Dichiarazioni di voto finale
Data: 
Mercoledì, 25 Maggio, 2016
Nome: 
Edoardo Patriarca

A.C. 2617-B

 

Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretario Bobba, l'approvazione definitiva della legge delega del Terzo settore rappresenta per noi tutti un passaggio tra i più significativi di questa legislatura. Possiamo dire che questa riforma autorevolmente si aggiunge a tutte le altre che il Parlamento ha approvato. Due anni fa, Matteo Renzi annunciava l'impegno del Governo ad emanare in tempi brevi una proposta di legge che valorizzasse e finalmente riconoscesse il valore strategico che assume il Terzo settore nella vita del Paese, nel sociale, nello sport, nella cultura, nell'ambiente e non da ultimo anche in quello economico. Sono più di 5 milioni i volontari impegnati, 12.000 le imprese sociali e cooperative, 7000 le fondazioni, quasi un milione gli occupati, più del 4 per cento il contributo alla produzione di ricchezza del Paese. Da allora sono passati due anni durante i quali la Camera prima e poi il Senato hanno perfezionato e migliorato il testo che il Governo aveva proposto. Due anni di ascolto sui territori, di audizioni in Commissione. Il testo che oggi andiamo ad approvare ha il valore, a nostro parere, di una vera e propria riforma costituzionale; intende promuovere una rinnovata stagione di impegno e responsabilità, liberare le tante energie tuttora presenti nei nostri territori, nelle nostre comunità, riconoscendo appieno il principio di sussidiarietà secondo l'articolo 118 della nostra Carta, laddove si dichiara che Stato, regioni, città, province e comuni favoriscono – «favoriscono» avverbio un po’ antipatico al MoVimento 5 Stelle – l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale. Sia ben chiaro, non stiamo proponendo una privatizzazione silenziosa delle funzioni che spettano allo Stato e alle amministrazioni locali. Al contrario, proponiamo un vero processo di pubblicizzazione, l'allargamento dello spazio pubblico ai tanti soggetti che sul territorio agiscono per la solidarietà, per il bene comune, svolgendo opere di utilità sociale di cittadinanza attiva. 
Un disegno articolato, un progetto per il Paese, che ha visto, tra l'altro, l'approvazione di altre leggi che vanno nella medesima direzione. Penso alla legge sulla cooperazione internazionale, quella contro lo spreco alimentare, al commercio equo e solidale, all'agricoltura sociale, per citarne solo alcune. La legge offre una cornice giuridica e normativa chiara ad un movimento che vede partecipi milioni di cittadini, centinaia e centinaia di organizzazioni, una vera dorsale strategica del nostro Paese, come la definì il Presidente Ciampi. È una legge che si rivolge ai sindaci, affinché sui territori si riapra una stagione di collaborazione e di co-progettazione, per costruire un welfarepartecipato e comunitario. Non la privatizzazione, dunque, ma piuttosto la ripresa coraggiosa di una dimensione pubblica, ampia e partecipata, dove i servizi svolti dalle pubbliche amministrazioni andranno ancor più valorizzati all'interno di una rete pubblica che vede altri soggetti attivamente presenti.
Intendiamo qui riprendere lo spirito della legge n. 328, il cui articolo 5, nel 2000, già chiamava alla responsabilità l'intero Terzo settore. È una legge che riconosce il valore fondamentale, direi costitutivo, per l'intero Terzo settore, delle associazioni di volontariato e di promozione sociale; gratuità, partecipazione, impegno civile, legalità, realtà che non rinunciano a proporre, laddove possibile, la promozione di nuove imprese sociali, soprattutto aperte ai giovani. È notorio a tutti come l'area dei cosiddetti beni comuni sia un settore ad altissimo potenziale di sviluppo e di occupazione. Parliamo di welfare, sanità, turismo sociale, sport, cultura, tutela del patrimonio artistico. Un settore strategico per il Paese, che vedrà protagoniste nuove imprese sociali non contrapposte, semmai giustapposte, ad altre forme di impresa, che in tal modo arricchiranno il tessuto produttivo del Paese rendendolo più efficiente e più socialmente responsabile. 
Le Società Benefit, che nulla hanno a che vedere con il Terzo settore, si muovono nella medesima prospettiva. È una legge che propone una nuova cornice fiscale, finalmente chiara per il mondo del Terzo settore, di sostegno alle sue attività e che al contempo chiede alle organizzazioni trasparenza, democrazia interna, buona gestione delle proprie risorse. Propone una rinnovata fiducia, una nuova alleanza con le istituzioni, che non rinunciano, come spesso hanno detto e dichiarato gli esponenti del MoVimento 5 Stelle in questa giornata, al controllo e alla vigilanza. Chi tradisce la fede pubblica in nome della solidarietà sfruttando i poveri, utilizzando le fragilità per scopi personali, verrà perseguito con chiarezza e rigore. Su questo punto non faremo sconti. 
Solidarietà sta con legalità, solidarietà sta con trasparenza, solidarietà sta con uso corretto delle risorse, sta con capacità di farsi misurare dai cittadini e verificare l'impatto delle proprie iniziative sui territori. Al Ministero del lavoro è affidato questo compito, e siamo certi che verrà svolto nel migliore dei modi. Ne va della credibilità dell'intero Terzo settore, che riscuote, ancora oggi, stima e fiducia da parte dei cittadini. Abbiamo voluto contrastare qui alla Camera la cifra del sospetto – mi si permetta questo termine – che ha indirizzato i tanti emendamenti del voto del MoVimento 5 Stelle. Un mondo che per loro appare così contaminato dalla corruzione e dunque da mettere sotto tutela dell'Anac, di tutte le Authority possibili e immaginabili e magari della Commissione antimafia. Noi siamo contro l'illegalità, contro le ruberie ignobili a spese dei poveri, ma continuiamo a credere fermamente che il mondo del Terzo settore sia un mondo composto per la maggioranza da persone oneste. 
Le norme che andiamo ad approvare partono da questo assunto, sono a misura di persone oneste, misure promozionali, di sostegno, che ribadiscono il controllo e la vigilanza e chiedono doveri imprescindibili, perché tutti coloro che vogliono svolgere servizio pubblico si devono attenere a doveri di trasparenza e rendicontazione. È un testo che parla ai giovani, infine, e propone l'esperienza del Servizio civile. Lo propone a tutti coloro che lo richiederanno: pensiamo a più di 100 mila giovani, una vera e propria leva civica. Esperienze concrete, formazione acquisizione di abilità e competenze utili anche nel mercato del lavoro, impegno civile, la scoperta per i nostri giovani che la dimensione comunitaria è una dimissione costitutiva della propria crescita personale. 
Non è esattamente quello che dichiara Salvini, che solo ieri proponeva un Servizio civile di quattro mesi dedicato ad istruire i giovani all'uso delle armi. Non è questa la proposta che qui andremo a votare. 
Concludo, Presidente. Il PD, forse l'unica forza politica in questo Parlamento, in questi due anni si è impegnato con tenacia e impegno nelle Commissioni parlamentari; ha promosso, per parte sua, una campagna di ascolto, di ascolto vero, con migliaia e migliaia di volontari, incontri sui territori. Noi le persone, i volontari, i cooperatori, li incontriamo per davvero, in carne ed ossa, non ci siamo limitati ai tweet, alle e-mail e alle comunicazioni via rete. Concludo affermando convintamente – devo dirvi anche con orgoglio, credo di poterlo dire a nome di tutto il PD –, che approveremo questo testo; un testo importante, atteso da decenni da tutto il mondo del Terzo settore. Per noi oggi è un giorno di festa.