Dichiarazioni di voto finale
Data: 
Martedì, 5 Maggio, 2015
Nome: 
Chiara Braga

A.C. 342-B ed abbinate

Signora Presidente, signori Ministri, onorevoli colleghi, io credo che oggi questa Camera possa essere orgogliosa del lavoro fatto in questi mesi e che ci ha portati fin qui; un lavoro che in realtà dura da più di 20 anni, e che oggi è più vicino al raggiungimento di un traguardo, quello dell'introduzione nel nostro ordinamento dei delitti ambientali, che, come ha giustamente ricordato il Ministro Orlando, ha una portata storica. 
Lo dico avendo seguito con passione e anche con qualche fatica, insieme agli altri colleghi del mio gruppo, che ringrazio, al relatore Bazoli, alla presidente della Commissione giustizia Ferranti, l'intero iter della legge, qui alla Camera e al Senato, ma anche apprezzando il lavoro onesto dei colleghi degli altri gruppi, che sento di dover ringraziare, in particolare di quelli dei gruppi di opposizione, di SEL e del MoVimento 5 Stelle, che insieme a noi hanno fortemente voluto questa legge e che sono certa anche in questa occasione non faranno mancare il loro sostegno ad un lavoro che è patrimonio di un ampio arco di forze parlamentari e per questo ancora più significativo. 
Il nuovo sistema dei reati contro l'ambiente che questo disegno di legge prefigura arriva all'esito di un percorso parlamentare che ci ha dimostrato come il lavoro comune, in Commissione e in Aula, possa dare frutti adeguati alle aspettative dei cittadini. È una legge di origine parlamentare, che si è formata unificando tre diverse proposte di legge e che ha avuto, in tutti i suoi passaggi, una larga, trasversale maggioranza. 
Io credo che in questo percorso abbiamo sempre agito con la comune consapevolezza delle attese prodotte nei cittadini dall'esito di vicende legate a disastri ambientali, come la vicenda Eternit a Casale Monferrato e in molte altre parti del Paese, la vicenda di Bussi sul Tirino, di Porto Marghera, di Taranto, della «Terra dei fuochi», dicendo che la coscienza sociale ha – sì – censurato, ma che la giustizia penale non ha potuto fin qui sanzionare. Con l'approvazione di questa legge sentiamo di rendere conto prima di tutto a questa grave mancanza e, insieme, di raccogliere il testimone che un'intera generazione di ambientalisti, di uomini e donne impegnati a vario titolo nella tutela dell'ambiente, oggi ci consegna. 
L'affermazione dell'ambiente come bene costituzionalmente tutelato in sé e di pari valore di altri passa oggi anche attraverso l'introduzione nel codice penale delle fattispecie di delitti quali l'inquinamento ambientale e il disastro ambientale, oltre che delle altre norme sanzionatorie che concorrono a una tutela complessiva sinora non prevista. Si supera nei fatti un limite ancora oggi persistente nel nostro ordinamento, a differenza di quanto accade ormai da anni in altri Paesi europei, secondo cui il nostro sistema sanzionatorio a tutela dell'ambiente è ancora costituito da ipotesi solo di natura contravvenzionale, contenute nel codice dell'ambiente, punite con sanzioni tendenzialmente piuttosto lievi. 
