AC 1201-A
Grazie, Presidente. Noi siamo qui oggi ad approvare una legge di delegazione europea e, al contempo, discutere la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione nel 2017. Questa rappresenta l'occasione per svolgere un dibattito serio sul lavoro e i risultati ottenuti in ambito continentale nella precedente legislatura dai Governi a guida PD, Renzi e Gentiloni, e, al tempo stesso, sui disastri che invece, in soli cinque mesi, il vostro Esecutivo ha già prodotto in Europa, danneggiando e penalizzando fortemente le famiglie, i giovani, i lavoratori e le aziende del nostro Paese. Negli ultimi anni l'Italia è tornata a essere protagonista: il 2017, in particolare, è stato per il Paese un anno particolarmente intenso sul fronte delle iniziative istituzionali, legate soprattutto alle celebrazioni del 25 marzo per il sessantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma. In questo contesto, ricordiamo allora che negli anni precedenti al 2017 l'Italia è stata impegnata in primo luogo nella battaglia per il rispetto dello Stato di diritto, per la dignità umana e il principio di una gestione condivisa e solidale dei fenomeni migratori.
L'Italia, con i Governi di centrosinistra, ha dato lezioni di civiltà al mondo intero, sin da quando dopo il naufragio di Lampedusa del 2013 decise di reagire istituendo l'operazione Mare Nostrum. Noi siamo orgogliosi e rivendichiamo con forza la bontà di una misura che ha consentito di salvare in un anno più di 500 mila vite umane e ha permesso di risvegliare le coscienze degli Stati membri, tanto da lanciare per la prima volta, nel novembre del 2014 e fino ai giorni nostri, operazioni europee sotto l'egida di Frontex per il controllo e il pattugliamento delle frontiere esterne dell'Unione. Ma non solo, fino allo scorso anno abbiamo portato avanti in Europa le ragioni di una modifica al Regolamento di Dublino e abbiamo ricollocato in altri Stati membri più di 13 mila richiedenti asilo dei 40 mila che abbiamo negoziato in due decisioni obbligatorie fatte approvare nel 2015 dal Governo Renzi.
Voi non solo state operando meno rimpatri verso i Paesi di origine, ma avete fatto degli enormi passi indietro rispetto ai nostri risultati. Ancora non avete spiegato perché avete insabbiato la riforma di Dublino, approvando il principio non richiesto di una modifica all'unanimità di questo stesso Regolamento; e, soprattutto, perché avete accettato di rendere semplicemente volontaria la ripartizione tra i partner europei dei 27 mila richiedenti asilo ancora da ricollocare e siete riusciti a effettuare in questi primi cinque mesi solo 16, e dico 16, relocation. Tutto questo accade non solo perché in Europa siete assenti, isolati e inconsistenti, ma, cosa ancora più grave, perché state seguendo ragioni di mera convenienza politica. Voi, per sostenere alleanze in vista delle prossime elezioni europee, state svendendo gli interessi dei cittadini italiani a esigenze di forze sovraniste che stanno imponendo soluzioni dannose per il nostro Paese, è questo il punto chiave.
Altro che prima gli italiani! Voi sostenete Governi che ricevono dall'Europa risorse per fare investimenti, attrarre aziende italiane, facendo anche politiche di dumping fiscale, e poi dichiarano di voler alzare muri, senza rispettare gli obblighi di solidarietà ed equa ripartizione delle responsabilità nella gestione dei fenomeni migratori. Di questo stiamo parlando, cari colleghi! E in questa stessa prospettiva, voi avete chiarito in Aula poche settimane fa che non intendete condividere la risoluzione storica del Parlamento europeo contro le politiche messe in campo negli ultimi anni dal Governo Orban, che presentano profili illiberali e antidemocratici.
Lo ripetiamo, però, ancora una volta, lo abbiamo già detto nel corso della discussione in Aula: l'Italia è uno dei sei Paesi fondatori dell'integrazione europea, non merita un simile atteggiamento. Nessun Governo può girarsi dall'altra parte e far finta di nulla. L'Italia ha il dovere di continuare a difendere, in Europa, i valori di democrazia, di libertà, di uguaglianza, di vita privata, la libertà di espressione della stampa e dell'informazione, e il valore e la libertà accademica e, soprattutto, l'autonomia della magistratura e degli organismi indipendenti.
