Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 24 Giugno, 2019
Nome: 
Patrizia Prestipino

A.C. 1603-bis-A

Presidente, intanto cominciamo a sottolineare quelli che sono i dati politici di questo provvedimento. Già nella legge di bilancio per il 2019 si era previsto che la società CONI Servizi Spa, che gestiva la parte economica del CONI, si trasformasse e cambiasse nome e sostanza, diventasse Sport e salute Spa. È stata questa misura ad alzare il tasso politico, e quindi il condizionamento possibile della gestione finanziaria dello sport, dal momento che il presidente di Sport e salute è nominato dal Governo e va di fatto ad esautorare il CONI sulle scelte dei membri del consiglio di amministrazione e del suo braccio economico; senza contare la decurtazione importante di fondi che è stata operata ai danni del CONI.

Questo che cosa denota? Che questo Governo si è scordato, e si scorda molto spesso, che esiste l'autonomia dell'ordinamento sportivo, peraltro riconosciuta e consacrata per legge, ed è andato a togliere spazio ad un mondo, quello sportivo, che si è sempre potuto organizzare secondo logiche che favoriscono un'aggregazione dal basso, che è il dato politico importante di quanto riguarda appunto il mondo dello sport, attraverso una rete fitta di associazioni: sono i territori, sono decine di migliaia le associazioni ed i territori che lavorano su base volontaria, non ce lo scordiamo, su base volontaria, e rendono un servizio alle nostre comunità importantissimo.

Ed è anche un presidio sociale, di sicurezza sociale, culturale. Non per niente noi dicevamo “un euro in cultura, un euro nello sport”: siamo andati ad investire in strutture sportive nelle periferie perché sappiamo - lo so anch'io perché sono stata assessore allo sport di Roma - quanto sia importante come fattore aggregativo lo sport nelle zone di disagio sociale ed economico.

È apprezzabile sicuramente la volontà di dare un assetto più razionale alla disciplina in materia di sport; che però si è trasformata in una delega - diciamolo - un po' troppo ampia e vaga, dove anche l'esercizio di essa rispetto ad alcuni paletti risulta essere del tutto discrezionale. Questi sono i dati politici più critici che emergono da questo provvedimento.

Ricordiamo un po' che cos'è il sistema sportivo italiano, lo storico dello sport italiano, che ha prodotto in questi anni - dati ISTAT - oltre 16 milioni di praticanti sportivi. Parliamo di persone che non sono sempre tesserate, anzi quasi la metà sono tesserate, e di decine di migliaia di associazioni che rappresentano una vera e propria ricchezza sociale e culturale per il Paese. I praticanti sono la parte più importante della popolazione attiva: è questa parte che non può e non dev'essere trascurata, e che noi temiamo sarà trascurata, perché ci sono dei punti che non ci sono ancora chiari.

Come intendete finanziarlo questo mondo dell'associazionismo sportivo, questo mondo che il collega prima definiva “mondo di sport di base”, il mondo che pullula nei nostri territori? Perché questa è la sfida più grande che ci aspetta: non lasciare solo questo mondo, che oggi si appoggia su basi, abbiamo detto, volontarie e soprattutto su contratti di lavoro anche abbastanza precari. Allora, se le buone intenzioni non hanno poi un riscontro nella sostanza, diceva qualcuno che di buone intenzioni sono lastricate le vie dell'inferno; ed è proprio nell'inferno che non vorremmo precipitare, in un vuoto legislativo e regolamentare importante.

