Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 8 Novembre, 2017
Nome: 
Irene Manzi

 

A.C. 4652

Grazie, signor Presidente. Onorevole Ministro, colleghi, vorrei iniziare questo mio intervento prendendo a prestito le parole che mi sono state rivolte, poche settimane fa, da un operatore dello spettacolo dal vivo a commento dell'approvazione di questo disegno di legge: “Sono tanti anni che ne sentiamo parlare, ma sinceramente non pensavo che questa volta ci sareste riusciti”. Cito le parole di un amico che da molti anni lavora con impegno, successo e professionalità in questo settore per provare a far comprendere ai colleghi che sono in quest'Aula il clima di comprensibile attesa che regna intorno a questo provvedimento e al traguardo, che definirei storico se la parola, per la verità, non fosse a volte abusata, che stiamo per tagliare: l'approvazione di una legge quadro, tematica e di sistema dedicata allo spettacolo dal vivo. Un traguardo importante, appunto, per un settore che aspetta ormai da troppi decenni una riforma ed una legislazione organica e che, molto spesso, di legislatura in legislatura, è sempre sembrata sul punto di essere approvata, salvo, poi, per tanti motivi, veder sfumare il traguardo. E per farlo, per raggiungere questo traguardo, abbiamo dovuto anche sacrificare possibili interventi emendativi in quest'Aula, perché non ci sarebbe stato il tempo per una terza lettura e sarebbe sfumato ancora una volta il nostro obiettivo.

È comprensibile, allora, che non ci si credesse anche questa volta e, invece, con comprensibile soddisfazione, in quest'Aula possiamo dire oggi che ci siamo riusciti, grazie anche al lavoro paziente ed accurato svolto da e con i colleghi del Senato, approvando un testo che, sin dai suoi principi fondamentali, riconosce lo spettacolo quale fattore indispensabile per lo sviluppo della cultura e quale elemento di coesione e di identità nazionale, affermandone l'utilità sociale e valorizzandone il valore formativo ed educativo come strumento per favorire l'integrazione e il contrasto del disagio sociale.

È importante che il testo che stiamo per approvare si apra con questi principi, riconoscendo, tra l'altro, il ruolo e di valore delle professioni artistiche ed assicurandone la tutela. È il segnale inequivocabile non solo di un riconoscimento, ma anche dell'assunzione di un dovere e di una responsabilità da parte della Repubblica verso chi opera in questo settore, riaffermandone il valore culturale, sociale, identitario ed economico che riveste per il nostro Paese. Un valore da cui non si può prescindere rispetto a tutte le attività che la legge cita, forme di arte che concorrono a comporre lo spettacolo dal vivo. Badate, non è secondario o accessorio il riconoscimento da parte dello Stato del dovere di prendersi cura di questo settore: è l'esplicitazione della necessità di un intervento pubblico da cui non si può prescindere e che, nello specifico, dobbiamo favorire e promuovere.

Sono principi a cui si associano, però, e questo mi piace ricordarlo, non solo delle misure generali, ma delle misure concrete, precise: dall'attribuzione al Governo della delega alla redazione del codice dello spettacolo, con criteri guida precisi e specifici nell'ordinamento complessivo del settore, all'incremento del Fondo unico dello spettacolo, un incremento reale considerato che, fino al 2017, in quelle risorse confluivano anche le risorse previste a favore del cinema che, ora, grazie alla legge sul cinema, avranno un fondo apposito e riservato, all'estensione dell'art bonus, al tax credit della musica, all'utilizzo degli immobili pubblici dismessi e dei beni confiscati per le attività di spettacolo, all'attivazione di piani straordinari per la ristrutturazione e l'aggiornamento dei teatri, delle strutture e degli spazi destinati allo spettacolo.

Sono dei temi chiave, che hanno accompagnato questa legislatura, tutta questa legislatura, in campo culturale; misure avanzate che si associano a quanto previsto, anche, nella legge di bilancio, ora in discussione al Senato, e che costituiscono il frutto di un grande lavoro di ascolto, condotto con tutti gli operatori pubblici e privati del settore, ma, ancora prima, nei tanti incontri promossi in questi anni in tutta Italia. Occasioni durante le quali abbiamo raccolto proposte, idee, suggerimenti che ora, in questa legge, trovano, finalmente, un forte riconoscimento.

