Dichiarazione di voto finale
Data: 
Mercoledì, 26 Ottobre, 2016
Nome: 
Sandra Zampa

A.C. 1658-A

Grazie, signor Presidente, care colleghe e cari colleghi, è stato scritto, con riferimento alle vicende drammatiche dei minori stranieri non accompagnati, che esse recano le impronte delle tragedie del mondo contemporaneo. Sono impronte impresse nel loro corpo e nell'anima, impresse nel corpo e nell'anima di bambine e bambini, di ragazze e ragazzi in fuga dai Paesi dove l'umanità è più a rischio, in fuga da Paesi dove la guerra e la violenza sono più feroci, come la Somalia, l'Afghanistan, la Siria, dove la povertà è così acuta che non puoi temere nulla di più di quello che vivi, come la Nigeria, l'Eritrea, l'Egitto. Le loro storie sono entrate nelle nostre case e ormai fanno parte della nostra quotidianità. Le ultime l'altro ieri, in occasione di un nuovo sbarco in Sicilia. Tra le 17 salme, quelle di due bambini e di una bambina di otto anni. Le loro vicende hanno fatto irruzione dalle pagine dei giornali o dalla televisione, ci hanno colpito, ci hanno commosso, ma, soprattutto, ci hanno interrogato sul modello di civiltà che vogliamo per noi stessi e che vogliamo costruire per i nostri figli. Questi ragazzi sono profughi, sono richiedenti asilo, sono semplici migranti, ma, prima di qualunque altra cosa, sono soprattutto minorenni, ragazzi soli, senza famiglia, senza adulti di riferimento. Non è un caso che per loro sono state scritte e sottoscritte convenzioni internazionali, e, proprio in ragione della loro maggiore vulnerabilità, sono state scritte queste norme che oggi sottoponiamo all'attenzione del Parlamento e che arrivano con l'ambizione di rispondere a bisogni umanitari e alle nostre coscienze, ma anche con l'ambizione di rispettare e applicare i principi proclamati in quei trattati che noi abbiamo sottoscritto con l'ambizione di dare all'Italia un sistema stabile ed efficace di protezione, di aiutare i nostri sindaci, tutti i sindaci, di tutti i partiti, di tutte le forze politiche, che devono gestire il problema dell'accoglienza, di sostenere il lavoro delle associazioni, delle organizzazioni internazionali, senza cui affonderemmo anche noi in questo mare che ad un tempo stesso è un mare di disperazione e di speranza, di essere all'altezza della generosità di tanti italiani, con la volontà, soprattutto, di concorrere a costruire una risposta che guardi lontano. È questa la grandezza della politica. Noi vogliamo guardare al futuro: integrare un minorenne, un ragazzo, quando addirittura non un bambino, è più semplice e persino più gratificante, ma è soprattutto...
