Discussione sulle linee generali
Data: 
Mercoledì, 24 Ottobre, 2018
Nome: 
Andrea Orlando

A.C. 1209-A

Signor Presidente, signori del Governo, colleghi deputati, il decreto arriva tardi e abbiamo cercato di sforzarci di capire il motivo, così com'è arrivata tardi la nomina del commissario. Dalla prima lettura per il contenuto che riguardava Genova non si poteva certo pensare che questo ritardo fosse dovuto a un particolare spremersi di meningi, perché persino i più benevoli hanno parlato della prima stesura come di uno schema. Abbiamo capito poi il motivo leggendo gli articoli 25 e seguenti, perché - diciamo così - il decreto è stato sottoposto a una sorta di farcitura di materia più simile a quella che è stata richiamata con l'articolo che riguarda i fanghi che ad altre.

L'avete chiamato “decreto Genova” ma in verità è un omnibus e dopo la prima stesura, largamente inadeguata, si è però compresa almeno una cosa: che tutte le chiacchiere agostane e settembrine fatte dagli esponenti del Governo non avevano nessuna corrispondenza nel testo del decreto. Solo chiacchiere (Benedetto Croce avrebbe detto “suoni articolati”). Non mi riferisco soltanto al richiamo, che è stato un vero e proprio pezzo di comicità spero volontaria del Ministro Toninelli, al ponte nel quale si passa il tempo e nel quale giocano i bambini; mi riferisco anche all'annuncio della costruzione da parte di un'azienda che non si capisce come avrebbe potuto realizzare quel ponte non essendo previsto un procedimento di evidenza pubblica né un accordo con il concessionario per realizzare quell'intervento (e mi riferisco a Fincantieri).

Chiacchiere e suoni articolati anche sul tema più cruciale e specifico, cioè la questione del rapporto con il concessionario, ai proclami contro Autostrade, alla sfida ai monopoli, alle minacce di revoca e agli annunci di nazionalizzazione. Abbiamo visto l'azzimato professor Conte trasformarsi in Saint-Just e minacciare - minacciare! - le concentrazioni di potere, i poteri forti e addirittura proporre… …di prescindere - addirittura proporre di prescindere! - dall'azione della magistratura. Ci aspettavamo dopo questa ventata bolscevica un decreto scritto da Lenin. Invece, ci avete portato un decreto che sembra uscito dalla penna della buonanima del Ministro Nicolazzi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ora, io credo che non sia da rimproverare la cautela con la quale avete affrontato il tema; sia da rimproverare l'avventatezza con la quale avete parlato prima e l'avventatezza risulta ancora più evidente nel momento in cui avete modificato l'articolo 1 dicendo che, sostanzialmente, la demolizione di ciò che resta del ponte è assegnato al concessionario che, in questo modo, rafforza di ancora di più la sua posizione. Al pagherete caro, pagherete tutto è succeduto un più continui più concedente slogan intanto paga lo Stato e poi vediamo. Poi vediamo, ma quello che politicamente si trae da questa vicenda che è un conto è abbaiare è un conto è agire politicamente per mettere in discussione delle rendite. Voi queste rendite, alla fine, con questo decreto, le state rafforzando. Volevate spezzare le reni ai monopoli e ai poteri forti, adesso siete a chiedere in ginocchio di demolire il ponte. Ma alla fine di questa fenomenologia quello che resta è che il decreto non dice chi farà il ponte, cioè la cosa sulla quale si è discusso tutta l'estate.

Io credo che qui ci sia una lezione di carattere politico più generale. Un conto è bullizzare cinquanta poveretti dentro una nave, un conto è sfidare per davvero i poteri forti di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ecco, il decreto, nella parte che riguarda Genova, con le modifiche che si sono susseguite, è un decreto che si è rimpolpato di contenuto, e ci voleva poco rispetto alla partenza. Il decreto è cambiato, i titoli sono quelli che noi avevamo indicato sin dall'inizio, come dare una risposta agli sfollati, alle imprese, al porto al personale della pubblica amministrazione, la zona franca urbana. Quasi tutti i titoli ci sono. Dico quasi perché io credo che ne manchi uno, importante, che è quello che riguarda il trasporto pubblico locale. Era una grande occasione, questa, per ripensare la mobilità della città, si poteva sostenere uno sforzo degli enti locali e della regione per ripensare il modello trasportistico della città. Al momento, questa è un'occasione persa.

I titoli ci sono per far fronte a ciò che immediatamente è stato determinato dal crollo, è tutto da dimostrare che le risorse siano sufficiente. Un po' credo ottimisticamente il commissario ha parlato di un decreto soddisfacente al 99 per cento delle sue aspettative. Io temo che le sue aspettative rischino di essere deluse.

