Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 12 Dicembre, 2023
Nome: 
Elly Schlein

Vai alla scheda della Risoluzione in Aula

Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e membri del Governo, per iniziare il mio intervento vorrei dire una frase semplice che credo appartenga a tutti in questo Parlamento, che rappresenta la precondizione del nostro essere qui insieme come rappresentanti democraticamente eletti di questa nostra Repubblica: viva l'Italia antifascista. Viva l'Italia antifascista. Sentite come suona bene? È una frase piena di libertà e di democrazia, è una frase che consiglierei anche alla Presidente Meloni, da pronunciare insieme a noi, magari insieme al sottosegretario Delmastro Delle Vedove che cita, invece, le frasi di Mussolini. È una frase che dovrebbe pronunciare anche il Vicepresidente Salvini, che trascina la Lega e il Governo con le peggiori destre di questa Europa. La Costituzione su cui avete giurato nasce proprio da lì, dalla sconfitta del regime fascista e dal fatto che quella frase, grazie al coraggio e alla vita di tante e di tanti, è diventata realtà. Non lo dimenticate.

Vede, Presidente, anche l'Unione europea, anche il Consiglio europeo che nei prossimi giorni si riunirà per discutere di questioni fondamentali è uno dei frutti nati dalla vittoria delle forze democratiche contro il nazismo e il fascismo. Ci tenevo a ribadirlo perché tra i membri di questa maggioranza sembra che ci si dimentichi un po' troppo spesso o si finga di dimenticare la storia del nostro Paese e noi non accetteremo alcun tentativo di riscriverla. La pace, lo sviluppo, i progressi economici e sociali, l'Europa, per come l'abbiamo conosciuta, nascono da lì, dalla consapevolezza che i nazionalismi nel nostro continente hanno sempre portato una cosa soltanto, le guerre. Le guerre, purtroppo, sono tornate a soffiare nel nostro continente e ora dobbiamo cercare di capire come affrontare nel modo migliore le sfide che ci attendono in questa fase drammatica. La guerra è vicina a noi ed è anche tornata in Medio Oriente. Quello che è avvenuto e sta avvenendo è una tragedia immane, di cui il mondo porterà i segni per lungo tempo.

Domenica sono stata ad Assisi, alla marcia per la pace, per ribadire la richiesta di un immediato cessate il fuoco umanitari. Bisogna fermare subito questo massacro di civili e torniamo a chiedere la liberazione di tutti gli ostaggi di Hamas, la protezione di tutti i civili e che si fermino i bombardamenti su Gaza, che stanno colpendo la popolazione civile fatta per il 40 per cento di minori. Lo diciamo dall'inizio, Hamas non è il popolo palestinese e questa equazione non è solo un errore ma un favore ad Hamas che, invece, va isolata tra il popolo palestinese e nel mondo arabo. Bisogna far riprendere il percorso di pace in Medio Oriente chiedendo a tutta la comunità internazionale di fare tutto il possibile per il cessate il fuoco umanitario, perché serve anche per liberare gli ostaggi, per proteggere i civili e far arrivare tutti gli aiuti umanitari necessari. Qui c'è un punto politico, perché voi e questo Governo vi vantavate di essere tra i migliori amici di Netanyahu e del suo Governo con estremisti di destra. Come state usando questo canale? Perché anche la Presidente Meloni è venuta in questo Parlamento a dire che bisognava proteggere tutti i civili. Ora siamo a un inferno umanitario a Gaza e lo dicono anche le Nazioni Unite, che vanno sostenute e non attaccate . Pensiamo che l'Italia possa fare molto di più, per la sua tradizione diplomatica, per la credibilità guadagnata, ad esempio, in Libano.

