Esame delle questioni pregiudiziali
Data: 
Mercoledì, 12 Giugno, 2019
Nome: 
Nicola Pellicani

A.C. 1898

 

Grazie, Presidente. Intervengo per porre la pregiudiziale di merito affinché non si proceda al voto del provvedimento. Poniamo la questione pregiudiziale in quanto, innanzitutto, non abbiamo avuto il tempo, in quest'Aula e nelle Commissioni, di discutere, approfondire e confrontarsi nel merito del decreto, un decreto che giunge, appunto, in Aula dopo cinquanta giorni di confronto, ma solamente all'interno della maggioranza, al termine di un taglia e cuci che ha prodotto un decreto chiamato pomposamente “sblocca cantieri”, ma che invece è esattamente il contrario, ovvero il “blocca cantieri”, in quanto - non è la prima volta - ci avete abituati alla presentazione di decreti in questi mesi che poi si rivelano essere l'esatto contrario. Avete, in tal senso, abituato quest'Aula ma avete anche abituato, purtroppo, gli italiani. Avete fatto ciò con il “decreto dignità”, che avrebbe dovuto sconfiggere la povertà e avete fatto ciò in legge di bilancio, alzando la soglia dell'affidamento diretto degli appalti ed elevando, così, il rischio di infiltrazioni criminali; avete fatto ciò con il “decreto sicurezza”, che invece ha creato solamente più insicurezza e disuguaglianze, e, via discorrendo, potremmo continuare. Adesso presentate questo decreto in cui, appunto, non abbiamo avuto modo di approfondire, di presentare e discutere nel merito gli emendamenti che abbiamo presentato. Secondo il Governo sarebbe negli ingranaggi del codice dei contratti che si nasconderebbe la paralisi del Paese e non nella paralisi di una maggioranza ormai al capolinea, bensì, appunto, nel codice degli appalti. Ciò si traduce in un decreto che introduce deroghe e sospensioni di norme fino a dicembre 2020, che, ovvero, significa introdurre meno regole e meno controlli.

In 50 giorni, come dicevo, il decreto è stato scritto e riscritto un'infinità di volte. Prima è stato addirittura inizialmente annunciato l'azzeramento del codice, poi si è giunti a una sospensione di alcune parti, frutto, evidentemente, di un compromesso nella maggioranza, che però è privo di qualsiasi logica, denotando confusione e assoluta incapacità di elaborare una proposta di riforma completa e di assumere decisioni nell'interesse del Paese.

Il risultato è un pasticcio molto pericoloso, che rischia di avere conseguenze pesantissime per il Paese. Il mix partorito dalla maggioranza è infatti micidiale perché riduce il ruolo dell'ANAC, eleva la soglia del subappalto al 40 per cento, rilancia il massimo ribasso anche se lo chiama minor prezzo; ciò vale a dire che qualsiasi gara sotto i 5 milioni e mezzo potrà essere assegnata con la regola del massimo ribasso, il che porterà le stazioni appaltanti a non fare alcuno sforzo per cercare la qualità bensì a utilizzare sempre la fattispecie del massimo ribasso.

Il decreto sospende, inoltre, il divieto di appalto integrato e ciò significa poter bandire un unico appalto per la progettazione dell'opera, spalancando nuovamente la strada alla corruzione e all'illegalità. Signor Presidente, questo decreto intende far passare il messaggio secondo cui se vogliamo fare le opere e far ripartire i cantieri servono meno regole. Come ho avuto modo di dire durante il dibattito generale, è una vecchia regola della politica degli affari, in base alla quale in nome del fare bisogna ridurre le regole, tutte le tutele di legalità e le tutele per i lavoratori. La parola d'ordine è deregolamentare ed è stupefacente che questo messaggio arrivi da chi, come il MoVimento 5 Stelle, nella scorsa legislatura ha impartito lezioni a tutti su trasparenza e rigore.

Per tutto questo, noi pensiamo che questo decreto non possa essere messo al voto prima di essere, appunto, discusso in modo approfondito nelle Commissioni e in Aula. La verità, caro Presidente, è che i cantieri non sono bloccati dal codice degli appalti ma dal contratto di Governo: ci sono 50 miliardi di opere pubbliche ferme dall'indecisione di questa maggioranza. Con l'approvazione di questo decreto vi assumete una responsabilità pesantissima nei confronti di tutti gli italiani, in particolare dei lavoratori e delle imprese.