Discussione sulle linee generali
Data: 
Martedì, 3 Dicembre, 2019
Nome: 
Gian Mario Fragomeli

A.C. 2220-A

Relatore. Presidente, interveniamo oggi in Aula per la prima volta per una discussione importante in Commissione, il cosiddetto “decreto fiscale”, che in qualche modo è stato esautorato della sua finalità principale. Con questo intendo dire che per molti giorni abbiamo parlato giustamente di misure specifiche, puntuali, importanti all'interno del decreto - solo per menzionarne alcune, l'articolo 4, l'articolo 39 - e abbiamo un po' perso la portata di questo decreto, l'importanza che questo decreto ha, il ruolo che questo decreto ha per la formazione poi della legge di bilancio 2020.

Allora, vorrei tornare subito lì, al tema che in qualche modo assimila e unisce tutti i principali articoli, in particolare i primi dodici articoli di questo decreto, che sono il contrasto all'evasione fiscale, il recupero di risorse finanziarie. Lo dico con una certa forza, perché mi rendo conto che per molti giorni abbiamo parlato delle strette sulle compensazioni, all'articolo 1, 2 e 3, del tema degli appalti, che poi, grazie a un grande lavoro fatto in Commissione, anche con le opposizioni, siamo riusciti a rimodulare, però resta il fatto che siamo riusciti a rimodularle, semplificando quindi anche la portata di queste norme, allo stesso tempo non avendo ridotto quella che è la portata più importante che appunto ci eravamo posti, che era quella del contrasto all'evasione fiscale e il recupero di risorse. Quindi, sia all'articolo 3 che all'articolo 4 abbiamo mantenuto inalterato l'importante obiettivo di circa un miliardo e mezzo di recupero dal contrasto all'evasione fiscale.

Il tema poi che, in qualche modo, si deve coniugare all'interno di questo decreto è un tema che fa i conti con quello che è il nostro tax gap pesantissimo, che molto spesso sentiamo nelle statistiche e pensiamo che sia solo una statistica e non sia importante per il Paese. Invece è molto importante per il Paese, quando ci troviamo di fronte a 110 miliardi di evasione fiscale, quando ci troviamo di fronte a una grandissima evasione contributiva, quando ci troviamo di fronte al fatto che, per i lavoratori, non si parla più solo di lavoratori in nero, si parla di lavoratori in grigio, di lavoratori che in alcuni momenti ci sono, quando c'è magari una busta paga sottopagata all'interno di un cantiere di appalto o di subappalto, ma che scompaiono nel momento in cui ci sono le ritenute fiscali, quando c'è da riconoscere dei diritti rispetto alla sicurezza sul lavoro, perché sappiamo tutti che, in un contesto di appalto, quando addirittura non si versano le ritenute, non possiamo che pensare che ancora peggio sarà la situazione degli strumenti di tutela del lavoratore e di maggiori garanzie.

Quindi, da questo punto di vista, questo decreto pone una stretta, è vero, molto forte. Era partita in modo indiscriminato, e dall'opposizione si erano levate voci legittime rispetto all'utilizzo di uno strumento per tutte le aziende in termini di appalti di forniture di servizi e di opere, e l'abbiamo circoscritto a quello che però è un elemento vero, problematico, che è quello della somministrazione di manodopera, in particolare quando c'è il prevalente utilizzo di beni strumentali da parte del committente.

Qui era necessario, perché anche dai dati che abbiamo avuto nelle ultime settimane è allarmante quanto si annidi in quel contesto una fortissima evasione contributiva, oltre che chiaramente, come ho detto prima, una forma di sotto paga. Ciò perché anche qui si annida un altro elemento che molto spesso non abbiamo saputo affrontare, che è quello di una internalizzazione che molto spesso non è necessaria, perché non tutti gli appalti sono necessari, se non per trovare una via per pagare meno i lavoratori e per togliere delle tutele ai lavoratori. Quindi, da questo punto di vista, poniamo una condizione, che quando c'è da internalizzare, un'azienda ha tutto il diritto di farlo, quando, invece, questo è uno strumento evasivo, allora, da questo punto di vista la legge deve diventare chiara, forte e deve eliminare la possibilità che, appunto, non venga rispettata la legge.

