solo dopo. Comunque, il commento generale è che Putin esce indebolito in seguito a quanto è accaduto. E, se è così - e io credo che sia così -, si apre uno spazio nuovo anche per costruire le prospettive di una pace giusta, di cui ha bisogno il popolo ucraino.

Si stanno attivando in molti in questa direzione: il Vaticano, con la missione del cardinale Zuppi, in corso in queste ore, la Cina, un gruppo di importanti Paesi africani e il Presidente del Brasile Inácio Lula da Silva. L?UE, l'Unione europea, che nasce come un grande progetto di pace - trattati, convenzioni e direttive al posto di armi, di bombe, di proiettili usati per millenni tra gli Stati -, non può non far sentire la propria voce. Però non ho udito dalle sue parole, signora Presidente, la consapevolezza del ruolo che l'Italia può svolgere per spingere l'Europa, l'Unione europea, ad agire in questo senso. Ma, affinché l'Italia sia un Paese ascoltato e preso in seria considerazione, serve un'autorevolezza in politica estera, che stiamo purtroppo, via via, perdendo, ad esempio con il balletto ben poco dignitoso sul MES, con una maggioranza che scappa dal voto in Commissione, perché non sa che dire, né “sì” né “no”. Un problema di metodo, Presidente? Bene. Basta non scappare, basta un “sì” o, forse, anche un “no”, ma l'ultima cosa che non dovevate fare era scappare. E, invece, l'avete fatto.

Stiamo perdendo autorevolezza anche perché condizioniamo la nostra politica estera al solo ed esclusivo obiettivo di fermare l'arrivo dei migranti.

E così noi, che siamo un Paese fondatore dell'Unione europea, andiamo, per ben due volte in una settimana, dove? A fare che? Ad implorare l'autocrate Saïed di non far partire i migranti diretti in Italia e, per ricompensa, ci trasformiamo in cosa? Nei suoi avvocati presso il Fondo monetario internazionale o, se preferisce, nei suoi ambasciatori presso il Fondo monetario internazionale. E la firma del Memorandum sull'immigrazione tra Unione europea e Tunisia, trionfalmente annunciata per ieri dal Ministro Tajani, è stata annullata. Cosa è successo, Presidente? Ancora un passo falso, direi, del Governo italiano, per essere istituzionale e gentile, per non trascendere. In Commissione esteri - non so se l'hanno informata i suoi deputati e le sue deputate - si sono tenute molte audizioni di esperti sulla situazione in Tunisia e, vede, tutti ci hanno detto la stessa cosa: la Tunisia ha bisogno di stabilità politica e di sostegno economico. Ma il Presidente Saïed è il problema, non la soluzione. È lui, Presidente Meloni, è Saïed che, con un colpo di mano o, meglio, con un colpo di Stato, ha sciolto il Parlamento, ha sciolto il Consiglio della magistratura, ha sciolto i partiti di opposizione, incarcerandone i leader insieme ai rappresentanti sindacali. Va tutto bene, signora Presidente? Abbiamo adito anche esponenti dell'opposizione politica tunisina. Sapete, signori e signore del Governo, che cosa ci hanno detto? Ci hanno detto che si sentono traditi gli esponenti dell'opposizione democratica tunisina. Sì, traditi, perché dall'Italia si aspettavano un sostegno che, invece, non c'è. Purtroppo, il Governo italiano ha scelto l'autocrate, ha scelto il dittatore. Ora state trattando pure con il generale Haftar soldi in cambio di migranti trattenuti in Cirenaica. Ma non vi rendete conto che così consegnate l'Italia al ricatto di dittatori e di signori della guerra?

Anche di politiche migratorie si parlerà al Consiglio europeo e su questo, signora Presidente, signori e signore del Governo, c'è il vostro più evidente e clamoroso fallimento. Il 23 giugno, il Giornale, un quotidiano che non è certo vicino alla nostra parte politica, riportava cifre eloquenti: 58.782 i migranti sbarcati sulle nostre coste, il che significa oltre il 130 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. È un dato di fatto, ma lei, Presidente Meloni, che ha sempre gridato contro gli arrivi, contro chi li faceva arrivare, contro il complotto, lei ora viene qui a parlare di un suo grande successo? Ma mi dice a che cosa è servito, se non a far morire più persone in mare, il decreto contro le ONG? Ce lo dica: a cosa è servito il decreto Cutro? A cosa è servita la dichiarazione dello stato di emergenza? Non è questa la strada, è sbagliata la strategia, quella che voi chiamate difesa dei confini dell'Unione, come se fossimo sotto minaccia di invasione da parte di una potenza straniera e non l'approdo di chi cerca sicurezza e protezione per sé e per la propria famiglia. La filosofia del nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo, concordato l'8 giugno scorso dal Consiglio, che sarà, poi, negoziato con il Parlamento europeo, sembra essere quello di esternalizzare fuori dai confini dell'Unione il diritto alla protezione internazionale. A questo tendono molte misure: l'ampliamento della procedura accelerata della domanda alla frontiera senza le garanzie, il trattenimento dei richiedenti asilo dentro centri di detenzione, la decisione in capo ai singoli Stati di qualificare un Paese di provenienza o, perfino, di transito come sicuro, così da negare, di fatto, l'esame nel merito della domanda d'asilo.

Sì, Presidente, concludo, dicendo che tre cose dovevate ottenere, tre non di più: la riforma del regolamento di Dublino, l'obbligatorietà, e non la volontarietà, di ciascun Paese di farsi carico dell'accoglienza e, infine, una missione europea di monitoraggio e soccorso sul tipo di Mare Nostrum. Non l'avete fatta. Parlate di fantomatici piani Mattei, tagliate i fondi alla cooperazione e usate emigranti a scopo elettorale. Finché farete questo, non si gestirà mai questo fenomeno che, Presidente, ha bisogno di essere programmato e governato con determinazione, ma nel rispetto della Costituzione e delle Convenzioni internazionali. In conclusione, voi avrete preso la direzione peggiore della propaganda e della violazione dei diritti, che noi non smetteremo mai di contrastare con forza, Presidente, nel metodo e nel merito.