Dichiarazioni di voto finale
Data: 
Giovedì, 20 Luglio, 2017
Nome: 
Vanessa Camani

A.C. 4505-A

 

Signor Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretario, questo provvedimento, nell'ambito della cosiddetta sessione comunitaria, conferma il proficuo impegno che Governo e Parlamento hanno messo costantemente in campo per dare attuazione alle opportunità dell'appartenenza e della partecipazione dell'Italia all'Unione europea. Non solo, dunque, uno strumento tecnico la legge europea per ridurre il numero di contenziosi che le istituzioni comunitarie hanno sollevato nei confronti dell'Italia, ma un vero e proprio investimento politico del nostro Paese nel percorso di avvicinamento della normativa nazionale a quella europea. Una scelta che, come Partito Democratico, riteniamo strategica e qualificante e che abbiamo rafforzato e ribadito costantemente in questa legislatura.

Questa determinazione ha, infatti, consentito, in poco più di tre anni, di dimezzare il numero di procedure di infrazione e di fare dell'Italia il Paese più virtuoso nella gestione dei casi di contenzioso comunitario. Con questo provvedimento, quando sarà approvato, chiuderemo altre tre procedure di infrazione e definiremo altri sette casi EU Pilot.

Sappiamo perfettamente che l'Italia rimane uno dei Paesi con una situazione di contenzioso con la UE abbastanza critica, ma è altrettanto evidente come il lavoro costante di questi anni ci ha portato a raggiungere, oggi, il minimo storico di 65 procedure aperte. Un obiettivo ottenuto grazie ad una duplice attenzione: da un lato, con la capacità di intervenire con rapidità sia in fase di contenzioso sia in fase di prevenzione e, dall'altro lato, con l'accresciuta compatibilità della legislazione italiana con quella comunitaria, a testimonianza di una maggiore consapevolezza dell'impatto positivo che le politiche europee possono avere anche nel nostro Paese.

Nel 2016, rispetto al numero di nuove procedure di contenzioso aperto, l'Italia ha fatto meglio di Germania e di Francia e, nel medesimo anno, questo percorso virtuoso si è tradotto in una economia di oltre 180 milioni di euro, ottenendo così un risparmio complessivo, che potremmo definire di legislatura, di un miliardo e 400 milioni di euro. Ma oltre alle evidenti convenienze economiche, questo risultato testimonia concretamente come per Governo e Parlamento il tema della costruzione europea non sia un vessillo da utilizzare solo nel momento del bisogno, quanto, piuttosto, il convincimento profondo circa la necessità di tradurre i valori e i principi comunitari in scelte che accelerino l'integrazione e rafforzino le tutele dei cittadini europei.

Con la legge europea mettiamo dunque i cittadini e le imprese italiane nelle condizioni di poter beneficiare, al pari degli altri cittadini europei, dei maggiori diritti e delle migliori garanzie che le normative comunitarie prevedono, in virtù della capacità dell'Europa di poter rispondere meglio dei singoli Stati membri alle aspettative delle persone. La direzione dunque, signor Presidente, a nostro giudizio è quella giusta: abbiamo finalmente superato la fase che ci ha visti impegnati nel recuperare il ritardo accumulato in passato. E per il suo tramite, Presidente, lo dico anche ai colleghi della Lega Nord: il ritardo è dovuto non tanto a errori di valutazione legati all'attività di questo Governo, quanto piuttosto alle contestazioni fondate su normative comunitarie che negli anni precedenti, nelle legislature precedenti, i Governi precedenti, quelli in cui la Lega Nord sedeva, non hanno negoziato nelle sedi comunitarie le normative che oggi dobbiamo andare a recepire. Dunque, la responsabilità non è di chi oggi cerca di risolvere il contenzioso comunitario, ma semmai di chi, quando ne aveva la possibilità, ha rinunciato a esercitare la propria funzione in sede negoziale nelle istituzioni comunitarie.

