Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 12 Giugno, 2019
Nome: 
Andrea Orlando

A.C. 1898

Sì, signor Presidente, colleghi, io penso che le cose siano andate così. Salvini deve aver chiamato uno dei suoi e gli ha detto: guarda un po' che i 5 Stelle vogliono fare la pace, prendi il suo programma e prepara degli emendamenti che siano esattamente il contrario di quello che loro hanno detto in campagna elettorale per le elezioni politiche.

Avevate detto: basta con i subappalti, e questo provvedimento estende il ricorso ad essi; avete detto “no” al massimo ribasso negli appalti, e questo provvedimento lo ripristina come strumento principe della procedura; e poi ci avete spiegato, per degli anni, con motivazioni ragionevolissime, che i semi del malaffare e della corruzione stavano nelle procedure straordinarie e nei commissari, e voi avete reintrodotto le procedure e i commissari.

Di solito, tra coppie in crisi ci si scambiano dei fiori? Tra Vice Presidenti del Consiglio, dei bouquet di emendamenti, e in questi emendamenti voi potete capire, più o meno, la dimensione dei prossimi rospi che dovrete ingoiare.

Però, io so anche, e lo sappiamo tutti, che non è soltanto la subalternità politica che vi spinge, che spinge il Movimento 5 Stelle ad approvare queste norme; c'è anche un colossale alibi, che cerca di accomunarvi e con il quale cercate di autoassolvervi; l'alibi è che il blocco di una serie di opere è dovuto al codice degli appalti; l'alibi, però, non sta in piedi perché tutti sappiamo che se la TAV rallenta, se la Gronda di Genova non si fa e se una miriade di interventi già programmati non parte, il codice non c'entra assolutamente niente e la causa è esclusivamente politica. E non è neppure colpa dell'ineffabile Ministro Toninelli, che pure, in questi mesi, ci ha messo molto del suo.

La verità è che la radice è più profonda, e sta nel modo in cui si è costruito il consenso: se si cavalca il “no” alla TAV, al TAP, all'Ilva, alla Gronda, alla Pedemontana, al cavalcavia o alla rotonda dell'ultimo comune d'Italia, poi fatalmente, una volta al Governo, ti trovi ad affrontare una situazione economica gravissima, anche a causa dell'insufficienza degli investimenti e qualche scusa te la devi inventare, la prima che ti viene in mente; e la prima è stata la valutazione costi-benefici del Ministro Toninelli, che non abbiamo ancora capito che cosa sia, qualcosa che assomiglia alla supercazzola del conte Mascetti. Poi quella non teneva più, e allora vi siete inventati la demonizzazione del codice degli appalti, e questo nonostante i numeri dicessero che dopo la sua approvazione, in un quadro che vede ancora una mole insufficiente, il che era chiaro, di investimenti pubblici, non c'è stato nessun decremento; secondo il MEF, le opere da completare sono: il passante di Genova, quello di Mezzo di Bologna, la Gronda di Genova, il Terzo Valico di Genova, la Genova-Milano, la Pedemontana lombarda, le tangenziali di variante, la statale ionica della Calabria, ne cito soltanto alcune. E, secondo voi, gli italiani possono credere che è un problema di soglia, di subappalti, di modalità di gara? Oppure perché dobbiamo attendere qualche demiurgo, come quello che avete nominato in Calabria per risanare la sanità, ad affrontare l'incapacità di portare avanti le opere pubbliche? Attenzione, vorrei essere molto chiaro: nessuno vi imponeva di assumere come quadro di riferimento le priorità che avevate trovato nel momento in cui siete andati al Governo.

Sarebbe stata più che lecita una riconsiderazione complessiva alla luce del vostro parametro di sostenibilità, ma per fare questo occorrerebbe una visione, un'idea del Paese, un progetto del futuro che voi non avete. Perché la sostenibilità non è l'inerzia che poi finisce per essere travolta dal cieco industrialismo quantitativo, la sostenibilità non è la somma dei “no”, non è la collezione dei comitati che, come dimostra questa vicenda, finisce per essere il terreno più favorevole per chi ci ripropone una vecchia idea dello sviluppo senza qualità.

