Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, chiedere al Partito Democratico se è favorevole alle semplificazioni ci sembra quasi una provocazione: la maggiore delle semplificazioni sarebbe stata quella di votare “sì” al referendum del 4 dicembre 2016, che vedeva finalmente uno Stato più efficiente, senza enti che fanno la stessa cosa, ma, purtroppo, sappiamo com'è andata.
Avevamo grandi aspettative e devo dire che abbiamo fatto di tutto perché queste aspettative venissero realizzate con la finalità di sostenere le famiglie, le imprese, contrastare l'evasione fiscale. Un progetto di legge, quindi, che si prefiggeva l'obiettivo di agevolare, tra l'altro, l'aumento degli assegni per i nuclei familiari, la promozione dell'economia locale con l'apertura di nuove attività commerciali, artigianali e servizi, la riduzione delle aliquote di beni e servizi per i bambini e le persone disabili e non autosufficienti. Oltre un miliardo e mezzo di euro all'anno sarebbero stati messi, quindi, a disposizione di cittadini ed imprese. Ma proprio come il Governo del cambiamento, che ha promesso crescita, ma ha prodotto recessione, anche questo provvedimento si è svuotato completamente di investimenti e di interventi sensibili per trasformarsi in una serie di norme parziali, spesso inutili e superate, che riguardano quasi esclusivamente la semplificazione e che non incidono, quindi, nello sviluppo sociale ed economico.
Scendendo nel dettaglio, vediamo, infatti, che il testo è stato notevolmente modificato rispetto alla proposta di legge, i cui contenuti originari erano anche in parte condivisibili, come abbiamo detto nell'esame in Commissione. Se alcune norme risultavano, quindi, superate, frammentate, come lo “spesometro”, la tassazione opzionale del reddito professionale, erano comunque presenti provvedimenti che avevano una valenza sociale, quali l'estensione dell'assegno di natalità e l'IVA agevolata per i prodotti dell'infanzia e la disabilità, nonché la riduzione delle rette nelle strutture sociosanitarie.
Nonostante la buona volontà dell'opposizione e del Partito Democratico, la discussione in Commissione è stata, però, oggetto di liti e veti incrociati dei partiti di maggioranza che, anche grazie all'ostruzionismo del Governo, hanno modificato la proposta di legge, rendendola inutile e controproducente. Le norme di valenza sociale sono state soppresse proprio da emendamenti della relatrice, l'onorevole Ruocco, perché considerati troppo onerosi dal Governo. Quindi, a parole, promuovete la famiglia, nei fatti, niente.
Norme pericolose e palesemente incostituzionali sono state sventate dalle iniziative del Partito Democratico. L'azione del PD si è, inoltre, concretizzata nel dibattito in Commissione, con l'accoglimento di alcuni emendamenti che hanno migliorato notevolmente il testo. Mi riferisco, in particolare, all'ampliamento delle compensazioni con il modello F24 anche per le tasse sulle concessioni governative e le tasse scolastiche, alla possibilità di aggiornare i dati ISEE prendendo a riferimento i redditi riferiti al periodo più ravvicinato qualora risultasse più conveniente per il nucleo familiare, alla delimitazione dell'applicazione dell'agevolazione volta a promuovere l'economia locale ai soli esercizi di vicinato e alle medie strutture di vendita, al fine di incrementare le risorse alle stesse destinate.