Oggi dunque entriamo nel vivo della partita, in primo luogo per l'importanza strategica che rivestano le tematiche qui contenute: interventi in materia di libera circolazione di merci, persone e servizi; disposizioni in tema di fiscalità, di lavoro, di salute; rilevanti previsioni in materia ambientale. In secondo luogo, per il tema che qualifica in maniera rilevante questo provvedimento: il riconoscimento dei diritti fondamentali, perché l'Europa deve essere prima di tutto lo spazio delle maggiori garanzie e delle maggiori tutele, il luogo in cui di più e meglio possono trovare le risposte e legittime aspettative dei cittadini. Con l'approvazione di questa legge, infatti, si amplierà il campo di applicazione dell'aggravante di negazionismo e si interverrà sulla disciplina dell'indennizzo delle vittime di reati intenzionali e violenti, estendendone l'ambito di applicazione. L'articolo era già stato migliorato in Commissione, e grazie a un lavoro continuo, che è continuato anche nella fase emendativa dell'Aula, siamo riusciti a recuperare un maggior numero di risorse e ad estendere ulteriormente i soggetti che potranno accedere a questo fondo. E rispetto al testo proposto inizialmente dal Governo, il Parlamento è intervenuto in maniera puntuale e precisa, ne abbiamo ampliati i contenuti, sia in termini qualitativi che quantitativi. Alcune novità importanti sono già state introdotte in sede di Commissione, come l'emendamento all'articolo 2-bis in cui si interviene in materia di roaming.
Il 15 giugno di quest'anno, infatti, il Parlamento europeo ha rimosso l'ultimo ostacolo all'abolizione dei costi di roaming, consentendo a tutti i cittadini europei di poter utilizzare telefonini, smartphone e tablet senza costi aggiuntivi mentre si viaggia in Europa. Per rendere pienamente efficace questa novità, era però necessario intervenire nell'ordinamento nazionale, introducendo le sanzioni per la violazione di queste disposizioni europee, e questo abbiamo fatto. Così come le previsioni contenute nell'articolo 13-bis, inserito anche esso durante l'esame in Commissione, che ha esteso la possibilità di avvalersi di personale non appartenente alla pubblica amministrazione anche per interventi di cooperazione allo sviluppo, con il finanziamento dell'Unione europea. Anche il lavoro dell'Aula ha introdotto novità rilevanti al testo, con l'approvazione di diversi emendamenti che ne hanno ulteriormente accresciuto i contenuti. Siamo infatti intervenuti in materia di commercio elettronico, per rafforzare le responsabilità per gli operatori che commettano illeciti; abbiamo introdotto rilevanti disposizioni in materia fiscale, che consentono ai cittadini e alle imprese italiane di poter usufruire delle medesime possibilità di tutti gli altri cittadini europei; e abbiamo adeguato la normativa nazionale in materia di aiuti di Stato e di energia. Dopo un lungo negoziato, abbiamo infatti finalmente adottato gli indirizzi comunitari sulle aziende energivore, e contemporaneamente, sfruttando i risparmi della componente A3, ridurremo i costi delle bollette per le famiglie e le imprese non energivore: una previsione di grande equità, che aiuta imprese, quindi l'occupazione, e le famiglie. Insomma, diritti dei cittadini europei, mercato unico digitale, politiche fiscali omogenee: sono molti gli aspetti che contribuiscono a rendere concreto il senso di cittadinanza europea, e con questo provvedimento avviciniamo ancor più l'Italia all'Europa.

Ma siamo anche consapevoli che il terreno della sfida non è semplicemente quello relativo ai singoli interventi, sullo sfondo pesa la crisi profonda che l'Unione sta attraversando. Per avvicinarci all'Europa, dobbiamo saper coniugare la strada percorsa fino ad ora, costruita su conquiste quotidiane di cittadinanza, con una strada nuova, capace di rinnovare un vero e proprio patto sociale europeo. I Governi nazionali e le forze politiche troppo spesso parlano solo al proprio pubblico, senza pensare a un futuro in comune; cavalcano il sentimento di insicurezza e sfiducia senza spesso saper guardare oltre la propria frontiera. Non possiamo avvantaggiarci di essere europei per risparmiare sulle tariffe telefoniche per navigare in Internet dall'estero ma dimenticare questo comune destino quando si tratta di pianificare una condivisione ordinata e sociale dell'emergenza migranti, o quando si chiedono maggiori risorse per politiche di protezione sociale. Per questa ragione, con la stessa determinazione con cui in questi anni abbiamo lavorato per avvicinare gli italiani all'Europa, riteniamo fondamentale perseguire nello sforzo di avvicinare l'Europa agli italiani.

Sul tema delle grandi migrazioni serve una svolta essenziale. Nel breve, anzi brevissimo tempo, molte forze politiche e numerosi Paesi, nonché la stessa Unione, immaginano di fondare le proprie politiche di accoglienza sulla distinzione tra profughi e migranti economici: un approccio non lungimirante che, nel tentativo di ricercare un difficile equilibrio tra i vari interessi nazionali, finisce per scontentare tutti. L'Italia ha svolto e continua a svolgere la sua parte, ma questo non basta e non possiamo fare tutto da soli. E appare quanto meno riduttivo che, rispetto alla questione epocale che abbiamo di fronte, in Italia le forze politiche si dividano, probabilmente più per ragioni elettorali che di principio, sull'adozione dello iussoli quale base della cittadinanza, invece che porsi con serietà e rigore in una prospettiva di intervento realmente efficace. Per queste ragioni, solo attraverso una condivisa, rinnovata strategia europea, si può pensare di sperare di rilanciare il processo di integrazione, e con questa legge andiamo esattamente in questa direzione. Esprimendo dunque a nome del Partito Democratico il voto favorevole alla legge, intendiamo rinnovare il nostro impegno affinché l'Europa torni ad essere strumento reale e concreto di coesione e di pace, in grado di creare una nuova ragione sociale comune. Voteremo a favore guardando all'interesse nazionale, e con la responsabilità piena di una forza politica convintamente europeista, che non intende mai cedere a facili slogan e populismi ma continuare con serietà a percorrere la strada dell'integrazione europea.