Ministro dell'economia e delle finanze
Data: 
Mercoledì, 29 Aprile, 2020
Nome: 
Roberto Gualtieri

Doc. LVII, n. 3

Presidente, onorevoli deputati, oggi sottoponiamo al voto di quest'Aula la Relazione con cui il Governo chiede al Parlamento l'autorizzazione a realizzare uno scostamento dai precedenti obiettivi di finanza pubblica, e presentiamo anche un Documento di economia e finanza in formato ridotto e semplificato, sulla scorta delle linee guida adottate dalla Commissione europea.

Come ricordato dalla relatrice, lo scostamento richiesto è molto rilevante: ammonta a 55, più 300 milioni per gli interessi, miliardi di indebitamento nel 2020, a un incremento del fabbisogno del settore pubblico di 65 miliardi e del saldo netto da finanziare di 155 miliardi. Si tratta con ogni evidenza di cifre imponenti, il cui impiego è tuttavia necessario per proseguire e rafforzare il sostegno economico alle famiglie e alle imprese, già avviato con i precedenti provvedimenti per affrontare l'emergenza economica e sanitaria determinata dal Coronavirus e per aiutare la ripresa dell'economia.

Lo shock che ci ha investito ha completamente ribaltato lo scenario che iniziava a delinearsi all'inizio anno. Vorrei ricordarlo, il consuntivo per il 2019: i dati relativi ai primi mesi dell'anno mostravano infatti andamenti pienamente in linea con le previsioni formulate dal Governo in autunno; il deficit era al di sotto delle aspettative, il profilo della crescita, che si era gradualmente indebolito alla fine del 2019, sulla base degli indicatori faceva ritenere che l'economia si fosse stabilmente avviata sul sentiero di moderata ripresa precedentemente prefigurato nella NADEF. Le stringenti misure di contenimento dell'epidemia, che il nostro Paese si è trovato a dover adottare per primo tra le nazioni europee, hanno avuto un impatto senza precedenti sull'economia, e in questo contesto è ragionevole attendersi una rilevante caduta del PIL nei mesi di marzo e aprile, a cui dovrebbe seguire un parziale recupero con un'attenuazione di questo calo a partire da maggio, e successivamente un rimbalzo nella seconda metà dell'anno, favorito anche dalle misure adottate dal Governo per contenere la diffusione del virus e proteggere le imprese e l'occupazione. Tuttavia, nel complesso l'evoluzione descritta comporterebbe comunque una rilevante contrazione del PIL per l'anno in corso, che nel quadro tendenziale del DEF è appunto valutabile, come veniva ricordato, nell'8 per cento, seguita nel 2021 da una crescita del 4,7 per cento.

Questa ripresa attesa rappresenta una valutazione prudenziale, basata sull'ipotesi che la crisi epidemiologica non venga completamente superata prima dell'inizio del prossimo anno. È poi presente, come richiesto dalle linee guida concordate a livello europeo, anche uno scenario di rischio, in cui l'andamento e la durata dell'epidemia ed il suo impatto quindi sull'economia sarebbero invece più sfavorevoli.

Ricordo a quest'Aula che le previsioni macroeconomiche contenute nel Documento, come previsto dalla normativa vigente, sono state validate dall'Ufficio parlamentare di bilancio.

Di fronte a questo shock inaspettato e così consistente, reso ancora più forte dal fatto che in modo simmetrico sono state colpite le economie di tutti i principali Paesi europei e mondiali, il Governo ha risposto con interventi tempestivi e di considerevole portata.

In una sequenza, abbiamo fornito innanzitutto il necessario immediato supporto alla sanità e alla Protezione civile e offerto un primo sostegno per evitare crisi di liquidità e perdite di posti di lavoro e per sostenere il reddito dei cittadini. Abbiamo introdotto il blocco dei licenziamenti, finanziato ed esteso la cassa integrazione a tutti i lavoratori dipendenti, varato una prima indennità per i lavoratori autonomi e introdotto misure urgenti di supporto alla liquidità, come la moratoria ex lege sui finanziamenti e sull'apertura di credito e il potenziamento del Fondo centrale di garanzia.

