A.C. 342-B ed abbinate
Signor Presidente, colleghi, abbiamo oggi di nuovo all'esame della Camera un provvedimento molto importante. Inizio con due date che sono, secondo me, molto significative. Abbiamo approvato questo provvedimento alla Camera, in prima lettura, il 26 febbraio 2014 e il Senato lo ha approvato in seconda lettura il 4 marzo 2015. Se stavamo cercando un esempio per poter motivare tutto l'impegno che mettiamo nelle riforme costituzionali e nel superamento del bicameralismo perfetto, ce lo abbiamo esattamente davanti ai nostri occhi, tanto più che si tratta, in questo caso, di un provvedimento d'iniziativa parlamentare che ha una sostanziale e piena condivisione da parte delle diverse forze politiche presenti in Parlamento.
Come già ha ben spiegato il relatore per la maggioranza Bazoli, questo testo unificato introduce un nuovo titolo nel codice penale, che riguarda i delitti contro l'ambiente; in particolare, introduce come delitti finalmente l'inquinamento ambientale, il disastro ambientale, il traffico e l'abbandono di materiale ad alta radioattività, l'impedimento del controllo, l'omessa bonifica e l'ispezione dei fondali marini.
Il testo del provvedimento è rimasto sostanzialmente invariato al Senato – motivo forse per cui tutto quel tempo poteva essere speso in maniera diversa –, per cui ci sono ancora norme molto importanti, come quella dell'obbligo per il condannato del recupero e, ove possibile, del ripristino dello stato dei luoghi e il raddoppio dei tempi della prescrizione, sul quale poi spenderò qualche altra parola, la previsione della confisca come pena accessoria, della confisca per equivalente che ha ben illustrato il collega Bratti.
Ci sono state, però, tre modifiche in particolare che vorrei sottolineare, introdotte nei lavori del Senato. Una è l'introduzione, nella fattispecie del delitto per inquinamento ambientale, dell'aggravante per morte o lesioni, come conseguenza non voluta del delitto di inquinamento ambientale, che ovviamente è purtroppo particolarmente significativa, visto quanto le cronache ci documentano riguardo a ciò che l'utilizzo di tecniche industriali, non ispirate ai principi di precauzione, ha prodotto in termini di danni alla salute e all'ambiente e riguardo a ciò che la cattiva gestione di discariche, per usare un eufemismo, sta producendo in termini di infiltrazioni nelle falde acquifere e, quindi, di avvelenamento di intere zone. Questo è il caso che ci veniva ricordato, ad esempio, di Bussi sul Tirino, in provincia di Pescara, ma di moltissimi altri casi in tutta Italia.
Altro elemento importante introdotto al Senato è stata questa eliminazione della previsione di una violazione di disposizioni legislative, regolamentari o amministrative specifiche poste a tutela dell'ambiente. È una previsione importante perché, evidentemente, non potevamo immaginare di limitare la portata della fattispecie delittuosa soltanto al caso in cui già una legge o una disposizione amministrativa o regolamentare avessero vietato quel tipo di comportamento, ma così, appunto, la previsione è molto più generale e, quindi, molto più efficace.
Infine, l'ultimo elemento che sottolineo è la previsione dell'obbligo di informazione, da parte del pubblico ministero che conduce le inchieste, al procuratore nazionale antimafia. Questo elemento, secondo noi, è molto importante, perché consente un coordinamento di tutte le indagini e le inchieste che sono avviate sul fenomeno delle ecomafie. Inoltre, vi è l'obbligo di informativa da parte del PM anche all'Agenzia delle entrate e questo è un elemento importante perché molto spesso lo sversamento di rifiuti industriali, in particolare, è legato al fatto che moltissime imprese operano in nero e, quindi, non possono in nessun modo accedere a canali legali e regolari di smaltimento, ma sono in qualche misura costrette, dallo stesso loro operare in violazione di norme, a continuare a violare norme, in questo caso norme di carattere ambientale e di tutela della salute pubblica. Quindi, è importante che ci sia una comunicazione anche all'Agenzia delle entrate in caso di rilevazione di inchieste avviate per delitti contro l'ambiente.
Ogni anno vengono accertati 30 mila reati contro l'ambiente, quasi 4 ogni ora. Il giro d'affari stimato dagli ultimi rapporti sulle economafie redatti da Legambiente ci restituisce un quadro con un fatturato di 16,7 miliardi l'anno. Questo tanto per darci un'idea dell'importanza di norme di questo tipo, che qualcuno ha voluto definire emergenziali ma, diciamo, sono emergenziali se consideriamo questo termine applicato a tutte le regioni d'Italia, praticamente ad ogni area del Paese, per fenomeni che si protraggono da decine e decine di anni.
L'elenco dei processi che non arrivano a compimento per termini di prescrizione raggiunti e che, invece, avrebbero molto probabilmente sorte diversa, sorte migliore per chiunque abbia a cuore la giustizia e la tutela dell'ambiente e della salute, è molto lungo. L'esempio più evidente a tutti noi è quello dell'Eternit, ma poi potremmo citare la bonifica di Santa Giulia, nella periferia est di Milano, potremmo citare l'inchiesta «Cassiopea», che ha riguardato il traffico di rifiuti nelle zone della Campania, nella Terra dei fuochi, il caso del petrolchimico di Brindisi, l'inchiesta «Mar Rosso», quando improvvisamente il comune di Priolo si è trovato con le acque prospicienti che erano diventate rosse per il mercurio, probabilmente a causa degli sversamenti dei petrolchimici della zona e anche quello è un reato che si è prescritto o, ancora, il caso della Tamoil a Cremona e il caso delle discariche in provincia di La Spezia. Questo per dire dell'importanza di questa norma su situazioni che riguardano fattispecie diverse, o di carattere industriale o di cattiva gestione dei rifiuti, criminale gestione dei rifiuti, e che riguardano tutte le aree del Paese.
L'elemento importante è proprio il passaggio da una contravvenzione a un delitto. Come componenti della Commissione bicamerale sulle ecomafie abbiamo avuto modo, in diverse audizioni, di ascoltare molte procure che sono impegnate su questo fronte in diverse aree del Paese e proprio questo ci veniva illustrato. Esattamente mentre i sostituti procuratori o il procuratore ci illustravano l'andamento delle indagini che avevano in corso, le inchieste che avevano avviato, l'andamento del loro lavoro, subito dopo ci avvertivano del fatto che lo scadere dei termini era molto prossimo, che gli strumenti di indagine che avevano a disposizione erano molto limitati, che non potevano accedere ad alcuni strumenti nell'attività di indagine che, invece, sarebbero stati a loro disposizione nel caso si fosse trattato di poter indagare su un delitto e non su una contravvenzione. È proprio questo l'elemento che rende così importante l'approvazione di questo testo unificato delle proposte di legge nei tempi più rapidi possibili: per assicurare giustizia e per essere un deterrente efficace, il più possibile, contro comportamenti criminali.
Quindi, concludo il mio intervento, Presidente, ricordando, appunto, la necessità che questo provvedimento possa essere al più presto tramutato in legge. Lo dobbiamo davvero alla memoria dei tantissimi che hanno sofferto di inquinamento ambientale e al rispetto che vogliamo per noi stessi e per le generazioni future.