Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 13 Giugno, 2019
Nome: 
Stefania Pezzopane

A.C. 1898

Il decreto “sblocca tangenti” - così mi piace chiamarlo - non contiene solo le norme su cui i colleghi si sono ora soffermati, ma, scorrendo un titolo lungo e altisonante, alla fine del titolo, nella seconda pagina, troviamo le parole “ricostruzione” ed “eventi sismici”. Sì, perché tra le tante bugie di questi mesi, nel primo anniversario del Governo del cambiamento, il Governo, per l'appunto, venendo meno a tutte le promesse e a tutti gli annunci, inserisce poche e scarne norme riguardanti i terremoti che sono avvenuti in questo decennio in Italia nel decreto “sblocca tangenti”. Vasi di vetro… Vasi di vetro leggero tra vasi d'acciaio, questo sono le norme che sono state inserite, poche e insufficienti. Sottosegretario, Governo, ci avevate promesso prima la rivoluzione. In campagna elettorale, scorrazzando nelle zone terremotate, avevate annunciato la rivoluzione della ricostruzione; poi avete ripiegato sul testo unico; poi, sempre più giù, al decreto apposito per le zone terremotate; e poi siete arrivati a poche norme dentro questo decreto. Qui c'è un grave abuso delle condizioni in cui si vive in quelle zone e c'è un atto di violenza nei confronti dei terremotati, che sono stati presi in giro lungo tutto questo anno. Sottosegretario, lei aveva fatto delle promesse precise. Il Presidente del Consiglio, a Norcia ha incontrato i sindaci, annunciando che in questo decreto ci sarebbero state norme rivoluzionarie. Salvini, a Porta a Porta, ha detto che in questo decreto ci sarebbe stata la norma che avrebbe abbattuto per metà i tempi della ricostruzione e ha anche detto che ci sarebbe stata una norma che avrebbe consentito la ricostruzione pubblica con le regole del decreto Genova per il ponte. Nulla di tutto questo. Ed è - ve lo voglio ricordare ancora - la quinta volta che dite no, anzi, la sesta con questo, a delle proposte credibili e concrete. In questo decreto ci sono poche e scarne proroghe, manca la soluzione di alcune questioni su cui da un anno, decreto per decreto, continuate a dire che lo farete, ma non lo fate. E la cosa grave è che anche nei territori dite che lo farete, ma non lo fate, e le popolazioni attendono. Avete detto così al “decreto sisma” di luglio, poi avete di nuovo detto che le avreste fatte al “milleproroghe”, a settembre, e poi di nuovo al “decreto Genova”, a ottobre, e poi ancora alla legge di bilancio, a dicembre, e poi al decreto semplificazione.

E adesso in questo decreto, dove in un'accozzaglia di norme, le più svariate, dove magari qualcosa di buono c'è anche, ma molto poco e ripetitivo rispetto ad altre norme del passato, dite dei no pesanti, dei no pesanti!

Sul Centro Italia dite di no all'abbattimento al 40 per cento delle tasse sospese che quei cittadini devono restituire: vergognatevi, perché avevate addirittura promesso che le toglievate del tutto per tre anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Vergognatevi, perché non siete riusciti nemmeno ad abbatterle di un pochino, cosa che noi abbiamo fatto per i terremotati de L'Aquila! Lo abbiamo fatto perché era giusto, e perché è giusto farlo anche adesso. Avete detto di no alla norma per salvare le imprese del territorio aquilano, anche se lì Salvini aveva detto il giorno dopo: il primo decreto che farò nel nuovo Governo sarà un decreto che risolverà questo problema. Vi dico una cosa: in questo decreto ho volutamente omesso di presentare la norma per le famiglie delle vittime dei terremoti de L'Aquila e di Amatrice. Ho omesso di farlo perché non volevo che mi dicevate di no, perché quelle persone, come le famiglie delle vittime di Rigopiano, attendono che si realizzi una promessa che avete sbandierato in campagna elettorale e che oggi non siete in grado di fare  E io non mi sono fatta dire di no, il Partito Democratico non si fa a dire di no a una questione così delicata che riguarda delle persone, che riguarda purtroppo la morte di persone. Questa è la nostra dignità, che è la risposta migliore alla vostra indegnità su questo aspetto vergognoso