Data: 
Lunedì, 22 Luglio, 2019
Nome: 
Gennaro Migliore

A.C. 1913-A

Grazie, signor Presidente. Signor Presidente, in premessa vorrei dirle che il mio cellulare è spento. Ho visto una dichiarazione del Presidente della Camera che, in maniera tanto solerte, si occupa di chi eventualmente fa foto e selfie per preservare il buon andamento dei lavori del nostro Parlamento. Vorrei ricordare, per suo tramite, al Presidente della Camera che forse si dovrebbe occupare con maggiore solerzia anche dei diritti che sono stati calpestati, conculcati alla minoranza di questo Parlamento; e che lui si è reso disponibile a realizzare, ovviamente con l'accordo dei due presidenti, entrambi del suo partito, un'attività di sistematica cancellazione di quelli che sono i più elementari requisiti che devono garantire il buon andamento dei lavori in Commissione. Abbiamo atteso che lui assumesse un'iniziativa più forte, al di là di qualche denuncia, perché imponesse al Ministro Salvini di venire a riferire in quest'Aula. Abbiamo verificato come sui temi legati, per esempio, alle audizioni si sia allineato al diktat che proveniva da dichiarazioni del qui presente sottosegretario Molteni, che intimava alla Commissione di non audire Carola Rackete. Peraltro, arrampicandosi sugli specchi, all'interno della Commissione, si è detto: perché non si doveva parlare di un procedimento penale in corso; io faccio umilmente notare che nella stessa mattinata si era ascoltato il PM Patronaggio, e che rappresentanti della Lega, anche qui presenti che sono appena intervenuti, sono intervenuti a chiedere informazioni su quanto era accaduto sulla vicenda Sea-Watch al comandante della Guardia costiera.

Così come non si è occupato di verificare i tempi e i modi dell'ammissibilità in relazione a disposizioni che avevamo chiesto noi, e si è invece acconciato a garantire quando si è trattato di richieste che provenivano dalla Lega, alcune delle quali peraltro anche condivisibili. Oppure quando, nel massimo del momento di costrizione e di compressione dei lavori parlamentari, si è dato credito ad una serie di precedenti che andavano nella direzione di limitare la possibilità delle forze di opposizione di esprimere una posizione compiuta, e quindi senza che questo corrispondesse a un ostruzionismo. Io penso che il nostro partito, il nostro gruppo abbia presentato meno emendamenti di quelli che ha presentato Forza Italia, per esempio; un centinaio di emendamenti sono stati bloccati, pur non in presenza di un'imminente riduzione dei tempi di discussione.

Sappiamo tutti che è un decreto che scade a metà agosto, non era indispensabile… E anche questo, il Presidente della Camera ha ritenuto, invece, di doversi acconciare alle richieste propagandistiche del Ministro dell'Interno: era possibile discuterlo la settimana prossima, ove non fosse stata conclusa un'esauriente discussione all'interno della nostra Commissione, delle nostre Commissioni riunite. Insomma, ci sono state sistematiche violazioni, fino all'ultima paradossale, avendo i numeri, i tempi contingentati e la possibilità anche di intervenire con il Regolamento, di non voler svolgere, per un emendamento che è stato considerato una furba riformulazione, una discussione che potesse consentirci di subemendarlo.

A qualcuno potrà sembrare, magari fuori da quest'Aula, una premessa di carattere troppo tecnico; e invece no, lo voglio dire con grande chiarezza: sulle procedure parlamentari, sul rispetto non dei precedenti a caso, ma sul rispetto di una prassi che ha consolidato la democrazia di questo Paese si gioca la tenuta di una democrazia. Noi non abbiamo mai considerato le regole come formalismi: le abbiamo sempre accettate, e ci indigniamo nel momento in cui le vediamo calpestate, in particolare con l'accordo di chi dovrebbe garantire che quest'Aula e le Commissioni possano essere strumenti per ciascun parlamentare per esercitare quello che è il proprio diritto-dovere di rappresentanza popolare, senza vincolo di mandato.