L'ultima misura significativa in questo senso è intervenuta – lo ricordo – nel 2001, con l'introduzione di sanzioni penali per il reato di traffico di rifiuti pericolosi. Quella misura ha consentito in questi anni di svolgere inchieste fondamentali che hanno colpito clan come quelli dei Casalesi, dei Grimaldi, degli Schiavone, che hanno portato a 1.400 arresti, 4 mila denunce, 700 aziende coinvolte. Oggi, con le norme che auspichiamo di approvare si configurano come delitti perseguiti penalmente comportamenti particolarmente gravi, che, proprio in ragione di tale gravità, meritano ed avranno una risposta sanzionatoria adeguata: la compromissione significativa e misurabile di porzioni significative di ambiente, declinata dal delitto di inquinamento ambientale, l'alterazione irreversibile dell'ecosistema, prevista e tipizzata dal delitto di disastro ambientale. È bene ricordare, però, anche altri punti qualificanti introdotti da questa legge: i delitti di traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, di impedimento del controllo, di omessa bonifica; l'istituto della confisca obbligatoria, anche per equivalente, dei beni che hanno costituito prodotto o profitto di reato; le circostanze aggravanti per i nuovi delitti contro l'ambiente commessi dalla criminalità organizzata e l'aggravante ambientale per reati commessi allo scopo di eseguire un delitto contro l'ambiente; e poi il raddoppio, importantissimo, dei termini di prescrizione per tutti i nuovi delitti introdotti, ponendo rimedio ad uno dei più seri limiti incontrati da buona parte dei procedimenti giudiziari, che con strumenti non sempre adeguati hanno cercato sin qui di perseguire comportamenti criminali commessi verso l'ambiente e la salute delle persone. 
Ma voglio ricordare, infine, anche il ravvedimento operoso, che resta per noi uno dei punti più qualificanti di questa legge, perché prevede significative riduzioni di pena per chi, pur avendo commesso un delitto, si adopera per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino dello stato dei luoghi, con l'introduzione, voluta al Senato, di una tempistica certa riguardo alla concreta attuazione delle misure di ravvedimento. A questa norma si affianca anche la modifica introdotta al codice dell'ambientale, per l'estinzione di contravvenzioni per illeciti lievi, secondo un modello positivo, che è mutuato da quello che è già applicato sul tema degli infortuni sul lavoro. 
In questo modo noi mettiamo al centro il valore primario della protezione del bene giuridico ambiente, in una logica di giustizia riparativa, che è un grande passo in avanti di questa legge. Noi sappiamo bene che il processo penale non è il rimedio ad ogni comportamento antisociale, ma questa norma, questa legge ha un valore duplice, che va al di là delle norme sanzionatorie e che vogliamo sottolineare. È, in primo luogo, un messaggio culturale forte e inequivocabile. 
La scelta del Parlamento, che oggi facciamo, è quella di affermare con forza che l'uso criminale dei beni comuni non è più possibile, sia esso conseguente a scelte delittuose dirette, sia esso dipendente dall'inseguimento di un lucro, di un profitto scellerato che mette a repentaglio la vita e l'integrità dell'ambiente e della salute per le generazioni attuali e per quelle future. Questa legge ci restituisce anche il primo disegno di un sistema complessivo di tutela dell'ambiente, nel quale entrano le sanzioni penali per l'impedimento dei controlli, l'omessa bonifica e il sistema delle prescrizioni, che consentirà di evitare lunghi e inefficienti procedimenti. 
Ci apprestiamo, quindi, a votare una legge che segna una discontinuità importante, ma che nello stesso tempo si inserisce coerentemente in un contesto già esistente di norme a tutela dell'ambiente, consentendo alle autorità di vigilanza, agli operatori di polizia giudiziaria e alla magistratura di agire il più rapidamente e il più efficacemente possibile. Per questo noi consideriamo il presente provvedimento un tassello fondamentale di un disegno più complessivo che riforma gli strumenti a tutela dell'ambiente e sul quale questo Parlamento e il Governo sono impegnati e che vede un altro essenziale contributo nel rafforzamento del sistema dei controlli, attraverso la definitiva approvazione da parte del Senato, che ci auguriamo avverrà a breve, della legge sul riordino delle agenzie ambientali. 
