Discussione generale
Data: 
Giovedì, 15 Febbraio, 2024
Nome: 
Andrea Casu

A.C. 1633-A

Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, intervengo in conclusione di questa giornata di discussione generale sul decreto Milleproroghe e non ritornerò - lo ha già fatto benissimo il collega Ricciardi - sulle pochissime luci e le tantissime ombre di questo provvedimento, che parla di proroghe, ma, in realtà, tocca la carne viva di tutti, di tantissime persone e incide in una maniera che noi riteniamo sbagliata in tantissimi temi. Non entrerò su tutti i temi, sono stati affrontati, li riaffronteremo in Aula, mi occuperò di una questione che chi ha seguito i lavori in Aula e in Commissione in questi mesi sa quanto mi stia particolarmente a cuore, che è stata discussa anche in Commissione in questa occasione, purtroppo con un esito che io ritengo veramente tremendo.

Da questo punto di vista, infatti, il mio è un appello al Ministro: la fiducia non è ancora stata posta, non è detto che il decreto Milleproroghe debba restare così, è ancora possibile modificarlo. Non facciamo un decreto Milleproroghe senza che all'interno ci sia la proroga più attesa e più importante da parte non solo di decine di migliaia di ragazze e di ragazzi coinvolti, ma di tutti i cittadini e di tutte le cittadine che ogni giorno si scontrano con la necessità, con l'urgenza di rinnovare e rafforzare la pubblica amministrazione, di avere una capacità maggiore di intervenire per fornire quei servizi per le cittadine e per i cittadini che sono indispensabili, di cui la PA si deve occupare. Non lo diciamo solo noi, non lo dicono solo i sindacati. Abbiamo fatto, qui, un incontro con tanti parlamentari, con CGIL, CISL, UIL, con i comitati degli idonei a funzionari, del CUFA, del CUAAMM, con il CIRE, Unico lavoro: dicevamo di fare presto, perché senza lo scorrimento delle graduatorie la PA va a sbattere. Perché questa situazione di grave sofferenza non nasce oggi: ci sono stati blocchi delle assunzioni e dei rinnovi contrattuali realizzati negli anni passati, ma adesso il momento è gravissimo. Noi abbiamo i servizi pubblici a rischio, bisogna assumere in fretta.

Non l'abbiamo detto solo noi, non lo dicono solo i sindacati, non lo dicono solo i comitati, lo dice il Governo. Io l'ho già fatto in Commissione, lo ripeto qui: i dati del PIAO del Ministero dell'Interno non li abbiamo fatti noi ed è uno solo degli esempi, potremmo prendere i PIAO che stanno facendo o che hanno fatto tutti i Ministeri. Allora, in riferimento al Piano triennale del fabbisogno di personale per l'amministrazione civile del Ministero dell'Interno, firmato dal Ministro dell'Interno il 30 gennaio 2024, ecco le carenze di organico: area dei funzionari, meno 2.965. meno 33 per cento; area degli assistenti, meno 2.947. meno 27 per cento; area degli operatori, meno 288, meno 28 per cento. Totale: meno 6.200, meno 30 per cento. Il PIAO, inoltre, evidenzia che nel personale vi è un totale di scopertura pari a 6.681 unita su 22.404. pari al 30 per cento della dotazione organica.

