Discussione generale
Data: 
Lunedì, 15 Aprile, 2019
Nome: 
Massimo Ungaro

A.C. 1074-A

Grazie, Presidente. La presente proposta di legge, ovviamente di origine parlamentare, prevede una serie di agevolazioni fiscali e un riordino omnibus, con tante norme volte alla semplificazione fiscale e anche norme a favore dei piccoli comuni. Come diceva il collega Pastorino, è molto diversa da come era nata, qualche mese fa, ma sicuramente sono molto felice di vedere un provvedimento che nasce dal Parlamento e non sempre dal Governo, quindi, questo è sicuramente un elemento che possiamo apprezzare.

Ci sono 36 articoli, procedo a un breve riassunto per chi ci segue, per capire di cosa stiamo parlando, brevemente.

La fattura fiscale deve essere emessa entro quindici giorni dall'inizio della transazione e non più dieci, l'Agenzia delle entrate non potrà più richiedere ai contribuenti dati di cui già dispone l'anagrafe tributaria; il provvedimento contiene anche l'abrogazione dell'obbligo della comunicazione della proroga per la cedolare secca e si sposta il termine per il pagamento dell'IMU e della TASI dal 30 giugno al 31 dicembre, si chiedono meno informazioni per dli indici di affidabilità fiscale, gli indici sintetici di affidabilità fiscali, i famosi ISA, si estendono i termini di validità dei dati contenuti nella dichiarazione sostitutiva unica, la DSU, l'amministrazione finanziaria è obbligata a garantire la diffusione di tutti i moduli necessari per gli adempimenti, almeno sessanta giorni prima della scadenza di questi adempimenti.

L'articolo 11 obbliga l'amministrazione ad avviare un contraddittorio con il contribuente nell'ambito dell'accertamento fiscale; l'articolo 13, invece, obbliga gli enti locali a pubblicare, per via telematica, tutte le delibere relative alle entrate tributarie locali.

La disciplina del ravvedimento operoso, introdotta dai Governi precedenti, viene estesa e vengono introdotti anche nuovi sgravi fiscali per i lavoratori, docenti o ricercatori italiani che decidono di rientrare in Italia o che si insediano in Italia; se si insediano nel Meridione possono anche beneficiare di benefici maggiori.

Infine, gli articoli che vanno dal 25 al 30 creano un fondo per finanziare l'esenzione dei tributi comunali per gli esercizi di vicinato o le medie strutture di vendita che, appunto, considerano di ampliare le proprie attività a beneficio dei piccoli centri. Da ultimo, vengono anche introdotti dei crediti di imposta pari al 25 per cento del valore di acquisto dei prodotti derivanti da riciclaggio di rifiuti e compost di qualità e altre misure sul tema ambientale, agevolative, per esempio, per l'uso di imballaggi riutilizzabili o avviati al riciclo.

Ovviamente, l'obiettivo, qui, come hanno detto i colleghi in principio, è quello di creare un fisco amico, di semplificare le tasse. In Italia la complessità del fisco e il tema dell'evasione fiscale sono, ovviamente, un tema di carattere politico primario, per tutti i Governi, per tutte le parti politiche: combattere l'evasione e sostenere la crescita economica. È un problema che non è nuovo per l'Italia; già negli anni Cinquanta, nel 1959, era tema di film comici molto famosi; I tartassati è un film con Totò e Aldo Fabrizi, dove già si parlava di accertamento fiscale, della sua complessità e già lì questo era un tema problematico per i contribuenti e i cittadini italiani.