Ma vengo ad un punto che mi sta molto a cuore come docente, l'articolo 2 che parla appunto dei centri sportivi scolastici. L'abbraccio tra scuola e associazioni, attività sportive dev'essere stretto innanzitutto per il bene dei nostri ragazzi. Lo sport però dev'essere organizzato secondo alcuni criteri precisi, che possono essere assicurati solo attraverso la collaborazione ed il confronto continuo tra le scuole, che ora potranno muoversi nel mondo dello sport con i loro centri sportivi; ma anche con le organizzazioni sportive locali, che oltre ad essere portatrici di professionalità, di metodologia, di esperienza, di sicurezza nel mondo dello sport, possono conoscere le esigenze dei territori che vivono quotidianamente, in quanto in quei territori sono radicalmente collocate.Quindi è un bene che la Commissione ed il relatore di maggioranza abbiano accolto l'emendamento a mia firma che, appunto, vuole coinvolgere anche le associazioni sportive del territorio in questa nuova pratica sportiva perché, in realtà, per le scuole, tranne per alcune scuole secondarie, come è stato ben ricordato, questa sarà per la scuola primaria una grande novità e non possiamo lasciare sole le scuole in questo percorso che si prospetta molto bello e interessante ma rischia di essere inficiato da ostacoli che le scuole hanno già per la loro natura burocratica. Ad esempio, leggo che i docenti saranno retribuiti, una cosa buona e giusta; il dirigente non sarà retribuito e anche questo va bene, ma non è possibile che non sia retribuito il personale ATA. Signori, avete mai portato i vostri figli o avete mai accompagnato un nipote a fare attività sportiva nelle scuole il pomeriggio? Chi apre la scuola? Chi apre la palestra? Sono gli ATA, i bidelli, che esercitano funzioni di custodia e guardiania: senza i bidelli tutto questo non potrebbe avvenire e poiché c'è tutto un mondo oscuro che gira in questo settore ed è un rapporto che si vedono le associazioni con i bidelli delle scuole - quasi tutto in nero, diciamolo senza problemi -, questa roba va regolamentata e a questa roba bisogna mettere fine. Quindi il personale ATA, che andrà ad esercitare tale importante funzione in orario extrascolastico, deve essere retribuito. La scuola da sola non ha i soldi; la scuola non ha neanche i soldi per tenere aperti i locali durante i consigli di classe o durante il collegio docenti o durante le attività di recupero delle materie dei nostri ragazzi. Come possiamo pensare che le scuole abbiano i soldi per tenere aperte le palestre nel pomeriggio? Su questo invito, davvero, la maggioranza a fare uno sforzo importante nei passi successivi.

Altra cosa: era necessario coinvolgere nelle decisioni sulle attività del centro sportivo scolastico il consiglio di istituto, che è il vero e proprio organo di coordinamento e delle condivisioni delle decisioni tra genitori, insegnanti, ragazzi e personale docente e non docente. Quindi, ben venga anche la buona volontà della maggioranza, che ha emendato il testo su questo punto, cioè di rendere anche il consiglio d'istituto partecipe e protagonista nella gestione del centro sportivo scolastico. Ora, l'ho già detto prima ma voglio ripeterlo: non ci sono mai stati tanti italiani che fanno sport a livello continuativo o saltuario. Emerge una grandissima domanda di sport per motivi sociali, culturali, ma anche per motivi di salute, perché lo sport, lo sappiamo, a cominciare dalle scuole, è il più importante strumento di prevenzione contro l'obesità. Quindi, da docente, sono particolarmente preoccupata, ad esempio, del fenomeno dell'abbandono scolastico nella scuola superiore. Una buona proposta di aggregazione sportiva avrebbe un valore sociale importante e permetterebbe anche di prevenire questa vera e propria piaga, che in Italia, soprattutto nel meridione, è rappresentata dall'abbandono scolastico. Perciò è stato presentato in Commissione anche un altro emendamento, che ha modificato lo stesso articolo 2, nel quale ora è previsto l'accesso gratuito per gli studenti delle scuole alle attività organizzate dal proprio centro sportivo scolastico. Vogliamo pensare che tanti ragazzi che frequentano le scuole, soprattutto superiori, provengono da famiglie su cui c'è una privacy molto importante, ovvero che hanno un disagio economico importante? Che facciamo? Facciamo loro praticare sport pagandolo con le loro tasche? È una cosa buona e giusta che sia la scuola a decidere a chi offrire tale importante partecipazione alle attività sportive in modo assolutamente gratuito. Queste sono cose pragmatiche, che chi vive la scuola giorno dopo giorno, come noi docenti, conosciamo a menadito: come non hanno i soldi per acquistare i libri di testo scolastico, non hanno i soldi neanche per frequentare le palestre. Se la scuola, l'ente di riferimento, noi che siamo i legislatori non li aiutiamo ad emergere, hai voglia a parlare, hai voglia a dire che abbiamo battuto la povertà, se poi, nelle piccole cose del quotidiano, non interveniamo in maniera forte e pragmatica, soprattutto considerato il ruolo dello sport nella prevenzione e nella lotta a varie patologie di carattere vario, anche psichico. Penso agli Special Olympics, penso agli sport paraolimpici, che hanno avuto un importantissimo incremento in questi anni e che hanno coinvolto persone le quali, fino a qualche decennio fa, sarebbero state emarginate e hanno dato invece loro la possibilità di sentirsi nuovamente vivi, vitali e parte integrante della nostra società. Concludo con una battuta, che è ironica ma non troppo, di de Coubertin, quindi casca a pennello: per ogni individuo lo sport è una possibile fonte di miglioramento interiore. Quindi consiglio a tutto il Governo e alla maggioranza, che dovrà esercitare la delega che andremo a conferire, di fare un intenso periodo di attività fisica prima di prendere decisioni importanti