La sostenibilità è esattamente il contrario della demagogia: è saper scegliere e dire dei “sì” e dei “no” e, soprattutto, riflettere sul come. La stessa opera può avere degli impatti di carattere diverso e lo sa bene chi, anche tra i colleghi del 5 Stelle, ha riflettuto sulle procedure partecipate, sul dibattito pubblico. Ma la logica del massimo ribasso va nella direzione esattamente opposta: è la qualità ambientale, anche quella che si può e si deve raggiungere con il confronto e la partecipazione, che soccombe.

E su questo punto si consuma anche un altro tradimento. Avete parlato di dignità del lavoro, di riconoscimento della qualità professionale; ne avete parlato appunto soltanto, perché il massimo ribasso torna ad essere la regola principe e voi sapete che questo si scaricherà irrimediabilmente sui salari, sui compensi dei professionisti, sul giusto utile delle imprese, sulla qualità delle opere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), in particolare dei professionisti più giovani e dei lavoratori meno qualificati.

Ve lo hanno detto unitariamente i sindacati ma voi lo sapevate già, come sapete che in un piccolo o medio comune il 90 per cento delle opere resterà sotto la nuova soglia prevista dei 150 mila euro, in un quadro di apparati tecnico-amministrativi che sono ridotti all'osso. Vi ringrazierà nella migliore delle ipotesi qualche consorteria, qualche camarilla, qualche micro lobby che ben conosce chi ha amministrato; nella migliore delle ipotesi.

Ho sentito dire, signor Presidente e signori del Governo, che Salvini vuole querelare un sindacalista perché ha detto che l'estensione dei subappalti spalanca le porte alle mafie: sarà mia cura inviare al Ministro una dettagliata biografia di tutti gli esperti e i giuristi che sostengono ben prima di questo provvedimento questa tesi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), di modo che potrà far integrare gli atti dei suoi avvocati.

Pecunia olet : il denaro puzza. Magari oggi qualche impresa che ama le scorciatoie vi dirà “bravi”, ma non tarderà ad emergere l'altra faccia della medaglia: quella delle imprese tagliate fuori dai micro sistemi di potere locali destinati a rafforzarsi, quella di una competizione al ribasso che, inevitabilmente, favorirà chi dispone di più liquidità e non chi sa fare meglio, quella di un mercato senza regole che rischia di devastare il nostro paesaggio.

Il codice prima del vostro intervento dava un quadro di regole: la trasparenza, termine con il quale molti di voi si sono riempiti la bocca. Se si voleva affrontare davvero il tema dell'inefficienza e della lentezza delle opere pubbliche non era e non è sul codice che bisogna mettere le mani. Era ed è necessario ridurre il numero delle stazioni appaltanti, favorire il turnover negli apparati tecnici pubblici facendo accedere una generazione nativa digitale, sviluppare una politica industriale che faccia i conti con il collasso delle imprese del settore che è la vera causa di gran parte del contenzioso. Ma queste sono politiche che non stanno in un tweet, sono interventi che non si possono gridare in un comizio. E' il lavoro, è necessario il lavoro, la fatica, la serietà, elementi che molti di voi non conoscono.

Del resto, voi siete i primi a non credere nell'efficacia semplificatrice dei vostri interventi perché altrimenti non si capisce perché contemporaneamente avete previsto delle procedure in deroga ed ancora una volta l'ipotesi di commissari straordinari. Se questo aveva davvero semplificato il quadro, non ci sarebbe bisogno di queste procedure.

Del resto, sulla natura criminogena di questi strumenti è già stato detto tutto e anche di più: basta accedere agli atti degli interventi dei colleghi del Movimento 5 Stelle nella scorsa legislatura oppure, se preferite, alle inchieste della magistratura su questo tema.

Senza regole - questo è il messaggio che voi volete mandare - si fa di più; senza regole si corre, anzi si vola. Sappiamo tutti però che le cose non stanno così. Senza regole e nella competizione più selvaggia, in un mercato in cui si vince non perché si è il più bravo, il più capace e il più esperto ma perché si è il più forte comunque si sia conquistata quella forza, ecco in un mercato fatto così, si produce peggio, con meno qualità, con più sfruttamento e sappiamo tutti chi può trarre forza, chi può avvantaggiarsi da questo stato delle cose e lo sapete anche voi chi si può avvantaggiare da questo stato delle cose. Voi lo chiamate sblocca-cantieri ma i cantieri si sbloccano se si hanno le idee chiare sul futuro e voi non le avete, non con i sotterfugi. Voi lo chiamate sblocca-cantieri ma il suo vero titolo è sblocca-tangenti.