Discussione generale
Data: 
Lunedì, 15 Aprile, 2019
Nome: 
Silvia Fregolent

A.C. 1074-A

Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, quello che ci troviamo a discutere oggi in Aula è un provvedimento nato con grandi aspettative e con la finalità di sostenere le famiglie, le imprese e contrastare l'evasione fiscale. Un progetto di legge che si prefiggeva, quindi, l'obiettivo di agevolare, tra l'altro, l'aumento degli assegni per i nuclei familiari, la promozione dell'economia locale, con l'apertura di nuove attività commerciali, artigianali, servizi, la riduzione di aliquote di beni e servizi per bambini, persone disabili e non autosufficienti. Oltre un miliardo e mezzo di euro all'anno sarebbero stati messi, quindi, a disposizione di cittadini ed imprese, ma, proprio come il Governo del cambiamento, che ha promesso crescita, ma ha prodotto recessione, anche questo provvedimento si è svuotato completamente di investimenti e interventi sensibili per trasformarsi in una serie di norme parziali, spesso inutili e superate, che riguardano quasi esclusivamente la semplificazione, che non incidono, quindi, nello sviluppo sociale e economico del Paese.

Per quanto riguarda la semplificazione fiscale, gli interventi prioritari realmente efficaci erano già stati realizzati nelle precedenti legislature dai Governi a guida PD: mi riferisco, in particolare, allo snellimento degli adempimenti per le comunicazioni dell'IVA, alla fatturazione elettronica, che in campagna elettorale avevate osteggiato, ma che, poi, non avete minimamente toccato, la dichiarazione dei redditi precompilata. Misure concrete, che hanno inaugurato un nuovo rapporto tra fisco, cittadini ed imprese, che hanno portato, nel 2016, ad un recupero record dell'evasione fiscale: 19 miliardi di euro, con una crescita del 28 per cento rispetto al 2015.

Quello che stiamo esaminando qui, pertanto, è un provvedimento in cui, ancora una volta, il titolo non corrisponde allo svolgimento del tema, un provvedimento non di sistema come ci si attendeva, dato anche tutto il tempo che è stato in Commissione, ma spot, dove gli emendamenti onerosi sono stati quasi tutti cassati, cancellati, svuotati: non si può fare una riforma del fisco senza mettere mano ai soldi, al portafogli e, quindi, di fatto, questo provvedimento risulta oggi notevolmente indebolito.

Proprio perché, a differenza di quello che diceva l'onorevole Pagano, noi non consideriamo mai nessun provvedimento di minore portata, mettiamo impegno in tutti i provvedimenti che vengono in quest'Aula, a maggior ragione essendo questo uno dei pochi provvedimenti legislativi di valenza parlamentare che, forse, vedrà il traguardo in questa legislatura, ci siamo messi a disposizione della presidente della Commissione Ruocco per apportare le nostre modifiche. Ci è subito venuto all'occhio come alcune norme risultavano superate e frammentarie: quelle, ad esempio, riguardanti l'entrata in vigore della fatturazione elettronica e le modifiche delle scadenze per lo “spesometro”, superato, appunto, dalla fatturazione elettronica, la tassazione opzionale del reddito professionale, superata dalle norme delle leggi di bilancio del 2019, pertanto, sono state soppresse da emendamenti della relatrice. Altre norme che, invece, risultavano pericolose e volevano essere introdotte con emendamenti sono state sventate grazie al Partito Democratico: ci riferiamo all'emendamento che mirava alla trasparenza delle erogazioni pubbliche alle imprese e quello che prevedeva l'introduzione di sanzioni retroattive per la violazione degli obblighi di dichiarazione IVA. Norme che avevano una valenza sociale, quali l'estensione dell'assegno di natalità e l'IVA agevolata per i prodotti dell'infanzia e la disabilità, nonché la riduzione delle rette nelle strutture sociosanitarie sono state soppresse da emendamenti della maggioranza, svuotando di contenuto il provvedimento.

