A.C. 2722
Il provvedimento che ci accingiamo a votare rappresenta per il nostro gruppo uno strumento per semplificare e migliorare la normativa sulla nautica da diporto quindi anche per sostenere la ripresa di un comparto produttivo quello della cantieristica importante per il nostro Paese. Anche in questo settore come in altri serve una politica pubblica per invertire il segno ritrovare la fiducia ed investire.
Da una lunga fase di recessione e di crisi economica non si può uscire per mezzo di una sola misura salvifica perché non esiste una politica economica miracolosa che risolve immediatamente tutti i problemi.
La ripresa economica dipende da molti fattori e tra questi c’è senz'altro tutto ciò che influenza la fiducia dei consumatori positivamente o negativamente, e che permette o meno la ripresa dei consumi.
Anche per la cantieristica e per la nautica da diporto pesantemente colpita dalla crisi economica di questi anni si possono adottare misure che incoraggiano la ripresa o misura di segno contrario. Nel passato recente ad esempio sono stati compiuti degli errori. Mi riferisco a quelle misure assunte da Governi da noi sostenuti che si sono poi dimostrate sbagliate o dannose: errori dovuti a ingiustificabili approssimazioni o improvvisazioni.
Mi riferisco all'errore di valutazione che fece pensare ai tempi della legge finanziaria del 2007 che inasprire le tasse di possesso sulle imbarcazioni fosse un provvedimento di particolare equità e di giustizia sociale. Oppure alla più recente tassa di stazionamento del Governo Monti che istituì un'inesigibile tassa di stazionamento per le imbarcazioni nautiche. Queste misure sortirono effetti esattamente opposti a quelli attesi: niente introiti e fuga all'estero delle grandi imbarcazioni per un lato sfiducia dei consumatori e crollo delle vendite per l'altro.
Niente equità quindi e niente giustizia sociale, perché quando un comparto produttivo va in crisi le conseguenze peggiori ricadono sugli imprenditori che devono chiudere l'attività sui lavoratori che perdono il lavoro e sulle famiglie degli uni e degli altri che perdono un reddito necessario per vivere.
Oggi con questo provvedimento cambiamo impostazione.
Un provvedimento che nasce da una forte volontà parlamentare, e che offre al Governo una delega ampia per riformare l'istituto del codice della nautica. Un provvedimento che va nel segno della modernizzazione del settore, della semplificazione burocratica del rilancio di un comparto produttivo.
Un provvedimento quindi che si riallinea con le misure grazie alle quali la nautica nel nostro Paese iniziò a svilupparsi: mi riferisco all'introduzione del leasing nautico frutto del lavoro iniziato dall'allora premier D'Alema. e all'approvazione del codice della nautica – un testo unico, di cui oggi proponiamo la riforma – : che porta la firma dell'allora premier Berlusconi.
Nel periodo 2002-2008 gli occupati diretti del settore passarono da 16.000 a 39.000 e quelli indiretti arrivarono a 120.000, assorbendo risorse umane da settori in crisi, quali l’automotive, il metallurgico e anche parte della filiera dei mobili-arredo.
Nel 2009 il settore ha poi conosciuto, come dicevo, gli impatti della crisi economica mondiale, ma mentre nel 2010 per le aziende americane e nel 201 per quelle Nord europee arriva la ripresa. in Italia proprio in quella fase critica viene meno il sostegno di una politica pubblica e nei due anni successivi si assiste ad una decimazione vera e propria delle imprese e della capacità produttiva del settore.
Solo alla fine di quest'anno forse, si rivedrà un timido segno positivo sul fatturato globale: fatturato che però nel frattempo ha visto la contrazione del 60 per cento dei volumi e azzeramento del mercato interno.
Un gap competitivo determinato oltre che dalla crisi intervenuta anche dalla paralisi del leasing nautico italiano, dall'eccessivo peso fiscale dalla mancanza di una politica industriale e dal fardello burocratico che grava sull'utenza. Mali noti in questo Paese purtroppo anche in altri comparti produttivi.
Il valore della nautica per il nostro Paese è costituito innanzi tutto dal grado di ricchezza ed occupazione reale che questo settore riesce a generare conciliando due fattori di rilevante importanza quali quelli dell'innovazione e della bellezza.
