Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 27 Novembre, 2018
Nome: 
Emanuele Fiano

A.C. 1346

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, recante disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell'interno e l'organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Delega al Governo in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate

Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo, Ministro Salvini, voi chiedete qui, oggi, la terza fiducia a questo Parlamento per il vostro Governo. Lo fate in assenza di una qualsiasi motivazione logica, in assenza di un atteggiamento ostruzionistico delle opposizioni e, perlomeno, di questa parte delle opposizioni - e ho molto apprezzato le parole del collega di Forza Italia che ha cercato di spiegare come mai non riescono a votare a favore di questo decreto -, della nostra opposizione che ha ritirato 180 emendamenti in Commissione, che ha proposto di ridurli per l'Aula, che ha proposto di lavorare sabato e domenica scorsa per permettere uno spazio di discussione sul merito del provvedimento, che non ha mai avuto atteggiamenti ostruzionistici né nell'Aula né in Commissione su questo provvedimento. Lo fate per un provvedimento che scade lunedì prossimo, tra sei giorni, in un'Aula dove avete 352 parlamentari che appoggiano il Governo su 630 contro 278 deputati che non lo approvano, che fanno 74 deputati di differenza. Voi non avete problemi di maggioranza: voi avete problemi politici.

Certo, al primo voto segreto siete andati sotto. Quella granitica maggioranza si è sfaldata, il contratto è stato calpestato, gli accordi di Palazzo Chigi evaporati come la vostra prescrizione sine die, ma questo è altro perché, Presidente, per il suo tramite vorrei dire al Ministro Salvini che quando una maggioranza di 73 deputati va sotto è perché c'è un accordo tra qualcuno nella maggioranza e non contro la maggioranza che fa andare sotto un Governo con una maggioranza numerica così forte , perché evidentemente, Presidente, è meglio per il MoVimento 5 Stelle concedere oggi un “salva deputati della Lega” che perdere la possibilità di una prescrizione domani ed è meglio per la Lega concedere un condono edilizio oggi ai 5 Stelle che perdere un condono fiscale domani, anche se stai concedendo un “salva peculato” a chi è stato ieri condannato in appello per la restituzione di 49 milioni di euro dei cittadini italiani che la sentenza dice che avete indebitamente trattenuto .

È meglio essere giustizialisti quando capita ai padri degli altri che quando capita ai propri, vero presidente Di Maio? E oggi che cosa accade, Presidente, su questo provvedimento, con la richiesta di questa fiducia? Lo ha ammesso, candidamente e onestamente, il presidente della I Commissione, onorevole Brescia, e lo ha ammesso senza fronzoli in un'intervista, con un'onestà intellettuale che però non gli ha impedito di piegare il capo alle regole di questo contratto. Lui, il presidente della I Commissione della Camera, la più importante, quella dove dovrebbero essere salvaguardati i diritti costituzionali di tutti i cittadini di questo Paese, ha dichiarato: “Questo provvedimento è della Lega. È immodificabile”, calpestando e insultando la nostra Costituzione. C'è un provvedimento che è di un partito e non del popolo, come la manovra del balcone di Palazzo Chigi, di un partito. Andate, colleghi del MoVimento 5 Stelle, dopo questo voto, salite le scale, salite su questo tetto a gridare che è stato approvato il decreto di un partito e non la legge del popolo. Per cui, essendo il decreto di uno dei partiti contraenti, va votato, senza incertezze, senza modifiche e senza permettere che l'opposizione lo discuta, perché voi per questo “decreto Salvini” avete scelto di concedere alle opposizioni una giornata di discussione, otto ore per 500 emendamenti.

