A.C. 1410
Gentile Presidente e cari colleghi, oggi un quotidiano nazionale mette in prima pagina una fotografia di un bambino che non può non toccare chi porta avanti con determinazione, come fa oggi tutto insieme questo Parlamento, il valore della lettura, la promozione di un libro, vista come riscatto, come ricchezza, come segnale di libertà, Presidente. In quella foto, a dare legittimità alle aspettative di una vita diversa per quel bambino, sono proprio i libri che il bambino porta in braccio.
Sono tutti questi motivi, legati alla consapevolezza della forza e dell'importanza del libro, quelli per cui il Partito Democratico ha fortemente sostenuto la proposta di legge sulle disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura. Il provvedimento, per noi, è l'ultimo di alcuni importanti interventi realizzati negli scorsi anni: dall'autonomia gestionale per i grandi musei nel nostro Paese, alla riforma del cinema, ai nuovi meccanismi di erogazione del Fondo unico per lo spettacolo, al buono garantito dalla App “diciott'anni”, tutti punti che per noi rappresentano un punto fondamentale per quelle che sono le politiche culturali nel nostro Paese.
La lettura e la filiera costituita da autori, editori, distributori, bibliotecari, librai, lettori, completano il quadro appunto delle politiche culturali pensate per il nostro Paese.
La proposta di legge ha avuto un lungo iter già nella scorsa legislatura, ma il procedimento legislativo, pur godendo di un'ampia condivisione, non si è concluso a causa della mancanza di una copertura finanziaria adeguata.
In questa nuova legislatura il Partito Democratico ha riproposto da subito la legge e la Commissione cultura ha ripreso in esame il testo, aggiornando i dati già raccolti. La legge rientra nella quota garantita alle minoranze e i lavori del comitato ristretto, incaricato dalla Commissione cultura di rielaborare in un testo unificato le proposte di legge presentate dai colleghi di altri gruppi parlamentari, ben quattro, hanno prodotto un provvedimento di legge che arriva oggi in Aula, semplificato in alcune parti e arricchito in altre, ma con gli stessi principi fondanti e con un'ampia condivisione da parte delle diverse forze politiche.
Si interviene sulle fragilità di un sistema che è stato ben rappresentato da molti dei relatori che mi hanno preceduto. Il nostro è un Paese che legge poco, che ha alle spalle una storia fatta di analfabetismo, di recupero difficile di popolazioni povere, di ricadute in forme gravi di analfabetismo di ritorno.
Il nostro è un Paese dove non leggono poco solo i meno abbienti, ma leggono poco anche i benestanti, i professionisti, i grandi manager. In questa proposta di legge è inserito un intervento mirato, una carta della cultura, per aiutare le famiglie con bassi ISEE ad acquistare libri e a fruire di cultura per contrastare così la povertà educativa e promuovere la diffusione della lettura. La legge non è una legge sul prezzo del libro perché il tema è stato affrontato in maniera molto esauriente dal Parlamento già nel 2011 con la “legge Levi”, che rimane in vigore con un'eccezione: allinea al 5, come accade in Francia, lo sconto praticabile sul prezzo del libro per i primi sei mesi dal momento dell'uscita in libreria. Non si aboliscono gli sconti per i libri, ma si differiscono di alcuni mesi e si mette ordine nel sistema delle promozioni. Ogni lettore, recandosi in libreria, troverà regolarmente a rotazione campagne promozionali del 20 per cento di sconto sui libri dei diversi gruppi editoriali. Perché questo provvedimento? Perché le librerie che chiudono sono moltissime e perché, dietro ogni libro, esiste una filiera di lavori e di mestieri, che sono mestieri di grande competenza, di grande professionalità, che meritano rispetto. Questa disposizione, prevista all'articolo 9 della proposta di legge, è solo una delle molte misure previste. Infatti, si interviene - come avrete capito - a sostegno dei più deboli e, per contrastare la povertà educativa, si promuove la lettura per i bambini, secondo l'esempio virtuoso di “Nati per leggere” e si interviene sulle biblioteche scolastiche.