Ci sono i titoli, ma non tutte le risorse, ma quello che manca più di tutto è una risposta a un tema sul quale noi continueremo a batterci e ad insistere e cioè il tema è questo: io non sono tra quelli che ha mai detto che se si faceva la Gronda non sarebbe successa la vicenda del ponte Morandi, però, oggi, dopo il crollo del ponte Morandi, Genova e ancora più drammaticamente isolata di quanto non lo fosse prima e voi nel decreto non date alcuna risposta su questo tema. Un organismo vivo come una città, una città produttiva, una città della logistica, una città del porto come Genova è in grado di reagire se ha anche una prospettiva. Non è solo il tema di quello che succede subito, ma se si sa che da qui a qualche anno si potrà tornare a respirare. Ma se questa risposta manca i danni si realizzano oggi, non bisognerà attendere i prossimi anni. Se qualcuno deve spostare una linea dei traffici o ricollocare un'azienda un conto è farlo in una città che ha una prospettiva di rafforzamento infrastrutturale, un conto invece è farlo in una città che non ha nessuna prospettiva. E allora qui davvero una domanda va fatta, una domanda che io mi continuo a ripetere. Il Ministro Toninelli continua a spiegarci che lui sta facendo un'analisi costi-benefici.

Ora, io ho firmato la valutazione, da Ministro dell'ambiente, d'impatto ambientale sulla Gronda e sul Terzo Valico, so che in quella procedura ci sono tutte le analisi del caso, su questo punto, la comparazione tra scenari diversi, l'impatto sull'ambiente, gli effetti economici. Qual è l'ulteriore algoritmo, qual è l'ulteriore formula alchemica che sta cercando il ministro Toninelli per dare una risposta e valutare qual è il rapporto costi-benefici? Mi auguro che non sia la stessa che intende utilizzare per valutare gli affetti del tunnel sul Brennero (Applausi dei deputati del Partito Democratico). E, se così è, a questo punto, signor sottosegretario Crimi, il tema di come si valutano i costi-benefici, che è un leit-motiv che ci avete riproposto in tutte le occasioni, non è un fatto vostro privato, è un fatto del quale dovete, prima o poi, rispondere di fronte al Parlamento. Quali sono questi elementi con i quali siete chiamati a giudicare non solo queste due opere, ma una serie di opere che, a livello nazionale, sono sottoposte a questo tipo di analisi? Nel decreto non c'è una risposta su questo e poi io credo che nel decreto si perda un'occasione. Si costituisce un'Agenzia, questa Agenzia ha forte contiguità al tema dei trasporti, è un passo positivo credo che si vada nella direzione giusta, ma poteva essere una risposta a Genova collocare la sede di questa Agenzia a Genova stessa, era un modo per ripartire, per dare un'idea di una ripartenza, di aver fatto tesoro come Paese di ciò che è avvenuto con il crollo del ponte Morandi, ed era anche un modo concreto per dare un sollievo a una città che, secondo le valutazioni del Sindaco, che ha commissionato su questo uno studio, rischia di perdere il 15 per cento del PIL nel corso dei prossimi anni.

E questo è il decreto Genova, che, vorrei spiegare a chi ci segue, a chi legge i giornali, è solo una parte di questo decreto. Poi c'è la farcitura. Voi con buona pace del collega Sarra, con la scusa del sisma, fatte due condoni edilizi. Sappiamo qual è l'origine, una gita dell'onorevole Di Maio a Ischia – speriamo che non ne faccia altre da qui al voto in Aula (Applausi dei deputati del Partito Democratico) –, sappiamo qual è la dinamica perché non l'abbiamo supposta noi, ce l'ha spiegato il Viceministro Castelli, ci ha spiegato che contro il condono fiscale si è promesso il condono a Ischia e che si tratti di un condono è autorevole opinione del Ministro dell'ambiente che, l'altro giorno, ha parlato di condono, che spera sia modificata, questa norma, nei passaggi parlamentari. Non mi sembra che le sue speranze sono particolarmente ben riposte, ma questo è il suo auspicio.

Che cosa ci fa pensare questa vicenda? Una cosa che è emersa anche in altri passaggi della discussione sul decreto, che chi si sente portatore di una palingenesi ritiene che ontologicamente essere onesti – e io non ho motivo di metterlo in discussione – lo metta al riparo e al di sopra delle regole che valgono per gli altri. Guardate, abbiamo già avuto due segnali in questo senso. Noi chiedevamo una cosa un po' grillina, diciamo. Chiedevamo che si riferisse puntualmente al Parlamento del procedere dell'attività del commissario. Ci è stato detto che non serve, perché voi siete trasparenti e, essendo voi trasparenti, non serve la trasparenza. E poi l'abbiamo visto sul tema dell'antimafia. Ci siamo sforzati nelle Commissioni di spiegare che la Liguria è una regione infiltrata dalla criminalità organizzata, la Liguria è una regione nella quale, l'altro giorno, la Corte d'appello di Genova ha riconosciuto una presenza della criminalità organizzata, con un'importante sentenza, il Nord-Ovest è una realtà nella quale già oggi il ciclo delle demolizioni edili, del cemento, della terra è controllato dalla criminalità organizzata. Ci avete detto che siccome voi siete contro la mafia non serve la certificazione antimafia. Ecco, Salvini poi vi ha fatto cambiare idea, su istanza è giusto consiglio del Presidente Cantone.