Sono comunque felice che, in sede referente, in Commissione siano stati cancellati degli articoli che volgevano a diluire le sanzioni per la fatturazione elettronica, a eliminare le sanzioni per le violazioni del reverse charge, che intendevano modificare il regime sanzionatorio previsto per le violazioni delle disposizioni di antiriciclaggio in materia di assegni; articoli precedenti volevano abbassare la sanzione minima sugli assegni in bianco; è stato anche abolito l'articolo che voleva estendere i limiti della pignorabilità degli emolumenti. Tutte queste sono cose sicuramente condivisibili. Molto meno condivisibile, ovviamente, è che sia un'occasione mancata questo provvedimento, perché ci sono molti interventi cosmetici che però non vanno a semplificare veramente il fisco. Si tratta di un'ennesima occasione mancata e, purtroppo, questo provvedimento è stato impoverito di provvedimenti molto importanti che erano, appunto, l'estensione del bonusbebè fino al 2021, che sarebbe stata una vera politica a favore della natalità e dell'emancipazione femminile nel nostro Paese, o la riduzione dell'IVA, questo provvedimento all'inizio proponeva di ridurre l'IVA per tutti i prodotti per l'infanzia o per la disabilità e di mettere un regime di IVA agevolata al 5 per cento, anche questo è stato tolto dal provvedimento ed è stata un'altra occasione mancata. Aggiungerò poi, tra poco che sarebbe stata l'occasione anche di reinserire un minimo di parità di trattamento tra uomini e donne, nel nostro Paese.

Voi sapete che nel nostro Paese sui prodotti femminili si applica ancora un'IVA come beni di consumo al 22 per cento, e non come beni di prima necessità: uno degli unicum nei Paesi sviluppati, la punta dell'iceberg della questione femminile nel nostro Paese; sarebbe stato utile affrontare questo tema in questo provvedimento fiscale.

Vado però a sollevare alcuni temi, che voglio sollevare con l'attuale maggioranza, problematici di questo provvedimento. Partendo con un fuori tema: sull'IVA benissimo le semplificazioni, benissimo le comunicazioni trimestrali; ma è importante che gli operatori economici siano messi in facoltà di operare con la certezza; ed è ovviamente importante, più che spostare scadenze o chiarire le modalità di trasmissione dei dati, dirci se aumenterà l'IVA o meno quest'anno o l'anno prossimo. Io noto una grande distonia nell'attuale maggioranza: un Ministro Tria che dice che l'IVA forse dovrebbe aumentare, i due Vicepremier che insistono che non deve aumentare. È importante che questo venga detto, è ovvio che i dati del DEF si basano su un aumento dell'IVA al 24 per cento l'anno prossimo e al 26 e mezzo tra due anni. Io chiedo che per chiarezza e affinché gli operatori economici possano operare senza un regime di incertezza, venga fatta chiarezza su cosa questa maggioranza vuole fare in merito all'IVA; anche perché è ovvio che la finanza pubblica sembra in ordine nel DEF perché c'è il trucco dell'aumento dell'IVA che la maggioranza vuole aumentare o meno: sarebbe utile chiarirlo.

Affronto poi il tema degli indici di affidabilità, gli indici sintetici di affidabilità fiscale. Noi apprezziamo che nel provvedimento non si proceda all'eliminazione, sebbene sia stata richiesta dalla Lega più volte: sarebbe costata 2 miliardi di gettito, ed invece si applica una cura dimagrante sui dati da inserire, non si dovranno ripetere ai fini degli ISA quelli già in possesso dell'amministrazione finanziaria. Ma qui forse è anche una buona occasione chiarire cosa questa maggioranza vuole fare con gli ISA. Ricordiamo cosa sono gli ISA: gli ISA sono stati introdotti dal Governo Gentiloni nel 2017 per migliorare gli studi di settore, giudicati dalle parti sociali, almeno gli studi di settore, degli strumenti non più idonei all'accertamento fiscale nel contesto economico di oggi. Con gli ISA si passa da una logica repressiva ad una logica premiale: infatti mentre il sistema degli studi di settore era impiantato soltanto sui ricavi, sulla stima dei ricavi, il nuovo sistema tiene conto di una pluralità di indicatori, consentendo ai contribuenti più affidabili di accedere al regime premiale; che comporta appunto periodi di accertamento più brevi, un'esclusione degli accertamenti sintetici e presuntivi, procedure semplificate per rimborsi e la compensazione dei crediti d'imposta; tutto questo in coerenza con le raccomandazioni dell'OCSE e del Fondo monetario internazionale. Quindi, i citati indici risulterebbero orientati a rendere il sistema fiscale più neutrale, anche al fine di migliorare l'efficienza economica, favorendo appunto l'adesione spontanea dei contribuenti. In più ci sono tanti dati che difendono gli ISA: vorrei capire se l'attuale maggioranza li vuole mantenere. Voi sapete che sono già operativi, sono già validi per alcuni settori, il settore agricolo ed altri settori; vorrei avere una maggiore chiarezza sull'intenzione del Governo in tema di ISA, perché più volte esponenti della maggioranza hanno dichiarato l'intenzione di abolirli.