Lo sappiano anche coloro i quali vorrebbero farci decadere o a gregari di un capo, come accade per la Lega, o a esponenti-ripetitori di quanto dice una Srl: noi continueremo a difendere le regole a garanzia dell'ordinato svolgimento di questo nostro lavoro, perché alcuni tengono alla poltrona e noi teniamo alla democrazia , e questo non è un dato che può essere eliminato. Lo dico perché questo è un decreto da un verso utilizzato come una bandiera propagandistica. Ed è per questo motivo che si manifesta con tutta la sua violenza la subalternità nei confronti del Ministro Salvini: perché avrebbe bisogno, questo provvedimento, di ben altra trattazione. Sono privi i fondamentali per considerare questo un decreto-legge; non c'è né necessità né urgenza. Addirittura, perché talvolta il diavolo si nasconde nei dettagli, è stata la stessa riformulazione di un emendamento leghista a dire che non era necessario e che non era urgente: perché se voi andate all'articolo 8 (parto dall'articolo 8 perché è indicativo di quello che sto dicendo), quando al comma 2 si parla della riduzione delle commissioni territoriali, si sta affermando - lo dice il Governo, che è venuto qui in questa sede a dire che c'è un allarme, che ci sono problemi - che non servono più le commissioni territoriali. Peraltro senza neanche garantire alle persone che vi hanno lavorato e che sono state impiegate per un importante compito, come quello del riconoscimento degli status per i richiedenti asilo, senza neanche dire perché questa cosa dovrebbe accadere: cioè la riduzione e il rientro in ruolo di personale che non serve.

Perché, come è stato detto dalla collega Prestipino, questa emergenza non esiste, e l'unica emergenza che c'è è quella umanitaria, rispetto alla quale questo Governo si pone in una condizione da bullo, perché io ritengo che questo sia. Si pone nel modo peggiore nei confronti di coloro i quali stanno annegando; ed ancora oggi c'è una dichiarazione, francamente priva di senso istituzionale, da parte del Ministro Salvini, che dice: all'orizzonte scorgiamo una ONG francese e non so di quale altra nazionalità, non rimarremo con le mani in mano. Ma che cos'è questo, un Ministro? Non rimarremo con le mani in mano. Non rimarremo con le mani in mano! Non rimarremo, chi? Lui e la selva di troll, il branco di troll che aggredisce chiunque non la pensi come lui? Che espone al ludibrio razzista, xenofobo, sessista, omofobico, antisemita tutti coloro i quali non la pensano come lui?

Perché la Bestia pagata con i 49 milioni che sono stati sottratti… Signor sottosegretario, ci venga a raccontare come sono stati presi i 49 milioni, poi parliamo! E di come sono stati impiegati quei fondi, che probabilmente, o promessi oppure ottenuti, provengono addirittura da una potenza straniera. Si venga qui a parlarne, si venga qui. Eh, molta sicurezza, sto parlando di sicurezza nazionale in effetti, sto parlando della sicurezza nazionale. E noi abbiamo messo in atto una serie di comportamenti, che mettevano in evidenza l'impossibilità, da parte di questo Paese e di questo Parlamento, di fidarsi di chi non ha neanche il coraggio di venire a parlare in quest'Aula di quelle che sono le accuse. Peraltro, il garantismo vale per tutti gli amici, tranne per chi viene considerata, a buon mercato, una criminale. Perché questo è quello che sta succedendo. Ho sentito dire: io mi fido di questo, di quest'altro, dell'ex sottosegretario, di uno e dell'altro, perché non si è colpevoli fino a prova contraria, però l'utilizzo dello stigma “è una criminale”, “è una sbruffoncella”, e tutta una serie di epiteti che vengono rivolti alla signora Carola Rackete, “zecca”, “zecca tedesca”, come se poi, diciamo così, questo aumentasse ovviamente l'entità dell'epiteto. Se, a un certo punto, succede che in questo Paese si dice che si fa un “decreto sicurezza” e della sicurezza non si occupa il Ministro dell'Interno, ma si occupa solo della persecuzione paranoica dei suoi avversari o presunti tali, io dico: in che mani siamo finiti? In che mani siamo finiti, colleghe e colleghi, persone che stanno ascoltando questa nostra discussione, in che mani siamo finiti?