Ora noi sappiamo quanto è importante il Ministero dell'Interno tra le più ramificate e con competenze diverse e rilevanti istituzioni del nostro Paese, ma così vale da tutte le altre parti. Quando noi parliamo di riforma della giustizia ma che carenza di personale c'è il Ministero della giustizia? Pensiamo il tema della scuola, pensiamo le grandi questioni che riguardano la vita di tutte le persone. Ecco da questo punto di vista noi siamo in una situazione di grave difficoltà, ma la situazione è destinata a peggiorare e l'abbiamo visto. Entro il 2026, 300.000 lavoratori del settore pubblico in quiescenza. Il dato che è stato registrato e presentato al forum PA del maggio 2023 entro il 2033, oltre 1.000.000 di dipendenti pubblici in pensione. Questi sono dati che ci preoccupano e sono dati che noi dobbiamo guardare insieme anche a un altro dato, a un dato anagrafico molto preoccupante, all'invecchiamento del personale della pubblica amministrazione, proprio alla vigilia di sfide epocali. Ieri, qui alla Camera, il nostro Parlamento, grazie al lavoro che è stato fatto dal Presidente della Camera e dalla Vicepresidente, Anna Ascani, e da tutti coloro i quali hanno lavorato in questo, ha presentato un rapporto per quello che può essere il contributo dell'intelligenza artificiale nel lavoro del Parlamento. L'intelligenza artificiale cambierà tantissime cose. Serve una nuova generazione nell'amministrazione pubblica in grado di governare questa rivoluzione, che abbia le competenze, le conoscenze, il tempo per poter affrontare un cambiamento di modo di lavorare che genererà ricchezza e opportunità straordinari, se saremo in grado di sapere coniugare l'intelligenza umana con l'intelligenza artificiale. Di fronte a questa sfida epocale, che cosa facciamo noi? E qui mi dispiace dover richiamare il resoconto delle Commissioni riunite I e V e l'intervento così riassunto della sottosegretaria Matilde Siracusano che, in risposta ai nostri emendamenti, riguardo alla necessità di nuove assunzioni, l'orientamento delle Amministrazione interessate e del Governo è di bandire nuovi concorsi e di non procedere quindi allo scorrimento delle graduatorie vigenti. Ora io spero che sia una semplificazione e spero che la sottosegretaria abbia modo di far correggere questo testo, perché il percorso che abbiamo avviato con il decreto PA 1 e col decreto PA 2, con i nostri emendamenti, con lo strumento delle convenzioni, con gli ordini del giorno che sono stati approvati anche della maggioranza, diceva una cosa ben diversa. Diceva che noi siamo in una situazione di gravissima carenza, vi abbiamo denunciato i numeri inquietanti della situazione. Abbiamo delle energie immediatamente disponibili in una serie di graduatorie in corso di validità e dobbiamo, da un lato, mettere in campo queste energie e dall'altro bandire nuovi concorsi. Ma far morire queste graduatorie, come si sta facendo con la scadenza del 12 gennaio della graduatoria di funzionari amministrativi e di tante altre graduatorie che vanno in scadenza, senza avere già pronte le energie per nuovi concorsi significa semplicemente negare la possibilità di rinnovare e rafforzare la pubblica amministrazione. Qui il tema non è mettere una guerra tra poveri in cui, da un lato, mettiamo le ragazze e i ragazzi che hanno fatto i concorsi, che sono già spesso plurivincitrici e plurivincitori, hanno fatto i concorsi, ne hanno fatto più di uno, sono in più graduatorie e che sono immediatamente pronti a entrare, con le ragazze e ragazzi che ancora non hanno fatto un concorso. Qui si tratta di indicare chiaramente - il ministro Zangrillo parla di 340.000 assunzioni in questo biennio e noi abbiamo chiesto in interpellanze e interrogazioni senza avere ancora una risposta - di dettagliare come lo si intende fare. Possiamo avere anche idee diverse sul come farlo, ma qui non si sta muovendo quello che è un passaggio indispensabile e nel frattempo ci neghiamo l'opportunità delle graduatorie esistenti. Questo è quello che preoccupa e il nostro emendamento non si occupa solo della proroga, si occupa anche di annullare gli effetti devastanti del decreto taglia idonei. E' stato considerato per questa parte inammissibile. Noi lo ripresenteremo e abbiamo presentato su questo una proposta di legge che oggi abbiamo inviato alla firma di tutte le parlamentari e i parlamentari di maggioranza e di opposizione per chiedere che almeno su questo tema non ci sia un confronto fra forze politiche, ma si possa lavorare insieme, perché si tratta semplicemente di dire una cosa semplice che è ovvia.