Vengo invece al tema dell'articolo 24, ovvero le norme per il rientro del capitale umano: favorire il controesodo di lavoratori italiani e ricercatori italiani che vengono dall'estero. Questo provvedimento contiene un nuovo pacchetto di incentivi per favorire il rientro di capitale umano dall'estero in Italia, quali agevolazioni in favore dei lavoratori rimpatriati o dei docenti e ricercatori che rientrano in Italia, al fine di ampliare l'ambito applicativo e di chiarire l'operatività dei requisiti richiesti per l'attribuzione dei relativi benefici fiscali. In particolare, per quanto riguarda i rimpatriati, con riferimento ai soggetti che trasferiscono la residenza in Italia a partire dal gennaio 2020, si introducono maggiori agevolazioni fiscali per ulteriori cinque periodi d'imposta in presenza di specifiche condizioni, come numero di figli minorenni, se si hanno figli a carico, l'acquisto di unità immobiliare di tipo residenziale in Italia o il trasferimento della residenza in regioni del Mezzogiorno. Invece, con riferimento ai docenti e ricercatori che trasferiscono la residenza in Italia a partire dall'anno 2020, si incrementa da quattro a sei anni la durata del regime di favore fiscale; si prolunga la durata dell'agevolazione fiscale a 8, 11 e 13 anni in presenza di specifiche condizioni: anche per i ricercatori, se hanno figli a carico, se acquistano un'unità immobiliare di tipo residenziale.

Queste sono misure che ovviamente io condivido, in quanto eletto all'estero e cosciente della priorità di questo tema per il sistema Paese.

Sono misure molto simili a quelle che avevo proposto nel novembre 2018 tramite una proposta di legge che ho informalmente denominato “piano cervelli, cuore e braccia”, perché questi sgravi diventano accessibili a tutti i lavoratori, non soltanto ai laureati o ai lavoratori professionisti; viene ulteriormente ridotto l'imponibile Irpef, e gli sgravi vengono estesi per altri cinque anni in caso appunto di acquisto di un immobile o se si hanno figli a carico. Sono quindi lusingato che la maggioranza giallo-verde abbia ripreso ampie porzioni di questi emendamenti e le proposte di legge in quel provvedimento, a sua volta poi ripreso dal decreto-legge “crescita”, che appunto riprende tutte queste norme sugli incentivi fiscali per i rimpatriati. Quello che conta sono i benefici concreti per chi rientra, ma soprattutto per il sistema Paese.

Questo è lo stesso spirito della legge “controesodo”, approvata nel 2010, che fu approvata da maggioranza e opposizione insieme; e denota quanto questo tema, il tema dell'esodo giovanile e dell'immigrazione, sia un tema fondamentale per tutti quanti. Voi sapete che oltre 120-130 mila italiani lasciano il Paese all'anno, e di solito chi emigra sono appunto quei cittadini che hanno maggiore capacità contributiva o potrebbero contribuire al rilancio economico del Paese. Quindi è importante favorirne il rientro: il capitale umano non ha un passaporto, non è importante che siano italiani o meno, è la mobilità delle esperienze o delle professioni o delle professionalità la cosa positiva; il problema è che nel nostro Paese è solo in una direzione, verso l'uscita, e invece in entrata abbiamo pochissimo arrivo di italiani o non italiani che comunque abbiano una professione, di personale altamente qualificato, abbiamo un problema ad attirare capitale umano dall'estero all'Italia. Quindi ben vengano queste norme, e sono molto felice che siano state riprese. L'importante è che questi nuovi incentivi devono essere accessibili a tutti: così come avete scritto la norma, sarà possibile beneficiarne soltanto a chi rientra a partire dal 1° gennaio 2020, e si crea quindi una discriminazione tra chi rientra quest'anno o è già rientrato e chi invece arriverà.

