Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 15 Novembre, 2017
Nome: 
Walter Verini

 

A.C. 3365-B

Grazie, Presidente. Per il nostro gruppo, in questi anni, la lotta alla corruzione è stata un faro, una bussola. Ora siamo quasi alla fine della legislatura ed è possibile, anche su questo, tracciare qualche bilancio. Sono stati gli anni nei quali i Governi a guida PD e Parlamento, Governi e Parlamento, hanno colpito e rafforzato le pene per il voto di scambio politico-mafioso…

. …e ripenalizzato il falso in bilancio. È stato introdotto il reato di autoriciclaggio, sono state approvate norme importanti contro gli ecoreati e le ecomafie o contro la piaga criminale del caporalato. Dopo anni di attesa sono legge il nuovo codice antimafia e le nuove norme per rendere efficace, trasparente e produttivo il ritorno alla legalità nella gestione dei beni confiscati. L'aumento sostanziale dei tempi precedenti allo scatto della prescrizione per i reati contro la pubblica amministrazione è stato un altro grande segnale in questo senso.

Potremmo continuare ricordando riforme che potranno far funzionare meglio l'azione penale, come la riforma del codice o altri provvedimenti. Vorrei solo citare due leggi, se così possiamo dire, di prevenzione, di contrasto preventivo alla corruzione. Penso al nuovo codice degli appalti e penso alla riforma della pubblica amministrazione: sono due leggi importanti, certamente migliorabili, perfettibili, ma che vanno nella direzione di semplificare e rendere meno opaco, meno discrezionale, e quindi più trasparente, il percorso negli atti della pubblica amministrazione e i rapporti con i cittadini, che, lo dobbiamo ripetere, non lo dobbiamo dimenticare mai, sono titolari di diritti e di doveri, e non di favori.

Certo, c'è ancora molto da fare, guai ad abbassare la guardia. Recenti rapporti internazionali, autorevoli e attendibili, ci dicono che l'Italia deve ancora compiere passi in avanti per debellare la piaga della corruzione, che non rappresenta soltanto una grave ferita etica e morale, ma anche un gravissimo freno alla crescita economica, al rispetto delle regole, del merito e del bisogno dei cittadini, al rispetto delle regole di mercato. A farne le spese sono milioni e milioni di persone perbene, milioni di imprese che compiono ogni giorno il proprio dovere. Ma, accanto ai rapporti e alle statistiche, pure importanti, a ricordarci come la lotta alla corruzione rimanga una priorità ce lo dicono anche cronache recenti, che hanno visto pericolose contiguità tra politica e affari, tra politica e criminalità.

Penso alla Sicilia e penso al litorale romano, a Ostia in particolare. E, a questo proposito, Presidente, mi sia consentito di aprire una parentesi: su quanto accaduto ad Ostia, sulla presenza di voto di scambio in quella realtà, c'è stata una interrogazione parlamentare nelle scorse ore di una nostra collega, la deputata Morani che, nell'esercizio delle sue prerogative, ha fatto giustamente un'interrogazione al Ministro degli Interni che tutti noi idealmente sottoscriviamo. Bene, davanti a questo atto parlamentare di trasparenza, c'è stata una reazione del solito deputato Corsaro, che già aveva dato prove di antisemitismo,  al quale dico: quelle parole dette contro la Morani dovrebbero farti provare vergogna! Chiedo, Presidente, che siano sottoposte a un esame dell'Ufficio di Presidenza perché ritengo che ci siano tutti gli elementi per censurare quelle parole che vanno ben oltre le prerogative parlamentari.

Ha ragione il Presidente Mattarella quando richiama tutti al rispetto delle regole e della legalità e al lavoro incessante per diffondere la cultura della legalità. Ha ragione il presidente dell'ANAC, Cantone, quando richiama a proseguire su questa strada, anche con l'adozione di normative efficaci più stringenti legate alla regolamentazione dell'attività delle lobbies e alle norme per regolare correttamente il conflitto di interesse.

