Data: 
Giovedì, 30 Luglio, 2015
Nome: 
Khalid Chaouki

AC 3249

 

Presidente, intervengo solamente per esprimere, anche come Partito Democratico, quello che noi riteniamo un risultato comunque importante oggi. La mia riflessione vuole innanzitutto evitare che la discussione su una missione così importante, come è appunto l'EUNAVFOR MED, e ciò che si è predisposta di fare, non deve essere solo una discussione rispetto a quelle che sono ovviamente le questioni militari, quello che riguarda l'entità della missione e la modalità di presenza nel Mediterraneo. Noi pensiamo sia molto importante, invece, rilevare che finalmente, gradualmente, con un impegno faticoso da parte del Governo italiano ma insieme a questo Parlamento e insieme anche alle forze dell'opposizione, che, come abbiamo sentito poco fa, comunque ritengono che questa sia un'iniziativa importante da valorizzare e da migliorare – assolutamente sì –, siamo riusciti gradualmente, iniziando con Mare Nostrum, operazione solo italiana che aveva l'unico obiettivo di salvare le vite e che presentava sicuramente diverse criticità dal punto di vista della sostenibilità ma anche della difficoltà di attuare parallelamente un'opera di contrasto forte e mirato che solo un Paese no essere presenti nel Mediterraneo fisicamente e a contrastare i trafficanti ma avendo ugualmente l'obiettivo di salvare le vite nelle modalità che sono già definite dal diritto internazionale e non solo.
  Oggi ci apprestiamo a un importante, ennesimo risultato da non sottovalutare, quello di rendere finalmente la lotta ai trafficanti, agli schiavisti, ai criminali del nuovo secolo una priorità europea. Questo credo che sia un dato che solo chi non è oggi in buona fede può non riconoscere. Parliamo di un Paese come l'Italia, che da solo, fino ad adesso, grazie anche a Mare Nostrum, alle forze della Marina Militare, alle Capitanerie di porto e alla nostra magistratura italiana, è riuscito ad arrestare oltre 1.253 scafisti e criminali, e molti di questi sono attualmente sotto processo nel nostro Paese. La magistratura italiana è presa come modello a livello internazionale oggi per la capacità di indagine rispetto alle filiere del traffico internazionale di esseri umani; allora, l'invito, l'appello che faccio a tutti i colleghi del Parlamento è fare uno sforzo in più, capire che dietro a questo traffico ci sono innanzitutto esseri umani. E vorrei raccontare velocemente solo alcune testimonianze di quelle che ci vengono raccontate, perché chi oggi sbarca sulle coste italiane non lo fa molte volte volontariamente. Siamo ormai in una realtà libica in cui molte volte i profughi, che si trovano in quel Paese e che sono detenuti in prigioni, vengono, di fatto, sotto minaccia, sotto ricatto, obbligati ad imbarcarsi su queste carrette della morte. Prima di questa fase molte volte sono ridotti in forma di schiavitù da gruppi criminali che noi sappiamo in molti casi finanziano gruppi terroristici e pericolosi gruppi militari della zona. Queste sono testimonianze certificate dall'UNHCR: meglio morire in mare che in Libia, in mare si muore una volta sola, se stai in Libia si muore tutti i giorni, dice Bakarì, un ragazzo di 16 anni. Lui racconta: i letti dove dormivano erano pieni di insetti, avevamo pagato per il viaggio, ma nell'attesa dovevamo lavorare gratis per i padroni del posto, come schiavi.
Insomma, questa è la situazione in cui ci troviamo, siamo di fronte a schiavisti, criminali che noi abbiamo il dovere di combattere e di contrastare in tutte le forme possibili. Questa missione è sicuramente una missione militare, ma per noi ha anzitutto un obiettivo umanitario e di lotta alla criminalità organizzata transnazionale, una criminalità che oggi non trova l'unico vettore in Libia, ma purtroppo tocca altri Paesi dell'area mediterranea.
Sicuramente questa missione non è sufficiente, noi stiamo contemporaneamente chiedendo con forza a tutti i Paesi europei di darci un contributo concreto, serio, per una condivisione vera della distribuzione dei profughi e dei richiedenti asilo in tutti i Paesi europei. Ma dobbiamo agire ancora prima, ancora più a sud per prevenire questi flussi nel rispetto degli standard internazionali e delle convenzioni delle Nazioni Unite. Penso che un importante passo sia stato fatto qualche giorno fa con la visita del Ministro della giustizia e portavoce del Governo del Niger, Marou Amadou, che ha incontrato il Ministro Orlando e il Ministro Gentiloni proprio per rafforzare le strategie di contrasto della criminalità organizzata e dei nuovi schiavisti.
Noi dobbiamo innanzitutto oggi lavorare per far sì che i richiedenti asilo, i profughi, non arrivino in Libia, perché una volta giunti lì diventano ostaggio di questi gruppi criminali. Contemporaneamente dobbiamo predisporre nei Paesi di transito dei centri di accoglienza per dare la possibilità alle persone sul posto di fare domanda di asilo in Europa e verificare lì la possibilità di ottenere o meno questo diritto. Ovviamente non possiamo parlare di una soluzione definitiva al dramma dei flussi, dell'immigrazione e dei profughi, ma  anche alla fatica e alla difficoltà di un Paese come l'Italia di fare fronte da solo a questo flusso epocale se non con la stabilità in Libia. La stabilità in Libia già oggi avrebbe significato, ma speriamo che nelle prossime settimane significherà, il passaggio a fasi successive, per riuscire a concordare attraverso la collaborazione internazionale con uno Stato, speriamo riconosciuto unito, iniziative di contrasto più serio della criminalità organizzata e dei gruppi criminali terroristici che oggi gestiscono flussi milionari di traffico di profughi.
La stabilità in Libia significa impegnarla a rispettare le convenzioni internazionali, divenire quindi essa stessa un Paese che può accogliere e integrare i richiedenti asilo. La stabilità in Libia significa poter finalmente combattere insieme a quel popolo una piaga che ci allarma tutti: la presenza del terrorismo islamico, dell'Isis, che purtroppo continua ad essere presente e attivo in quel Paese, minacciando non solo la popolazione libica, ma minacciando anche i Paesi limitrofi, a partire ovviamente dall'Italia.
Oggi finalmente portiamo a casa un risultato importante grazie all'impegno del Governo italiano, grazie al lavoro di Federica Mogherini, Alto Rappresentante per la difesa e la Politica estera, grazie anche alla collaborazione positiva dell'opposizione in questo Parlamento.