Come facciamo a dire che è il limite del 20 per cento nei confronti dello scorrimento di una graduatoria? Come facciamo a dire: non andiamo oltre questo limite, nel momento in cui potrebbe essere necessario andare oltre o potrebbe essere necessario scendere a meno. Vediamo quelle che sono le esigenze concrete, non ci facciamo incastrare dentro una norma, perché poi le conseguenze sono quelle della lettera che ha ricevuto il Ministro Zangrillo, da parte degli assessori di Roma Capitale, che ad esempio chiedono la proroga della validità delle graduatorie concorsuali per il settore educativo e scolastico di Roma Capitale. È un tema che riguarda i nidi, che riguarda le scuole dell'infanzia, che riguarda 6.000 candidati idonei che rischiano, senza un intervento, di non poter più andare a rafforzare e potenziare le esigenze della scuola: la mancanza di asili per i nostri bambini, la mancanza di insegnanti.

Noi stiamo facendo delle norme che rischiano veramente di spaccare il Paese. Fermiamoci, aboliamo il decreto Taglia idonei, mettiamo in campo delle proroghe. Non volete dare una proroga di un anno come abbiamo chiesto noi? Mettete un termine al momento in cui quel tipo di figure saranno reperite attraverso i nuovi concorsi. Servirà del tempo per fare questi concorsi, ancora non sono usciti, e cosa facciamo nel frattempo? Neghiamo questa possibilità? Lasciamo il Ministero dell'Interno in queste condizioni? È un qualcosa di inspiegabile e, infatti, inspiegato. Nonostante le nostre richieste, infatti, resta inspiegato.

Ora, la domanda che vi rivolgo, ma veramente con il cuore in mano, è questa: da quando abbiamo cominciato a occuparci di questo tema, io ricevo quotidianamente lettere da parte di ragazze e ragazzi che mi raccontano la loro condizione di difficoltà, mi chiedono che cosa si sta facendo, che cosa si può fare. Io non so come rispondere, perché veramente non so che cosa dire a una persona che ha fatto sacrifici, che ha studiato, che spesso magari è anche più avanti con l'età, perché quegli anni in cui la mia generazione non ha potuto fare i concorsi hanno creato un vuoto, per cui per alcune di queste persone il fatto che si parli di “nuovi” concorsi, significa che tanti dicano: ne ho vinto uno, due, tre, farò il quarto concorso e lo supererò, ma per chi è arrivato al limite dell'età e potrà avere quell'unica occasione significa negare per sempre la possibilità di contribuire a rinnovare e a rafforzare l'amministrazione pubblica dello Stato.

Ecco, da questo punto di vista, a queste persone che cosa possiamo rispondere? Perché noi facciamo morire le loro graduatorie e, al tempo stesso, non partono i nuovi concorsi e, al tempo stesso, la situazione peggiora. Non c'è neanche una questione di bilancio, perché quando parliamo comunque di piante organiche o di turnover, di persone che vanno in pensione, con le risorse che garantivano la dotazione organica, una persona che è andata in pensione, la potremmo sostituire con un'altra. Qui, non si tratta di cambiare le leve, si tratta di fare entrare le persone, di non lasciare più in panchina un'intera generazione. Da questo punto di vista, perché dividerci? Da questo punto di vista, perché non dare un grande segnale che tenga insieme la giusta, importante, fondamentale necessità di aprire una grande stagione di concorsi pubblici? La sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza sta mettendo il nostro Paese nelle condizioni di programmare grandi transizioni digitali, sociali e tecnologiche. Ricordo la sfida dell'intelligenza artificiale, ma sono tante le sfide; c'è la necessità, c'è l'urgenza, c'è la possibilità e, poi, ci sono queste persone in carne e ossa. Io mi chiedo se non conoscete anche voi, non ricevete ogni giorno una chiamata da parte di qualcuno che ha vinto un concorso, l'ha superato e vive l'angoscia di dire: ma perché, perché? Almeno rispondetegli e spiegate perché lo state facendo. Io non ci riesco. Quello che dico è che noi, come Partito Democratico, siamo uniti e compatti in questa battaglia, con la nostra segretaria, la nostra segreteria nazionale, tutto il gruppo. Tutti noi abbiamo presentato gli atti e non l'abbiamo fatto da soli. Il nostro emendamento è stato bocciato, ma sono stati bocciati anche gli emendamenti di tutte le altre forze di maggioranza e di opposizione, perché il grido di dolore di questa generazione arriva in Parlamento, ma non può morire qui, non può morire solo con dei voti contrari, con una porta che viene sbattuta in faccia a queste persone e a tutti i cittadini che meritano servizi più efficienti.