L'abbiamo fatto ridimensionando quello che era l'aspetto iniziale e arrivando a una forte semplificazione, perché troverete in tutto il decreto un binomio ineludibile: contrasto all'evasione fiscale, semplificazione collegata all'informatizzazione e a nuovi processi informativi. Dobbiamo metterci in testa che, oggi, l'informatizzazione è uno strumento fondamentale per innovare, per rendere più semplice la vita delle persone e deve essere portata anche all'interno del processo di contrasto all'evasione fiscale, deve essere l'elemento principale che il sistema fiscale adotta, perché è più semplice e perché fa chiarezza tra chi è onesto e chi, invece, è disonesto e non paga le imposte e le tasse.

Quindi, da questo punto di vista, troviamo sicuramente l'utilizzo di un F24 semplificato e automatizzato che ha fortemente ridotto l'onere da parte del committente, se non quello della verifica, sostanzialmente di quello che è un dovere da parte dell'appaltatore e del subappaltatore; quindi, il risultato è sicuramente molto importante.

Dall'articolo 5 all'articolo 8 ci siamo occupati di altre questioni fondamentali, perché non possiamo sentire solo le cronache nei mass media e non pensare alla questione della grande frode fiscale e della grande evasione rispetto alle accise e all'IVA dei carburanti che cubano circa cinque miliardi e sette, in un settore dove - dobbiamo dirlo, perché non vorrei che il mio intervento venisse visto solo dal punto di vista dei lavoratori e non anche delle imprese - il margine è fortemente ridotto per le imprese; le imprese hanno un margine bassissimo e se ci sono società che frodano l'IVA, che frodano le accise e diventano competitive anche quando non dovrebbero esserlo, questo è un problema per il sistema. E, quindi, anche qui, con questi articoli abbiamo reso una forte informatizzazione, abbiamo collegato in modo operativo il lavoro che fanno l'Agenzia delle entrate e l'Agenzia delle dogane e dei monopoli con quello della Guardia di finanza in modo che si riesca, anche qui, a costruire un controllo più forte, perché i soldi devono essere recuperati da parte di soggetti che sono abituati a non pagare l'IVA e a non pagare le accise. Quindi, è molto importante, anche, il passaggio, secondo noi, di questi articoli, perché permettono di contrastare miliardi e miliardi di evasione.

Guardate che, sull'articolo 3 e sull'articolo 4, noi sappiamo che ci sono delle problematiche, che a regime forse qualche accorgimento ulteriore dovrà essere fatto, ma la storia ci insegna, sulle compensazioni (e l'abbiamo visto sulle compensazioni IVA nel 2010-2011), che quella stretta che ha ridotto a 5 mila euro la possibilità di compensare ha portato oltre 5 miliardi di rientro di contrasto all'evasione.

Quindi, ci rendiamo conto che, oggi, noi ci poniamo di fronte a un ulteriore sforzo rispetto alle imposte dirette e speriamo chiaramente, dentro di noi confidiamo, che non ci sia la stessa evasione che abbiamo riscontrato sull'IVA o sulle imposte dei redditi, e, quindi, sulle imposte dirette; confidiamo che questo non avvenga, ma c'è il tema, anche da questo punto di vista, che la compensazione deve essere giustamente accordata, ma non deve essere un diritto ad evadere, da questo punto di vista, perché abbiamo riscontrato con l'IVA una forte tendenza a questo.

Il tema, poi, che voglio sollevare ulteriormente è sicuramente quello della fatturazione elettronica. Perché lo dico qui? Perché, molto spesso, in queste settimane, abbiamo sentito dire che questa forma di informatizzazione, di innovazione tecnologica è stata uno spot; abbiamo sentito dire molto spesso in Commissione che c'è stato un calo dell'entrata dell'IVA a seguito della fatturazione elettronica e che, quindi, è stata solo un'entrata spot nei primi mesi dell'anno e, poi, siamo ritornati a regime. Non è così: al 30 di novembre - dati dell'Agenzia delle entrate - in questo Paese sono entrati 2,8 miliardi in più di IVA grazie alla fatturazione elettronica, circa il 3 per cento in più di entrate sull'IVA; di questo stiamo parlando, di una portata fondamentale che ci permette di contrastare l'evasione: solo nel mese di ottobre e di novembre oltre 500 milioni di entrate in più sull'IVA.

