Relatrice per la II Commissione
Data: 
Lunedì, 15 Maggio, 2017
Nome: 
Micaela Campana

A.C. 3139-B

Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, lo scorso settembre quest'Aula affrontava la discussione sulle linee generali del disegno di legge per il contrasto al bullismo e al cyberbullismo sotto l'onda emotiva. Quella discussione avveniva, infatti, a pochi giorni dal suicidio di Tiziana Cantone e molte voci in quest'Aula, forse anche, appunto, sull'onda dell'emozione, si levavano per chiedere una disciplina più compiuta per chi faceva del web un luogo di persecuzione, abusando delle sue straordinarie potenzialità in danno di qualcun altro. Tiziana era una ragazza di trentun anni, non certo un minore, ma sappiamo bene quanti ragazzi adolescenti si trovano, loro malgrado, vittime di un dileggio che si propaga a colpi di clic, sfuggendo totalmente da qualunque controllo e qualunque difesa. Abbiamo rincorso la tecnologia, abbiamo studiato le risposte solo quando i problemi, le truffe e le violenze avevano già prodotto i primi danni, in alcuni casi irreparabili.

F acebook è nato nel 2004 e non lo abbiamo capito fino in fondo. Il mondo degli adulti non ha capito che la socialità dei propri figli e dei propri nipoti si stava spostando in una piazza difficilmente controllabile, dove le relazioni sono liquide e veloci, dove ci si conosce spesso senza conoscersi veramente, dove tutto si consuma a colpi di clic e condivisioni, dove uno schiaffo può essere ripetuto infinite volte e visto da migliaia di persone senza lambire mai realmente i volti delle vittime. Il web è uno spazio liquido, dove la reazione non ha mai lo stesso impatto dell'azione. Siamo arrivati tardi alla consapevolezza di questo, sono servite le storie tragiche di Carolina, Tiziana, Andrea, Simon, affinché anche in queste Aule si aprisse una riflessione su questi temi.

Per tutti noi le vittime del cyberbullismo rappresentano una sconfitta del sistema educativo e lo sprone a fare qualcosa di concreto per la prevenzione, ma anche per la repressione degli atti di violenza perpetrati. Oggi ci sono film, libri di successo e una mobilitazione da parte del mondo dello spettacolo e della cultura che comincia a parlare di bullismo e cyberbullismo con linguaggi nuovi. Nella seconda lettura questo provvedimento era riuscito ad inserire, accanto alle previsioni riguardanti la prevenzione, anche una serie di strumenti utili per le forze dell'ordine e le vittime delle violenze del branco, quando perpetrate con mezzi informatici. Si trattava di accorgimenti minimi, in grado di dare una prima regolamentazione al web, anche in virtù di quello che la cronaca sempre più ci mostra: la percezione da parte di adolescenti e adulti che il web sia un porto franco, senza regole, dove tutto è permesso e dove tutto è permesso anche scrivere e fare. E sono molte, anche in quest'Aula, le persone che hanno assaporato la crudeltà del web e dei suoi abitanti. Non a caso, a un certo punto la Presidente Boldrini ha sentito l'esigenza di costruire due Commissioni parlamentari, una di studio sui diritti e doveri dei cittadini in Internet e quella intitolata a Cox, la deputata inglese contraria alla Brexit uccisa mentre si stava recando a un'iniziativa politica che studia il linguaggio dell'odio.

Lavori importanti, che mostrano che la politica, quando vuole, sa mostrare una sensibilità maggiore rispetto agli accadimenti della vita reale, che, quando non arriva in tempo, almeno non si macchia di colpevoli ritardi. Il lavoro che questa Camera aveva fatto in seconda lettura era volto proprio a colmare quei ritardi che ormai la cronaca ci mostra essere palesi e garantire la libertà del web in un sistema di regole minime e certe. Eppure dal Senato ci è tornata indietro una legge, privata del lavoro di uno dei due rami del Parlamento, che persino restringe il campo al solo cyberbullismo.

