Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 22 Luglio, 2014
Nome: 
Anna Rossomando

Doc. IV, n. 8-A

Presidente, colleghi, non è per me una formalità ricordare a noi tutti che con grande senso di responsabilità e pacatezza affrontiamo nuovamente il tema se concedere o non concedere l'autorizzazione all'arresto di un collega di questa Camera. È stato detto da più interventi, è stato ricordato che nell'ambito di questa ordinanza del GIP di Venezia sono state applicate 35 misure restrittive della libertà personale: 25 in carcere e 10 agli arresti domiciliari.
  Lo voglio ricordare anch'io, per aggiungere un elemento che sarà importante sulla decisione se esiste o non esiste questo famoso fumus persecutionis: e cioè che si tratta per più casi, non solo quello del collega Galan, di fatti di corruzione o di finanziamento illecito ai partiti; quindi fatti di corruzione del tutto analoghi, se non coincidenti, per essere concorrenti necessari nel reato, con quello del collega.
  Si è discusso molto questa mattina, e si discute anche fuori da quest'Aula in una prospettiva di riforme costituzionali, dell'istituto dell'immunità o prerogative parlamentari. Qualche volta impropriamente: ho sentito in quest'ultimo intervento, meno male che si è detto «senza violenza», mi tranquillizza. L'argomento però non è banale: è un argomento alto, e attiene naturalmente non al fatto se debba sussistere o no un privilegio dovuto alla carica del singolo parlamentare (e questo serve per chiarire di volta in volta cosa intendiamo per fumus): attiene alla garanzia della separazione tra i poteri dello Stato, potere politico, legislativo delle Assemblee parlamentari e giurisdizione.
  E in questo senso è giusto parlare di garantismo con riferimento alla Giunta: un garantismo che non riguarda le libertà dei singoli, che sono garantite dalla Costituzione e dalle norme processuali. Il garantismo della Giunta è unicamente nella garanzia di quell'autonomia dell'Assemblea parlamentare nel suo ruolo politico: così l'hanno scritto i costituenti Cosa ben diversa è quella delle garanzie di libertà dei singoli, degli individui, garantite dall'articolo 24 e dall'articolo 111 della Costituzione. Quindi, in questo senso, non c’è un garantismo di serie A e uno di serie B: quando si diventa parlamentari non si accede ad un benefit ulteriore. Qual è quindi l'oggetto della nostra decisione: decidere se sussiste o meno il fumus persecutionis. Questo è quel che noi dobbiamo stabilire !
  E vorrei dire ai colleghi che si sono pronunciati contro l'autorizzazione all'arresto, invocando un garantismo del quale ci sentiamo anche noi paladini e custodi (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente): colleghi, le battaglie per la piena applicazione delle garanzie del cittadino non si fanno dalla Giunta per le autorizzazioni o da altri luoghi impropri. In altre legislature, con maggioranze schiaccianti, non avete ottenuto una garanzia in più per i cittadini ! Noi vogliamo farle nelle sedi opportune, perché vogliamo fare anche la battaglia per le garanzie e per il garantismo, perché la legalità è un concetto completo, ed è anche la legalità nel processo: e questo non lo deleghiamo a nessuno.
  Quindi nessun cedimento, nessuna resa, e nessuna rinuncia: noi stiamo esercitando la prerogativa stando al merito senza pregiudizi. L'abbiamo fatto in questo anno di legislatura, devo dire ricco di appuntamenti importanti e delicati per quanto riguarda la Giunta; l'abbiamo fatto non autorizzando in alcuni casi, per esempio, l'utilizzo di intercettazioni; l'abbiamo fatto stabilendo l'insindacabilità delle opinioni espresse; e lo facciamo stando al merito e all'oggetto del decidere, che forse è una cosa rivoluzionaria.
  Quindi non si tratta di un altro grado di giudizio sostitutivo e ulteriore. Non siamo un subprocesso: non mi piace la parola subprocesso, il nostro è un ruolo altro e diverso. E in questo sta la decisione sul fumus o non fumus: non può essere sovrapponibile la nostra funzione a quella legittima nel processo di critica a come vengono applicate le leggi, ci sono per l'appunto gli strumenti processuali.
  Allora, nel caso di specie, abbiamo un'ordinanza ampiamente motivata: è stata motivata la la scelta della misura, non tocca a noi condividere questa scelta della misura o condividere le motivazioni.Le argomentazioni sono documentali, sono le chiamate di correo, sono anche intercettazioni che, naturalmente, non riguardano il collega Galan direttamente. Sono stati proposti una serie di argomenti, li scorro per titoli.
  Il non aver accordato l'interrogatorio: questa è, come dire, una linea che è stata tenuta per tutti i coindagati di corruzione, quindi non c’è stato un trattamento diverso per quanto riguarda il collega Galan.
  È stata eccepita l'incompetenza territoriale, è stata eccepita una questione che riguarda la richiesta di archiviazione, è stata eccepita una tardiva iscrizione al registro degli indagati: tutti argomenti tipici di eccezioni processuali, che, non a caso, non possono essere fatte neanche nella fase delle indagini, ma negli atti preliminari al dibattimento.
  È stata criticata l'attendibilità delle sommarie informazioni rese dai chiamati di correo. Dico a me stessa, ma soprattutto ai colleghi intervenuti, non solo come parlamentari ma anche nell'esperienza di avvocato, che c’è un'amplissima giurisprudenza e dottrina per discutere sull'attendibilità o meno di una prova, che è un entusiasmante argomento in un processo su cui chi esercita fuori da qua si appassiona e attiene assolutamente alla valutazione.
  Così come attiene alla valutazione un giudizio prognostico sull'entità della pena che può essere irrogata: giudizio prognostico finanche per un magistrato, figuriamoci se possiamo noi entrare in questo ordine di valutazione.
  Quindi, avviandomi alla conclusione, il valore tutelato è l'autonomia del Parlamento, da qualunque intromissione che possa strumentalmente alterare l'esercizio politico dell'Assemblea parlamentare. Noi stiamo a questo valore tutelato e anche con la decisione di oggi esercitiamo questa funzione di garanzia.
  Vorrei dire che, così come rispettiamo l'autonomia della giurisdizione col solo limite del fumus persecutionis, allo stesso modo rivendichiamo la piena autonomia del Parlamento. Quando facciamo le leggi, su qualsiasi argomento, noi queste leggi le facciamo sempre col confronto e la condivisione, da parte di tutti gli attori, dell'argomento che trattiamo, ma rivendicando la piena autonomia politica del Parlamento, sia se parliamo di economia, sia che parliamo di legge sugli appalti, che di legge sulla corruzione, che di riforma della custodia cautelare.
  Questa fase difficile che attraversa il Paese è un grande momento in cui la politica si sta riappropriando del suo ruolo e della sua autonomia. Lo stiamo facendo confrontandoci anche aspramente e continueremo a farlo. E lo possiamo e lo vogliamo rivendicare anche con questa decisione di oggi. Per questo dichiaro il voto favorevole alla relazione approvata in giunta dal partito Democratico.