Questo disinteresse, guardate, nella difesa di principi democratici fondamentali ci preoccupa non poco, anche e soprattutto alla luce degli ultimi episodi di cronaca. Non vorremmo che anche da noi si scivolasse in una deriva illiberale, che noi intendiamo contrastare con forza, senza se e senza ma. Lo diciamo chiaramente, allora, noi siamo preoccupati fortemente per l'invasione di campo del Governo in scelte che spettano al CSM, come quelle relative alla designazione del procuratore capo europeo e dei procuratori delegati. La separazione dei poteri è un principio fondamentale del nostro ordinamento istituzionale. E, allo stesso modo, noi riteniamo inaccettabili gli attacchi al Fondo monetario internazionale, alla Banca d'Italia, all'Ufficio parlamentare di bilancio, alla Commissione europea. E, soprattutto, abbiamo trovato inaccettabili – lo stigmatizziamo con forza in quest'Aula – gli attacchi volgari mossi contro il Presidente della BCE, Mario Draghi, al quale rivolgiamo un sentito e convinto saluto di sostegno, approvazione e incoraggiamento per il lavoro straordinario che sta ponendo in essere nel suo delicato ruolo istituzionale.
Infine, vale la pena ribadirlo con forza in questa istituzione che rappresenta il cuore pulsante della democrazia del nostro Paese, noi riteniamo gravi e inaccettabili le offese violente, volgari e squadriste rivolte alla stampa, qualche giorno fa, da membri del vostro Governo, con toni gravemente intimidatori. Fate attenzione! Fermatevi! Non vorremmo che davvero, nella prossima relazione consuntiva, ci dovremmo trovare qui a commentare l'apertura di una procedura, in Europa, di infrazione sul rispetto dello Stato di diritto, questa volta nei confronti del nostro Paese.
Ma negli ultimi anni, e soprattutto nel 2017, i Governi a guida PD hanno lavorato anche per rafforzare l'Unione economica e monetaria, questo al fine di proteggere il nostro Paese da speculazioni finanziarie ed economiche; c'erano misure importanti suggerite, penso al completamento dell'unione bancaria, all'istituzione di un Ministro delle finanze europeo; noi vi chiediamo allora di dare continuità a questo lavoro e di sostenere tali proposte nei prossimi mesi. Usciamo fuori dagli equivoci, smettetela di alimentare, a giorni alterni, il sospetto di una volontà di uscire dall'euro, di un «piano B», del cigno nero, di fondi sovrani russi pronti ad acquistare titoli di debito italiano. Diciamolo con chiarezza, non è con il ritorno alla lira, ai fiorini o ai sesterzi che risolveremo la nostra economia e creeremo occupazione e sviluppo nel Paese. Smettetela di scherzare col fuoco e iniziate a lavorare davvero per migliorare e rafforzare l'Unione economica e monetaria.
Per questa ragione vi invitiamo, allo stesso tempo, a rivedere la vostra manovra di bilancio, anche e soprattutto alla luce delle valutazioni operate dalla Commissione europea. Voi rischiate, guardate, di produrre – sono i dati ufficiali, che non potete smentire – un deficit al 2,9 per cento il prossimo anno e al 3,1 per cento nel 2020. Questo provocherà non solo l'aumento forte del debito pubblico e un innalzamento dello spread su livelli insostenibili, ma anche il rischio serio e concreto di una procedura di infrazione che potrebbe portare a sanzioni fino allo 0,5 per cento del PIL, al blocco dei finanziamenti BEI e al taglio di risorse e fondi strutturali. Fermatevi, vi prego, perché a pagarlo già ora sono state le famiglie e le imprese italiane, che hanno bruciato più di 193 miliardi di euro. Ve lo chiediamo con senso di responsabilità, non mettete ulteriormente a rischio i risparmi del nostro Paese con decisioni irresponsabili e disastrose. L'Italia, per il resto, negli ultimi anni si è impegnata anche per una modifica delle politiche di austerità, riuscendo a ottenere una significativa flessibilità in favore degli investimenti, è il Governo Renzi l'artefice politico del Piano Junker da 300 miliardi di euro di investimenti. Ora, mentre lavoravamo in Europa su questi temi, voi cosa avete fatto? In soli cinque mesi di Governo, avete tagliato drasticamente gli investimenti pubblici, avete cancellato un miliardo e seicento milioni di fondo per le periferie, bloccando investimenti in riqualificazioni vitali per il rilancio e la riqualificazione del nostro territorio (Applausidei deputati del gruppo Partito Democratico) e, soprattutto, avete bloccato miliardi di interventi in opere pubbliche strategiche, quali la TAV, il Terzo Valico, la Gronda, il tunnel del Brennero, l'alta velocità Napoli-Bari e altre numerose infrastrutture essenziali per lo sviluppo e la competitività del Paese.