Successivamente, con il “decreto Liquidità”, reso possibile dalle modifiche del Temporary Framework adottate nel frattempo dalla Commissione europea, e che è attualmente all'esame del Parlamento, abbiamo rafforzato il sostegno alle attività produttive con misure che favoriscono l'erogazione di credito, riducono le tensioni di liquidità e creano un quadro temporaneo volto a salvaguardare la continuità aziendale. Le norme del “decreto Liquidità” stanno ora entrando a regime e, a ieri, hanno generato già a 3,6 miliardi di finanziamento, di cui 450 cinquanta milioni di euro per le quasi 21 mila operazioni per i finanziamenti fino a 25 mila euro. Ci attendiamo nei prossimi giorni una crescita molto significativa di questi numeri e auspichiamo un superamento dei problemi iniziali che alcune di queste misure hanno avuto nei primissimi giorni. L'impatto delle misure fin qui approvate è scontato nel quadro tendenziale di finanza pubblica. Come, fin dall'inizio, annunciato dal Governo, a queste prime misure ne sarebbero seguite delle altre per proseguire e rafforzare il sostegno economico alle famiglie e alle imprese, ed è questo, appunto, l'obiettivo della richiesta di scostamento che oggi discutiamo e che non riguarda solo il 2020. Il Governo chiede, infatti, l'autorizzazione a intervenire anche negli anni successivi per eliminare completamente e definitivamente l'incremento delle aliquote IVA e delle accise previsto a partire dal 2021, e per sostenere con risorse aggiuntive gli investimenti. L'eliminazione degli aumenti dell'IVA e delle accise previsti dal 2021 costituisce anche una fondamentale operazione di pulizia del bilancio pubblico che, da un lato, aumenta la trasparenza e la credibilità delle nostre previsioni di finanza pubblica e, dall'altro, non è solo finalizzata a una riduzione della pressione fiscale nella fase della ripresa, quando l'intonazione della politica fiscale dovrà rimanere espansiva per un congruo periodo di tempo, pur nei limiti di una gestione oculata della finanza pubblica e di una riduzione del debito, ma punta a restituire maggiori margini di politica economica, che in questi anni sono stati compressi, trasformando spesso le leggi di bilancio in un esercizio focalizzato pressoché esclusivamente sull'eliminazione degli aumenti dell'IVA per l'anno in corso e sul loro stesso incremento per gli anni successivi.

Per stimolare la crescita agiremo anche attraverso la previsione di specifici incentivi, destinando parte delle maggiori risorse richieste per il 2021 e per gli anni successivi, circa 6 miliardi ogni anno, aggiuntivi fino al 2031, al sostegno degli investimenti. Se prendiamo in considerazione anche le risorse previste già dal precedente scostamento e queste inserite nello scostamento sul quale chiediamo oggi l'autorizzazione, si tratta complessivamente di circa 75 miliardi aggiuntivi per il solo 2020 in termini di indebitamento netto e di 180 miliardi di stanziamenti di bilancio. È, con ogni evidenza, una manovra espansiva poderosa, di un'entità mai raggiunta dal dopoguerra ad oggi. Ma, nonostante questo scostamento abbia una dimensione così rilevante, tale da portare nel 2020 l'indebitamento netto al 10,4 per cento e il debito pubblico al 155,7 per cento del PIL, esso non mette assolutamente a repentaglio la sostenibilità della finanza pubblica, anzi è condizione per il suo rafforzamento. Lasciatemi ricordare che relativamente al debito pubblico la situazione pre-crisi si presentava in termini positivi: abbiamo chiuso il 2019 al 134,8 per cento, con una variazione nulla rispetto all'anno precedente, mentre invece nella NADEF si prevedeva un incremento di quasi un punto percentuale.

In questo contesto, i rendimenti sui titoli di Stato, pur in presenza di periodi di volatilità, avevano mostrato un profilo stabile o discendente. La crisi in corso ha inevitabilmente innescato una salita dei rendimenti, ma va detto che gli interventi adottati dalla BCE già a partire dalla seconda metà di marzo hanno riportato sui mercati condizioni di funzionamento sicuramente migliori. D'altra parte, la dimensione quantitativa del pacchetto messo in campo dalla Banca centrale è tale da garantire un sostegno commisurato all'entità del maggior debito che tutti i Paesi dovranno collocare per fronteggiare la crisi.