Riteniamo, tuttavia, utile - e facciamo un applauso - quello che avviene con l'articolo 7-bis, che incide sull'articolo 89 del codice del terzo settore, ed è volto ad inserire le associazioni con fini assistenziali tra gli enti associativi non commerciali ai fini delle imposte sui redditi, oltre a dare un impulso al settore no profit. È uno dei pochi elementi positivi di questa proposta di legge. In molte disposizioni sono stati accolti dei nostri emendamenti e per questo ringrazio particolarmente la presidente: l'ampliamento delle compensazioni con il modello F24 anche per le tasse sulle concessioni governative, le tasse scolastiche; la possibilità di aggiornare i dati dell'ISEE prendendo a riferimento i redditi riferiti al periodo più ravvicinato, qualora risultasse più conveniente al nucleo familiare; la delimitazione dell'applicazione delle agevolazioni volte a promuovere l'economia locale ai soli esercizi di vicinato e alle medie strutture di vendita, al fine di incrementare le risorse delle stesse destinate.

Molti emendamenti del PD purtroppo non sono stati approvati in Commissione perché considerati, appunto, onerosi, ma avrebbero ulteriormente contribuito a migliorare il testo. In particolare, l'estensione della disciplina agevolata in materia di non imponibilità dei canoni non percepiti anche alle locazioni non abitative per ragioni di equità e di uniformità di trattamento, l'anticipazione della decorrenza sulla nuova disciplina sull'imponibilità dei canoni non percepiti dalla data di approvazione della legge, anziché al 1° gennaio 2020, applicandola così a tutti i contratti e non solo a quelli di nuova stipula, ed evitando una disparità, quindi, di trattamento. Quello che noi prevedevamo con questo disegno di legge era di cercare di migliorare la semplificazione, ma invece, purtroppo, tutte le norme che andavano verso questa impostazione sono state bocciate dal Governo.

Ora, non ci può essere una rivoluzione fiscale senza mettere soldi. Oltre il miliardo e mezzo che era stabilito all'inizio del disegno di legge si è notevolmente ridotto e la quantificazione non è stata messa in chiaro attraverso delle entrate effettive, ma sotto una generica dizione di maggiori entrate derivanti dalla verifica da parte dell'Agenzia delle entrate della corretta annotazione dell'assolvimento dell'imposta di bollo sulle fatture elettroniche. Alla faccia della semplificazione! In più, in un provvedimento che ha come mission finale quella di ridurre le tasse, si dice che verrà finanziata con l'aumento di queste. Le norme, pertanto, non potranno avere un impatto significativo sul sostegno delle attività economiche delle famiglie come è previsto nel titolo della proposta in esame, ed è questo il maggior limite che questo provvedimento ha, oltre a non essere sistemico. Ancora una volta si è persa una grande opportunità proprio perché era un provvedimento di natura parlamentare che è stato depositato a settembre, e quindi avevamo tutto il tempo del caso per fare un taglio effettivo delle tasse e una semplificazione effettiva di come si pagano.

Invece, a parte le norme approvate negli anni scorsi a guida del nostro Governo, oggi nuove procedure semplificate non si vedono. In più, noi abbiamo cercato fino alla fine di fare quello che l'onorevole Pagano prima ci suggeriva, cioè il ritorno dei cervelli in fuga dal nostro Paese, soprattutto in questa fase dove la Brexit sta rendendo appetibile fare misure economiche per attrarre quelle aziende che stanno andando via da quel Paese, perché è molto più facile dire che si va via dall'Europa o si va via dall'euro; poi, quando si applica quello che nei programmi sovranisti e populisti viene elencato in maniera semplificata, si vede, come sta succedendo in Gran Bretagna, che questo provoca caos politico e recessione. Visto che gran parte dei Paesi si stanno organizzando per attrarre quelle aziende che stanno andando via da questi Paesi, noi avevamo presentato degli emendamenti, a prima firma del collega Ungaro, proprio per cercare di attrarre quelle economie, ma, ancora una volta, ci è stato detto di no dal Governo del cambiamento perché costavano.

Mi chiedo quanto costi far entrare un'azienda che produce e che avrebbe fatto incrementare attività lavorative in questo Paese piuttosto che le misure che vediamo oggi sbandierate, tipo quota 100 e reddito cittadinanza, quelle sì veramente improduttive. Noi abbiamo dato il nostro contributo, lo daremo anche presentando emendamenti; non abbiamo mai fatto ostruzionismo su questo argomento, come su tutti gli altri, perché siamo una forza di Governo interiormente seria, e quindi, anche quando facciamo opposizione, abbiamo prima l'interesse del Paese che i nostri meri interessi elettorali. Ci troverete sempre dalla parte dei cittadini, però devo dire che questo provvedimento, che doveva essere dalla parte delle aziende e dei cittadini, poi, di fatto, si è molto svuotato di questo contenuto e alla fine l'esito è veramente debole e insoddisfacente.