Io non so cosa abbia detto Cantone a Salvini. Immagino gli abbia detto: guarda che metti nei guai il commissario. Quest'ultimo sarà costretto, tutte le volte, a chiedere in giro una certificazione di fatto perché quella di diritto è stata soppressa.

Ebbene, ma il bello di questo vostro atteggiamento o meglio il brutto viene dall'articolo 25; noi ve l'abbiamo detto: se le norme sono complicate, vanno snellite, ma se si creano delle deroghe alle norme alla fine si creano delle disparità e si agevolano forme di illegalità. Che cosa voglio dire?

Voglio dire che i colleghi della Lega, che non sono particolarmente presenti stasera forse perché non c'è Salvini, dovranno andare a spiegare a Busto Arsizio, a Verona ed anche ad Arezzo perché lì si sono rafforzati, ma anche in altre parti del Mezzogiorno, che un cittadino di quella realtà se fa una finestra in lieve difformità rispetto alla progettazione va di fronte a un giudice; invece i beneficiati di questo decreto non solo non ci vanno ma addirittura hanno diritto ad un contributo risarcitorio per la realizzazione - poi l'avete corretto - ma inizialmente veniva risarcito anche chi aveva commesso un abuso, ricostruito quell'abuso e quella ricostruzione veniva finanziata. Vedete, vi siete vantati del fatto che, rispetto all'impianto iniziale, cioè un “libera tutti”, è intervenuto un decreto che ha mitigato l'effetto, cioè noi eravamo di fronte ad una prima stesura che consentiva di riconoscere il titolo a ricostruire a condannati con applicazione dell'articolo per 416- bis, a coloro che non avevano un'autorizzazione dal punto di vista paesaggistico, poi alle 20-21 dell'altro giorno è arrivato un emendamento che introduceva questi vincoli. Ora io vi chiedo una cosa: riconoscete il copyright di questo emendamento; questo emendamento è stato scritto nel 2003 dal Presidente Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Dico questo perché questi sono i presupposti per accedere al condono del 2003. Voi vi vantate di avere introdotto la legalità introducendo i parametri di quello che avete indicato per anni come campione dell'illegalità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ancora, in questi vincoli che avete introdotto resta scoperto il tema del vincolo idrogeologico. Ci avete risposto che se ne occuperà il commissario ancora in questo caso: il commissario della ricostruzione valuterà di volta in volta se ci sono i presupposti. Ma allora cosa si fa a fare la pianificazione? A che cosa servono gli studi di geologici, a cosa servono gli studi della sismica? Vedete, voi siete andati oltre anche alle richieste dei comitati degli abusivi perché chi li ha incontrati sa che, anche i più accesi, ti dicono: noi vogliamo ricostruire se ci sono i presupposti dell'idrogeologico. Voi siete andati oltre. Come quelli della Lega dovranno spiegare perché un cittadino di altri realtà italiane ma davanti al giudice per aver sbagliato di 10 centimetri una finestra, voi dovrete spiegare che l'unico abusivismo di necessità, concetto che è emerso dal dibattito politico nel corso degli anni, è quello di Ischia perché invece nell'agro-casertano, a Pianura o a Napoli nord, là le stesse regole che voi applicate a Ischia non saranno applicate. Credo che l'effetto di questa operazione, come dire, la cartina di tornasole di questa operazione si possa leggere nell'analisi dei decreti che riguardano la ricostruzione nell'Italia centrale. Perché? Perché voi avete fatto scrivere, anche qui per temperare il primo impeto del libera tutti, che possono utilizzare questo decreto tutti coloro che non sono interamente abusivi, introducendo un concetto nuovo nel nostro ordinamento e che non sono sottoposti ad ordinanza di demolizione. Ma quanti saranno nell'Italia centrale quelli che sono totalmente abusivi e già oggi sottoposti all'ordinanza di demolizione? Che cosa voglio dire? Voglio dire che voi, per costruire un vestito per Ischia, ne avete costruito uno uguale per l'Italia centrale dove c'era una serie di problemi ma quel vestito è 4 o 5 taglie più grandi del necessario e l'effetto che producete è semplicemente ridicolo. Ora, io penso che noi dovremmo contrastare questa vergogna e soprattutto spiegare ai cittadini italiani che avete utilizzato il “decreto Genova” per incartare questa vergogna, ma questo non ci impedirà di dare un contributo, sperando di poter arricchire ulteriormente il sistema di interventi che riguarda la parte di sostegno alla città e, soprattutto, non ci impedirà di fare una battaglia contro l'isolamento della città; un tema che voi state cercando di evitare ma che non potrete evitare, perché, quando nei prossimi mesi, anche ammesso e non concesso che le risorse siano sufficienti per far fronte ai primi effetti della caduta del ponte, la città comincerà a soffrire di un vuoto di prospettiva, voi una risposta la dovrete dare e noi sappiamo qual è, quella del Ministro Toninelli, che ci spiegherà, ancora una volta, che sta facendo una valutazione dei costi e dei benefici; ecco, i costi sono quelli che sta producendo il ministro Toninelli, i benefici non li abbiamo ancora capiti