Anche quest'anno il nostro tasso di interesse medio del debito continuerà a scendere e l'anno prossimo, considerando la crescente porzione di debito detenuta dalla BCE, i pagamenti, al netto della quota che ci viene retrocessa dalla Banca d'Italia, saranno in linea con quelli attuali. In ogni caso, sia il deficit, sia il rapporto debito/PIL scenderanno in misura significativa già nel 2021 e per gli anni successivi imposteremo una strategia di rientro che sia anche compatibile e coerente con gli obiettivi di inclusione sociale, di crescita e di sostenibilità ambientale che questo Governo e l'Europa si sono dati, e che si baserà sul rilancio degli investimenti pubblici e privati, sulla semplificazione delle procedure amministrative e sul perseguimento di una politica di bilancio responsabile. Infine, l'azione del Governo sarà indirizzata all'introduzione di innovativi strumenti europei che possano assicurare una risposta adeguata e comune della politica di bilancio, e, al contempo, migliorare le prospettive di crescita di lungo termine e la sostenibilità delle finanze pubbliche di tutti i Paesi membri.

Questo perché, a fronte di uno shock simmetrico come quello che ha colpito l'intera Unione europea, è infatti evidente che occorre che anche la risposta macroeconomica sia di carattere simmetrico e comune, per evitare divergenze all'interno dell'Unione e dell'area euro. Vogliamo sostenere un tessuto economico messo a dura prova da questa crisi e ridare speranza a un intero Paese che, nonostante l'impegno incondizionato e assoluto degli operatori sanitari, della Protezione civile, di tutti coloro che sono impegnati nel contenimento e nel contrasto dell'epidemia, ha visto improvvisamente scomparire familiari, amici, colleghi, persone da cui non avrebbe mai pensato di doversi separare così repentinamente. A queste persone, che hanno pagato un prezzo altissimo, va il nostro pensiero di cordoglio e il nostro impegno a lavorare duramente per sostenere l'Italia. Stiamo definendo i dettagli degli interventi che saranno contenuti nel prossimo decreto-legge. Le maggiori risorse che si renderanno disponibili, se il Parlamento concederà l'autorizzazione allo scostamento, serviranno, da un lato, a rafforzare e a prolungare nel tempo gli interventi che stanno già operando, dall'altro, a introdurre nuovi strumenti a sostegno del tessuto produttivo che favoriscano e accelerino la fase della ripresa. Sarà previsto, innanzitutto, il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e degli strumenti di supporto al reddito già in vigore. Come detto più volte, nessuno deve perdere il lavoro a causa dell'epidemia. Il sostegno che stiamo fornendo ai lavoratori è perciò fondamentale e sarà erogato finché ce ne sarà bisogno. Il bonus per il lavoro autonomo sarà rinnovato e rafforzato con procedure che ne rendano molto rapida l'erogazione della prossima tranche. Stiamo inoltre ragionando su un nuovo strumento temporaneo in favore dei nuclei familiari che non hanno reddito, pensioni o sussidi pubblici e oggi si trovano in difficoltà economiche. Verrà prorogata la NASpI a favore di coloro che hanno il sussidio di disoccupazione in scadenza e sarà previsto un indennizzo a favore di colf e badanti che, a causa dell'emergenza, non hanno potuto lavorare in questo periodo. Per quanto riguarda le misure fiscali, saranno riproposte e rafforzate sospensioni, semplificazioni e agevolazioni. Per sostenere le spese dei cittadini e delle imprese per l'acquisto di presidi e dispositivi sanitari di protezione individuali, esenteremo integralmente dall'IVA le cessioni di questi beni per tutto il 2020 e a regime, dal 1° gennaio 2021, ridurremo l'aliquota IVA al 5 per cento. Inoltre, verrà incrementato lo stanziamento per il credito di imposta concesso alle imprese che procedono alla sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro e che acquistano dispositivi necessari a tutelare la salute dei lavoratori. A questo si aggiungerà un importante pacchetto di nuovi interventi di supporto alle imprese, che terrà conto sia della loro dimensione che dell'impatto avuto dalla crisi. Come veniva anche ricordato dalla relatrice, per assicurare la tenuta del sistema delle imprese è necessario anche introdurre forme di sostegno a fondo perduto per chi ha subito l'impatto della crisi.

Con alcuni interventi mirati andremo inoltre ad intervenire su alcuni dei deficit strutturali dell'economia italiana, come, ad esempio, la scarsa patrimonializzazione delle imprese.