Come relatrice e prima firmataria di una legge, all'epoca firmata da un cospicuo numero di deputati, che puntava molto sull'importanza di introdurre una norma penale all'interno dell'ordinamento per punire i casi più gravi di cyberbullismo, oggi permettetemi di dire che questo Parlamento sta perdendo un'occasione di intervenire in maniera efficace in questo campo; l'occasione di governare un fenomeno di fronte all'allarme crescente che il bullismo e il cyberbullismo stanno mostrando, come stanno crescendo i casi in cui gli autori sono maggiorenni, ma le vittime minorenni. I magistrati sentiti in audizione ci hanno mostrato chiaramente la strada da intraprendere per consentire alle vittime e alle loro famiglie di trovare un sostegno nella Polizia postale e, nei casi più gravi, nella magistratura. Tuttavia le Commissioni riunite che hanno affrontato il percorso parlamentare di questa legge hanno deciso di accettare l'ultima formulazione del Senato, senza apportarvi alcun tipo di modifica, anche se mi preme ancora una volta ricordare che, solo pochi mesi fa, l'indirizzo espresso da quest'Aula era diverso.

Con questa legge, che la Camera si appresta a votare in ultima lettura, introduciamo una serie di previsioni generali rivolte ai nostri educatori, puntando tutto sulla prevenzione. Come relatrice ritengo sia importante che la scuola si doti di tutti gli strumenti necessari all'educazione civica della nuova polis, e per questo condivido l'esigenza di arrivare all'inizio del nuovo anno scolastico con una legge, seppure amputata di una parte che avrebbe consentito a tutti di avere a disposizione degli strumenti in più, in caso di episodi gravi. Con l'approvazione di questa legge auspichiamo che i gestori delle maggiori piattaforme web e social network assumano un atteggiamento responsabile e tempestivo in casi di segnalazioni, attivando degli strumenti di segnalazione efficaci che abbiano, come interesse preminente, quello delle vittime. E, allo stesso modo, il tavolo tecnico, previsto dall'articolo 3 di questo testo, auspichiamo che, oltre al monitoraggio, sia in grado di fornire, già in occasione della prima relazione al Parlamento, delle indicazioni utili a normare ulteriormente questo fenomeno. Come auspicato da molti colleghi nel corso della discussione in Commissione, ci auguriamo che, nella prossima legislatura, vi sia l'opportunità, invece, di ragionare su quelle previsioni penali in grado di dare un quadro normativo certo a tutti quei soggetti che utilizzano il web come fosse una zona franca. Quando l'opinione pubblica capirà che il web non è altro che un'altra piazza dove si intessono relazioni umane, e, di conseguenza, ogni azione porta con sé una reazione, forse allora non ci sarà bisogno di spiegare che le azioni compiute sul web hanno la stessa valenza, anche penale, di quelle compiute nella realtà, ma la cronaca ci mostra che questi tempi non sono ancora maturi e al legislatore spetta l'obbligo di colmare questo vuoto, anche culturale. Tuttavia, ci avviamo alla conclusione dell'anno scolastico ed è importante, soprattutto per il corpo docente, arrivare a settembre con uno strumento in più di educazione, una legge che definisca il fenomeno del cyberbullismo e metta sul campo dei fondi a disposizione delle scuole per i programmi di prevenzione rivolti agli studenti, anche avvalendosi del supporto di esperti.

Ci apprestiamo a votare una legge importante e ci auguriamo che chi siederà su questi banchi nella prossima legislatura completi il lavoro iniziato. Nei prossimi giorni depositerò un testo per la regolamentazione del web, in particolare a difesa delle vittime di odio per chi alimenta l'odio tramite la rete, che prevede una serie di misure, anche penali, per i colpevoli e una serie di tutele per le vittime, soprattutto donne, oggetto continuamente e sempre di più di odio e violenza tramite la rete. La violenza che alimenta odio tramite i social è uguale a chi perseguita per strada, la violenza è sempre violenza e le vittime sono sempre vittime, anche se dietro uno schermo e anche se maggiorenni.