Vogliamo enumerare, uno per uno, quali sono gli elementi che caratterizzano questa mancanza, come ho detto, di necessità e urgenza, e anche la possibilità, da parte del nostro Paese, di individuare dei bersagli sbagliati? Partiamo dalla questione dell'accentramento dei poteri nelle mani del Ministro dell'Interno: accentramento del tutto abnorme, che viene giustificato come l'applicazione di una legge, la n. 121 del 1981; guarda caso, nessuno si era accorto che ci fosse la necessità di intervenire con quella legge per impedire che altri Dicasteri facessero il loro dovere. Allora, bisogna dire che il MoVimento 5 Stelle non ha fatto un contratto, ma ha stipulato una clausola capestro, nella quale ogni parola che fosse riferita, anche larvatamente, alla questione delle migrazioni, doveva essere esclusivo appannaggio di questo signore che fa il Ministro dell'Interno. Allora, per me l'individuazione di questa concentrazione di potere nelle mani di uno solo è già elemento che mette in discussione un equilibrio di responsabilità. Successivamente, in virtù di dichiarazioni rese pubblicamente e ripetute più volte, si mette in discussione - cosa ancora più grave - non un equilibrio di responsabilità, ma un equilibrio di poteri, perché stiamo parlando di attacchi sistematici alla magistratura, di invocazione di arresti, di misure che non competono a quella che è la responsabilità governativa. Mettere in discussione la separazione dei poteri è ormai la norma tra potere esecutivo e potere legislativo. Il sottosegretario Molteni, che ha la mia stima personale, viene, detta la linea e se ne va, anzi no, rimane pure a testimoniare che tutto avvenga secondo i desideri del Governo. Il MoVimento 5 Stelle sta lì, prende ordini e interviene al massimo per salvare quelli che sono gli ipotetici problemi che potrebbero venire al Capo di questo Governo, che è il Ministro Salvini. Lo hanno già fatto quando lo hanno salvato sulla Diciotti, lo hanno già fatto, sono pronti a rifarlo e credo che noi dovremmo sfidarli a verificare che questa disponibilità a mettersi sempre petto in fuori a difesa di qualsiasi azione del Ministro dell'Interno possa essere verificata.

Poi adesso il Ministro Salvini decide anche di mettere in discussione la separazione dei poteri e fa un decreto di polizia, sostanzialmente, che vuole interdire alla magistratura di scegliere secondo scienza e coscienza giuridica, perché di questo si tratta negli articoli che seguono, compreso il fatto di individuare delle sanzioni amministrative, che, badate bene, non sono previste, visto che prima il collega della Lega parlava di speronamenti che potrebbero fare i contrabbandieri pugliesi o della Puglia, perché non è detto che siano pugliesi, capisco che sono abituati alla definizione etnica, diciamo ai contrabbandieri. Il trattamento riservato alle navi delle ONG, cosiddette tali, non è riservato neanche alle organizzazioni della criminalità organizzata. Non siete neanche lontanamente all'interno dell'alveo di quello che viene definito il criterio di ragionevolezza e proporzionalità, addirittura io l'ho chiamato l'emendamento “a rosico” nel senso che rosicano nei confronti della Sea-Watch. Si è fatto un emendamento che eleva a un milione di euro - un milione! - la penale. E ci è stato detto - con grande cortesia da parte dei presentatori, che erano sia dell'opposizione d'occasione, di Fratelli d'Italia e Forza Italia, e ovviamente anche della Lega - che, siccome la Sea-Watch, grazie all'intervento di una trasmissione televisiva, aveva ottenuto 200 mila euro nel giro di tre ore, bisognava, seguendo l'Auditel e non seguendo il codice, innalzare questa sanzione amministrativa. Perché no? Perché devono essere puniti anche quelli che danno i soldi alle ONG. Quelle ONG sono organizzazioni umanitarie e i soldi li prendono non perché hanno qualche accordo segreto, ma per il prestigio e la trasparenza dei loro bilanci! La Lega se la sogna la trasparenza dei bilanci di una ONG che in questo momento considera nemica del popolo: ve la sognate! Non a caso, a voi, del 2 per mille neanche ve ne danno tanto, perché forse non si fidano, i tanti elettori. Prendiamo più noi, che abbiamo la metà dei vostri voti o poco più della metà.

