Esame delle questioni pregiudiziali
Data: 
Martedì, 25 Giugno, 2019
Nome: 
Stefano Ceccanti

A.C. 1913

Grazie, Presidente. Il punto chiave, o meglio i due punti chiave, di questa pregiudiziale sono relativi a cose che ci sono e non ci dovrebbero essere e a cose che non ci sono e ci dovrebbero essere. La prima cosa che c'è e non ci dovrebbe essere per tanti motivi è l'argomento che potremmo chiamare dei “terroristi masochisti”: ci sarebbero, secondo questo testo, dei terroristi masochisti che, nonostante siano organizzati in grandi reti internazionali, non prendono aerei ma, a loro rischio e pericolo, vanno sui barconi. Una figura molto originale, di cui fino a questo momento non si rintraccia prova alcuna. Chiederemo magari al Governo in Commissione un'analisi dell'impatto della regolamentazione con nomi, cognomi e fatti da cui si possa sostenere questa tesi, segnalo però alcuni corollari di questa tesi che, se fosse vera, sarebbero un po' inquietanti. Se è vero che dei terroristi arrivano tramite barconi, quando noi abbiamo chiesto alla Conferenza episcopale italiana o alle chiese evangeliche di accogliere le persone arrivate, gli stavamo dirottando dei terroristi? Quando noi chiediamo all'Olanda o alla Germania di accogliere quelli che sbarcano, gli stiamo mandando terroristi? Quando noi chiediamo di rivedere il Trattato di Dublino per fare un asilo europeo vuol dire che noi vogliamo socializzare i terroristi? Immaginiamo con quale soddisfazione gli altri Paesi accettino modifiche del trattato di Dublino o accettino le prossime proposte di rimpatrio! Ma ci rendiamo conto di quello che stiamo sostenendo? E tutto per avere un éscamotage per giustificare di passare le competenze a Toninelli e a Salvini, quindi evochiamo i terroristi sui barconi solo a questo fine, provocando però evidentemente degli effetti di delegittimazione fortissima nell'azione del nostro Governo. L'altro aspetto che c'è - e non ci dovrebbe essere - è il modo piuttosto curioso in cui si sostiene l'urgenza. Ora, nei decreti, le condizioni di necessità e urgenza devono essere entrambe presenti, non una sola delle due e l'urgenza è caratterizzata dall'indifferibilità della decisione. Ma dov'è l'urgenza e l'indifferibilità della decisione quando si dice testualmente - pagina 2 -: “L'intervento normativo si rende necessario, indifferibile e urgente in considerazione dell'evidenza che gli scenari geopolitici internazionali possono rischiare” – ripeto: possono rischiare – “di riaccendere l'ipotesi di nuove ondate migratorie”? “Possono rischiare” non è urgente, non è indifferibile, è un'eventualità; non c'è un'urgenza generica di provvedere che giustifichi un decreto. Ma poi, andando al punto chiave del merito, evidentemente qualcuno vi ha fatto notare che l'idea di respingimenti di navi è comunque soggetta agli obblighi internazionali, perché l'articolo 117, comma 1, della Costituzione ci dice che la legislazione interna è soggetta a questi vincoli internazionali. Ora, però qui non c'è quello che ci dovrebbe essere: la formula generica dell'articolo 117 è trasposta nell'articolo 1, ma nella parte motivazionale che si estende per pagine e pagine e parla dell'universo mondo, manca il principio chiave, manca l'esplicitazione del principio chiave, che è il principio di non-refoulement, articolo 33 della Convenzione di Ginevra. Non ci possono essere respingimenti collettivi verso situazioni non sicure perché questo nega in radice il diritto internazionale umanitario. Questo è il punto. Allora, quando voi nell'articolo 1 proponete questi respingimenti delle navi, volete violare o no il non-refoulement? Tra tutte le parole che avete usato e le argomentazioni questo non lo dite perché vi riservate di violarlo, ma violandolo voi ci proponete un testo incostituzionale.