Signora Presidente, l'iter di questa legge è stato un iter lungo e non privo di insidie, come abbiamo ricordato oggi. Come ogni cambiamento ha incontrato in tutti i suoi passaggi resistenze più o meno esplicite, dentro e fuori il Parlamento, ma ha anche avuto un forte sostegno da parte dell'opinione pubblica, a conferma del fatto che oggi c’è una riconosciuta e diffusa consapevolezza del valore dell'ambiente da tutelare, anche attraverso strumenti giudiziari più efficaci. Noi conosciamo bene e comprendiamo le ragioni del vasto movimento di opinione, di associazioni, di cittadini, ma anche di imprese, che ci chiedono di fare in fretta, per colmare questo ritardo imperdonabile, in un Paese in cui, come ci dice l'ultimo rapporto Ecomafia, ogni anno registriamo quasi 30 mila infrazioni solo nel ciclo dei rifiuti, in cui il fatturato di un settore sommerso, che è quello della criminalità ambientale, raggiunge la cifra impressionante di 15 miliardi di euro all'anno. Ce lo testimonia il lavoro puntuale fatto dalla Commissione bicamerale sugli illeciti ambientali, che ha messo in evidenza la diffusione, dal Nord al Sud del Paese, dei fenomeni di inquinamento ambientale strettamente connessi all'illegalità e alla criminalità organizzata e la necessità di provvedere con tempestività per dare misure più efficaci agli strumenti di contrasto di questa illegalità. Ascoltiamo anche con rispetto, però, pur non condividendole in larga misura, le ragioni di chi esprime preoccupazioni legittime su alcuni passaggi di questa legge, che certamente è perfettibile, come ogni frutto del lavoro umano, e per questo come legislatori ci dichiariamo attenti e disponibili fin d'ora a valutare con attenzione gli effetti della sua applicazione e, se necessario, a intervenire per migliorarla. Ma crediamo altrettanto fortemente che sia nello stesso interesse delle imprese sane, che sono la stragrande maggioranza del tessuto imprenditoriale del nostro Paese, avere a disposizione strumenti più efficaci per punire chi crede di poter competere nell'illegalità a danno dell'ambiente, anziché puntare sull'innovazione, sulla qualità, sul rispetto di regole che ogni giorno ci dobbiamo sforzare di rendere più chiare, più semplici e più certe. 
Anche oggi, in quest'Aula, la nostra discussione ha rischiato di vedere replicata in scena l'eterna contrapposizione tra chi pensa che quel che stiamo facendo è troppo e chi pensa che, al contrario, è troppo poco. Noi siamo convinti di aver fatto un lavoro equilibrato e soprattutto coerente con l'obiettivo di questa legge. Anche nella modifica che oggi abbiamo introdotto, sopprimendo quell'articolo che al Senato aveva introdotto in maniera improvvisata e forse strumentale il reato di ispezione dei fondali marini con l’air gun, abbiamo sottratto degli argomenti pretestuosi a critica questa legge e credo che abbiamo contributo a creare le condizioni per avere presto una buona ed efficace legge. 
Signora Presidente, noi abbiamo preso atto con fiducia delle parole chiare del Governo, sia riguardo all'impegno a monitorare e, se necessario, a regolamentare la tecnica dell’air gun, ma soprattutto quelle pronunciate in relazione all'impegno di portare a rapida e definitiva approvazione, nelle prossime settimane, la legge al Senato. Abbiamo ascoltato le parole del Ministro Orlando e del Ministro Galletti e sappiamo che il Presidente del Consiglio non mancherà di tener fede all'impegno preso con il Parlamento e con i cittadini. Penso, tra tutti, alla straordinaria testimonianza di Romana Blasotti, che per ventidue anni è stata presidente dell'Associazione delle vittime dell'amianto di Casale Monferrato, la quale, nel passare il testimone, non a caso ha chiesto con forza al Parlamento e al Presidente del Consiglio di approvare questa legge sui delitti ambientali. 
Diceva Winston Churchill che «è un peccato il non far niente col pretesto che non possiamo fare tutto» . Sono convinta che oggi noi non stiamo disperdendo in alcun modo il lavoro fatto. Consegniamo al Senato e al Governo un impegno forte e vincolante, lo stesso che, come Partito Democratico, abbiamo messo in questi mesi e metteremo nelle prossime settimane perché a quell'impegno si dia corso nei tempi e nelle modalità dovute. 
E a voi colleghi degli altri gruppi chiediamo di fare altrettanto, di farvi carico in parte di questa responsabilità perché l'approvazione di questo provvedimento sia un risultato di cui tutto il Parlamento possa andare fiero e per queste ragioni preannunzio il voto favorevole e convinto del gruppo del Partito Democratico.