Lo dico a lei, Presidente Fico (non posso dirlo di persona, perché non è presente), lo dico a voi, al suo partito, a voi che siete devoti della piattaforma, che avete dato un nome a quella piattaforma e l'avete intitolata a Rousseau, l'inventore del contratto sociale. Ma qui il contratto non è sociale: qui il contratto è tra due capi partito - e non me ne voglia il Presidente Conte con il quale, ovviamente, possiamo sempre spiegarci - perché, come avrebbero detto un certo Luigi Di Maio oppure un certo Matteo Salvini, lei, Presidente Conte, non è eletto da nessuno e, pertanto, qui lei non contrae nulla e sono altri i contraenti. Tu dai un tanto a me e io do un tanto a te, esautorando il Parlamento, perché c'è un provvedimento che è di qualcuno e un provvedimento che è di qualcun altro.

Questo non è che l'ennesimo tassello di un disegno pericoloso, noi diciamo. Infatti, ricordo il ricorso alla fiducia oggi senza necessità, l'approvazione della legge per istituire referendum senza quorum su materia ampliata sia con funzione abrogativa che propositiva, la cancellazione, che volete imporre, del voto segreto, con conseguente necessità, se lo farete, di mortificare l'articolo 67 della Costituzione, lo Stato di polizia che avete votato nei confronti di chi aderisce o di chi sostiene, anche con piccole cifre, i partiti, affinché la scelta politica di ognuno di noi, dei cittadini italiani, in contravvenzione al diritto alla segretezza del nostro voto sia palese, l'attacco al ruolo del Presidente della Repubblica che avete fatto, ipotizzando l'impeachment solo perché difendeva il proprio ruolo costituzionale, l'attacco all'indipendenza della magistratura quando il Ministro Salvini ha opposto il suo essere stato eletto con il fatto che la magistratura non è eletta, un cardine delle Costituzioni liberali di tutto il mondo, l'attacco alla libera informazione che è stato portato avanti da esponenti del Governo in queste settimane, l'attacco a tutte le figure e agli enti terzi di controllo, che costituiscono quel pluralismo della democrazia che, come dice il professor Cassese, non è, come voi volete imporci, la dittatura della maggioranza. Il vostro consenso maggioritario tra gli elettori non vi consegna il dominio perfetto e assoluto della nostra democrazia, almeno finché noi saremo qui.

Con la vostra muta complicità, Presidente Fico, anche voi, che sostenete di non condividere il merito di questi provvedimenti, state costruendo una dittatura della maggioranza che sterilizza la democrazia dei partiti. Tutto ciò è più grave oggi perché con questa fiducia chi di voi lo fa china il capo di fronte a palesi violazioni della Costituzione, come ha giustamente richiamato il Consiglio superiore della magistratura, dell'articolo 10 e dell'articolo 3 della nostra Carta. Voi permettete che con un voto sul Governo, sulla tenuta di una maggioranza che ha già scricchiolato sul “salva peculato” della Lega, si calpestino i diritti delle persone, come fate in questo decreto, si vanifichi l'uguaglianza tra i cittadini, si apra nel nostro Paese una fase di incertezza giuridica della propria condizione per migliaia di persone e si aumenti l'insicurezza perché aumenta l'irregolarità di coloro che, dalla mattina alla sera, perderanno il proprio status di diritto in questo Paese.

E si aumenterà, dunque, la discriminazione, come finta medicina per la sicurezza, perché voi siete alla ricerca del consenso, non delle soluzioni, come succede in tutte quelle fasi della storia dove a venire attaccata è la natura stessa dei rapporti della democrazia.

Così è, Presidente, nella logica di chi mal sopporta gli elementi fondamentali della democrazia, di chi dice: io ho avuto il voto, adesso governo, basta, nessuno ci intralci, perché il voto che ho avuto io - parziale - mi deve permettere di fare quello che voglio, senza enti intermedi, senza che l'opposizione abbia un ruolo, senza che altri ci possano giudicare, senza che ciò che è scritto nella Costituzione e che media nel pluralismo della democrazia abbia effetto: sterilizzare il dibattito, superare il Parlamento, decidere in pochi fuori di qui, se non addirittura deciderlo online.

Fate attenzione a quello che state facendo, fate attenzione soprattutto voi che ci dite, a parole, di essere contrari e, poi, chinate il capo, non abbiate a pentirvene domani; noi voteremo “no” alla fiducia a questo Governo.