Dichiarazione di voto sulla fiducia
Data: 
Giovedì, 13 Dicembre, 2018
Nome: 
Gian Mario Fragomeli

A.C. 1408

Grazie, Presidente. Oggi avete posto la fiducia sul cosiddetto decreto fiscale, un decreto che aveva le sue iniziali già nei manifesti elettorali della Lega: la pace fiscale, la rivoluzione del buonsenso. Un provvedimento che doveva sanare le ingiustizie del fisco, vessatorio nei confronti dei cittadini feriti dalla crisi economica, e pertanto impossibilitati a pagare le imposte. Traducendo dalla propaganda elettorale, significava un condono quinquennale, dal 2013 al 2017, mediante una dichiarazione integrativa speciale. Con tale dichiarazione, che definisco eufemisticamente al risparmio, il contribuente poco onesto poteva pagare solo il 20 per cento del nuovo reddito dichiarato. Per fortuna, al Senato vi siete ravveduti e avete parzialmente ridimensionato la pace fiscale per i disonesti.

Questo, però, ahinoi, non vi ha impedito, nonostante i nostri emendamenti, di trasformarlo nel decreto che dichiara guerra agli onesti, perché come li chiamate voi quelli che in piena crisi economica e nella difficoltà di pagare imposte e tasse ci hanno messo come sempre la loro faccia, quella onesta? Hanno chiesto scusa volontariamente al fisco, hanno rateizzato quanto dovuto in imposte e sanzioni: questo è il popolo degli avvisi bonari, quelli che in questo decreto avete dimenticato, quelli che rappresentano sì il popolo italiano, quello onesto. Voi non avete voluto riconoscere l'eliminazione delle sanzioni e la rateizzazione del debito a queste persone. Questo decreto fiscale è andato oltre, ha raccontato in premessa la storia delle barbarie di Equitalia, dello Stato riscossore, senza pietà, per poi, nel dispositivo normativo, prevedere all'articolo 2 una definizione agevolata senza sanzioni e interessi dei procedimenti di accertamento per i soli tributi erariali, non accogliendo la nostra richiesta di estendere le agevolazioni anche ai tributi locali.

Non finisce qui la vostra dichiarazione di guerra agli enti locali: avete sferrato un attacco ai comuni virtuosi, tre attacchi. Il primo all'articolo 3, sul tema relativo alla rottamazione delle cartelle esattoriali in capo all'Agenzia Entrate-Riscossione. Diversamente dalle nostre rottamazioni, avete eliminato la facoltà per gli enti locali di vedere applicata la definizione agevolata, perché non sempre funziona, ci sono enti locali che sanno fare meglio dello Stato la riscossione. Ne è stata prova il comune di Bologna, il comune di Matera, tanti altri comuni hanno rinunciato. E, invece, voi avete obbligato gli enti locali, vanificando il lavoro preliminare di uffici, con l'iscrizione a ruolo di crediti che non sono sempre datati, perché si riferiscono a un periodo che va dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017.

Avete sferrato il secondo attacco agli enti locali sempre sulla riscossione. In questo caso, nonostante la giurisprudenza che assimila le cartelle esattoriali alla riscossione diretta con l'ingiunzione fiscale, vi siete rifiutati di applicare la definizione agevolata a questi crediti comunali. Diciamolo: il principio di autonomia e responsabilità sulle entrate locali è fortemente messo in discussione proprio da un partito come la Lega, un partito federalista. E arriviamo al terzo attacco agli enti locali: si stralciano grandi quantità di crediti degli enti locali, che seppur datati al 2000 al 2010, ricordiamo, un periodo di Governo per ben sette anni di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia, e di importi fino a mille euro, rischiano di mettere a rischio i bilanci comunali.

Con responsabilità vi abbiamo detto che è un'operazione corretta, ma di prevedere accorgimenti tecnici, un riaccertamento straordinario dei residui, che permettano di diluire nel tempo e di rateizzare il disavanzo conseguente all'eliminazione delle partite creditorie, perché in questo decreto non si nega a nessuno una rateizzazione. Eppure voi lo avete fatto, l'avete negata agli enti locali. Per questo, però, dobbiamo ravvisare che, invece, quando si tratta di prevedere rateizzazioni lunghe, addirittura ventennali, per gli enti locali e per coloro che hanno attivato procedure esecutive, siete arrivati a prevederle, le rateizzazioni, fino al 2040.

Nelle promesse elettorali mancate di questo decreto, certo, non possiamo annoverare un sostanziale condono sull'imposta di consumo dei succedanei del tabacco e dei liquidi da inalazione; qui, dobbiamo dirlo, avete applicato magistralmente un'ingegneria elusiva del fisco; prima, con il Milleproroghe estivo, avete sospeso il pagamento del debito, imposta all'imposta di consumo, poi con questo articolo 8 fate di più, una definizione agevolata, questo, sì, un saldo stralcio con il pagamento del solo 5 per cento del debito, senza interessi e senza sanzioni. Ma il saldo stralcio del pregresso non è bastato a mantenere le promesse elettorali di alcuni partiti che, oggi, sono in questo Governo; avete deciso di fare il saldo stralcio anche per il futuro, avete ridotto l'imposta di consumo dal 50 per cento dell'accisa gravante sui tabacchi al 10 per cento sui prodotti contenenti nicotina, al 5 per cento sui prodotti non contenenti nicotina. Morale: ai contributi elettorali versati alla Lega da società produttrici di sigarette elettroniche, liquidi e accessori corrisposti in questo decreto, che ha solo sei mesi di distanza dalle elezioni, avete dato risparmi fiscali superiori a dieci volte il contributo ricevuto. Investire nei BOT della Lega conviene e dà rendimenti sicuri.