Sono questi i fattori che caratterizzano e che consentono di esportare il Made in Italy, riconosciuto nel mondo come produzione di assoluta eccellenza.
Una realtà che è rappresenta dal meglio del design e del sapere industriale ed artigianale italiano dai maestri d'ascia alle produzioni avveniristiche studiate nelle gallerie del vento. Intelligenze creative e ingegneristiche che studiano nuovi e più potenti sistemi propulsivi ma al contempo anche le possibilità di renderli efficienti e più ecologici.
La manifattura italiana è apprezzata nel inondo per il valore delle sue maestranze e per le qualità originali e uniche delle sue produzioni. Nella nautica sono proprio questi i fattori su cui si può e si deve fondare la ripresa del comparto produttivo.
A questo si aggiunga la peculiarità di un Paese come il nostro e che più di qualsiasi altro sembra sposarsi perfettamente con le esigenze e le richieste di questo particolarissimo comparto. Dalla varietà delle coste alle bellezze naturali e paesaggistiche dalle ricchezze architettoniche alle qualità enogastronomiche. La nautica è quindi uno dei nostri brand di successo nel mondo. Per questo è un comparto che va tutelato e sostenuto.
Gli obiettivi che con questo provvedimento si chiede al Governo di perseguire sono molteplici: Vi è innanzitutto la semplificazione del regime amministrativo per la navigazione delle unità da diporto comprese quelle adibite ad attività commerciali e delle attività di controllo che oggi vedono ancora troppe sovrapposizioni fra diversi corpi di polizia all'aggiornamento della normativa di sicurezza.
Inoltre è prevista la semplificazione degli adempimenti a carico dei diportisti la destinazione d'uso per la nautica minore delle strutture demaniali che presentino caratteristiche idonee per essere utilizzate quale ricovero a secco di piccole unità la regolamentazione dell'attività di locazione dei natanti oggi rimessa a una moltitudine di ordinanze locali.
Con questo provvedimento si propone che la cultura del mare e l'insegnamento dell'educazione marinara siano inseriti nei piani formativi scolastici.
Non viene inoltre dimenticata la correttezza dei comportamenti in mare: è infatti previsto un inasprimento delle sanzioni per la guida pericolosa in stato di ubriachezza sotto stupefacenti o nell'ambito delle aree riservate alla balneazione.
C’è la previsione di accessi per i disabili nei porti turistici e la previsione di campi di ormeggio attrezzati, con l'impiego di tecnologie informatiche e telematiche, nelle zone di riserva e vi sono le sanzioni nei confronti di coloro che causano danni ambientali.
Infine, è previsto l'adeguamento alla nuova direttiva europea presto in corso di recepimento, che fra l'altro prevede l'innalzamento dei requisiti tecnici e la limitazione delle emissioni sonore e gassose di scafi e motori.
La riforma servirà anche al rilancio delle realtà e delle attività di gestione e di erogazione dei servizi di supporto alla nautica: una realtà che nel suo complesso può generare posti di lavoro qualificati anche nel settore dei servizi, dalle manutenzioni alle riparazioni e alle strutture portuali da diporto.
Con la delega al Governo auspichiamo anche il pieno e definitivo riconoscimento dei marina resort quali servizi di accoglienza e messa a disposizione dello specchio acqueo per il pernottamento dei turisti a bordo delle proprie unità da diporto una sorta di campeggi nautici che in quanto tali potranno applicare l'IVA al 10 per cento.
Una misura questa introdotta solo di recente nella nostra normativa. Andando per la prima volta a fare davvero concorrenza ai molti competitor che abbiamo nel Mediterraneo, misura che invitiamo il Governo a finanziare anche nel futuro. Altre risposte potranno venire ancora con l'approvazione della riforma dell'ordinamento portuale: mi riferisco in particolar modo alle previsioni urbanistiche circa la destinazione prioritaria alla nautica da diporto di aree non utilizzate nei porti, quale strumento di riqualificazione urbanistica che rappresentano una straordinaria occasione di riqualificazione del water front portuale.
Signor Presidente il nostro Gruppo per tutti questi motivi voterà come si dice in queste circostanze, convintamente a favore di questo provvedimento.