Si tratta di uno strumento che, quindi, funziona, non solo in termini numerici per un aumento delle entrate, funziona anche in termini di compliance, funziona nel senso che abbiamo dato uno strumento facile, più semplice che, certamente, ha bisogno del suo tempo di rodaggio, perché le strumentazioni nuove e innovative devono essere rodate, ma nel momento in cui l'imprenditore e l'impresa sanno utilizzare un software, sanno utilizzare un applicativo, io gli risolvo un problema e trovo un sistema per migliorare la condizione anche di gestione delle imprese; ciò, secondo noi, è fondamentale sotto tutti i punti di vista.

In questo decreto, poi, è inutile negarlo, affrontiamo anche temi importanti, come quello del gioco; abbiamo visto che su questo tema ci sono posizioni diverse. L'abbiamo affrontato in modo residuale, però, anche questo è un tema che ci spinge a insistere su questa piaga, perché, comunque, sappiamo che il gioco è importante per le entrate del Paese, ma va sempre più regimentato, va sempre più strutturato, va sempre più controllato. Oggi, noi abbiamo bisogno che tutto quello che viene definito appunto come gioco sia completamente controllato, con sistemi anche in remoto, che si renda possibile anche l'accesso solo con la strumentazione di controllo e che, quindi, ci sia una possibilità di verificare che non ci sia gente che cada nella piaga della ludopatia. Da questo punto di vista, siamo intervenuti, magari, in modo non puntualissimo, ma siamo intervenuti anche da questo punto di vista.

Abbiamo, secondo noi, fatto un importantissimo lavoro di sistemazione di un'altra questione che veniva da una sentenza della Corte di giustizia europea sulle scuole guida; abbiamo cercato di limitare l'applicazione di prestazioni che erano esenti dall'IVA e a confinarle solo all'elemento fondamentale, come prevede questa sentenza, e di non ampliare, quindi, il tema, altrimenti pericoloso, ad altre prestazioni che oggi sono esenti dall'IVA, come quelle sportive. Quindi, ci siamo impegnati, sempre qui, devo dire in pieno accordo con tutte le forze politiche anche dell'opposizione, a trovare un articolo che identificasse e circoscrivesse meglio l'argomento. Abbiamo fatto, secondo noi, un ottimo lavoro anche di conclusione di un iter, quello dell'imposta sulle piattaforme marine, perché per anni ne abbiamo parlato. Molto spesso sentiamo parlare della politica di contrasto rispetto a quello che è il prelievo, a quello che è il tema del prelievo fiscale, ma, a tale riguardo, sembrava che fossimo tutti d'accordo che le piattaforme marine, dove si estraggono gli idrocarburi e via dicendo, fossero in qualche modo come tutte le altre forme di beni strumentali di impresa e anche a loro si applicasse un'imposta, perché chiaramente generano reddito e, lo sappiamo tutti, i comuni, che devono supportare sul loro territorio e nelle loro acque territoriali la presenza di questi grandi impianti, non ricevevano nulla; era un'entrata solo per lo Stato e per le regioni e gli unici dimenticati erano proprio i comuni, quelli che, proprio sul territorio, vivono la difficoltà della presenza di queste piattaforme. Quindi, secondo noi, anche questo inserimento è giusto e importante e in qualche modo l'abbiamo più volte richiesto.

Ritorno al tema delle semplificazioni; anche qui, parliamo di semplificazioni non solo come contrasto all'evasione fiscale, ma anche rispetto allo stile di vita degli italiani, rispetto a una modalità di utilizzo del denaro che sia più sicura. La nostra battaglia sul cashless e, quindi, sul superamento dell'uso del contante e sull'utilizzo della moneta elettronica è finalizzata a molte questioni e, qui, per la prima volta, sentiamo parlare non solo di abbassamento dell'utilizzo del contante, ma di forte incentivazione all'utilizzo della moneta elettronica. Abbiamo messo importanti risorse sulla lotteria degli scontrini, perché pensiamo che ci debba essere, anche qui, un fattore di compliance tra il sistema fiscale, gli italiani e gli esercenti, i commercianti, tant'è che, non avendo ancora concluso l'iter di abbassamento delle commissioni bancarie, abbiamo deciso di togliere in questa prima fase le sanzioni per gli esercenti e per i commercianti, ma non perché crediamo che non ci sia il diritto per gli italiani che utilizzano le carte o le monete elettroniche di poter partecipare, poi, a queste grandi e importanti lotterie, ma proprio perché pensiamo che, in questa fase, si debba comunque spingere per l'abbassamento delle commissioni che oggi sono ancora troppo alte. Quindi, il lavoro che ci aspetta è ancora importante.