Allora, che cosa vi devo dire? Che avete fatto un emendamento per innalzare una serie di sanzioni amministrative per impedire che vi possa essere il libero pronunciamento della magistratura? Che avete indicato la necessità di distruggere le navi dopo due anni? Io vorrei sapere se questa norma esiste per le organizzazioni criminali, se quello che state facendo lo prevedete per i veri nemici del Paese, se quella delle organizzazioni umanitarie è diventata l'elemento di una contesa o, comunque, di una versione propagandistica, che cerca di oscurare le vostre responsabilità, sia per quanto concerne il funzionamento del Paese, sia per quanto concerne l'attività delle nostre istituzioni, che non funzionano da quando sono nelle vostre mani, perché voi avete danneggiato - non irreparabilmente, spero - anche la funzione istituzionale di alcuni istituti, come per esempio quello della Guardia costiera, che hanno presidiato il mare Mediterraneo, salvando centinaia di migliaia di vite, e che voi avete imposto, avete obbligato all'immobilità.

Io li ho visti, tanti di quegli operatori, servitori dello Stato, che ringrazio sempre e che ringrazio tuttora, lo leggevo negli occhi ad alcuni di loro e, in privato, qualcun altro ha avuto modo anche di raccontarmelo che senso di frustrazione di non potere obbedire alle leggi del mare che dicono che, prima di ogni altra cosa, bisogna salvarle le persone, prima ancora di dire: non staremo con le mani in mano, per una nave che, magari, sta trasportando dei naufraghi. Anche perché questa elementare legge del mare è stata codificata ed è stata codificata proprio all'interno di uno degli accordi, delle convenzioni che voi richiamate. Ma, giustamente, è stato detto prima di me che è una convenzione già operante, perché va richiamata? Perché ne va richiamato solamente un pezzo, ritenendo che richiamandone un pezzo si possa raccogliere quella indicazione, quella condizione di rafforzamento della propria potestà legislativa che, invece, una legge normale non dovrebbe mai aver necessità di richiamare; si richiamano le leggi semplicemente per distorcerle, sennò le leggi sono già operanti e siccome c'è un articolo della Costituzione, il 117, che prevede come obbligo quello della sottoscrizione degli accordi, degli obblighi del nostro Paese nei confronti delle convenzioni internazionali, perché c'è una gerarchia delle fonti, lo ripeto, c'è una gerarchia delle fonti, allora, ve lo dico perché è già accaduto e accadrà anche in futuro, la magistratura, che è organo indipendente e autonomo nel suo esercizio della giurisdizione, avrà gli strumenti per stabilire con maggiore efficacia di quanta ne abbia la maggioranza di questo Parlamento qual è la gerarchia delle fonti che valida il fatto che se c'è qualcuno che sta trasportando delle persone in pericolo, questo travolge anche l'idea che si possa considerare possibile il blocco di questo strumento di salvataggio. E non mi si venga a dire che erano state garantite tutte le cure, perché, si sa perfettamente - è accaduto anche successivamente con il naviglio cosiddetto Mediterranea, che aveva tutti sul ponte, una nave, una imbarcazione molto piccola, che era in quel momento utilizzata solo per il monitoraggio - che quando c'è qualcuno in mare lo si raccoglie, ma non lo si fa stare a friggere sotto il sole, perché questo rafforza il senso di che cosa? Di machismo, di superomismo che in questo momento vuole essere rappresentato dalla Lega? Una volta c'era il “celodurismo”, adesso c'è il “salvinismo” che mi pare, più o meno, abbia la stessa radice semantica.