Avremmo voluto votare, però, in parte, questo provvedimento, perché scorgiamo anche un portare avanti alcune politiche del precedente Governo; seppure in extremis vi siete ricordati della politica per le famiglie, del bonus bebè, l'avete reintrodotto; avremmo voluto votare un altro provvedimento, quello riguardante il rifinanziamento delle missioni internazionali, ma che avete inserito, qui, e che, quindi, per tutto quello che ho detto finora, per noi è invotabile. Tuttavia, questo decreto era particolarmente atteso da tutti, dagli operatori del sistema economico, per l'avvio imminente della fatturazione elettronica che decorrerà, appunto, dal 1° gennaio 2019. Per fortuna avete introdotto solo disposizioni di semplificazione, con esoneri dello strumento della fatturazione elettronica parziali e, anche, una ragionevole eliminazione delle sanzioni nel primo semestre 2019.

Il combinato disposto dell'esenzione dalle fatturazioni elettroniche ai regimi forfettari fino a 65.000 euro, però, ci fa avanzare qualche dubbio; dopo che in questa legge di bilancio avete tolto le barriere di entrata dei limiti, perché noi avevamo posto dei limiti di accesso alle agevolazioni ai regimi forfettari, solo per lavoratori dipendenti e pensionati con redditi fino a 30.000 euro; diversamente, voi avete eliminato qualsiasi barriera di accesso. Non vorremmo che l'aliquota agevolata del 15 per cento delle partite IVA fino a 65.000 euro di reddito diventasse un secondo lavoro, per chi già lavora o è in pensione, magari con quota 100, piuttosto che una nuova opportunità lavorativa.

Al netto di questo, però, continuiamo a credere nell'importanza e nel valore della fatturazione elettronica, perché è una grande opportunità per questo Paese, non solo per il contrasto all'evasione fiscale che vede l'Italia ai primi posti riguardo al tax gap dell'IVA, ma perché rappresenta una grande sfida per l'innovazione, la semplificazione del nostro sistema fiscale. Per fare alcuni esempi, dal 2019 ci sarà lo stop allo spesometro, uno degli strumenti più odiati in Italia; quella che oggi, quindi, può rappresentare una difficoltà di avvio, domani significherà interscambio tra imprenditori, commercialisti e artigiani, con semplificazione della registrazione della contabilità, fino ad arrivare, nel 2020, alla dichiarazione IVA precompilata per questi piccoli imprenditori. Vantaggi che interesseranno anche rimborsi prioritari del credito IVA, riduzioni di un anno in termini di accertamento fiscale e tanto altro vuol dire fatturazione elettronica, perché non vorremmo che la fatturazione elettronica sia assimilata solo ed esclusivamente a contrasto all'evasione fiscale, ma sia, invece, giustamente, un risparmio.

In conclusione, però, non posso non dedicare del tempo alle parole usate da Salvini in alcune trasmissioni televisive sul rinvio della fatturazione elettronica, io vorrei, ma non posso, confidiamo che sia solo propaganda e non una battaglia contro l'innovazione. E, per il suo tramite, Presidente, mi rivolgo al Ministro Salvini che afferma di non poter rinviare la fatturazione elettronica grazie ai geni che c'erano prima, i quali hanno lasciato un'eventuale entrata da coprire per 2 miliardi; ebbene gli stessi geni che c'erano prima, noi del Partito Democratico, gli hanno lasciato altrettanti 2 miliardi per l'introduzione dell'IRI, l'imposta del reddito imprenditoriale che prevedeva la riduzione delle imposte per migliaia, per centinaia di migliaia di imprese!

Abbiamo lasciato miliardi sul reddito di inclusione che, forse, diventerà l'unico, vero strumento di contrasto alla povertà, dopo che, come abbiamo visto oggi, probabilmente, il reddito di cittadinanza scomparirà dalla scena. E guardate che il genio di Salvini, lo dico sempre a lei, non è riuscito, quindi, né a rinviare la fatturazione elettronica, né a ridurre le imposte alle imprese che sono aumentate e lo vediamo nei saldi della legge di bilancio, ma cosa ancora più grave è riuscito a demolire il Piano Industria 4.0, stop al super ammortamento, riduzione del tax credit alla ricerca e sviluppo, via l'ACE, la mini IRES solo per gli investimenti strumentali, tagliata l'alternanza scuola-lavoro; un cambio di politica economica e industriale che, ahinoi, sta già lasciando il segno e non ve lo diciamo noi, ve lo dice il sistema produttivo italiano, perché stiamo entrando in recessione economica e aumenta la disoccupazione. Per questo e tanto altro, non voteremo mai la fiducia a questo decreto