Molti emendamenti del PD non sono stati approvati in Commissione, ma avrebbero ulteriormente contribuito a migliorare il testo, come, ad esempio, l'estensione della disciplina agevolata di non imponibilità dei canoni non percepiti anche alle locazioni non abitative per ragioni di equità e uniformità di trattamento; l'anticipazione della decorrenza della nuova disciplina sull'imponibilità di canoni non percepiti alla data di approvazione della legge, anziché il 1° gennaio 2020, applicandola così a tutti i contratti, non soltanto quelli di nuova stipula, evitando una disparità di trattamento non comprensibile; la correzione della disparità di trattamento tra soggetti, lavoratori e ricercatori, che rientrano a partire dal 2020 e quelli già rientrati a seguito delle procedure normative di favore, estendendo la concessione dei benefici fiscali previsti dalla proposta di legge; fino alla battaglia che abbiamo fatto qui, in Aula, sull'IVA dei prodotti sanitari femminili che, a parole, avete detto che ci avreste accolto e non avete neanche accolto il nostro ordine del giorno. Mi sono soffermata sull'iter in Commissione e in Aula per far risaltare ancora una volta l'iniziativa propositiva del Partito Democratico nei confronti di un provvedimento che poteva rappresentare, come proprio rappresenta il titolo originario, uno strumento per approvare disposizioni per la semplificazione fiscale e il sostegno delle attività economiche e delle famiglie e il contrasto dell'evasione fiscale, come fosse da noi auspicato e come ci abbiamo contribuito. Purtroppo, se per il sostegno delle famiglie e delle attività economiche non è rimasto nulla, le misure inserite per il contrasto dell'evasione e per la semplificazione fiscale sono parziali e inefficaci. Ne è ulteriore riprova, come abbiamo già ricordato, anche il fatto che la copertura finanziaria originariamente prevista per oltre un miliardo e mezzo è stata notevolmente ridotta. Per quanto riguarda la semplificazione e l'evasione fiscale, nonostante i 37 articoli di cui si compone il provvedimento, vi è una totale mancanza di norme adeguate. Anche in questo settore gli interventi prioritari realmente efficaci erano stati realizzati dalle precedenti legislature, dai Governi a guida PD. Con la legge delega 11 marzo 2014, n. 23, i Governi a guida PD hanno, infatti, emanato undici decreti legislativi volti a semplificare gli adempimenti gravanti sui contribuenti. Mi riferisco allo snellimento degli adempimenti per le comunicazioni dell'IVA, alla rateizzazione per i soggetti in difficoltà, alla fatturazione elettronica e alla trasmissione telematica delle operazioni fiscali, alla dichiarazione dei redditi precompilata del 2016 che l'Agenzia delle Entrate mette a disposizione con dati già preinseriti.
Per favorire la certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente è stata, inoltre, prevista l'immediata esecutività delle sentenze in favore del contribuente, il potenziamento dello strumento della mediazione, ora applicabile a tutte le controversie di tipo tributario, nonché l'estensione della tutela cautelare. Per favorire la crescita e l'internazionalizzazione delle imprese sono stati, poi, ridotti i vincoli delle operazioni transfrontaliere e, allo stesso tempo, sono stati introdotti accordi preventivi con il fisco per chi investe in Italia e nuove forme di interpello per le società che effettuano grandi investimenti. Si è trattato di misure concrete, che hanno inaugurato un nuovo rapporto tra fisco, cittadini ed imprese, che ha portato, nel 2016, ad avere il record di recupero dell'evasione: 19 miliardi, una crescita del 28 per cento rispetto al 2015.
Quindi, cari colleghi - e mi appresto a concludere -, questo provvedimento è soprattutto un'occasione mancata: poteva essere un'opportunità per continuare il percorso virtuoso ed efficace di riforme intrapreso nella scorsa legislatura, ma si è rivelato un fallimento a causa dei contrasti tra il Governo e la sua maggioranza. Le riforme, in ogni campo, richiedono scelte ed indirizzi chiari: non si possono fare le riforme, cari colleghi della maggioranza, cercando di accontentare tutti e finendo per scontentare solo i cittadini onesti. Confidiamo che questo provvedimento possa comunque, nel corso della discussione in Senato, recuperare le sue finalità originarie e reintrodurre, sia per quanto riguarda il sostegno delle famiglie e delle imprese, sia per ciò che concerne la semplificazione e il contrasto dell'evasione fiscale, un impianto normativo solido ed efficace, in continuità con i provvedimenti vigenti approvati nella scorsa legislatura e con la collaborazione attiva delle opposizioni.
Visto che noi siamo così sensibili al tema delle semplificazioni e dato solamente il titolo, perché è rimasto solo questo di semplificazione in questo provvedimento, non ce la sentiamo di votare in contrasto, ma, come diceva l'onorevole Osnato, non ci scalda il cuore neanche per votare in maniera favorevole per tutte le cose che ho detto.
Manca veramente di tutto questo provvedimento, manca soprattutto della consapevolezza che i cittadini vorrebbero un'Italia più giusta ed equa, e questo provvedimento, che poteva essere un'occasione per dare un giusto segnale, non lo è. Quindi, il Partito Democratico si asterrà. Ci auguriamo che al Senato accogliate i nostri provvedimenti e i nostri emendamenti per rendere più efficace il provvedimento.