Noi vi abbiamo chiesto di discutere una proposta, una missione di pace a Gaza, una forza di interposizione multilaterale sotto l'egida dell'ONU con il coinvolgimento pieno dei Paesi arabi. Serve una conferenza di pace per rilanciare il processo verso i due popoli e i due Stati che, altrimenti, rischia di restare una mera invocazione retorica, anche perché l'uno, Israele, esiste già, e ha diritto ad esistere in sicurezza, ma l'altro, la Palestina, manca ancora di un pieno riconoscimento che deve finalmente arrivare da parte di tutta la comunità internazionale. Dobbiamo trovare gli interlocutori sia sul lato palestinese sia sul lato israeliano per ricostruire la pace. Non può essere Hamas, un'organizzazione terroristica, non può essere, però, nemmeno il Governo israeliano attuale, con estremisti di destra che armano le violenze inaccettabili dei coloni in Cisgiordania, gli stessi che allargano insediamenti illegali e colpiscono obiettivi come scuole finanziate dall'UE, violando il diritto internazionale umanitario. Bene che l'Alto rappresentante Borrell abbia annunciato l'intenzione di sanzionare i coloni in Cisgiordania responsabili delle violenze contro i palestinesi, come già hanno fatto gli Stati Uniti.

Al Consiglio europeo si parlerà anche di Ucraina, dove proprio gli alleati di questo Governo e di Giorgia Meloni stanno minando la coesione europea. Dove è finita l'assertività che le abbiamo sentito in quest'Aula sull'Ucraina? Noi stiamo con l'Ucraina perché siamo per il diritto internazionale e perché rifiutiamo l'idea che si possano riscrivere i confini con l'esercito. Quelle frasi a sostegno del popolo aggredito e invaso ora le dovrebbe ripetere anche ai suoi amici repubblicani americani, che vogliono lasciare Kiev a se stessa, o al suo amico Orbán, che vuole mettere il veto sul processo di adesione come vuole fare il partito che governa in Austria, ospitato in pompa magna dal Vicepresidente Salvini a Firenze per salire sul palco della Lega a dire che è sbagliato sostenere l'Ucraina contro Putin. È questa la posizione del Governo? Se non è questa, perché li invitate e li abbracciate in campagna elettorale? Tutte le vostre contraddizioni stanno emergendo, avendo voi sempre scelto gli alleati più sbagliati per fare l'interesse dell'Italia.

Così l'Italia rischia di perdere credibilità, come la state perdendo sul MES. Non è possibile bloccare tutto il resto d'Europa, perché ratificare le modifiche al MES non significa chiedere l'attivazione dello strumento ma non impedire agli altri Paesi di accedervi. Se non è neanche in grado di spiegare questa differenza, la Presidente Meloni dovrebbe cambiare mestiere. L'Europa non ha bisogno di piccoli ricatti, ha bisogno di una grande prova di intelligenza collettiva. Siete stati del tutto assenti dal negoziato sul Patto di stabilità e crescita, non avete fatto asse per le vostre antipatie con i Paesi che hanno situazioni più simili alla nostra e rischiate di dover accettare il ritorno all'austerità delle rigide regole quantitative sul deficit. Noi siamo quelli che hanno lottato per una politica europea espansiva che rimettesse in moto l'economia dopo lo shock del COVID, cambiando un modello di sviluppo insostenibile per il pianeta e per le diseguaglianze crescenti. Voi non solo, con la vostra incapacità, rischiate di riportarci all'austerità che tanto male ha fatto all'Italia e all'Europa tutta ma state cominciando ad applicare in Italia l'austerità, coi vostri tagli alla sanità pubblica, alle pensioni, ai servizi, alle scuole e agli enti locali. Oggi avete rubato altre risorse alle regioni per il progetto sbagliato di Salvini del ponte e alle società energetiche avete dato la proroga che non avete dato a 5 milioni di famiglie del mercato tutelato, cui ovviamente aumenteranno le bollette. Ma lo sconto - ha ragione la Presidente Meloni - non l'avete fatto adesso, l'avete fatto l'anno scorso quando avete cambiato il calcolo della base imponibile. Quindi, prendetevi le vostre responsabilità.

