Dichiarazione di voto finale
Data: 
Martedì, 7 Marzo, 2017
Nome: 
Chiara Braga

 A.C. 4135-A

Signora Presidente, onorevoli colleghi, arriviamo all'approvazione di questo disegno di legge sul riordino del sistema nazionale di Protezione civile, dopo un iter che ha visto un lungo passaggio nell'esame tra Camera e Senato e che, finalmente, viene approvato dalla Camera dei deputati in via definitiva.
  Questo provvedimento intende rendere più certo e omogeneo, per i cittadini, le istituzioni e le imprese, il quadro normativo di riferimento, in cui è chiamato a intervenire il sistema nazionale della Protezione civile, nella fase immediata della gestione delle emergenze, ma anche nelle fasi precedenti, di previsione e di prevenzione del rischio, e in quelle successive, quelle destinate alla ripresa delle normali condizioni di vita nei territori colpiti da calamità: rapidità e certezza dei tempi di intervento, procedure semplificate e accelerate, che però non devono scivolare nella deroga assoluta, ma devono sempre garantire certezza e trasparenza di gestione.
  La legge intende poi rafforzare e valorizzare l'originalità del modello italiano della Protezione civile, un sistema policentrico, articolato sul territorio, fondato sul coinvolgimento e la responsabilizzazione dei livelli territoriali e la piena sinergia con quelli centrali, l'apporto di tutte le componenti operative, il ruolo fondamentale del volontariato, formato e organizzato.
  Anche le ultime calamità, il terremoto del centro Italia e la nevicata che ne è seguita, ci hanno dimostrato quanto questo sistema, questo modello e l'articolazione delle sue componenti, sia la vera ricchezza ed il punto di forza della Protezione civile italiana. La legge, quindi, ha l'obiettivo di rafforzare il sistema, anche affrontando alcune delle criticità, che in questi anni si sono manifestate, dando risposte alle richieste, che da più parti ci sono arrivate, dagli operatori di Protezione civile, dagli amministratori locali, ma anche dal mondo delle imprese e dei cittadini, direttamente investiti dagli effetti delle calamità.
  Noi abbiamo scelto consapevolmente nel proporre come gruppo parlamentare la prima proposta di legge, a cui poi si sono affiancate anche quelle di altri gruppi, che ringrazio complessivamente per l'apporto positivo che hanno dato nella discussione di questo provvedimento. Abbiamo scelto consapevolmente lo strumento della delega legislativa al Governo, convinti che fosse necessario affrontare in un contesto appropriato un disegno di riforma, ambizioso e anche caratterizzato da un alto grado di complessità. Abbiamo scelto di farlo, così come è stato fatto nella discussione seria e costruttiva di questi mesi, sottraendoci per quanto possibile al rischio di un dibattito influenzato da reazioni emotive, determinate magari dall'ennesima calamità.
  Purtroppo, i fatti non ci hanno dato ragione, questo provvedimento vede la luce definitiva all'indomani della più grande calamità che ha colpito il nostro Paese negli ultimi cinquant'anni, ma sappiamo ancora di più, per questo motivo, quanto sia importante chiedere al Governo, che avrà il compito di attuare questa delega nei prossimi mesi attraverso l'attuazione di decreti delegati, di farlo tenendo conto di una visione più ampia, complessiva, nella volontà e nell'intento di dare una risposta organica ai temi di cui abbiamo discusso.
  Gli ambiti della delega sono già stati ampiamente ricordati nel corso della discussione generale: che cosa si intende per attività di Protezione civile, previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi, gestione delle emergenze, secondo quella visione unitaria dell'intero ciclo di Protezione civile che è un punto di forza irrinunciabile; l'attribuzione precisa delle funzioni alle autorità territoriali, ai sindaci, ai presidenti di regione, al Corpo nazionale dei vigili del fuoco con le altre componenti e strutture operative, ribadendo la funzione affidata alla struttura nazionale di coordinamento incardinata presso la Presidenza del Consiglio dei ministri; la partecipazione dei cittadini, il sostegno alle organizzazioni di volontariato, il ruolo e la responsabilità del sistema degli operatori di Protezione civile; la disciplina di quello stato di intervento nell'emergenza e del regime derogatorio che è indispensabile per rispondere con la massima prontezza alle situazioni più direttamente legate al manifestarsi delle calamità, che però sappiamo deve essere resa compatibile e coerente con un quadro normativo articolato che preveda garanzia di trasparenza e di controllo; la disciplina delle procedure finanziarie e contabili, e tutto quello che segue nella fase successiva per riportare alla ripresa delle normali condizioni di vita nei territori.