Si rilanciano le buone pratiche già attive nel Paese, cercando di mettere a sistema, in una sorta di legge-quadro, gli interventi più urgenti per affrontare le emergenze del settore. Ne sono una dimostrazione i patti locali per la lettura, che uniscono in modo virtuoso soggetti pubblici e soggetti privati, biblioteche comunali, librerie, biblioteche scolastiche, gruppi di volontari. La proposta di legge interviene anche per favorire le pratiche già sperimentate, raddoppia il finanziamento previsto per il tax credit per le librerie, prevede l'albo delle librerie di qualità, che consentirà alle librerie di fregiarsi di un marchio per l'attività svolta, istituisce la capitale italiana del libro, riproponendo il modello virtuoso della capitale italiana della cultura. Si prevede anche che il libro venga considerato all'interno della filiera del dono, estendendo la disciplina agevolativa prevista dalla legge n. 166 del 2016, consentendo le cessioni gratuite di libri, si incentiva così lo sviluppo dell'economia circolare e il recupero di beni a fini di solidarietà sociale. Ringrazio la collega Gadda per il suo suggerimento prezioso, per aver consentito di inserire anche questo articolo all'interno della legge.
Le risorse sono poche, avremmo voluto fossero molto più significative e avremmo sicuramente voluto fare di più; pensiamo però che sia importante che nascano già da ora dei fondi che potranno in futuro essere implementati. Mi riferisco ad esempio al finanziamento previsto per formare personale in grado di far funzionare le biblioteche scolastiche, di cui c'è assoluto bisogno, dato che uno dei nostri obiettivi è di aumentare la lettura fra i giovani. Non voglio ricordare i dati INVALSI perché parlano da soli e sono argomento di forte preoccupazione per tutti quelli di noi che si occupano di scuola. Nel testo non è stato affrontato il tema dei libri scolastici proprio perché questa è una legge sulla promozione della lettura, ma siamo consapevoli che è un tema difficile, che deve essere affrontato in modo organico. Da più parti nei gruppi parlamentari è emersa l'intenzione di procedere con proposte di legge specifiche su questa materia.
Una ricerca, pubblicata nel Regno Unito, fatta da Censuswide per la società Roxy all'inizio di quest'anno ha accertato che gli adolescenti, compresi tra i 9 e i 18 anni, passano sullo smartphone 23 ore a settimana, più di tre ore al giorno; si tratta di una media: vi sono ragazzi naturalmente che possono passare anche molte più ore sul cellulare; calcolando otto ore di sonno e sei ore di scuola, i ragazzi occupano circa un terzo del loro tempo di vita sul cellulare. Altre ricerche fanno registrare dati ancora più allarmanti. È dunque lo smartphone, non il libro, il veicolo principale dei contenuti del nostro tempo, che modifica la parabola della maturazione psicointellettuale delle persone. I ragazzi hanno capacità di attenzione e di concentrazione sempre più brevi ed è frustrata la tendenza alla crescita, cioè lo sviluppo delle capacità intellettive volte a far progredire e allungare il tempo di concentrazione e di apprendimento.
Chi controlla i contenuti proposti sugli smartphone controlla il mercato, ma controlla anche, spesso, il pensiero e le coscienze; lo sanno bene i responsabili dei cosiddetti grandi gruppi del web, ma sarebbe un discorso lungo e non è questa la sede; ne parlo perché siamo consapevoli di muoverci in un mondo in continua evoluzione. Il rischio di scrivere una legge che nasce già superata dalle cose esiste; ciò nonostante il Partito Democratico voterà a favore di questa proposta di legge per le ragioni che sono emerse nella discussione generale di lunedì 8 Luglio scorso e nel dibattito che si è svolto in Commissione, in questa e nella passata legislatura. Sappiamo tutti che si tratta solo di un primo passo, di un telaio iniziale, al quale dovranno seguire altri provvedimenti, se vogliamo farci compiutamente carico di questo problema. Dobbiamo pensare a vere e proprie campagne di sensibilizzazione sulla lettura attraverso strumenti diversi, compresi anche i programmi televisivi, e dobbiamo ripensare a un'idea di detassazione della filiera del libro, una serie di no tax area.
Le misure contenute in questa legge vanno nella giusta direzione e valorizzano le buone pratiche che già vivono e sono presenti nelle pieghe della società e dei territori italiani, ma dobbiamo fare e cercheremo di fare di più. Tutta la Commissione, il Comitato ristretto e la relatrice si sono ritrovati a condividere questo provvedimento; voglio darne atto perché la discussione generale di lunedì 8 Luglio e quella che si sta svolgendo oggi ci ha fatto vivere in un Parlamento, che forse è quello che tutti vorremmo. Per tutte queste ragioni, esprimo, Presidente, il voto favorevole del Partito Democratico su questa proposta di legge, di cui - sono assolutamente convinta - il nostro Paese ha urgente necessità.