Dichiarazione di voto finale
Data: 
Giovedì, 17 Luglio, 2014
Nome: 
Vincenzo Amendola

A. C. 2498-A

Signor Presidente, grazie per questa giornata che ci ha visto in 105 voti e in numerose sedute delle Commissioni Esteri e Bilancio, di lavoro intenso e di approfondimento, a superare delle difficoltà che nelle ultime sei legislature, con tre tentativi, hanno portato a non riformare una legge fondamentale, non solo per la politica estera del nostro Paese, ma per l'Italia.
  Da oggi la cooperazione è politica estera del nostro Paese. Ieri, un deputato del MoVimento 5 Stelle usava un paradosso, diceva che questa è quasi una riforma di rango costituzionale: è evidente che non è la riforma di una norma primaria, ma è una riforma che cambia un comparto fondamentale, per come siamo noi italiani e per come noi ci presenteremo fuori dai nostri confini.
  Nelle ultime legislature, con i tentativi di tanti deputati, anche in questa sala, da Marina Sereni, alla proposta Tonini-Mantica, centro-sinistra e centro-destra, fino a Lapo Pistelli, che l'ha portata testardamente, con il Governo Letta e con il Governo Renzi, alla discussione, ci abbiamo provato ed è evidente che ogni legge ha delle difficoltà, dei limiti e degli errori nella discussione e nel dibattito, ma con caparbietà e anche con disciplina – e vorrei ringraziare tutti i deputati che sono qui – portiamo una riforma di sistema, parlando a degli italiani che tra poco descriverò.
  Io non mi soffermo su tutti i punti di valore, su tutte le grandi innovazioni che altri colleghi hanno descritto e quindi entrerò nel merito su alcuni segni che questa legge dà al nostro Paese.
  Un primo segno – e lo dico anche per la bellezza delle nostre istituzioni – è che la Commissione esteri ha visto nei protagonisti, nella relatrice e anche nei capigruppo dell'opposizione una nuova generazione che non conosce quello che è successo negli ultimi 27 anni, ma si intesta una legge di grande riforma. Io credo che sia un bello spettacolo per la democrazia e anche per il valore di queste istituzioni quando una nuova generazione lavora e porta a termine anche grandi risultati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È stata una sintesi unitaria fuori dal Parlamento e dentro questo Parlamento.
  Ma mi permettete di dire, come ha detto ieri anche il deputato di SEL, Palazzotto, che questa mediazione innanzitutto non parla alle forze politiche ma parla ad un'Italia, l'Italia forse migliore, perché è quella che non chiede pacche sulle spalle, che non chiede onori, che non chiede medaglie, ma che è in giro per il mondo a portare solidarietà, senza notorietà, senza essere a volte considerati, nel silenzio, spesso rapiti. Noi sappiamo i numeri di tanti cooperanti uccisi in giro per il mondo e sappiamo che la loro dedizione era dovuta solo a passione civile, idea di pace e di solidarietà. Non lo fanno per ricevere medaglie. È un gesto, è un'Italia migliore, è un'Italia bella che noi incontriamo ogni volta in giro per il mondo. Lo fanno i nostri deputati, lo fa il Governo, ma lo fanno tanti che guardano l'Italia attraverso il loro impegno.
  A me piace ricordare, per descrivere questa Italia, una frase di uno degli esponenti maggiori del mondo della cooperazione, dell'associazionismo, del terzo settore, di quella che alcuni chiamano cittadinanza globale. Dieci anni fa moriva Tom Benetollo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e descrivendo questo mondo lui diceva: «Qualcuno ci prova, non per eroismo o per narcisismo, ma per sentirsi dalla parte bella della vita, per quello che si è». Noi facciamo questa legge non solo per regolare e riformare le nostre istituzioni, ma per dare un messaggio di cittadinanza, di forza, di rappresentanza a un mondo che va in giro per il mondo e che cerca di trovare, per il nostro Paese, la forza delle istituzioni ma, soprattutto, la forza della solidarietà.
  Questa Italia è diventata parte principale di una riforma di sistema, una riforma fondamentale, un patrimonio umano che diventa dentro il nostro sistema politica estera, con degli strumenti che sono forti, che sono innovativi, che sicuramente andranno costruiti giorno per giorno, perché nell'Agenzia, nel consiglio, nelle ONG noi porteremo anche tante forze fresche che, come è stato descritto, hanno partecipato a questo sforzo. Noi, insomma, oggi affermiamo – e lo dico dopo tanto lavoro e sacrificio di ognuno di noi – un'idea di mondo per cui l'Italia si spende e si batte. Vogliamo che questa società civile organizzata si unisca agli sforzi della politica estera di questo Governo ma anche dei prossimi, perché saranno componente decisiva per costruire, in base all'articolo 11 della Costituzione, una realtà in un mondo che cambia.