  Crediamo che questa legge risponda a un dovere morale nei confronti del Paese, prima di tutto delle tante vittime, dei tanti territori, che sono stati colpiti in questi anni, in questi decenni, da calamità. Ma sappiamo che oltre alla rilevanza sociale c’è anche una rilevanza economica, se pensiamo che dal dopoguerra ad oggi il costo complessivo dei danni provocati da frane, alluvioni e terremoti, è stimato nella spaventosa cifra di 240 miliardi di euro, 3 miliardi e mezzo di euro all'anno. Le cifre tendono ad aumentare e, proprio per questo, noi, attraverso altri provvedimenti che si affiancano e rafforzano questo disegno di legge, crediamo che sia doveroso investire ancora più energie, più risorse, per rafforzare la cultura della prevenzione del rischio nel nostro Paese, anche accompagnando una maggiore consapevolezza di tutti gli attori coinvolti che hanno una responsabilità nel prevenire, non solo nel gestire le emergenze. Lo stiamo facendo attraverso il «Piano casa Italia», attraverso il lavoro della struttura di missione «Italia sicura», ma sappiamo che altre misure, che ci auguriamo possano procedere nel loro esame parlamentare (alcune sono state ricordate, come la legge sul consumo di suolo), altri provvedimenti, vanno in questa direzione, e costituiscono un elemento di condivisione e di rafforzamento della discussione che stiamo facendo oggi.
  C’è un problema di risorse ? Certo, però voglio rispondere, attraverso di lei, ad alcuni colleghi che hanno sottolineato in maniera eccessivamente critica, e forse anche su basi poco fondate, il fatto che in questi anni non si sia deciso di invertire la rotta. Il Fondo per le emergenze nazionali è stato restituito ed è stato finanziato con risorse importanti. Abbiamo chiesto come gruppo del Partito Democratico un'attenzione al Governo per rifinanziare anche il Fondo per le emergenze regionali, per dare veramente operatività piena alle strutture territoriali a partire dalle regioni e garantire il più possibile che queste misure possano produrre effetti positivi, immediati, nella gestione dell'emergenza. Per la prima volta, nella legge di stabilità dello scorso anno, abbiamo previsto una forma di ristoro dei danni subiti da privati e imprese colpiti da alcune calamità e il lavoro che si sta attuando sta procedendo in questa direzione.
  Noi pensiamo, signora Presidente, che anche i fatti recenti, quelli che abbiamo vissuto in maniera drammatica in queste ultime settimane legate alle calamità del centro Italia, al terremoto, alle nevicate, ci riportino a una responsabilità ampia, maggiore ancora, se vogliamo: l'idea di riconoscere l'importanza che questo provvedimento può svolgere in un quadro di politiche complessive del Governo e di gestione del Paese. Credo che noi possiamo dividerci, è successo anche nel corso della discussione su questo provvedimento, anche duramente, sul giudizio politico che possiamo dare su alcune fasi della vita della Protezione civile, su come sono state gestite alcune emergenze.
  Possiamo dividerci, io spero però che ci impegneremo tutti al massimo perché anche la discussione che stiamo facendo in queste settimane su un provvedimento importante, che riguarda il sisma del centro Italia, veda prevalere il senso di costruzione e di condivisione da parte di tutte le forze politiche. Credo che, al di là delle divisioni, possiamo e dobbiamo trovarci uniti nel riconoscere nel sistema della Protezione civile un patrimonio che non è di una parte, ma dell'intero Paese.
  Questo è un elemento fondamentale perché sappiamo soprattutto che, grazie a questo lavoro e a questo impegno, che viene garantito quotidianamente anche nei momenti di minore rilevanza pubblica, di minore attenzione pubblica, possiamo contare su un sistema così articolato e competente di persone, di strutture operative, di istituzioni che lavorano a difesa della tutela, dell'integrità, della sicurezza dei cittadini e dei territori. È una risorsa che non possiamo assolutamente lasciare andare e non possiamo abbandonare o sottoporre a critiche eccessive.
  Il Partito Democratico grazie alla volontà, all'impegno, dei suoi rappresentanti in Parlamento, ha mantenuto fede in questa legislatura all'impegno di portare a termine una riforma condivisa, e, ci auguriamo, il più possibile efficace, che possa rispondere ad aspettative di adeguamento del quadro di regole in cui è chiamato ad operare il sistema della Protezione civile.
  Vorrei che da parte di tutti, al di là del voto finale che verrà espresso dai vari gruppi, da parte di quest'Aula, ci sia anche un riconoscimento e un omaggio del Parlamento all'instancabile generoso impegno degli uomini e delle donne, tutti, della Protezione civile. Il nostro compito, attraverso anche questa legge, noi ne siamo convinti, è quello di fare sentire la nostra vigilanza e il nostro sostegno a questo ruolo fondamentale svolto al servizio del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).