L'Italia dovrebbe, invece, battersi per rendere strutturali i fondi comuni di investimento per accompagnare le imprese e il lavoro nella grande transizione ecologica e digitale, per dare continuità all'intuizione del Next Generation EU anche se voi non l'avevate votato - parlo con Fratelli d'Italia - e, a vedere cosa sta facendo il Governo, rischiate di farci perdere questa occasione storica (Commenti del deputato Caiata). Occorre una vera e propria politica industriale europea che investa sulle risorse che servono per dotarci delle filiere che mancano, dalle batterie ai chip, dall'accumulo alle rinnovabili. Chiediamo nuove risorse proprie europee per investire in questi settori strategici. La questione è se vogliamo un'Europa moderna, capace di rispondere alle sfide, impegnata sui temi sociali, capace di andare verso una maggiore integrazione politica, oppure un'unione di Stati egoisti e spaventati che si guardano in cagnesco. Negli ultimi anni, anche grazie al Partito Democratico, l'Italia è stata all'avanguardia nel rinnovamento europeo: PNRR, la direttiva sul salario minimo, i 100 miliardi sugli ammortizzatori sociali. Dov'è l'Italia oggi? Avete fatto un capolavoro. Mentre il gruppo di Visegrád perde pezzi e perde consensi, voi state rendendo l'Italia un suo promontorio mediterraneo. Ma qual è la vostra idea di interesse nazionale e con chi pensate di poterlo conseguire? Credete che il Governo olandese, eventualmente guidato da Wilders, applaudito dal Vicepremier Salvini, aiuterà l'Italia quando, mentre noi ottenevamo le risorse del PNRR, lui andava in giro con il cartello “Non un centesimo agli italiani”? Noi ce lo ricordiamo. Oppure l'invito al suo amico Abascal di Vox che, come ora apprendiamo, sarà ospite d'onore ad Atreju. Lo apprendiamo da un servizio del TG1 che era degno del Minculpop. Anche dal vostro palco urlerà che Sanchez va appeso per i piedi ? Perché non abbiamo ancora sentito la Presidente Meloni, che l'ha ospitato a Palazzo Chigi, prendere le distanze da queste gravi affermazioni.

I vostri amici sono, però, nemici degli interessi italiani, questa è la verità. Per fortuna, incominciano a perdere, ma per cambiare l'Europa serve il contrario: costruire le alleanze giuste e rafforzare i processi democratici. Così come chiediamo una convenzione per riformare i trattati, per superare l'unanimità anche in vista dell'allargamento che dobbiamo sostenere, ma dobbiamo impedire che l'Europa sia prigioniera dei veti sulle questioni su cui è fondamentale un avanzamento europeo.

Riformare, appunto, i Trattati perché qualunque possibilità per l'Europa di incidere al proprio interno per migliorare le condizioni di vita e di lavoro, per la pace, per guidare l'innovazione e pure per salvare il Pianeta, perché trovo vergognoso che alcuni Stati nella COP28 stiano cercando di frenare e mettere il veto sull'uscita ai combustibili fossili, che è una necessità. Ecco, l'Europa potrà riuscire a costruire se riesce a cambiare e noi lavoreremo per cambiarla nella direzione giusta. E su questo voglio chiudere ricordando le parole che disse, in occasione della commemorazione dell'eccidio nazista di Cibeno, l'11 luglio 2021, pochi mesi prima della sua morte, David Sassoli: “L'Europa della democrazia e della pace è la promessa nata con la Liberazione, con le liberazioni di Fossoli, della Risiera di San Sabba, dei campi disseminati nell'Europa centrale, ma anche con le picconate che demmo al muro di Berlino riconquistando alla libertà i nostri paesi dell'Est. L'Europa è una costruzione sempre in divenire. E non dovrà mai fermarsi. È un cantiere che non smette mai di operare, o se si vuole, è una cattedrale la cui officina richiede l'impegno di successive generazioni.”. Se penso all'impegno delle nuove generazioni, colleghi, penso che sono passati 5 anni proprio in questi giorni dal terribile attentato di Strasburgo in cui ha perso la vita, tra gli altri, un amico e un giovane giornalista di talento, che vorrei che ricordassimo insieme, Antonio Megalizzi. Il suo amore per il progetto europeo e la forte convinzione federalista è ciò che ancora deve guidarci oggi per riuscire a completare quel grande progetto di un'Europa più sociale, più verde e più giusta per tutte e tutti.