Discussione generale
Data: 
Giovedì, 27 Luglio, 2023
Nome: 
Marco Sarracino

A.C. 1275

Grazie, Presidente. Noi abbiamo assistito ad uno scontro politico vero, che ha visto finalmente in campo un'operazione di verità: sono emerse con forza e con chiarezza due idee differenti di Paese, due idee legittime, ma differenti. Qualcuno ritiene che aver portato la destra ad affrontare finalmente un tema serio, e non le sole operazioni di propaganda a cui siamo abituati in questi mesi, aver portato la destra ad affrontare questa discussione, sia già una grande vittoria politica, e in parte è vero. Ma per noi, per il Partito Democratico, il tema è molto più grande. Il tema è, innanzitutto, risolvere e migliorare le condizioni di vita di oltre 3 milioni di italiani, che non sono bandierine, come qualcuno da destra ha detto stamattina, sono lavoratori, sono sfruttati troppe volte; sono persone che hanno difficoltà ad affrontare il presente e immaginare un futuro; lavoratori che, però, come abbiamo detto, sono poveri. Voi avete scelto di non vederli, di non classificarli, anzi di classificarli come invisibili.

E infatti, in otto mesi, non avete presentato nulla che andasse in questa direzione. Noi, come Partito Democratico, il primo giorno di questa legislatura, abbiamo presentato una proposta di legge sul salario minimo, provando a dar loro una voce. E oggi siamo qui, con un lavoro e una proposta unitaria di tutte le opposizioni. Un lavoro, Presidente, contro il quale la maggioranza prima si è scagliata dicendo che il salario minimo non serviva, poi è stato definito come una misura assistenzialista, poi si è presentato un emendamento soppressivo a tutta la nostra proposta di legge (e quell'emendamento non è stato mai ritirato), poi ci si è avventurati con questa strampalata storia dell'Unione Sovietica, salvo poi scoprire che il salario minimo esiste nei principali Paesi europei, e infine ci si presenta qui, oggi, ribadendo la vostra contrarietà.

Lo avete detto negli interventi, è emerso negli interventi che avete fatto: siete contrari all'istituzione di un salario minimo nel nostro Paese. Ma, nonostante la vostra contrarietà, non potete eludere la questione e la questione esiste, il lavoro povero in questo Paese esiste, e voi su questo, fino ad ora, non avete fatto nulla. E allora vi chiediamo: avete una proposta? C'è una proposta? Quella di Forza Italia è la proposta della maggioranza? Perché a me pare che qui, ad essere divisa, non sia l'opposizione, ma la maggioranza. Una parte della maggioranza ha dovuto presentare una proposta che andasse in quella direzione, proprio perché i limiti erano evidenti. E se quella è la vostra proposta, se quella è la proposta di tutta la maggioranza, allora, Presidente, qui non si ha contezza della realtà. Non si ha contezza della realtà perché non si ha contezza dell'inflazione e di come l'inflazione sta consumando i salari. Non ci si rende conto che al Sud il 25 per cento dei lavoratori, come è emerso nelle anticipazioni del rapporto Svimez, guadagna meno di 9 euro l'ora, che in Italia il salario medio di un under 35 è di 850 euro al mese. Come può un ragazzo, con 850 euro al mese, pensare di programmare il futuro e di organizzare il presente ? È impossibile. Noi riteniamo che sotto i 9 euro l'ora non si parli più di lavoro, ma di sfruttamento. E solo chi, come voi, crede che il modello di sviluppo del nostro Paese debba basarsi sulla svalutazione del costo del lavoro e sulla compressione dei diritti dei lavoratori, può essere contrario a questo tipo di proposta.

D'altronde, Presidente, in pochi mesi sono diminuite le risorse per combattere la povertà, sono aumentati i voucher, sono aumentati i contratti a termine e, quindi, anche la precarietà, e non si ha uno straccio di proposta sulla vera emergenza del Paese: quella salariale. Parlate di salario ricco. E come lo fate? Come si fa? Con il taglio del cuneo fiscale, che fra qualche mese sparirà? E quanto incide, Presidente, il taglio del cuneo fiscale su uno stipendio di 600 euro?

Presidente, chiudo. Se questa è la vostra idea di Italia, se questa è l'idea di Italia della destra, non è la nostra idea di Italia. Per questo, noi riteniamo che il momento per discutere e approvare il salario minimo non sia domani, non sia settembre, non sia l'autunno, dove butterete la palla in tribuna, il momento per questa battaglia di civiltà è qui ed oggi.