Abbiamo fatto un lavoro che, dal nostro punto di vista, da luglio ci permetterà di centrare questa sfida, ma, ancora prima, ci permetterà, dalla primavera, di superare anche una questione importante che ci è stata sollevata in questi mesi, quella del registratore di cassa telematico. Voi sapete tutti che c'è un onere, abbiamo previsto un credito d'imposta per l'utilizzo del registratore di cassa telematico, ma in primavera avremo anche strumenti molto più soft, molto più leggeri, molto più semplici da utilizzare e che l'Agenzia delle entrate fornirà, quindi delle semplici app per il trasferimento dei corrispettivi da parte degli esercenti, anche questa è un'altra rivoluzione importante. Tutto deve navigare e deve girare intorno a uno strumento semplice, non dobbiamo appesantire sia in termini di costo sia in termini di adempimento quello che dovranno fare, appunto, le imprese e gli esercenti. Quindi, anche qui, la sfida tecnologica è alla nostra portata e vogliamo vincerla anche con questo decreto, anche implementando, poi, con successivi decreti attuativi questo lavoro.

Non nego che abbiamo lavorato anche con semplificazioni che sono nate di comune accordo con l'opposizione perché lo spostamento dell'esterometro da mensile a trimestrale è stata una richiesta che ci è venuta forte anche dall'opposizione oltre che da componenti della maggioranza, del Partito Democratico, del MoVimento 5 Stelle e da tutti i soggetti che partecipano alla maggioranza di Governo. Quindi, anche da questo punto di vista, tenendo fede al tema, però, che per noi questo non deve voler dire riaprire le maglie delle società-cartiere e di quelle che comunque erano uno strumento per far evadere l'IVA. Quindi noi vogliamo che alla semplificazione si accompagni comunque sempre un contrasto all'evasione fiscale che molto spesso negli anni abbiamo visto proliferare in particolare sui rapporti transfrontalieri o comunque sui rapporti commerciali con l'estero. Quindi questo è un tema che c'è sempre stato a cuore e quindi abbiamo trovato il modo di ridurre l'appesantimento dell'esterometro tuttavia tenendo fede a quello che era un impegno di contrasto all'evasione.

Chiaramente l'articolo 39 - non possiamo negarlo - ha attirato molto l'attenzione perché è impensabile che in qualche modo non si accompagnasse anche una riforma del sistema penale tributario di fronte a una forte sfida di contrasto all'evasione fiscale, come proprio questo decreto attua. Su questo siamo intervenuti a più riprese anche con discussioni importanti per cercare in qualche modo di ridurre il primo approccio riguardo all'appesantimento dell'aumento delle pene e quindi abbiamo cercato di circoscrivere reati per i quali le pene aumentavano. Siamo intervenuti anche sul tema della confisca allargata che è un altro tema importante che è stato molto all'attenzione della Commissione. È chiaro che non tutti saranno soddisfatti della riformulazione dell'articolo 39 ma, rispetto all'inizio, possiamo dire che discreti passi in avanti sono stati fatti per circoscrivere anche in questo caso il problema e il tema dell'aumento delle pene e della diminuzione delle soglie sulla punibilità.

È chiaro che il decreto-legge aveva inoltre anche un altro obiettivo nell'annualità del 2019 che in parte però è superato anche da quello che sta accadendo in questi giorni rispetto al tema Alitalia. Quindi, il decreto-legge ha e aveva un'importante questione da affrontare rispetto ai prestiti ponte, rispetto al finanziamento di Alitalia per quella che in qualche modo potrà essere, anche a giorni, una riformulazione della politica di risanamento e di rilancio di questa azienda che potrà cambiare. Quindi su questo articolo siamo intervenuti con risorse finanziarie che era doveroso e importante stanziare e, secondo noi, da questo punto di vista vedremo se ci sarà la possibilità di incrementarle qui o in altri provvedimenti.