Allora, è in questo quadro che si colloca il provvedimento che voteremo tra poco. Noi, quando altre forze politiche hanno proposto questa legge, che oggi rafforza e migliora norme già contenute nella “legge Severino”, non abbiamo avuto pregiudiziali, abbiamo lavorato, come Democratici, per togliere dalla proposta iniziale dei 5 Stelle aspetti che, secondo noi, erano sbagliati, quelli che incentivavano il dilagare delle segnalazioni anonime, delle delazioni che spesso, come è noto, sono infondate, perché magari sono basate su inimicizie e rivalità personali negli uffici. Del resto, è lo stesso Cantone ad avvertirci che gran parte delle segnalazioni che vengono fatte oggi sulla base della legge del 2012, nascono proprio da questo e non da fatti reali o fondati. Abbiamo, quindi, lavorato per rendere efficace, e non propagandistico, il provvedimento, per togliere premialità o addirittura monetizzazione delle segnalazioni; e ci mancherebbe! Abbiamo lavorato per tutelare davvero la riservatezza di chi segnala comportamenti e pratiche che possono nascondere illeciti e reati, per tutelare la stabilità lavorativa di chi, con coraggio e senso civico, segnala cose per fare l'interesse pubblico, della pubblica amministrazione, e quindi abbiamo lavorato per evitare ritorsioni, demansionamenti, isolamenti nei confronti di queste persone.

La norma potrà certamente essere migliorata. Qualcuno ha rilevato che andrebbero previste ulteriori tutele nei confronti delle persone che segnalano nel settore privato, per esempio, o nei confronti, di converso, di persone oggetto di segnalazioni non supportate da fatti concreti. È possibile, ce lo dirà l'applicazione concreta di queste norme; certo è che già ora il codice penale e civile offrono strumenti di tutela e di difesa per chi viene calunniato, diffamato, colpito ingiustamente nell'onorabilità.

Insomma, si tratta di un provvedimento giusto e significativo, come ha detto anche un testimone di questa pratica di coraggio come Andrea Franzoso. Un provvedimento che votiamo con convinzione perché, come gruppo PD, siamo stati determinanti per renderlo un provvedimento serio e cogliamo l'occasione per auspicare, come ha già fatto in discussione generale il deputato Mattiello, che il Senato riesca ad approvare in via definitiva la legge per la tutela di altri cittadini italiani che hanno il coraggio di denunciare mafia e criminalità, e mi riferisco alla legge per la tutela dei testimoni di giustizia.

Presidente, ho finito, però vorrei sottolineare infine una cosa: nel percorso di questo atto, io vorrei sottolineare l'atteggiamento, lo stile, la sostanza, del gruppo del Partito Democratico. Intendiamo dire, come accennavamo all'inizio, che l'essere venuta, questa proposta di legge, da un gruppo di opposizione come i 5 stelle, non ha impedito ai membri democratici della Commissione lavoro e della Commissione giustizia di discutere, confrontarsi, polemizzare, proporre e votare contenuti anche alternativi.

Non ci siamo cioè opposti pregiudizialmente al provvedimento solo perché è proposto da altri. Abbiamo contribuito sostanzialmente a renderlo migliore. È l'esatto opposto dell'atteggiamento tenuto dai gruppi di opposizione, troppo spesso in questi anni, anche dai colleghi dei Cinque Stelle, nei confronti di tante leggi giuste, demonizzate non per il contenuto, ma in quanto sostenute dai Governi a guida PD e dalla maggioranza, descritti sempre come l'impero del male. Noi possiamo - lo dico con umiltà - come tutti compiere errori, votare leggi imperfette, ma abbiamo lavorato in questi anni mossi da una bussola quella dell'interesse del Paese e le battaglie per le regole, contro l'illegalità, la criminalità, la corruzione, sono state elementi centrali di questo impegno. Lo abbiamo dimostrato anche in questa circostanza, con questa legge che votiamo, convinti di approvare una cosa utile per il Paese.