Il problema è anche che questo è l'anno della Brexit, il 2019 è l'anno di maggiore emorragia da quel Paese di esperienze, di personale altamente qualificato, di docenti universitari, di ricercatori universitari: quindi avete fatto così tanta fatica a mettere la norma nella legge, vi mancava un centimetro per arrivare alla meta, ovvero renderlo fruibile anche a partire dal 2019. Gli altri Paesi ci stanno battendo su questo, perché erano già a regimi agevolativi, magari anche meno attrattivi di questo, ma sono validi già da adesso: noi vediamo quindi tante professionalità italiane che si stanno installando da Londra ad Amsterdam, a Dublino, a Madrid, a Francoforte, a Parigi, e non guardano all'Italia perché appunto voi avete rinviato l'applicazione di questo regime. Mi appello quindi alla maggioranza a rendere questo regime valido già da quest'anno, o anche, almeno per chi già ne sia beneficiano negli ultimi due anni, se non mantenendo la stessa esenzione dell'imponibile Irpef che magari è la parte più costosa, almeno rendendo attive le clausole per l'estensione a cinque anni se si acquista un immobile o se si hanno figli a carico: perché appunto noi abbiamo il tema di trattenere gli italiani che tornano; empiricamente, in maniera aneddotica sappiamo che un 20-30 per cento di italiani che ritornano alla fine dei benefici riemigrano, e quindi c'è un tema, se mi permettete la parola, di ancoraggio. Il mio appello quindi è a considerare di estendere questa norma anche a partire dal 2019 o anche a chi è tornato negli ultimi due o tre anni: secondo me non è solo una questione di equità, di giusto trattamento in quella comunità, ma è anche una questione di logica e di renderci competitivi come sistema Paese ad attrarre quelle professionalità che sono in uscita dal Regno Unito. Perché questo è l'anno della Brexit, non il 2020: vi manca pochissimo per rendere veramente efficace questa norma, io vi chiedo di renderla attiva già a partire da quest'anno.

In tema di incentivi, poi, per il controesodo sarebbe stato giusto anche dare ai comuni, soprattutto ai piccoli comuni, la possibilità di esentare l'IMU per gli italiani residenti all'estero. Voi sapete che al momento questo non è possibile: gli italiani all'estero che possiedono un immobile in Italia devono pagarci l'IMU. Sarebbe stato utile per rilanciare l'economia dei piccoli comuni esentarla per gli italiani all'estero, che ovviamente non hanno l'immobile locato, o almeno per i pensionati italiani all'estero: al momento è esentato chi ha una pensione estera, non chi ha una pensione italiana. Questo sarebbe un modo per sostenere l'economia dei piccoli centri che vivono del turismo di ritorno: voi sapete che gli italiani all'estero sono 5 milioni, quasi il 10 per cento, il 9 per cento della popolazione nazionale vive fuori dai confini nazionali; e sarebbe stato anche un modo di imparare una lezione dai decenni di crescita del nostro Paese, dovuti anche alle rimesse di quei milioni italiani all'estero che mandano rimesse in Italia.

Voi istituite in questo provvedimento un portale, che si chiamerà “Capitale umano Italia”, per cercare di agevolare le informazioni sugli sgravi esistenti e sulle possibilità di rientro.

