Data: 
Lunedì, 12 Maggio, 2014
Nome: 
Anna Margherita Miotto

A.C. 2325

Signor Presidente, affrontiamo una questione che è difficile, perché è attraversata da pregiudizi e da difficoltà oggettive; non ultime fra queste, metto la questione dei tagli alla sanità, che si sono realizzati negli anni scorsi e che poi hanno avuto ripercussioni rilevanti, soprattutto sui servizi che attengono alle attività dei dipartimenti di salute mentale, un po’ la cenerentola nell'ambito del sistema sanitario regionale.
  Dico che è un tema difficile, e tuttavia voglio sottolineare il dato importante che già i relatori ci hanno presentato in quest'Aula; un risultante importante che è conseguito ad una discussione molto seria che si è svolta al Senato e che voglio molto rapidamente richiamare. Abbiamo alle nostre spalle i risultati della Commissione di inchiesta sugli OPG condotta dal senatore Marino. Le quattro grandi questioni che sono state rilevate in quella relazione sono quattro denunce che andavano affrontate con efficaci strumenti legislativi; così, in parte, è avvenuto già.
  Le quattro questioni sono: gravi ed inaccettabili carenze strutturali igienico-sanitarie in tutti gli OPG, salvo quello di Castiglione delle Stiviere e, in parte, quello di Napoli; un assetto strutturale, in tutti, totalmente diverso da quello riscontrabile nei servizi psichiatrici italiani; una disponibilità di competenze mediche specialistiche globalmente insufficiente in tutti gli OPG rispetto ai numeri dei pazienti in carico; la pratica delle contenzioni fisiche e ambientali, che lasciano intravedere pratiche cliniche inadeguate e, in alcuni casi, lesive della dignità della persona, nonché la mancanza di puntuale documentazione degli atti contenitivi.
  Quattro denunce che, peraltro, avevano già visto ripetute sentenze della Corte, oltre all'autorevolissimo richiamo del Presidente della Repubblica, che avevano interpellato le istituzioni con l'urgenza che, invece, devo dire, non aveva trovato riscontro in provvedimenti coerenti. Il decreto-legge iniziale di chiusura degli OPG...meglio, di «superamento» degli OPG, perché il termine «superamento», colleghi, implica di per sé l'assunzione della responsabilità della presa in carico.
  La «chiusura», in verità, potrebbe semplicemente corrispondere ad un atto amministrativo. È ben diverso parlare di «superamento»: significa prendersi carico delle persone che oggi vivono all'interno degli OPG in una condizione di degrado che non è sopportabile. Dicevo che le istituzioni dovevano prendersi carico di questo problema con adeguati provvedimenti legislativi. Lo hanno già detto i relatori, non voglio qui richiamare il decreto sul superamento degli OPG, ma a tutto questo ha fatto seguito un'intensa attività, in collaborazione con la Conferenza delle regioni: vi sono i decreti di attuazione di quell'iniziale decreto-legge, l'individuazione degli standard, dei bacini di afferenza degli attuali reclusi negli OPG nelle nuove strutture, le REMS, che dovranno essere predisposte.Un'attività intensa di collaborazione – dicevo – fra regioni e Governo per consentire che questa, che è una norma così attesa ed auspicata, fosse davvero messa in pratica, attuata. Si sono registrati dei ritardi, questo è vero, dispiace concedere una proroga, certamente, ma sarebbe irresponsabile ignorare il fatto che sono stati attivati solo parzialmente i percorsi di presa in carico delle persone malate. Noi dobbiamo sapere che, dopo la solitudine della presenza negli OPG di questi malati, non possiamo, paradossalmente, lasciare le persone sole e abbandonate fuori dall'OPG. Quindi, è evidente che si rende necessaria questa proroga, per rendere possibile ciò che un'interessante risoluzione, approvata anch'essa dal Senato qualche settimana fa, ci ha consegnato. Ora, questa risoluzione è importante perché contiene, richiamo solo quattro o cinque contenuti di questa risoluzione, gli elementi che poi hanno sostenuto, alimentato, ispirato gli emendamenti al decreto-legge di proroga termini che, come ci ha detto il Viceministro, in verità non è una semplice proroga termini, ma, proprio grazie a questi emendamenti, diventa un provvedimento per accompagnare l'effettivo superamento degli OPG. In questo sta il valore di questo decreto-legge. I quattro e cinque elementi che voglio solo citare riguardano il differimento del termine, proprio per rendere possibile questo effettivo superamento, ma soprattutto, mi preme sottolineare il fatto che veniva, con questa risoluzione, impegnato il Governo affinché potesse disporre che le regioni, attraverso i Dipartimenti di salute mentale, potessero già