A.C. 4451
Presidente, onorevoli colleghi, nella pregiudiziale viene soprattutto lamentato il ritardo con il quale, pur conoscendo l'importante appuntamento da ottobre dell'anno scorso, non si è agito prima per mettere in campo i dispositivi di sicurezza necessari per il prossimo G7: in particolare - l'abbiamo sentito anche prima - il collega Pagano si riferiva al fatto che il provvedimento era a conoscenza da tempo, e quindi si poteva evitare la decretazione d'urgenza. Non nascondiamocelo, lo abbiamo visto più volte anche in questa legislatura, che, a fronte della difficoltà di portare avanti iniziative di legge, spesso si è percorsa la corsia preferenziale dei decreti-legge, della decretazione d'urgenza; ma questo provvedimento non rientra in queste casistiche, ed ha caratteristiche tali, attesi i pochi giorni che mancano (il prossimo vertice è a fine maggio), da consentire l'unica risposta possibile, la decretazione d'urgenza. Infatti, sebbene la localizzazione del sito di Taormina sia stata decisa ancora in ottobre, è a tutti evidente che non era possibile prima stabilire, visto anche il contesto storico nel quale insistiamo, quali erano le modalità per affrontare le questioni legate alla sicurezza, se non con un provvedimento come questo, appunto, a carattere d'urgenza. Peraltro il decreto-legge, come si legge chiaramente, tratta un solo aspetto; pure importante, ma comunque è un solo aspetto: solo quello relativo alla sicurezza del vertice.
Inoltre, la pregiudiziale ci appare esorbitante anche rispetto alla decisione da vagliare. Guardate, il decreto-legge integra di 2.900 unità il personale militare delle Forze armate utili per la sicurezza del vertice in un periodo limitato, ovvero dal 1° maggio al 28 maggio.
Non mi pare significativo neanche il fatto, così come è stato proposto, che si preleva dal Fondo per esigenze indifferibili una cifra che sembra mettere in crisi il Fondo stesso. In realtà parliamo di 5.360.000 euro, rispetto al Fondo che ha una dotazione di 84 milioni di euro: quindi, sebbene cifre importanti, è una minima parte del Fondo in esame.
Se guardiamo inoltre alle sentenze della Corte costituzionale (illuminante è la n. 171 del 2007), appare sotto gli occhi di tutti evidente che la norma è omogenea e che il presunto difetto dei presupposti di legittimità non è per nulla evidente: anzi, rispetto al fatto che mancava, dal momento in cui è stato emanato il decreto-legge, un mese e mezzo, ha tutte le caratteristiche per essere, appunto, un provvedimento d'urgenza.
Non ci sono dubbi sul fatto che gli obiettivi sono condivisibili, e non vediamo le ragioni per contrastare la conversione del decreto-legge: sono molto più rilevanti il contenuto e le finalità del decreto-legge, più che lo strumento normativo utilizzato. E qui ci permettiamo, mi permetto delle considerazioni: si poteva agire prima, ma non mi torna il fatto che, in nome di una critica ad un comportamento (critica legittima), si voglia impedire qualsiasi soluzione, non approvando il decreto-legge; e questo sarebbe il risultato se venisse accolta la pregiudiziale.
Ovviamente una cosa simile, neanche immaginabile, esporrebbe il Paese al ridicolo, perché sarebbe poi difficile giustificarla. Si terrebbe ancora il vertice, se il decreto-legge non venisse convertito? Domanda principe in questo argomento. A questo scopo non rileva neanche la controproposta, quella di assegnare alle Commissioni competenti, in sede legislativa o deliberante, una funzione mirata a questo scopo, perché sappiamo tutti che la risposta non sarebbe tempestiva. Per queste ragioni, Presidente, onorevoli colleghi, a nome del gruppo del Partito Democratico, esprimo il voto contrario alla questione di pregiudizialità in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).