Dichiarazioni di voto finale
Data: 
Giovedì, 22 Giugno, 2017
Nome: 
Vanna Iori

A.C. 4220-A

 

Presidente, colleghi e colleghe, il disegno di legge che ci apprestiamo a votare ha l'obiettivo di migliorare la difesa e la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, tramite un intervento normativo organico e sistematico, volto a riformare le disposizioni penali, rispondendo all'esigenza di intervenire con maggiore efficacia.

Nella disciplina vigente, infatti, come è stato più volte richiamato, un ambito di importanza così rilevante nella nostra storia e nell'immagine internazionale del nostro Paese, come il patrimonio culturale, paesaggistico, storico e artistico, è sottoposto ad un assetto normativo poco coerente e scarsamente sistematico del quadro sanzionatorio, attualmente ripartito tra il codice penale e il codice dei beni culturali e, pertanto, meno efficace nella repressione dei reati e nella tutela dei beni culturali; ciò, poiché la stratificazione delle fattispecie di reato ha spesso dato origine ad una confusione interpretativa e terminologica che ha generato difficoltà applicativa delle norme. Stiamo, quindi, portando a sistematizzazione e, quindi, giungendo a termine di un processo di riorganizzazione che giunge, oggi, a dare forma ad un percorso complesso, iniziato già nelle legislature precedenti e che da troppi anni attendeva di essere riformato, perché è attualmente ancora diviso tra un impianto complessivo del codice penale risalente al 1939 e, pertanto, inadeguato al sistema di valori delineato dalla Carta fondamentale. È la Costituzione stessa, infatti, secondo il disposto degli articoli 9 e 42, a porre un rilievo prioritario alla tutela penale del patrimonio culturale nell'ambito dell'ordinamento giuridico, collocando tale tutela a livello nazionale e, quindi, ad un livello superiore rispetto alla mera difesa del diritto all'integrità del patrimonio individuale.

Colleghi, ieri e anche oggi, ho sentito criticare alcuni interventi per un eccesso di severità sanzionatoria. Ora, io vorrei, al riguardo, ricordare a tutti noi che il patrimonio culturale, artistico e paesaggistico è il bene più prezioso che il nostro Paese possiede, che in esso c'è la nostra storia, la nostra civiltà e la nostra identità, non solo, ma rappresenta il patrimonio più consistente a livello mondiale. Per questo è così importante non disperdere o danneggiare questo patrimonio e uso il termine “custodire”, perché è il patrimonio che custodisce le memorie, dove la storia da racconto individuale, diventa collettivo e sociale, cioè di tutti. La funzione della memoria è la conservazione di ciò che nel ricordo si dissolve, si perde, ma permane come monito, con la funzione di monimentum. La parola monumento viene, infatti, proprio da moneo, che vuol dire ricordare, tenere memoria, ammonire; che cosa, allora, di più prezioso per la nostra civiltà e per la tutela della collettività?

Colleghi, se perdiamo il patrimonio culturale, distruggendolo o danneggiandolo, è come se avessimo dimenticato tutto, tutto ciò che ci aiuta a saper guardare avanti, a cogliere nella memoria il fondamento per costruire il futuro. Perciò è necessaria la severità con cui colpire questi reati e la specificità che li definisce. Questo disegno di legge persegue, infatti, la finalità di ridurre la materia e armonizzarla, caratterizzandosi, principalmente, per i seguenti aspetti essenziali; innanzitutto, favorire la coerenza sistematica del quadro sanzionatorio penale, attualmente ripartito tra codice penale e codice dei beni culturali; in secondo luogo, assicurare l'omogeneità terminologica di tutte le disposizioni incriminatrici, riconducendole al concetto di reati contro il patrimonio culturale. Vengono, inoltre, introdotte nuove fattispecie di reato e sono innalzate le pene edittali vigenti, così da attuare, in modo più coerente e completo, il disposto costituzionale sul patrimonio culturale e paesaggistico, che necessita di una tutela differenziata e preminente rispetto a quella offerta dalla tutela della proprietà privata. Infine, si introducono aggravanti quando oggetto di reati comuni siano beni culturali.

In particolare, prima di concludere, tengo a soffermarmi sugli aspetti internazionali, per sottolineare che nel disegno di legge è prevista l'applicabilità delle disposizioni penali a tutela dei beni culturali anche ai fatti commessi all'estero in danno del patrimonio culturale nazionale. Si tratta di un aspetto di particolare rilevanza per la crescente diffusione, a livello internazionale, di questi reati, che richiede di allineare il nostro Paese a livello europeo e internazionale, con un apparato sanzionatorio efficace sul piano della deterrenza e sul piano della repressione. Infatti, si colpisce l'uscita o l'esportazione illecite di beni culturali senza attestato di libera circolazione o licenza di esportazione, ovvero il mancato rientro dei beni di cui sia stata autorizzata l'uscita. A livello internazionale, del resto, si registra già un'accresciuta attenzione verso la protezione dei beni culturali. Vorrei ricordare che la Commissione per il crimine delle Nazioni Unite ha predisposto linee-guida per la lotta al traffico dei beni culturali, adottate dall'Assemblea generale sulla base di una risoluzione elaborata con il contributo decisivo del nostro Paese, al fine di sintonizzare tra loro le legislazioni nazionali e promuovere il contrasto alla criminalità organizzata nel traffico internazionale dei beni culturali. In tal senso, voglio richiamare, allora, anche l'importanza di contrastare la diffusione della vendita dei reperti archeologici che provengono dai Paesi in guerra, venduti spesso per finanziare il terrorismo. Proprio per questo si introduce, nell'articolo 1, la punizione con reclusione dell'attività organizzata per il traffico illecito di beni culturali, prevedendo la competenza della procura distrettuale ed anche la possibilità di svolgere attività sotto copertura. In conclusione, con questo decreto ci apprestiamo a votare un assetto normativo più organico, più efficace, più chiaro, oltre che maggiormente adeguato al contesto internazionale, un provvedimento di civiltà. Per questo dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico