A.C. 2573
Presidente, colleghe, colleghi, esponenti del Governo, l'esame del Rendiconto dello Stato 2019 e dell'assestamento di bilancio 2020 quest'anno si è svolto in uno scenario economico e sociale che non ha precedenti nella nostra storia repubblicana. Questo passaggio aveva assunto negli anni scorsi l'aspetto di un passaggio rituale per addetti ai lavori, a causa anche del suo elevato tecnicismo, sebbene si tratti di due provvedimenti particolarmente significativi nell'ambito del ciclo di bilancio. Il Rendiconto generale dello Stato appena approvato è lo strumento, infatti, attraverso il quale il Governo, alla chiusura dell'anno finanziario, rende noti al Parlamento, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, i risultati della gestione finanziaria. Viene consentito, in tal modo, il passaggio dalla precedente legge di bilancio al futuro bilancio previsionale.
Il Rendiconto pertanto, nel certificare la gestione dell'anno precedente, ha costituito la necessaria base contabile sulla quale si adeguano le autorizzazioni di cassa dell'anno in corso, quindi, l'assestamento e, al tempo stesso, si costituiscono le previsioni per l'anno successivo, ovvero per la legge di bilancio del 2021. L'assestamento di bilancio che approviamo ora consente, invece, l'aggiornamento a metà dell'esercizio degli stanziamenti del bilancio, anche in base alla consistenza dei residui attivi e passivi accertati in sede di Rendiconto dell'anno precedente. Conseguentemente, il disegno di legge di assestamento si connette funzionalmente con il Rendiconto del bilancio relativo all'esercizio precedente.
L'entità dei residui attivi e passivi esistenti all'inizio dell'esercizio finanziario che al momento dell'elaborazione e approvazione del bilancio di previsione è stimabile solo in maniera approssimativa viene, infatti, definita in assestamento sulla base delle risultanze del Rendiconto. Il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente per il 2021 che il Governo presenterà nel prossimo mese di ottobre, dunque, assumerà come base di riferimento per la valutazione i risultati definiti nel Rendiconto 2019 e nell'assestamento 2020. È del tutto evidente, pertanto, come il Rendiconto 2019, l'assestamento 2020 e la prossima legge di bilancio 2021 siano strettamente connessi tra loro, un legame che, al di là delle fredde cifre contabili, ha in realtà un valore altamente politico, perché altamente politico è il valore del voto sul bilancio dello Stato, non solo per il rapporto di fiducia che deve necessariamente intercorrere tra Governo e Parlamento, ma forse ancora più importante perché è l'espressione della fiducia che i cittadini ripongono nelle istituzioni. Infatti, con l'approvazione della legge di bilancio si concentrano le fondamentali scelte di indirizzo, si decide della contribuzione dei cittadini alle entrate dello Stato e dell'allocazione delle risorse pubbliche.
Il dibattito sull'assestamento e sul Rendiconto ha, quindi, fornito un quadro significativo dell'andamento dei nostri conti pubblici e di come questi abbiano risentito in maniera pesante della pandemia da COVID-19 che ha travolto il mondo intero e che, ancora adesso, grava minacciosamente al nostro orizzonte. I dati a consuntivo del 2019 facevano sperare in un futuro più roseo per le nostre finanze; certamente, malgrado lo shock provocato alla nostra economia dall'epidemia, questi dati ci consentono ancora oggi di poter affermare che la finanza pubblica italiana è pienamente sostenibile. Il Governo, come ha giustamente rivendicato con orgoglio il Ministro Gualtieri in quest'Aula, a marzo, sin dal suo insediamento, ha avuto come obiettivo prioritario l'incentivazione dell'adempimento spontaneo degli obblighi tributari, attraverso la piena attuazione di misure quali la fatturazione elettronica. A questo risultato ha contribuito anche, è evidente, l'efficace controllo della spesa delle pubbliche amministrazioni.
Permettetemi anche di ricordare in questa sede il risultato positivo della spesa per investimenti che, anche per effetto degli interventi di sblocco adottati nei primi mesi dell'azione di Governo, è tornata a crescere dopo quattro anni, segnando un aumento di quasi 3 miliardi rispetto al 2018. Il saldo primario, uno dei nostri fondamentali di cui siamo più orgogliosi in Europa, è risultato positivo e pari all'1,7 per cento del PIL, parliamo di 31 miliardi, con una crescita di 0,2 punti percentuali rispetto al 2018, quand'era all'1,5 per cento. La spesa per interessi è stata pari al 3,4 per cento del PIL, con una diminuzione di 0,3 punti rispetto al 2018. Il saldo di parte corrente è stato positivo e pari a 27,8 miliardi a fronte dei 16 del 2018.