Al riguardo stiamo lavorando a misure volte al rafforzamento patrimoniale di imprese per contribuire all'assorbimento delle perdite generate dalla crisi e per sostenerle con prospettive di rilancio degli investimenti per la ripresa e per la crescita, in linea con le riflessioni in corso a livello europeo che porteranno probabilmente a un nuovo rivisto quadro Temporary framework nei prossimi giorni. Per quanto riguarda l'innovazione, cercheremo di ampliare il già esistente piano del Green New Deal, nell'ottica di una maggiore sostenibilità potrebbe essere rafforzato anche da una maggiore digitalizzazione dell'economia, come risulta evidente in questa fase. Saranno previste anche misure di stimolo degli investimenti, che dovranno aumentare sia la sostenibilità che la resilienza dell'economia, e una spinta agli investimenti sarà fornita anche dall'intervento sui vincoli burocratico-amministrativi e su interazione tra il settore produttivo e la pubblica amministrazione. Gli interventi che ho sommariamente descritto, che verranno poi presentati Parlamento e discussi dal Parlamento, anticipano parte delle riforme che successivamente confluiranno nella strategia pluriennale che sarà compiutamente definita nel PNR. Infine, prevediamo anche, per 12 miliardi, un importo di liquidità per la riscossione dei crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione, specifici interventi per gli enti territoriali. Tutto questo, naturalmente, come veniva richiamato, va poi collocato nell'ambito delle misure di risposta alla pandemia adottate a livello europeo. Sono note le misure già realizzate per quanto riguarda il Patto di stabilità, gli aiuti di Stato, ed è noto il risultato del Consiglio europeo del 23 aprile, che ha prefigurato la predisposizione e l'attivazione di una serie di strumenti aggiuntivi per sostenere l'economia e gli Stati membri. Stiamo parlando del programma SURE, che potrebbe arrivare fino a 100 miliardi, dell'ampliamento delle risorse della BEI, per garantire fino a 200 miliardi di nuovi prestiti alle imprese, di una linea di credito priva di condizionalità del MES, che potrà arrivare fino al 2 per cento del PIL dei Paesi che vorranno farne richiesta, e infine - questo è un punto su cui l'Italia, come è noto, ha molto insistito - su un Recovery Fund, che, con risorse reperite attraverso l'emissione di titoli europei, possa sostenere, anche con trasferimenti a fondo perduto, interventi di sostegno all'economia e alla ripresa, soprattutto nei Paesi e nei settori maggiormente colpiti dalla crisi. Si tratta di un'agenda di lavoro, di obiettivi di cui sia riconosciuta la necessità e l'urgenza, di un risultato molto positivo, vorrei dire anche inimmaginabile fino a poche settimane fa, che rappresenta un primo importante successo per i Paesi che, come l'Italia, insieme all'Italia, hanno sostenuto la necessità dell'attivazione di questi nuovi strumenti. A questo punto sarà essenziale definire adeguatamente dimensione, composizione, tempistica del varo di questi strumenti, in primo luogo del Recovery Fund, e il Governo è impegnato a garantire che la realizzazione di questo strumento sia la migliore possibile per l'Italia e per l'Europa. A tutto ciò naturalmente si aggiunge, come ho già ricordato, l'importante sostegno di politica monetaria per l'integrità della zona euro garantito dalla Banca centrale europea.

Onorevoli deputati, attraversiamo una fase estremamente difficile, che ogni giorno ci mette di fronte alle difficoltà poste dalla grave crisi epidemiologica che ci ha colpito così profondamente. Stiamo pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane, che lasceranno un dolore profondo nella vita di tutti noi. La strategia di politica economica che il Governo sta attuando è di forte sostegno ai cittadini, ai lavoratori e alle imprese, e a questo sostegno, necessario e opportuno, si deve affiancare un piano di rilancio articolato basato su innovazione, ricerca, investimenti pubblici, snellimento delle procedure amministrative. Prima della crisi stavamo già lavorando su importanti riforme in tema di fisco, spesa pubblica e investimenti, Green and innovation deal, questo lavoro riprenderà e sarà ultimato non appena le condizioni lo consentiranno.

La politica di bilancio sarà espansiva sia nel 2020 che nel 2021. Negli anni successivi dovremmo ridurre il deficit e il rapporto debito-PIL, ma i risultati conseguiti nel 2019 mostrano che non è necessario imporre misure lacrime e sangue, ma si può continuare a lavorare per far crescere il gettito fiscale, a parità di aliquote, attraverso una seria politica di contrasto all'evasione supportata da innovazione, organizzazione e risorse umane qualificanti. Ci aspettano periodi ancora difficili, ma lo spirito di unità che ha pervaso il Paese in questo drammatico periodo, che auspico potrà riflettersi in un ampio e costruttivo dialogo sulle misure da varare e in un largo sostegno alla richiesta di scostamento che questo Governo rivolge al Parlamento, mi fa ritenere che con costanza e determinazione riusciremo a superare questo momento di difficoltà senza precedenti.