Fermiamoci, c'è questa scadenza, che è già passata, del 12 gennaio, ci sono altre scadenze, ci sono delle scelte inspiegabili. Ricordo quello che sta succedendo, per esempio, con il concorso ECO Ripam: è un anno e non c'è stato nemmeno lo scorrimento tecnico necessario per quelli che hanno rifiutato, in un anno, in 12 mesi. Qual è l'obiettivo? A chi giova? A chi conviene? Stiamo parlando di energie che sono indispensabili e necessarie ora. Non possiamo continuare a ignorare questa situazione. Noi continueremo e non ci fermeremo. Abbiamo presentato una proposta di legge sblocca idonei e su questa proposta di legge chiederemo la firma di tutti i gruppi di maggioranza e di opposizione, perché non vogliamo che ci siano divisioni su questo. Preannuncio fin da subito che se il Governo prenderà un'iniziativa che va nella direzione di rinnovare e rafforzare la pubblica amministrazione avrà tutto il nostro sostegno. Se a questo punto non vuole più modificare il Milleproroghe facciamo un decreto Una proroga, perché è veramente un'emergenza, quella che serve più di tutti, e diamogli l'iter più veloce possibile. Abbiamo fatto il record di decreti in questa legislatura; almeno un decreto d'urgenza su una vera emergenza ci può essere, si può fare? Allora, cerchiamo veramente di dare una risposta.

Io sto esaurendo il tempo e la voce, ma non le energie e la forza per continuare a combattere questa battaglia, perché, vedete, le conseguenze di quello che state portando avanti rischiano di spaccare l'Italia, perché è quello che abbiamo visto con l'autonomia differenziata, e le battaglie che stiamo facendo, come Partito Democratico, fotografano le conseguenze di quello che voi state facendo, come anche colpire gli italiani più fragili, i più deboli, quelli più in difficoltà. Qui, però, c'è qualcosa di ancora peggio, perché non c'è solamente l'idea, già di per se stessa che mette i brividi, di dividere fra cittadini di serie A e cittadini di serie B, ma c'è addirittura l'idea di andare a colpire inconsapevolmente persone che hanno fatto il massimo che potevano fare per lavorare, per rendersi utili, per studiare, spesso come studenti lavoratori, facendo sacrifici, superando un concorso, entrando in graduatoria e risultando idonei, e, dopo aver sentito dire ogni giorno che servono nuove energie, che serve la pubblica amministrazione, che serve una pubblica amministrazione più efficiente, pagare con la propria vita il prezzo dell'inefficienza della pubblica amministrazione ed essere esclusi senza nemmeno una spiegazione del perché lo si fa. Trattarli in questo modo, da cittadini di serie Z, è veramente qualcosa di inconcepibile e di incomprensibile.