Un lavoro di confronto e condivisione indispensabile, espressione di un'idea di fondo. Intendiamo, come politici e legislatori, farci carico di questi settori, offrire gli strumenti di cui hanno bisogno per crescere, per rafforzarsi, per divenire, sempre di più, un elemento chiave per lo sviluppo di questo Paese, uno sviluppo economico, ovviamente, ma non soltanto di tipo economico, perché, come giustamente ha ricordato il collega Roberto Rampi, relatore del provvedimento, l'investimento culturale si intreccia strettamente con lo sviluppo democratico delle nostre istituzioni, perché la democrazia vive e cresce grazie alla cultura diffusa, si sviluppa se ci sono luoghi dove stare insieme, dove aggregarsi, dove conoscere e riconoscersi, perché la cultura è il sale della democrazia.

Approvando questo testo noi, oggi, diciamo ai cittadini, alle donne e agli uomini che tutti i giorni lavorano nel settore dello spettacolo nei più differenti ruoli e responsabilità, che le istituzioni per crescere e restare vitali hanno bisogno di loro; noi diciamo loro - e non è così scontato, dopo Governi che hanno considerato questo settore come un settore futile, di spreco, da contrapporre a spese ben più pressanti ed urgenti, mi riferisco all'annosa e inutile contrapposizione tra il welfare e le spese dedicate alla cultura - che noi non siamo indifferenti nei loro confronti, ma che abbiamo bisogno di loro e vogliamo investire su di loro, nella specificità del loro lavoro, quale strumento rilevante per contribuire alla crescita democratica di questo Paese e lo facciamo, tra l'altro, destinando, in stretto raccordo con quanto abbiamo previsto nella legge n. 107, una quota del 3 per cento, dello stesso Fondo unico dello spettacolo, a favore delle attività di formazione nelle scuole, contribuendo concretamente a far crescere i futuri cittadini, anche attraverso l'arte e la cultura, sviluppando ed incoraggiandone il pensiero critico, superando le marginalità e investendo sulla crescita e lo sviluppo dei talenti. Lo facciamo, approvando un provvedimento che, mi si permetta di dirlo, vale, davvero, un'intera legislatura, rappresentativo del lavoro fatto e rappresentativo, anche, è inevitabile, è un lavoro di bilancio, giungendo la legislatura ormai a conclusione, di un'occasione per rileggere insieme il lungo lavoro svolto in questi quattro anni.

Un lavoro che è passato attraverso l'incremento consistente ed esponenziale delle risorse del Mibact a favore della cultura, con il coinvolgimento e la sollecitazione del mecenatismo privato, attraverso l'art bonus, con la presa in carico del tema delle imprese culturali e creative, l'istituzione dei Caschi blu della cultura, il tema fondamentale della cultura come diritto pubblico essenziale, il bonus a sostegno dei consumi culturali, le capitali italiane della cultura, fino ad arrivare alla legge sul cinema, i cui decreti attuativi sono in discussione proprio in queste settimane nelle Commissioni competenti, e alle disposizioni odierne sullo spettacolo dal vivo. Un lavoro entusiasmante, impegnativo, di costante relazione e confronto tra il Governo - e ringrazio il Ministro Franceschini per questo - e il Parlamento, che ha visto in questo confronto tra maggioranza e opposizione, anche al di là di quelli che sono ordinariamente gli schieramenti politici, un campo programmatico di lavoro comune e penso che sia un elemento molto importante.

Non è solo una questione di carattere economico, perché non sono solo le risorse a fare la differenza. È una questione di visione e di prospettiva, di consapevolezza profonda del ruolo che la cultura può avere in un Paese come il nostro, come il ruolo di investimento programmatico e centrale che assumiamo su di noi. È un lavoro che non si esaurisce, ovviamente, con l'approvazione di questo provvedimento; c'è ancora un lungo cammino da fare, che affidiamo alla legislatura prossima, augurandoci, però, una cosa, che tra qualche anno, spero non molti, stimati musicisti, direttori d'orchestra o attori non si sentano più chiedere, con fare stupefatto e curioso, quale lavoro fanno davvero nella vita, perché tanti ce lo raccontano. Sono lavoratori dello spettacolo dal vivo, sono viaggiatori della luna, come li ha chiamati il collega Rampi, donne e uomini della creatività, del sogno, dell'immaginario, che contribuiscono concretamente a rendere migliore la nostra vita e a far crescere la qualità della nostra democrazia. Ne ho conosciuti tanti, in questi anni, che portano quotidianamente avanti con passione ed impegno la loro professione e molti di loro ci stanno ascoltando, in questo momento.

Dichiarando, quindi, il voto favorevole del Partito Democratico, è proprio a loro che voglio dedicare questo momento e questo provvedimento. Perché questa volta, anche per voi, ci siamo riusciti