Discussione generale
Data: 
Giovedì, 27 Luglio, 2023
Nome: 
Arturo Scotto

A.C. 1275

Signor Presidente, penso che, in un dibattito così importante e così rilevante, a una cosa non dovremmo mai rinunciare: all'onestà intellettuale. Io capisco tutto; qualcuno rivendica apertura al confronto, qualcuno dice che è stato un rinvio tecnico non aver votato l'emendamento che sopprimeva la nostra legge sul salario minimo, però, c'è un punto indiscutibile, perché altrimenti l'onestà intellettuale se ne va a ramengo. Voi avete deciso di non votare la soppressione di questa proposta di legge non per un'apertura nei confronti dell'opposizione, ma perché siete in difficoltà nel rapporto con il Paese. Si chiama cortocircuito. Quando una forza politica e un Governo sono ammalati di bulimia mediatica e non riescono a imporre un tema, perché quel tema è stato imposto dall'unità delle opposizioni, fanno così: mistificano la realtà.

Invece, la realtà morde, signor Presidente, e morde perché abbiamo un Paese che ha una crescita limitata, abbiamo un Paese che ha una crescita non socialmente equilibrata, abbiamo un Paese in cui, qualche giorno fa, la Corte, con vari tribunali, è stata costretta a ricordare che ci sono contratti sottoscritti che non possono andare sotto una soglia di dignità.

Cosa significa, oggi, discutere il salario minimo? Non piantare una bandierina, ma squarciare il velo sul modello produttivo di questo Paese. Qual è l'idea prevalente, quella che, per esempio, nella saggistica molto spesso citata dalla destra emerge in maniera forte? L'Italia è un Paese così malridotto che può competere sulla scala globale, soltanto confidando in bassi salari e in un mercato del lavoro libero e precario. D'altra parte, la verità viene sempre a galla: ieri la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha fatto una dichiarazione, la prendo in parola, solenne: basta con i negazionismi sul clima. Benvenuta sul pianeta terra, Giorgia Meloni, perché in questo Paese da tempo c'è un'emergenza climatica e noi siamo disponibili a discutere con il Governo di un grande piano di cura del territorio, quella disponibilità che di fronte a emergenze simili e anche più gravi, come quella del COVID, la destra ci ha sempre negato.

Allora, il modello produttivo di questo Paese deve fondarsi sulla qualità e, dunque, sulla transizione ecologica dell'economia, sulla transizione digitale della produzione; transizione ecologica significa spingere al massimo la conversione delle grandi imprese di questo Paese, transizione digitale significa che non voglio sentire più dalla destra pronunciare le parole “alziamo il tetto del contante, alziamo il tetto sui pagamenti elettronici”!

Vedete, che cos'è questa destra? E' quella che ieri vara un decreto sulla cassa integrazione - e qui entriamo nel merito, perché parliamo di lavoro povero - a causa del maltempo e del caldo nell'agricoltura e nell'edilizia e però poi dimentica i lavoratori stagionali nell'agricoltura, che sono la stragrande maggioranza: vi informo che i voucher non risolvono il problema della cassa integrazione per caldo ! E dimentica i lavoratori poveri e poverissimi che in questo periodo portano i pacchi e il cibo nelle nostre case con l'aria condizionata, i rider! Perché non date la cassa integrazione per caldo ai rider, e invece li dimenticate? Quelli sì che sono lavoratori poveri!

Però nello stesso decreto che dovrebbe occuparsi di quelli che stanno soffrendo è contenuta una norma che racconta tutto quello che siete e come la pensate, che prevede che le società energetiche che dovrebbero versare la già modesta tassa sugli extra profitti prevista nella vostra legge di bilancio abbiano un comodo spostamento dal 30 giugno al 30 novembre, senza alcuna applicazione di sanzioni e senza nessun intervento sugli interessi: dovete andare a spiegare a quelli che stanno pagando i mutui a tasso variabile e che ogni mese vedono crescere la propria rata che alle grandi aziende energetiche che dovrebbero pagare gli extra profitti non viene fatto pagare niente di niente.

Allora, signor Presidente, è una bandierina dire - lo dico a me stesso, lo dico ai colleghi di quest'Aula - che forse noi non andremmo mai a lavorare per tre o quattro euro l'ora per fare il bagnino, il cameriere, il rider, quello che pulisce gli alberghi: lo fareste? Andreste a lavorare per tre o quattro euro? Io credo di no: allora, proviamo insieme a fare questa legge sul salario minimo legale e stabiliamo un principio per cui sotto i 9 euro in questo Paese nessuno deve lavorare, altrimenti è illegale! Questo stiamo proponendo.

Vi siete convertiti sulla strada della contrattazione collettiva, voi che siete stati teorici massimi della disintermediazione. Benissimo, i sindacati servono, è una notizia, anche questo è un pezzo, come dire, di un risultato politico, e così lo giudichiamo. Però, voi dite: la contrattazione collettiva nazionale sostituisce il salario minimo, anzi col salario minimo rischiamo di andare sotto le soglie, di impoverire quelli che hanno i contratti maggiormente rappresentativi; chiaramente dimenticate che c'è bisogno di una legge sulla rappresentanza che faccia valere quei contratti erga omnes e spazzi via i contratti-pirata. Però siccome stiamo parlando di Europa, signor Presidente, vorrei sommessamente ricordare ai colleghi che c'è un Paese in Europa, la Germania, dove hanno fissato il salario minimo a 12 euro e dove difficilmente si potrà sostenere che non ci sono sindacati che contrattano. Le cito, signor Presidente, signori del Governo, il contratto firmato dai lavoratori metalmeccanici il 18 novembre 202 nel Paese dove c'è il salario minimo più alto d'Europa e dove teoricamente quel salario minimo dovrebbe indebolire il sindacato: i sindacati hanno rinnovato per 3,9 milioni di “tute blu” il contratto, con un aumento netto dell'8,5 per cento, superando il tasso di inflazione reale: e allora, di che stiamo parlando, signor Presidente? Il salario minimo è una frusta per aiutare la contrattazione collettiva, e questo è scritto dentro la nostra legge.

Mi fermo; avete avuto tutto il tempo, tre mesi di audizioni, avete scelto di non presentare nessuna proposta, poi ne è arrivata una in extremis di Forza Italia, spero solo che non sia un passo verso l'Unione Sovietica, perché dopo le dichiarazioni Tajani eravamo molto preoccupati.

Andiamo al punto: se volete il confronto avete i nostri numeri di telefono; telefonate, non fate delle finte aperture senza prendere un impegno, perché la Presidente del Consiglio ha detto “no” al salario minimo; se avete tempo, se avete voglia fatelo, noi siamo pronti ad andare avanti anche nel mese di agosto; se voterete la sospensiva non sarà per un approfondimento, ma perché siete in difficoltà nel rapporto col Paese.