Questa è anche una buona idea; alcune misure per migliorarla, che ho presentato in Commissione, e che ripresenteremo in Aula per renderla un'idea giusta e concreta e non soltanto uno spauracchio di attività, sarebbero di creare questo portale presso la Farnesina e non presso il Viminale, per cercare di semplificare un po' la vita alle persone che cercano di tornare di stanza nel proprio Paese, che di solito vanno sul sito del Ministero degli Affari esteri e non del Viminale, e di crearlo in raccordo con il Ministero della Sanità, il MiSE, il Ministero del lavoro e il MIUR.

C'è anche un tema molto importante che abbiamo, cioè che dovremmo potenziare maggiormente l'unità di riconoscimento dei titoli di studio presso il MIUR, depotenziata con non sufficiente personale, per veramente garantire la mobilità delle esperienze e delle professionalità. Al riguardo il mio appello è che il portale venga esteso da includere sistemi di chiamata diretta per il personale medico italiano all'estero. Voi sapete che in Italia i media denunciano sempre una grande penuria di personale sanitario, e all'estero ci sono tantissimi medici italiani, alcuni dei quali vorrebbero tornare, ma non è così semplice, quindi mi appello per creare istituti di chiamata diretta e affinché il portale che questo provvedimento vuole introdurre venga ideato anche per risolvere questa tematica. Inoltre, viene stabilito che per accedere ai benefici fiscali basta essere residenti in Paesi con i quali l'Italia ha una convenzione contro le doppie imposizioni, allora per completezza sarebbe giusto normare e dire che per i Paesi in cui non esiste questa convenzione di doppia imposizione sia valida come norma, faccia fede, la data di registrazione all'AIRE. In termini di semplificazione fiscale, sarebbe stato utile avviare, invece, come noi abbiamo proposto, una nuova IMU, e fondere insieme la Tasi e l'IMU appunto per semplificare gli adempimenti ai contribuenti, come proposto al mio collega Fragomeli, e incrementare la riduzione dell'imposta dal 40 al 50 per cento per gli immobili strumentali, appunto per incentivare gli investimenti.

In tema di proroga Tari, si doveva venire incontro ai comuni e prevedere la possibilità per i comuni in attesa della revisione complessiva della Tari di adottare gli attuali coefficienti di graduazione delle tariffe, e prevedere la possibilità per i comuni di approvare le tariffe e il regolamento entro il 30 aprile di ciascun anno; queste sono delle norme che sarebbero state utili per venire incontro appunto degli enti locali. Il problema è che assistiamo alla “maggioranza del rinvio”, perché tantissime norme, anche giuste, in questo momento vengono rinviate agli anni a venire, e qui vediamo l'emergere di un leitmotiv dei lavori di questa maggioranza: come dicevo all'inizio, l'IVA non si capisce bene se l'aumenterete o no quest'anno, ed è qualcosa che gli operatori economici devono sapere il prima possibile per adeguarsi; il tema della prescrizione, che appunto, come abbiamo visto in decreti precedenti, avete rinviato sine die; e anche in materia fiscale oggi vediamo il rinvio di norme al 2020, tutto diventa valido dal 1° gennaio 2020, come le nuove norme per il rientro dei cervelli, di cui ho parlato poc'anzi. L'esenzione della Tasi per gli immobili costruiti e destinati dall'impresa costruttrice alla vendita, viene anche rinviata al 2020, creando una disparità tra immobili già pronti alla vendita e quelli che lo saranno; inoltre, la decorrenza della nuova disciplina sull'imponibilità dei canoni non percepiti, anche questa sarà in vigore a partire dal 1° gennaio 2020. Noi non capiamo bene il motivo di ciò, e in questo senso vanno i nostri emendamenti: fare in modo che si possa anticipare l'applicazione di queste norme a tutti i contratti vigenti, a tutti gli immobili destinati alla vendita che già esistono, a tutti i lavoratori o ricercatori italiani che sono già rientrati o sono in procinto di entrare.

 

Questo mi sembra il Governo del rinvio, ed è il nuovo mantra nazional-populista come il vostro: prometti, governa e rinvia, come nel caso dell'IVA, la TAV, la prescrizione e queste nuove, giuste e inoffensive riforme fiscali. Vi chiediamo quindi di governare con più decisione.