Discussione generale
Data: 
Mercoledì, 24 Gennaio, 2024
Nome: 
Anthony Emanuele Barbagallo

A.C. 1606-A

Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, oggi il calendario d'Aula prevede la discussione generale sul testo del decreto-legge Energia, l'ennesimo in materia in questa legislatura. È un continuo susseguirsi, ogni tre, quattro mesi, di un provvedimento d'urgenza che riguarda il settore dell'energia. Ma, anziché discutere delle linee generali del provvedimento, siamo costretti ad intervenire in discussione generale per denunciare pubblicamente quanto accaduto questa notte nella seduta delle Commissioni riunite ambiente e attività produttive, quanto messo in opera dalla maggioranza con la compiacenza del Governo. Lo abbiamo definito da subito un blitz di una violenza che, in 25 anni di impegno politico, non avevo mai visto, progettato da tempo, evidentemente, ma messo in atto una volta che il calendario d'Aula è stato fissato, anche con la probabile posizione della fiducia nella giornata odierna.

Ieri mattina, alle 9, i relatori presentano l'emendamento 14-bis, che viene sostanzialmente riscritto alle 21. Dei 50 emendamenti proposti dalle opposizioni ne vengono discussi a notte fonda soltanto due e, poi, viene imposta questa tagliola insopportabile all'una di notte. Quindi, di 50 emendamenti, ne vengono discussi due, finisce la discussione e si passa direttamente in Aula. Oggi, tra qualche intervento, sarà posta la fiducia e un provvedimento di questo valore, di questa rilevanza, in particolare - su questo concentrerò il mio intervento - per quanto riguarda l'organizzazione e la gestione del sistema dei rifiuti in Sicilia, viene demandato a poche battute. È un'insopportabile violazione delle prerogative parlamentari, delle prerogative del Parlamento, un mancato esercizio di democrazia che francamente - questo non capiamo - non vi costava nulla.

Se il Governo e il centrodestra volevano intervenire in materia di rifiuti, e in quel settore che riguarda i rifiuti in Sicilia, l'avrebbero potuto benissimo fare con calma, in uno dei prossimi provvedimenti, facendo un apposito testo, anche intervenendo, signor Ministro, con un emendamento nel prossimo decreto-legge. Ma si sarebbe dovuto garantire un minimo di confronto democratico, un confronto basato anche sulle analisi, perché anche nella parte di intervento che spiegheremo meglio dopo vi diremo che state sbagliando i conti anche su questa programmazione che riguarda i due termovalorizzatori. Insomma, serviva fare tutto quello che bisogna fare in una democrazia parlamentare, perché abbiamo l'impressione che, a volte, questo Governo dimentichi che siamo in una democrazia parlamentare e che ci sono delle prerogative specifiche del Parlamento.

La situazione disastrosa - è giusto ricordarlo all'Aula - dei rifiuti in Sicilia viene conclamata - signor Presidente, lei lo ricorda bene, anche per la sua attività di Governo in quel tempo - il 20 dicembre 2017. La Corte dei conti pubblica delle osservazioni alla legge regionale vigente in quel tempo, la legge n. 9, osservazioni specifiche sul sistema dei rifiuti in Sicilia. Cosa non va? In primo luogo, l'individuazione degli ambiti. Allora come adesso - dal 20 dicembre 2017 sono passati poco più di 6 anni, tutti con il centrodestra al Governo - ci sono poco più di 20 ambiti territoriali. La Corte dei conti dice che non possono essere più di 5 e il Governo nazionale del tempo diffida la regione siciliana ad individuarne non più di 5. Da allora, prima, con Musumeci e, poi, con Schifani, solo annunci e promesse di intervenire. In questi poco più di 6 anni, non è stato modificato un rigo, un solo rigo, della norma contestata dalla Corte dei conti, che sta creando oggi tante difficoltà in quel settore.