Io capisco che noi siamo entrati ormai - l'abbiamo visto ieri nelle immagini di quest'Aula - in una deriva no-vax, che non so dove ci potrà portare, ma noi nel Milleproroghe abbiamo una proroga che serve a dare una risposta alle esigenze no-vax di coloro i quali hanno messo a repentaglio la sicurezza di tutte e tutti noi e la salute pubblica non rispettando le regole che ci eravamo dati per uscire dalla pandemia, per sconfiggere il virus e per ripartire in sicurezza tutti insieme. A loro sì, per loro un emendamento, per loro una discussione accesa in Commissione fino a ora tarda, con le immagini di scontro politico perché noi ai no-vax una risposta la dobbiamo dare come maggioranza. Di fronte a quello che avete fatto per i no-vax, che non ci sia nemmeno un intervento a sostegno di questa generazione di ragazze e di ragazzi che hanno vinto i concorsi e che stanno aspettando di sapere se potranno rendersi utili per il Paese, dopo aver fatto tutto quello che potevano fare, io reputo che - e a me dispiace utilizzare una parola forte - sia un atteggiamento indegno. Noi a queste persone almeno una risposta gliela dobbiamo dare. Stiamo dando risposte a tutti e diamo una risposta anche a loro. La risposta vostra è “no”? Articolate quel “no” e almeno fate uscire questi concorsi per farne altri.

Poi, su questa cosa dei limiti, del blocca idonei, voi dovete essere nelle condizioni - mi permetto con tutta l'umiltà che sapete mi contraddistingue, ma anche con la nettezza che in certi momenti ci deve essere - di fermarla, perché le conseguenze - e abbiamo visto quello che sta succedendo a Roma, ma anche in tantissime altre città - sono devastanti.

Cioè, non possiamo dire che siamo d'accordo per la maternità e per la famiglia e da un lato impediamo ai comuni di poter rinnovare le energie negli asili nido, nelle scuole dell'infanzia; da un lato diciamo che siamo dalla parte della famiglia, siamo dalla parte della lotta alla crisi demografica, e dall'altro impediamo a tantissime persone che non si fanno una famiglia perché non hanno la certezza del lavoro, e hanno studiato per poter avere questa certezza, di potere fare quel passo avanti.

Non possiamo dire una cosa e poi farne un'altra. Chiedo veramente al Governo su questo singolo tema specifico di intervenire con l'urgenza che richiede. Non averlo fatto nel decreto Milleproroghe è incomprensibile. Ieri abbiamo sentito evocare in quest'Aula condanne che non ci sono mai state, parlare di condanne su una stagione passata, che invece è stata una stagione eroica, e voglio ancora ringraziare il Governo per quello che ha fatto nel momento difficilissimo della lotta alla pandemia, per il Paese, non per una parte politica.

Però devo dire che non evocherò condanne su quello che sta avvenendo, perché noi non siamo un tribunale, però siamo il Parlamento e non possiamo sempre fare uno scaricabarile su qualcun altro. A un certo punto lo scaricabarile finisce, e finisce qui. Ci assumiamo la responsabilità di una scelta, di una scelta politica che ha delle conseguenze nella vita delle persone. Ci assumiamo una responsabilità politica di scrivere in una norma e in una norma dare una risposta, e ciascuno di noi si assume la responsabilità politica di votare.

Quindi chi voterà questo Milleproroghe senza la proroga più importante di tutte, chi voterà contro lo “sblocca idonei” e contro la nostra richiesta di correggere questa violenza che si sta facendo nei confronti di migliaia e migliaia di persone, si assumerà la responsabilità politica, di fronte alla storia, di fronte al Parlamento, di fronte alle proprie elettrici ed elettori e di fronte a tutte le persone che in questo momento stanno incontrando, come incontrano noi, tutti i gruppi parlamentari, di avere scelto da che parte stare e di stare contro queste persone.

Quindi quello che vi dico è che c'è ancora tempo e c'è ancora modo di correggere gli errori; facciamolo, se volete, facciamolo insieme. Se, invece, continuerete ad andare nella direzione opposta, noi continueremo a combattere con tutte le nostre forze per impedirvelo.