Dichiarazione di voto finale
Data: 
Mercoledì, 7 Febbraio, 2024
Nome: 
Maria Stefania Marino

A.C. 1304​ e abbinata

Signora Presidente, colleghe e colleghi, con questo provvedimento di carattere prettamente simbolico si chiede a quest'Assemblea di riconoscere la figura dell'agricoltore quale custode dell'ambiente. Questa legge ha un valore simbolico, atteso che non prevede aiuti specifici e rilevanti che possano consentire di qualificarla come strumento di sostegno e di programmazione in materia agricola. Vorrei ricordare a quest'Aula che già il Partito Democratico si era espresso in tal senso con diversi provvedimenti regionali, ne cito alcuni per economia di tempo: la legge regionale n. 34 del 30 ottobre 2015, della regione Abruzzo; la legge regionale n. 6 del 9 marzo 2015, della regione Marche, dove è già presente l'elenco degli agricoltori custodi; la legge regionale n. 16 del 7 agosto 2014, della regione Sardegna; la legge regionale della Calabria n. 14 del 28 maggio 2018, tutela, conservazione e valorizzazione della diversità del patrimonio, di varietà, razze e ceppi microbici di interesse agrario e alimentare del territorio calabrese. Legge che, all'articolo 8, prevedeva: agricoltore custode e allevatore custode.

Tornando al provvedimento, questo crea le premesse per lo sviluppo di politiche pubbliche, anche da parte degli enti locali, a condizione che tale politiche debbano risultare adeguatamente finanziate e debbano valorizzare quell'insieme di competenze e di conoscenze troppo spesso non adeguatamente valorizzate, ma che invece risultano determinanti per una buona riuscita degli interventi, da adottare per il settore agricolo. Il provvedimento, infatti, prevede l'istituzione di uno specifico elenco degli agricoltori che operano e possono essere coinvolti in progetti che abbiano, come prioritaria finalità, la tutela dell'ambiente e del territorio. Oggi più di ieri, però, è necessario riconoscere le difficoltà in cui il settore si trova e il ruolo preminente esercitato dagli agricoltori con il loro lavoro, attraverso il quale essi concorrono sempre più alla protezione del territorio dagli effetti dell'abbandono e dallo svuotamento dei piccoli insediamenti rurali, nonché alla protezione del rischio idrogeologico.

Il mondo dell'agricoltura italiana, giustamente ancorata alle tradizioni delle quali dobbiamo andare orgogliosi, deve necessariamente essere accompagnato e sostenuto nel difficile processo di innovazione e adattamento rispetto al quale risulta oltremodo impossibile sottrarsi, anche per le conseguenze derivanti dalla crisi climatica, dalla internazionalizzazione per la quale propedeutica risulta l'attivazione anche di idonei percorsi di digitalizzazione che possano consentire il raggiungimento di uno status produttivo sempre più competitivo e capace di affrontare con serenità le sfide del futuro. Per questo motivo, auspichiamo che da parte del Governo arrivino presto azioni concrete di sostegno al settore agricolo che oggi mancano. A comprova, basta ricordare che all'inizio dell'anno 2023 e in piena stagione invernale abbiamo parlato della grave situazione indotta dalla siccità. Sul punto il Governo si è pronunciato con un provvedimento, il decreto Siccità, che come avevamo a suo tempo evidenziato si è rivelato uno strumento inadeguato alla problematica. Più che nota è la carenza di risorse per le infrastrutture, per la realizzazione di sistemi idonei a trattenere le acque quando piove e a rilasciarla nel momento del bisogno, di impianti per il riempimento degli invasi, attraverso processi di desalinizzazione e di manutenzione degli stessi. Non deve sfuggire la grande opportunità costituita da un efficiente programma di manutenzione dei nostri invasi, naturali e artificiali, come anche dei corsi d'acqua fluviale, stante che risulterebbe più veloce nella sua attuazione rispetto alla progettazione e realizzazione di nuove opere da prevedere comunque nel più lungo periodo e ove effettivamente necessarie. Il clima è profondamente cambiato, lo abbiamo detto, non lo possiamo negare, e da ciò discende la necessità di una forte politica di sostegno a quello che è il modello della nostra agricoltura, per renderla un'agricoltura sempre più di precisione, più sostenibile e più rispettosa della biodiversità. Questi sono elementi essenziali dai quali non possiamo prescindere. La siccità che si sta perpetuando dallo scorso anno ha messo in seria crisi il comparto dell'agricoltura, riducendo drasticamente la resa delle coltivazioni, ove non pregiudicata del tutto.