  Abbiamo detto dei confini labili di questo nuovo mondo, dal Medio Oriente all'Africa, di quelli che erano tracciati sulla sabbia dal colonialismo del secolo precedente, delle nuove guerre e dei nuovi concetti di conflitti civili, dei flussi migratori che cambiano la geografia non solo dell'Occidente ma della nostra Europa. È un'interdipendenza economica nello sviluppo, che fa sì che noi in questo provvedimento non diciamo che c’è un approccio paternalistico, una solidarietà verticale tra i ricchi e i poveri, ma diciamo che ci sono partner, perché sappiamo bene che lo sviluppo, in quello che era considerato mondo arretrato, è oggi parte della nostra idea di sviluppo e se non costruiamo partnership non possiamo costruire un'idea di economia che ci porti fuori dalla crisi.
  Noi dobbiamo dare conto e retta ovviamente alle critiche, ma costruiamo una legge che per questi italiani dà nuovi strumenti, ai soggetti pubblici, agli enti locali, ai privati, su dei valori condivisi qui, di pace, sviluppo e libertà. Noi offriamo un Viceministro per la cooperazione che ha un senso e un segno molto forte, perché per la prima volta noi democratizziamo il sistema, democratizziamo, cioè, un'istituzione che non è appartenente alla burocrazia ma che si confronterà in Parlamento, in base all'articolo 13, che si confronterà in base a quelle che sono le linee guida di una politica estera e sarà un responsabile, dentro questo Governo, per far sì che anche con l'Agenzia si superino burocratismi, si velocizzino i progetti, si programmino, negli anni, anche gli impegni di questa Italia che ha bisogno non di pacche sulle spalle, ripeto, non di autorizzazioni, ma di crescere.
  Nel nostro interesse noi oggi parliamo anche con un'istituzione, come quella che abbiamo creato, su cui è evidente che torneremo, perché è un'impalcatura nuova. Portiamo anche un po’ di Europa in questo sistema, costruendo con la Cassa depositi e prestiti l'abbattimento dei tagli lineari che si sono visti negli ultimi vent'anni, perché dobbiamo puntare allo 0,7 per cento del PIL per spesa in cooperazione.
  Con questa legge in fondo noi diamo la possibilità a questi italiani, prima che al nostro dibattito, di diventare moltiplicatori di speranza, di uscire da qui e di costruire in giro per il mondo un'idea che sia in base ai nostri valori, ma soprattutto anche in un progetto di pace. Noi sosteniamo, se dovessi dirlo con uno slogan, l'impresa solidarietà Italia. Noi costruiamo nel mondo un'impresa che ha una forza, una consistenza, ma ha anche quella capacità storica del nostro Paese di essere ponte, di essere legame, di essere un Paese che quando c’è da risolvere problemi e da costruire ponti tra culture, religioni, conflitti, è lì presente. Io lo voglio dire in conclusione nel ringraziare tutti quelli che si sono spesi per questa legge: noi siamo un grande Paese e spesso ce lo dimentichiamo nei nostri dibattiti; siamo un grande Paese soprattutto quando siamo impegnati all'estero. Tanti di voi insieme al Viceministro Pistelli e al Ministro sanno qual è il patrimonio di forza morale e umana e di passione civile che c’è in giro per il nostro mondo. Vedete, noi in questi giorni siamo tutti, Commissione affari esteri e Parlamento, attivati e preoccupati per il Medio Oriente perché crediamo nella tregua e crediamo nella soluzione pacifica.
  È capitato a me, come a tanti ragazzi, di visitare il Medio Oriente tante volte. Mi ricordo che dopo il 2002 quando fu costruito quel simbolo all'incomunicabilità, al non dialogo, al conflitto, che è quel muro che divide Israele e Palestina, a Betlemme se si va si trova il punto più alto del muro, dove giocano bambini, dove gioca un'umanità che non capisce le ragioni di quel grande conflitto. La cosa più incredibile, testimone Lapo Pistelli che lo ha visitato poco tempo fa, è che proprio lì, dove c’è la radice più alta del conflitto, c’è una bandiera italiana, c’è un centro per la cooperazione, c’è un centro anti-violenza per le donne. Lo sappiamo benissimo che questo non risolve i problemi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).
  
Lo sappiamo benissimo che ci vuole la politica estera, ci vuole la forza dell'Europa, ci vuole la caparbietà anche del Governo, come dimostra il Ministro Mogherini oggi incontrando le ONG a Gerusalemme, ma ci vuole anche il sostegno a quell'Italia migliore, a quell'Italia, Presidente, che non si arrende per i propri convincimenti, per i propri valori e per un'idea di mondo che sia migliore. Io vi ringrazio e spero che questa legge, che porta firme giovani, sia una legge che farà dell'Italia per questi italiani un luogo migliore per lavorare, cooperare e far sì che noi tutti siamo un po’ più orgogliosi del nostro Paese.