Nel merito del disegno di legge di assestamento che, ricordiamo, ha la funzione di consentire a metà esercizio un aggiornamento degli stanziamenti di bilancio, non possiamo non partire dallo shock che ci ha investito e ha completamente ribaltato lo scenario che iniziava a delinearsi all'inizio del 2020.
I dati relativi ai primi mesi dell'anno mostravano infatti andamenti pienamente in linea con le migliori previsioni formulate dal Governo in autunno; il deficit era al di sotto delle aspettative, il profilo della crescita, che si era gradualmente indebolito alla fine del 2019, sulla base degli indicatori, faceva ritenere che l'economia si fosse stabilmente avviata sul sentiero di una moderata ripresa. Le stringenti misure di contenimento dell'epidemia, che ci siamo trovati a dover adottare per primi tra le nazioni europee, hanno avuto purtroppo un impatto senza precedenti sulla nostra economia. Di fronte a questo terremoto inaspettato e potente, reso ancora più forte dal fatto, che, in modo simmetrico, sono state colpite le economie di tutti i Paesi del mondo e dei nostri partner europei, il Governo, con il sostegno del Parlamento, ha risposto con interventi tempestivi e di una portata senza precedenti.
Le variazioni di bilancio, che oggi approviamo nella proposta di disegno di legge di assestamento, recepiscono, oltre alle modifiche apportate con atti amministrativi, gli effetti finanziari dei provvedimenti legislativi emanati successivamente all'approvazione della legge di bilancio, ma in modo particolare alle misure straordinarie adottate per contrastare le ricadute negative dell'epidemia sulla nostra economia: il decreto-legge n. 18 (cosiddetto Cura Italia), il decreto-legge n. 23 (“decreto Liquidità”) e il decreto-legge n. 34 (“decreto Rilancio”).
Gli effetti sulla nostra finanza pubblica, come fa presente la relazione al disegno di legge, sono pesanti con un peggioramento del saldo netto da finanziare, rispetto alle previsioni iniziali della legge di bilancio. Per fronteggiare l'emergenza epidemiologica, il Parlamento ha autorizzato il ricorso all'indebitamento. Si registra nel complesso un incremento delle spese finali per oltre 179 miliardi di euro, in parte compensato da un incremento delle entrate per circa 8 miliardi, e una riduzione delle entrate finali per 50 miliardi di euro, di cui 39 relative alle entrate tributarie. È interamente determinato, per 39 miliardi di calo delle entrate tributarie, il consistente deterioramento delle previsioni macroeconomiche già illustrate nel Documento di economia e finanza 2020.
Anche gli altri saldi, come ha evidenziato il dibattito, hanno un andamento negativo, dal risparmio pubblico ai dati relativi al ricorso al mercato. Il disegno di legge di assestamento che votiamo registra, anche in termini di cassa, un complessivo peggioramento dei saldi. Però, le risorse autorizzate fino ad oggi dal Parlamento, i provvedimenti presi e quelli in via di adozione in queste settimane hanno consentito fin qui di contenere, per quanto possibile, gli effetti negativi sull'economia generati dalla pandemia e le ricadute pesanti sulle famiglie e sulle imprese. L'impatto economico è stato considerevole e gli interventi per dimensione e portata non hanno precedenti. Noi capiamo tutte le critiche, che sono legittime, ma è difficile sostenere che Governo e Parlamento non abbiano tentato, con tutti gli strumenti a disposizione, di limitare i danni.
La Banca d'Italia ha rilevato - vado a concludere, Presidente - che, in assenza degli interventi adottati, la contrazione del PIL sarebbe stata superiore di oltre 2 punti percentuali.
Da una simulazione diffusa dalla BCE nel suo bollettino economico emerge che in Italia, senza gli interventi a sostegno dei lavoratori, la disoccupazione sarebbe balzata al 25 per cento. Sappiamo che resta molto da fare. Nel Programma nazionale di riforma, approvato dal Parlamento la scorsa settimana, sono delineate le politiche che intendiamo adottare nel triennio 2021-2023. Tutto questo, naturalmente, va poi collocato nell'ambito delle misure eccezionali di risposta alla pandemia che sono state adottate a livello europeo.
Votiamo un assestamento, che è un passaggio politico propedeutico alla prossima legge di bilancio. La legge di bilancio sarà affiancata dal programma di spesa dei fondi stanziati in Europa. Le straordinarie risorse ottenute in Europa sono un grande successo per l'Italia a cui noi, come Partito Democratico, siamo orgogliosi di aver contribuito, grazie al lavoro del commissario Gentiloni, dei ministri Amendola e Gualtieri e del Presidente Sassoli.
Anche per questo dichiariamo il nostro voto favorevole al provvedimento.