Non si tratta solo del numero degli ambiti ma anche della natura delle società di gestione, che è anche un grandissimo vulnus. È parso subito evidente che le società di regolamentazione dei rifiuti, uniche in Italia, sono tutte private e non pubbliche e, quindi, la Corte dei conti allora chiese un importante cambio di passo. Lo chiese anche il Governo, ma da parte del centrodestra nessuna risposta. Quindi, è singolare che interveniate con il commissariamento, commissariando, di fatto, non solo il governo della regione ma anche il Parlamento regionale, perché in quelle due pagine di emendamento, che non c'è stata la possibilità di emendare e di discutere, vengono anche sostituite e commissariate competenze specifiche del legislatore regionale. Quindi, nessun intervento.

A intervenire, invece, nell'assenza della politica del centrodestra in questi sei anni, non è stata soltanto la Corte dei conti, ma è stata anche l'Anac, che ha sancito espressamente, con un'apposita delibera, quello che è evidente a tutti nella mia terra, Presidente, anche ai bambini, che c'è un sistema - signor Ministro, io spero che qualcuno le racconti queste cose - che fa cartello, per cui non esiste il divieto di subappalto, come, invece, dovrebbe esistere, e ci sono ditte che esercitano il servizio di raccolta rifiuti nello stesso territorio da più di 10 anni, con l'aggiudicatario che cambia tre volte e lo stesso subappaltatore che gestisce sempre lo stesso territorio, con l'occhio vigile della criminalità organizzata.

Io credo che a questa tragedia, a questa insopportabile umiliazione dei siciliani qualcuno dovrebbe dare una risposta. In questi 6 anni, prima, Musumeci e, poi, Schifani non sono stati in grado di muovere un rigo. Bisognava intervenire in questo settore. Sono di fronte anche alla Commissione, ci sono i relatori che mi stanno ascoltando, anche il presidente Rotelli: io credo che il minimo, in un confronto democratico, sarebbe dovuto essere un intervento normativo per eliminare questo scandalo e questa vergogna, ahimè, tutta in salsa siciliana.

Quello che non è stato fatto in 6 anni il centrodestra prova a farlo, ahimè, in meno di 6 ore e l'intervento, come non poteva non essere, risulta pasticciato non solo perché non si interviene sulle tre vere difficoltà - numero degli ambiti, natura pubblica delle SRR ed espresso divieto di subappalto - ma perché, ancora una volta, noi siciliani veniamo scippati dei fondi, del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Ricordo a tutti che il FSC è un fondo di competenza regionale, è un fondo di competenza delle regioni. Negli anni, i sindaci siciliani e il gruppo dirigente siciliano hanno sempre pensato che quel FSC dovesse essere destinato allo sviluppo della Sicilia e, soprattutto, alle aree interne e alla rivitalizzazione dell'entroterra siciliano. In soli 2 mesi, il centrodestra, prima preleva 1,6 miliardi per il ponte e, adesso, per realizzare questi - poi lo vedremo meglio nel dettaglio - due termovalorizzatori e qualche altro impianto, preleva ulteriori 800 milioni. Quindi, in totale, sono 2,4 miliardi, che corrispondono a quasi il 40 per cento del FSC. Sono soldi che dovrebbero essere gestiti dai siciliani e il cui impiego dovrebbe essere deciso in Sicilia e dal Parlamento regionale. Invece, assistiamo a un vero e proprio scippo.

Peraltro, in questa materia restano anche i dubbi sulle coperture, perché il FSC, ad oggi, deve essere ancora sottoscritto tra il governatore Schifani e il Ministro Fitto. Quindi, in presenza ancora di una mancata assegnazione certa delle risorse, questa la definiamo una prenotazione di somme? Non lo so. Siamo alla finanza creativa e alle fantasie giuridiche e contabili, perché veramente non ci sono neanche precedenti normativi a cui fare riferimento.