Allora, prendete spunto da quanto abbiamo fatto negli anni passati, utilizzate i fondi europei per rilanciare una grande stagione di opere e infrastrutture pubbliche.
A quanto detto va aggiunto poi che l'Italia, in questi anni, ha utilizzato al meglio le risorse europee, anche per creare lavoro e occupazione. In questo campo abbiamo fatto un lavoro encomiabile. Voi invece, diciamolo con allegrezza, siete il Governo della disoccupazione. Voi avete approvato un decreto che, secondo la sua relazione tecnica, produce 8 mila disoccupati l'anno, e che sta provocando, in realtà, risultati ancor più disastrosi, portando la disoccupazione finora al 10 per cento e quella giovanile al 31,6 per cento: dati allarmanti.
Allora, per il prossimo anno vi chiediamo meno promesse fumose di sterile e inconcludente assistenzialismo, più proposte e risultati per il lavoro e l'occupazione. Solo il lavoro garantisce dignità, libertà, autonomia e futuro ai nostri giovani, ricordatelo quando utilizzate risorse italiane ed europee. Del resto, già il nostro Governo aveva predisposto una misura più che efficace nel sostegno alle fasce deboli: il REI, che copre già oggi - e copriva già oggi - 2.500.000 persone. E il nostro Governo stava lavorando in Europa per un meccanismo di assicurazione contro la disoccupazione ciclica da realizzare con risorse recuperate dalla web tax, un'aliquota comune sulla base imponibile per le imposte sulle società. Portate avanti queste misure invece di produrre disoccupazione e false aspettative di sostegno alla povertà, che non riuscirete neppure a garantire.
L'Italia infine si è distinta per un'attenzione forte, negli ultimi anni, al tema della tutela dell'ambiente, sostenendo anzitutto il piano di azione per l'economia circolare ed altre direttive volte a ridurre le emissioni di gas serra e i rischi legati all'uso indiscriminato del suolo. Noi lavoravamo per limitare gli effetti tragici legati ai cambiamenti climatici e mettere in sicurezza il nostro territorio e voi, invece, avete approvato il condono edilizio più ampio e pericoloso per la storia e la vita delle persone mai realizzato nel nostro Paese e avete abolito il dipartimento Casa Italia e chiuso la struttura di missione Italia Sicura. Insomma, state producendo dei danni enormi, enormi al nostro Paese, noi lo diciamo con forza: tornate indietro su queste decisioni dannose e disastrose, perché noi riteniamo che, contrariamente a quanto voi lasciate intendere in ogni azione, l'Europa, guardate, non è la causa dei problemi che affliggono i nostri cittadini, ma è l'unica possibile soluzione agli stessi. Senza Europa non c'è futuro e l'Italia sarà solo più sola e isolata nella soluzione delle sfide del nostro tempo. Certo, è necessario fare una battaglia per un'Europa migliore, sociale e solidale, un'Europa dei popoli, un'Europa che convinca, e coinvolga i 500 milioni di cittadini. L'Italia, però, deve continuare ad essere protagonista di questo cammino come è accaduto negli anni passati e mi pare che i primi atti, i primi gesti di questo Governo vadano nella direzione opposta. Per questo, nonostante si tratti dei provvedimenti che oggi analizziamo, di provvedimenti che riassumono la partecipazione del nostro Paese all'Unione Europea, noi preannunciamo un voto di astensione per quanto riguarda la legge di delegazione europea e un voto favorevole per quanto riguarda la relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione stessa nel 2017. È il modo più forte e migliore per rimarcare la nostra differenza e la nostra contrarietà alle vostre politiche messe in campo in Unione europea