Noi non stiamo facendo un passo avanti nella soluzione dei problemi strutturali del Paese, e non mi riferisco ovviamente solo all'immigrazione, ma l'immigrazione è certamente uno di questi; non si è fatto un passo in avanti perché, grazie in particolare alla Lega e a Salvini, siamo esclusi da tutti i tavoli che decidono quali debbano essere le norme che presiedono all'ingresso e alla richiesta di asilo da parte dei migranti; non abbiamo partecipato, anzi, non avete partecipato, colpevolmente, alle riunioni dei Ministri dell'interno dove si discuteva di questi argomenti, non avete partecipato, lo ripeto, non avete partecipato, è così. Non sono state presenti le nostre posizioni nei confronti dei vostri alleati nemici dell'Italia, il cosiddetto blocco dei Paesi di Visegrád; nemici sul tema dell'immigrazione, questo è certo, perché non hanno mai voluto neanche una persona nell'ambito del piano di ricollocamento, oltre ad essere dei sovranisti convinti e, quindi, come tali, impegnati a difendere il loro spazio di sovranità, non capendo che, invece, in questo modo, o, meglio, probabilmente perché c'è un'intesa anche con interessi di carattere più vasto, perdere la sovranità a favore di una sovranità più forte significa rafforzare l'influenza di un Paese e questo, sicuramente, è quello che l'Italia dovrebbe fare.

Chiudersi e pensare invece di rafforzare la propria sovranità, rinunciando ad essere considerati nel consesso dei Paesi civili, perché appunto si introducono legislazioni e leggi che possono violare convenzioni internazionali e diritti fondamentali, significa, invece, indebolire anche strategicamente il nostro Paese. C'è stato un passaggio della nostra discussione che ha riguardato, per esempio, la definizione di che cos'è un'area SAR; è utile discuterne, abbiamo posizioni non solo molto diverse, ma, se mi posso permettere, che testimoniano la distanza dalla realtà che in questo momento il Governo ha rispetto a ciò che sta accadendo. Il Ministro Moavero, che non mi risulta sieda da queste parti, non mi risulta, ha sostenuto, nel momento di massima crisi con una delle ONG, che la Libia non aveva place of safety, non aveva luoghi sicuri, per cui non poteva completare le operazioni SAR. E nessuno, che non sia ovviamente chi si prende la responsabilità, in questo caso qualche motovedetta libica - poi bisognerebbe approfondire in questo momento a cosa servono, chi sono, a quali interessi rispondono - ma comunque nessuno che non sia un libico può avvicinarsi alle coste libiche, perché non è un place of safety. Infatti, l'Organizzazione delle Nazioni Unite ha definito un cambio di fase dal 4 aprile in poi, perché c'è la guerra e, quindi, c'è l'impossibilità di considerare quello un posto dove raccogliere persone migranti. Non bastasse questo, è stato bombardato un campo profughi e sparavano ai profughi che scappavano. Mi chiedo io: ma c'è ancora qualcuno che ha la faccia tosta di dire che le persone che sono in questo momento in Libia non siano vittime di guerra? Come se l'unica cosa che contasse nella vita di una persona è la stazione di partenza del lungo viaggio della sofferenza e del dolore che fanno attraversando, in questo caso, un continente, ma che poi da molto tempo, magari da mesi, magari da anni, ormai, sono intrappolati all'interno del Paese libico.

C'è ancora qualcuno che mi viene a raccontare che queste persone non abbiano un problema di protezione umanitaria? Ah, no, perché l'avete cancellata la protezione umanitaria. E, in effetti, l'unica cosa che sta accadendo è che stanno aumentando le persone che richiedono una protezione umanitaria. Concludo, ricordando a quest'Aula e a chi ci ascolta che di questo decreto “sicurezza”, se non ci penseranno altre corti, ci penseremo noi a cancellarne l'ignominia, perché noi saremo sicuramente memori di quello che avete fatto nel corso di queste settimane e di questi mesi e non accetteremo, a differenza dei vostri alleati e succubi del MoVimento 5 Stelle, di essere complici di questa barbarie.