C'è poi tutto il tema della semplificazione degli enti locali che anche questo magari è passato in sordina ma, guardate, che è stato un tema che ci ha impegnato nelle ultime settimane. Abbiamo posto chiarezza forse per la prima volta in Italia ad un'imposta che i comuni devono far pagare e organizzare entro la fine dell'anno e auspichiamo che, con questo passaggio e nel passaggio del decreto fiscale al Senato entro i primi dieci giorni di dicembre, i comuni debbano sapere come applicare la tassa sui rifiuti, la Tari, perché anche su questo le riforme che in qualche modo sono state avanzate da ARERA, dall'autorità e da altri soggetti, molto spesso arrivano sempre in legge di bilancio, arrivano a ridosso della fine dell'anno e impediscono ai comuni di approvare il bilancio di previsione nei termini previsti ossia il 31 dicembre. Dunque, abbiamo previsto anche in questo caso una proroga al 30 aprile del piano finanziario della Tari. Abbiamo ridetto in modo chiaro che, dove ci sono problematiche di determinazione della tariffa, ci sono maglie su cui i comuni possono lavorare secondo un principio anche di autonomia nella determinazione di questa tassa e, allo stesso tempo, abbiamo introdotto una cosa che, secondo noi, è rivoluzionaria e importante, che non riguarda direttamente la tassa rifiuti ma riguarda il bonus per le famiglie numerose e quindi per i redditi bassi, sul bonus energie elettriche e sul bonus energia, che per la prima volta prevede un automatismo in questo Paese: le banche dati degli enti pubblici lavorano insieme. Quindi, per coloro che hanno un basso reddito in Italia, inferiore ai 7.300 euro, l'INPS direttamente nella sua banca dati trasferirà i dati all'acquirente unico e consentirà quindi finalmente in Italia di arrivare a una bolletta già corretta con il bonus per le famiglie e per le persone che hanno bisogno, senza dover andare in comune a fare l'ISEE e a fare il 730, a testimonianza che anche qui il tema della semplificazione ci deve spingere a migliorare la qualità della vita dei cittadini anche rispetto ai bonus fiscali.

Abbiamo lavorato su un altro tema che, devo dirlo, la presidente ha voluto molto e quindi voglio ringraziarla pubblicamente perché è stata una battaglia non semplice: il fatto che i PIR, i piani individuali di risparmio, fossero affrontati nel decreto-legge in esame, quando sembrava che dovessero essere contenuti nella legge di bilancio per una questione più complessiva; invece abbiamo voluto mantenerli qui nella nostra Commissione dove giustamente pende una discussione ma ci sono anche proposte di legge importanti sulla riformulazione dei PIR.

L'abbiamo affrontato anche questo devo dire in grande sinergia con i gruppi dell'opposizione, anche supportati e sollecitati da alcuni gruppi di opposizione. Abbiamo eliminato qualche vincolo, abbiamo detto che questi PIR devono ritornare ad avere una funzione rispetto all'economia reale; abbiamo detto che in qualche modo si deve poter investire, dare risorse al sistema delle piccole imprese. Quindi, è stata una sfida, secondo noi, vinta; adesso auspichiamo che questo strumento riparta, dopo un rallentamento che c'è stato nell'ultimo anno. Quindi, anche qui un tema che, secondo noi, deve essere centrale rispetto a questo decreto, perché quando si parla di aspetti finanziari molto spesso si denigrano e giustamente si evidenziano le negatività e non si guarda invece al rilancio comunque nel Paese. In ultimo, voglio dirlo perché abbiamo rifinanziato il Fondo di garanzia per le imprese, perché anche qui c'era una necessità importante di creare delle modalità di garanzia per le imprese per ricominciare ad investire, quindi in particolare per le PMI e quindi anche questo è stato rifinanziato per 670 milioni. Questo e tanto altro c'è in questo decreto che vorrei che, nella sua massima portata, nella sua giustamente capacità innovativa non fosse solo ridotto all'articolo 4 e all'articolo 39.