Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 18 Aprile, 2019
Nome: 
Giuditta Pini

A.C. 684-1109-A

Grazie, Presidente. Oggi è una giornata molto importante per chi, come me, per anni ha cercato di portare all'attenzione di quest'Aula il riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale. Quando parliamo di cefalea spesso, anzi, direi quasi sempre, anche in quest'Aula, anche tra noi colleghi, pensiamo tutti al banale mal di testa; e quindi si viene di solito anche presi in giro: ma capirai, cosa vuoi che sia il mal di testa? Non succede niente. In realtà, noi non stiamo parlando del banale mal di testa, e questo è esattamente il motivo per cui serve la legge, perché stiamo parlando di una malattia invalidante, di una malattia che, secondo l'OMS, è all'ottavo posto per patologie invalidanti. Stiamo parlando di un range, l'ottavo posto, che è al pari della cecità e per le donne in età fertile è al terzo posto come malattia invalidante. Chi ha sofferto di emicrania, chi ha sofferto di cefalea sa di cosa stiamo parlando; non è una cosa che passa così, sembra che ti strappino gli occhi da dentro, sembra di avere degli spilli che ti entrano dentro gli occhi, hai la nausea, non riesci a dormire, ti dà fastidio la luce, non riesci a sentire i rumori, non riesci a fare niente, non riesci neanche ad andare al lavoro. E, quando non vai al lavoro o spieghi che non puoi andare al lavoro perché hai questa malattia, ti viene detto: vabbè, ma per un mal di testa prenditi un'aspirina e vieni. Ecco, questo è il motivo per cui è importante, perché in Europa è stato calcolato che circa il 15 per cento degli europei ne soffra, e stiamo parlando dell'8 per cento degli uomini e del 17 per cento delle donne. E pensate che nel nostro Paese la cefalea primaria cronica non è neanche nell'elenco nosologico delle malattie. E, quindi, cosa succede? Che spesso e volentieri i medici di medicina generale, i medici di famiglia, ma anche, molto spesso, questi pazienti vanno in pronto soccorso, perché stanno malissimo, non sanno neanche come catalogare questi pazienti all'interno dei moduli che devono compilare. Quindi, si perde anche la casistica, ed è una cosa terribile, perché, oltre a non essere riconosciuta come malattia sociale dall'INPS, e quindi tutto quello che abbiamo detto, non si riesce neanche a fare una diagnosi e un'anamnesi accurata, e quindi giusta. Quindi, spesso ci sono persone che si rovinano completamente la vita, a volte il fegato, prendono quintalate di antinfiammatori, analgesici, non sanno che cosa gli sta succedendo, non riescono a capire cosa gli sta succedendo; e spesso e volentieri, poi, si trovano in situazioni di vero e proprio e disagio. È questo il motivo per cui per tre legislature si è cercato di portare questo disegno di legge all'attenzione di quest'Aula ed è per questo che oggi finalmente è un giorno molto importante, perché, è vero, è un primo passo, nel senso che oggi sanciamo un principio molto importante, e cioè il riconoscimento – finalmente, dopo che l'Europa ce lo ha detto 28 mila volte, l'OMS ce lo ha ripetuto altrettante volte e anche qui abbiamo cercato più volte di portarlo all'attenzione dei Governi – finalmente la riconosciamo, riconosciamo l'emicrania cronica, la cefalea cronica quotidiana, la cefalea a grappolo cronica, la cefalea nevralgiforme unilaterale, l'emicrania parossistica cronica e l'emicrania continua.

Le riconosciamo e le inseriamo, quindi, dentro questo elenco. È un lavoro, appunto, molto importante, che servirà per fare diagnosi, anamnesi e cure corrette. In questi anni, nel nostro Paese si sono sviluppati in quasi tutto il territorio degli importanti centri cefalee nel nostro Servizio sanitario nazionale, che sono composti da vari specialisti, neurologi, farmacologi, e hanno delle competenze specifiche assolutamente fondamentali; ed è stato giusto inserirli e nominarli all'interno della legge, perché sono le persone a cui è giusto mandare chi soffre di questa patologia, perché possa essere curato e seguito in modo appropriato. La proposta che si fa è quella, ovviamente, di fare in modo che queste capacità, queste competenze che le varie regioni hanno sviluppato possano poi dopo essere, appunto, a seguire, ovviamente sapendo che c'è il solito problema che c'è nel nostro Paese, e cioè che ci sono alcune regioni in cui è più facile avere un accesso alle cure adeguato e altre regioni in cui è più difficile.

Per questo condivido il fatto che andrebbe inserito, più che con una proposta di legge specifica all'interno dei LEA, in una riforma più organica, che noi abbiamo fatto la scorsa legislatura e che non ha ancora ricevuto l'adeguato finanziamento da questo Governo; dopodiché, è anche vero che, però, fino adesso non era stato possibile farlo proprio perché non era inserita all'interno dell'elenco nosologico delle malattie. Quindi, banalmente, non si riusciva neanche a fare un'analisi dei costi. Sono stimati più i costi per la cura, inadeguata, che i costi della patologia.

E quindi, nel ringraziare tutta la Commissione affari sociali, che è riuscita a portare avanti questa proposta di legge, nel ringraziare la proponente della Lega, l'onorevole Lazzarini, che ha proposto, come me, lo stesso testo e con cui abbiamo avuto modo di lavorare benissimo in queste settimane, dimostrando che nel Parlamento, se l'obiettivo è comune, si riescono a fare anche delle cose buone - forse è un po' più facile a volte nella nostra Commissione perché parliamo di cose, a volte, un pochino più di disgrazie o di malattia e si riesce più facilmente a trovare un accordo, ma non è sempre scontato - nel ringraziare la Commissione, nel ringraziare voi che oggi ci aiuterete a portare avanti questa legge, nell'auspicare che il Senato faccia un lavoro altrettanto celere e che si possa arrivare a una brevissima approvazione, ringrazio anche la Società italiana per lo studio delle cefalee, che è la società scientifica che si occupa dello studio e dell'analisi delle cefalee, che in questi anni ha lavorato moltissimo anche dentro le istituzioni, nelle regioni e nelle ASL per portare questa battaglia e per richiedere anche a noi il riconoscimento.

E ringrazio le associazioni dei pazienti, che spesso non sono bravissimi a fare lobby come altri, non sono bravissimi a far sentire la propria voce, spesso perché stanno anche molto male, e a volte è anche complicato far capire la sofferenza che c'è dietro a una malattia che viene spesso derubricata come un banale mal di testa. Ma se oggi siamo riusciti, anche grazie a questo Parlamento, a far capire a tutte le istituzioni, al Ministero della Salute, al Parlamento, alla Camera, l'importanza di questo riconoscimento è anche grazie a loro, e quindi io vi ringrazio e annuncio il voto favorevole del Partito Democratico