avviare programmi individualizzati di dimissione di ciascuna delle persone ricoverate, pazienti per i quali è stata accertata la pericolosità sociale, talvolta in fase di superamento, talaltra, se permanente, in presenza di un programma documentato dove ci siano le ragioni per sostenere l'eccezionalità e la transitorietà del prosieguo del ricovero. Inoltre, veniva impegnato il Governo affinché l'attuazione di questo provvedimento costituisse oggetto di verifica al tavolo degli adempimenti dei livelli essenziali di assistenza; veniva previsto (ciò è poi stato trasferito nel decreto-legge) che le regioni potessero rimodulare i programmi già presentati per l'utilizzo dei fondi in conto capitale, tenendo conto dell'esigenza di riqualificare i Dipartimenti di salute mentale, di limitare il numero complessivo dei posti letto da realizzare nelle REMS e di evitare che le risorse siano destinate alla ristrutturazione e alla realizzazione di strutture private, utilizzando, in parte, le risorse a disposizione per le attività di formazione. Veniva, inoltre, riconfermata la necessità di disporre dei poteri sostitutivi in caso di inerzia di qualche regione e veniva invocata poi l'istituzione della cabina di regia che è stata appena richiamata dal Viceministro. Ed è importante poi naturalmente la raccomandazione...per l'attivazione dei moduli di formazione personale – finisco rapidamente signor Presidente – volti a creare una cultura capace di progettare e organizzare programmi terapeutico- riabilitativi nei confronti di persone che hanno diritto ad essere curate.
  Ora io termino, richiamando semplicemente due aspetti, uno assolutamente positivo di questo provvedimento ed un secondo che riguarda una preoccupazione. L'aspetto positivo è che, con questo provvedimento, ci si inserisce perfettamente nel continuum della cura del malato con sofferenza psichiatrica, come per qualsiasi malato, così anche per il malato reo.
  Si completa un disegno. La legge n. 180 del 1978 contiene, per così dire, un disegno che viene utilizzato come esempio da molte legislazioni europee. Cerchiamo di valorizzare questa che è stata un'intuizione, che risale a più di trent'anni fa, ma che mantiene la sua validità. Capisco gli aspetti critici.Grazie, signor Presidente, ma concludo subito, la ringrazio. So che ci sono anche degli elementi di criticità e ci sono stati segnalati anche in questi giorni e in queste ore. Però debbo dire una cosa a chi sostiene che i tempi sono troppo stretti e poi presenta proposte emendative per allungare le scadenze al 2017: c’è una qualche incoerenza.
  Mi preoccupano naturalmente – e non possono non farlo – le critiche che da una parte di esponenti importanti della psichiatria italiana sono arrivate in queste ore. Ecco, io capisco che possano esserci preoccupazioni. Sono il frutto, secondo me, di una debolezza complessiva nella vita quotidiana degli interventi a sostegno dei dipartimenti di salute mentale, cioè il mancato investimento nei dipartimenti di salute mentale fa sì che ci possa essere una qualche preoccupazione su come si farà a prendere in carico queste nuove 800 persone.
  Allora, il problema non è quello di tornare indietro e so bene che la psichiatria italiana non è attestata su questo fronte. Non si tratta di tornare indietro, ma si tratta di fare uno sforzo importante. Perché ? Perché quest'iniziativa, che viene qui sostenuta da atti legislativi importanti, che si sono ripetuti peraltro nel tempo, possa essere attuata. Questo è il punto. La sfida è fare ciò che scriviamo nelle norme. Mi sembra che gli impegni che anche il Governo ha espresso, anche in sede di Commissione come qui, siano forieri di risultati positivi.
  Voglio anche aggiungere un elemento. C’è un nuovo capitolo da affrontare e riguarda l'assistenza penitenziaria, perché in quel caso c’è un nuovo elemento di separatezza rispetto all'assistenza delle persone malate ed ai compiti del Sistema sanitario nazionale. Dobbiamo affrontare anche quel tema ma, attenzione, non pensiamo che, introducendo scorciatoie ed affrontando con vie separate i problemi di salute delle persone, si possano risolvere i problemi. Qui abbiamo davvero una sfida importante da affrontare. Penso che ci siano tutte le condizioni per potere realizzare ciò che le norme questa volta in maniera compiuta ci consegnano. Credo che non mancherà l'attenzione del Parlamento per far sì che questo monitoraggio, che viene fatto al livello interministeriale, possa trovare un'eco anche nelle Aule parlamentari così attente, come sono state negli anni passati dal 2008 in poi, da quando cioè è stata promossa l'indagine conoscitiva.