Ancora, il Piano rifiuti - che, ricordo a tutti, è stato più volte bocciato - è efficace soltanto in parte e questa scorciatoia, che è stata presentata nel famoso emendamento 14-bis, vi farà sbattere contro il muro. Uno dei motivi per cui in questi anni non sono partiti in Sicilia né i termovalorizzatori né gli altri impianti è costituito dalla difficoltà della localizzazione e alle forzature che il Governo di centrodestra voleva fare per localizzare l'opera. Come in tutti i posti del mondo, i termovalorizzatori e gli altri impianti vanno individuati in aree industriali, in aree commerciali con la classificazione D.

Qualcuno in Sicilia pensa di realizzarli in zona agricola e a una distanza, addirittura, inferiore ai 5 chilometri dal centro abitato, perché tutte le normative che sono finite in Commissione, all'ARS, prevedevano sempre un emendamento puntuale del centrodestra, da questo punto di vista. Quindi, siamo terrorizzati di fronte a questa possibilità che prevede il testo, questa procedura semplificata, che rischia veramente di dar luogo a localizzazioni inidonee.

Proprio perché manca il Piano rifiuti, che dovrebbe essere a monte della riorganizzazione degli impianti in Sicilia, si pone anche il tema delle localizzazioni del piano d'ambito, perché gli ambiti che funzionano prevedono, all'interno dello stesso ambito, un sistema di raccolta e di stoccaggio dei rifiuti, con degli impianti adeguati, come gli impianti di recupero, gli impianti di trattamento microbiologico, quelli di compostaggio, le discariche. Manca una organizzazione complessiva del sistema, con questi camion che girano da tutte le parti, senza una visione organica, che solo il piano dei rifiuti studiato, che passa dalle competenti commissioni per tempo e con i pareri e le valutazioni di compatibilità ambientale, può dare. Quella è la procedura corretta e questa scorciatoia finirà per creare soltanto ulteriore confusione.

Altre due note, quello a cui accennavo prima. In Sicilia ogni anno i rifiuti prodotti ammontano a circa 1.600.000 tonnellate. I due termovalorizzatori, in tutti gli studi fatti, al massimo, possono servire per conferire 400.000 tonnellate. Quindi, anche a garantire 800.000 tonnellate con i due termovalorizzatori, ma dell'altra metà che ne facciamo? Soprattutto in considerazione del fatto che per realizzare gli eventuali nuovi termovalorizzatori non basteranno meno di 7 o 8 anni. Che ce ne facciamo? Continuiamo a conferire all'estero? Serviva una politica, anche perché le risorse ci sono, che garantisse la realizzazione di tanti piccoli impianti a cui facevamo cenno prima; e se, in questi sei anni, servivano 100 impianti, il centrodestra al Governo e alla regione ne ha finanziati meno di 10. Io credo che questo è un altro vulnus su cui dovremmo concentrare il nostro dibattito nei minuti residui che ci restano, Presidente, perché dopo questa tagliola insopportabile, utilizziamo pure i centesimi di secondo.

E, ancora, è inusuale che, tra una riscrittura e un'altra, dapprima la durata del commissariamento era prevista per l'intera legislatura, poi il centrodestra, dopo un ripensamento, l'ha fissata a due anni. Anche questo è un dato che ci fa pensare e non capiamo, francamente, fra procedure d'insediamento, “assumificio” perché è previsto un po' di sottogoverno per accontentare qualche amico degli amici, come possa funzionare mai questo commissariamento in circa due anni. Non lo riteniamo un termine congruo e ci sembra anche un altro elemento di confusione.

In definitiva, Presidente, per le ragioni che abbiamo esposto, per uscire da questa situazione così grave, serviva e serve ancora una visione, uno scatto di reni, una capacità vera di alimentare, pur nella diversità delle posizioni, un confronto che garantisca certezze a una terra che ha pagato e continua a pagare gli errori del passato. Ecco, serve una prospettiva e certamente non serve la tracotanza e la prepotenza che questa maggioranza e questo Governo hanno dimostrato in queste ore.