Discussione generale
Data: 
Lunedì, 8 Luglio, 2019
Nome: 
Maria Chiara Gadda

A.C. 478-A

Grazie Presidente, io mi soffermerò soltanto su un articolo di questa proposta di legge, l'articolo 8, un articolo a cui sono legata con un legame affettivo, avendo proposto, nella scorsa legislatura, la legge sul recupero delle eccedenze alimentari, di farmaci e di altri prodotti per solidarietà sociale, la legge cosiddetta antisprechi e l'articolo 8 riprende questi principi e - lo dico anche ad altri colleghi che sono intervenuti oggi - è un grande atto di saggezza non ripartire sempre da zero: il buon legislatore se cogliere le interazioni tra le norme, sa cogliere il percorso legislativo positivo e l'articolo 8 entra in questo filone.

La legge 166 del 2016 semplifica, toglie burocrazia, agevola un percorso di responsabilità sociale, il percorso della donazione e si inserisce in un altro percorso, che è quello avviato dalla riforma del terzo settore, che anche in questa legislatura sta proseguendo il suo cammino attraverso i decreti attuativi.

Quello che il legislatore deve fare è rendere possibile, rendere strutturali dei ripercorsi, rendere strutturali delle relazioni e ringrazio in particolare la presentatrice di questa proposta di legge, Flavia Piccoli Nardelli, perché mi consente di dire che, rispetto a questo percorso legislativo, si si è aggiunto un ulteriore tassello di un mosaico positivo.

Non è irrilevante collegare - scusatemi se banalizzo - un gelato e un libro, perché il recupero delle eccedenze alimentari non significa consentire a chi può donare di svuotare i magazzini, significa consegnare nuova vita a prodotti che, ad esempio, possono perdere valore commerciale, a prodotti che si decide di non immettere in commercio proprio perché si desidera fare qualcosa di buono per la propria comunità attraverso la donazione, ma soprattutto, ecco perché vi ho citato proprio il gelato: il gelato non è un bene primario, ma consente anche a dei ragazzi, ad esempio dei ragazzi che stanno in una casa famiglia, di raccontare ai loro compagni di scuola che anche loro hanno provato quel gusto, che hanno provato anche loro quell'esperienza e la stessa esperienza passa, come è stato detto anche questo pomeriggio attraverso gli interventi di tanti colleghi, anche attraverso la lettura.

E vedete, la donazione implica la responsabilità e lo fa coinvolgendo tutti gli attori principali della nostra società, applicando un articolo importante, spesso trascurato e spesso dimenticato della nostra Costituzione, che è l'articolo 118, articolo che parla di sussidiarietà e la sussidiarietà non è mai un disimpegno del pubblico nei confronti del privato, ma consente, attraverso una buona legislazione ad esempio - e su questo dico alla relatrice: non sempre le risorse sono fondamentali, non sempre sono essenziali, talvolta è necessario e fondamentale prima costruire un quadro di insieme entro cui poi costruire un percorso.

Dicevo appunto che la sussidiarietà significa consentire a tutti i soggetti che fanno parte di questa comunità di fare la propria parte: i cittadini da un lato, che si impegnano attraverso il terzo settore; il terzo settore è un esempio importante che noi possiamo portare anche a livello internazionale: non esiste nessun Paese europeo, a differenza dell'Italia, che abbia un tessuto sociale così ricco; in Italia ci sono 5,6 milioni di volontari, persone che decidono non tanto e non solo di distribuire dei pacchi alimentari, di promuovere ristoranti solidali, empori sociali, tutte forme che sono nate nel nostro Paese in modi diversi per rispondere a forme di povertà differenti, intervengono sulla solitudine delle persone, sull'emarginazione sociale.

Ed ecco questo è il punto di connessione, questo tassello che la legge sulla lettura inserisce: la povertà non è solo economica, non è solo alimentare, non è solo sanitaria, è anche culturale, è anche educativa.

E da questo punto di vista facciamo un passaggio fondamentale: non si crea di ex novo, ma ci si innesta proprio in quel percorso proprio per renderlo più strutturale.

Chiudo su un pensiero appunto di Aristotele: Aristotele diceva che non bisogna dare le risorse a chi sta nel bisogno, bisogna dare le risorse a chi sa rispondere a quel bisogno e questo credo sia il punto che tutti insieme abbiamo discusso questa mattina, grazie appunto all'impegno di una comunità che, attraverso la donazione e attraverso la responsabilità sociale degli individui o delle imprese, può fare la propria parte per la sua comunità.