Ma è soprattutto un investimento per un Paese che registra un saldo demografico negativo. Investire sulla sua cittadinanza significa investire sulla pace. Ne sono giunti nel nostro Paese poco meno di 20 mila dal 1o gennaio scorso; nel 2011, quando svolgemmo in Commissione bicamerale per l'infanzia la prima indagine conoscitiva, del cui documento finale sono stata relatrice, faceva effetto la cifra di 3.500. Nella distanza tra questi due numeri, 20 mila e 3.500, sta il segnale della tendenza della migrazione mondiale, ma ci sta anche la dimostrazione che non è una legge che li fa venire in Italia, perché quella legge non c'era e non c’è ancora. Sta piuttosto il segnale che giovani e giovanissimi rappresentano nel flusso della migrazione del mondo una quota che è in continua crescita e che la loro età – ci dicono coloro che fanno le rilevazioni – si abbassa percentualmente e progressivamente. Molti tra loro non hanno come meta il Paese dove sbarcano, ma vogliono raggiungere altri Paesi d'Europa, magari per unirsi ai familiari. Occorre, dunque, lavorare, come fa questa proposta di legge, anche su questo fronte, mettendo in campo – poiché per loro non vale il Trattato di Dublino – una risposta che prevede un accompagnamento a destinazione, senza costringerli a nuovi viaggi disperati, magari legati all'asse di un TIR. Dei cosiddetti minori scomparsi, circa 6 mila in questo solo anno, abbiamo ragione di credere che una parte si sia allontanata dal nostro Paese esattamente per questa ragione e in questi modi, mettendo però a rischio nuovamente la propria incolumità e la propria sicurezza, una seconda volta. Senza un sistema di accoglienza ben organizzato, in cui i ragazzi e ragazze possono perdersi nel nulla, non solo non si affronta la questione della loro sicurezza, ma si alimenta soprattutto il mercato dell'illegalità nazionale e internazionale. È stato evocato qui: si va dalla tratta alla prostituzione minorile, allo sfruttamento del lavoro. Non è un caso che Papa Francesco ha voluto dedicare ai minori migranti il suo messaggio nel giorno del rifugiato. E non è un caso che ci ricordi in quel messaggio che, tra i migranti, i fanciulli costituiscono il gruppo più vulnerabile.
Raramente capita, signor Presidente, di sentirsi in questa sede interpreti di una volontà collettiva, di un disegno condiviso, che supera anche gli schieramenti politici. Per questo mi rammarico non poco della scelta che Forza Italia ha fatto solo questa mattina in quest'Aula, dopo avere votato insieme a tutti noi in Commissione fino ad oggi, ma soprattutto dopo avere sostenuto fortemente la necessità di questa legge, tanto da essere secondo firmatario del provvedimento, come testimonia la presenza della firma del nome dell'onorevole Carfagna dopo il mio. Ci si attacca a un emendamento per sfilarsi, un emendamento che riguarda l'accoglienza di tutti – lo ha detto chi mi ha preceduto – e il respingimento dei minori migranti, come se noi, appunto, oggi introducessimo una novità. Questo divieto di respingimento, di fatto, esiste già, per fortuna. Basta richiamare la Costituzione italiana, all'articolo 10 e all'articolo 31. Basta richiamare le convenzioni internazionali sottoscritte dall'Italia (L'Aja, Ginevra, New York sull'infanzia, Strasburgo) e, infine, l'articolo 10 del Testo unico sull'immigrazione. La verità è che il cambio di linea di Forza Italia è certamente dovuto a esigenze di una nuova, al tempo stesso vecchissima, alleanza con la Lega. La ricostruzione di un centrodestra al cui interno però esplodono contraddizioni, come testimoniato dal sincero rammarico del collega Sisto. Ma i vostri sindaci, i sindaci della Lega, i sindaci di Forza Italia, i vostri governatori, non sono d'accordo con voi. Loro chiedono risposte, nonslogan, e questa proposta di legge offre risposte efficaci. Ho ascoltato vere e proprie mistificazioni della realtà. Si è detto che non ci sono risorse, quando invece è stato creato un fondo per i minori migranti. Si è detto che si lasciano arrivare e scorrazzare per il Paese, quando finalmente invece si prevede di dare loro un tutore, che li accompagni, si prevede un percorso di formazione e integrazione. Non si danno, avete detto, strumenti agli enti locali, quando possono finalmente ricevere risorse certe, aderendo allo Sprar.
 I problemi si risolvono guardandoli in faccia. Questa proposta di legge non è frutto di buon cuore e basta. Questa legge risponde certamente a esigenze umanitarie, ma mette ordine nelle procedure, crea un sistema, assegna risorse. 
Ci sono voluti tre anni...
Concludo. Ci sono voluti tre anni, ma siamo arrivati primi in Europa e questo conterà. Noi potremo chiedere che la legislazione europea venga uniformata. Ci sono voluti tre anni...... e non saremmo arrivati a oggi, se non avessimo avuto attorno a noi un sostegno generalizzato.