Cito solo pochissimi dati. La produzione dei cereali in alcune zone non solo ha fatto registrare una resa inferiore a più del 50 o 60 per cento; la stessa percentuale di riduzione si è registrata però per i prezzi di vendita. Il grano duro è stato venduto a 30 euro al quintale, ma la semina era costata ben 70 euro al quintale, il tutto aggravato dall'altissimo costo dei carburanti.

Per rendersi conto di tale situazione è sufficiente guardare alle manifestazioni che in questi giorni stanno interessando l'intero territorio nazionale e di altri Stati, che devono fungere da stimolo per l'adozione di strumenti normativi, che possano risultare un concreto ed immediato aiuto all'intero settore, soprattutto per quanto concerne l'aspetto relativo ai tributi diretti e indiretti, i costi per la gestione dei mezzi e altre valide soluzioni che possano alleggerire il notevole impatto correlato alla moratoria dei mutui e al rimborso differito.

In questa sede voglio ribadire con fermezza la solidarietà da parte del nostro gruppo a tutti gli agricoltori che in questo momento vivono queste grossissime difficoltà.

E' per questo motivo che occorre pensare sin d'ora a misure di sostegno per tutti i territori, nessuno escluso e senza discriminazioni di sorta, che hanno subito danni ingenti dalla siccità e dalle alluvioni. Voglio, infatti, ricordare che recentemente il territorio del collegio che rappresento, Enna, Messina, è stato incomprensibilmente escluso dallo stato di calamità. Così come gli aiuti previsti per le alluvioni dell'Emilia-Romagna e della Toscana ancora devono essere erogati in toto come promesso dal Governo.

In quale altro modo si può intervenire per aiutare questo comparto? Certamente agendo sui contratti di filiera per non consentire un pagamento alla produzione inferiore al suo effettivo costo, promuovendo concretamente lo sviluppo dei distretti del cibo, dei distretti e riducendo la filiera, azioni queste che, ove attuate, hanno dato effettivo aiuto al comparto agricolo, dando all'agricoltore non solo il riconoscimento come custode del territorio e l'ambiente, bensì la dovuta dignità e la giusta remunerazione per il suo duro lavoro.

E' innegabile, infatti, che l'agricoltore rappresenti il principale custode del territorio sia per il controllo dell'assetto idrogeologico e dell'eventuale dissesto, sia per il mantenimento del valore del paesaggio culturale e turistico. Il dissesto, infatti, nel suo concretizzarsi, trova facilitazione nell'assenza di controllo permanente del territorio, nell'assenza di manutenzione e nell'incuria. Per una corretta gestione dell'intero sistema non basta individuare l'agricoltore quale custode. Particolare attenzione dovrà porsi alle aree interne, alle aree montane, ai parchi, alle valli che devono consentire un'effettiva possibilità di vita e di impresa.

Le aree interne, infatti, aree degli agricoltori, spesso mancano di infrastrutture, di adeguati collegamenti, risultano carenti dei servizi essenziali e della necessaria sicurezza.

Oggi noi andiamo a esprimere un voto favorevole e ne siamo convinti, ma il Governo non deve mettere in discussione i fondamentali elementi per l'individuazione di un custode certo, non stanziando adeguate risorse per il sistema sanitario nazionale, mettendo in discussione le case di comunità, gli ospedali di comunità, riducendo i servizi scolastici, riducendo gli incentivi ai trasporti e non sostenendo adeguatamente la realizzazione delle necessarie infrastrutture digitali, senza le quali le aziende agricole non possono risultare competitive in un mercato non più locale, ma globale. Quindi, deve provvedere alle necessità dell'agricoltore che abita questi territori.

Concludo signora Presidente. Questo provvedimento rimarrà carta straccia se ad esso non seguiranno con immediatezza adeguati piani e giuste risorse per le infrastrutture e per tutte le altre misure necessarie, da me sinteticamente prima riferite, per un rapido e concreto aiuto al comparto agricolo e a tutto l'indotto che rappresenta per il nostro Paese un comparto importante. Quindi, cerchiamo di trattare l'agricoltura con la serietà e l'impegno che merita.