Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 29 Luglio, 2020
Nome: 
Andrea De Maria

Doc. LVII, n. 3- Sezione III e Doc. LVII-bis, n. 2

Presidente, Governo, colleghi, siamo a un altro passaggio molto importante nell'impegno di questa Camera, delle nostre istituzioni, della nostra democrazia, per contrastare le conseguenze dell'epidemia sul piano economico e sociale e per difendere la salute dei cittadini italiani, in un rapporto virtuoso tra Governo e Parlamento, dove ognuna delle nostre istituzioni è chiamata a fare la sua parte, a svolgere la sua funzione costituzionale per affrontare una delle crisi più gravi nella storia del nostro Paese. Lo abbiamo fatto nei mesi difficili del lockdown, quando il Governo italiano ha fatto una scelta molto coraggiosa di chiusura di tante attività economiche, di limitazione di tante occasioni di socialità per la nostra comunità, una scelta sostenuta dall'impegno e dalla passione del nostro popolo e di tanti cittadini italiani. E, allora, una scelta giusta e ce lo dice anche quello che sta accadendo in altri Paesi che non hanno avuto lo stesso coraggio nell'affrontare la sfida del Coronavirus e non hanno assunto misure altrettanto rigorose.

E guardate che, anche ora, l'errore più grave che potremmo fare e che sento fare nel dibattito pubblico sarebbe quello di contrapporre sicurezza e rilancio, perché sicurezza e rilancio sono due facce della stessa medaglia. Vale nelle imprese, perché un'impresa che riparte garantendo la sicurezza dei suoi lavoratori è un'impresa che proseguirà la sua attività, mentre un'impresa che non lo fa rischia poi di doversi fermare, con conseguenze ancora più gravi, e vale per il Paese. Quindi, noi dobbiamo sempre tenere insieme questi due elementi così importanti.

E poi abbiamo assunto già interventi molto significativi in deficit per 80 miliardi di euro, lo sappiamo. Sono interventi che sono stati importanti per affrontare la crisi che avevamo e abbiamo di fronte. La Banca d'Italia ha parlato di più del 2 per cento di PIL difeso e recuperato con questi interventi e sono interventi che hanno consentito di governare in parte, con tutti i problemi che sappiamo, le conseguenze sociali della pandemia. È stato calcolato che più di un milione e mezzo di posti di lavoro sono stati salvati con questi interventi e sono interventi volti ad accompagnare il nostro sistema delle imprese fuori dall'emergenza tutelando e garantendo il nostro tessuto produttivo.

Oggi voteremo un ulteriore scostamento di 25 miliardi per l'occupazione, per il fisco e la liquidità, per gli enti territoriali, per l'istruzione, per la crescita. Una scelta importante, anche questa coraggiosa, e importante anche perché nel provvedimento che viene assunto e nelle indicazioni che ha dato anche il Ministro Gualtieri, che voglio ringraziare per il lavoro preziosissimo che ha messo in campo, vengono riprese anche alcune priorità, rafforzate alcune priorità che avevamo individuato nel dibattito parlamentare, e penso all'automotive. Bisogna avere particolare attenzione ai settori più colpiti dalla crisi (penso, per esempio, al settore turistico).

E poi, certamente, la grande priorità della scuola e del sistema formativo. Va bene mettere le risorse. Io voglio ribadire qui che per il Partito Democratico la ripartenza della scuola a settembre è un'assoluta priorità, è la prima condizione perché l'Italia riparta e dobbiamo davvero mettere in campo tutte le azioni perché si riprenda in sicurezza a settembre con le attività scolastiche in tutta Italia.

Poi, certamente la sanità. Noi siamo convinti che sia giusto utilizzare le risorse del MES anche per corrispondere a quell'esigenza di risorse finanziarie di cui ha parlato con molta chiarezza anche recentemente il Ministro Speranza e per affrontare quelle criticità nel nostro sistema sanitario che sono state messe in evidenza anche dalle esperienze del COVID-19. Peraltro, utilizzare le risorse del MES significa non utilizzare altre risorse tra quelle disponibili che possono essere dedicate ad altre priorità.

E poi questa impostazione la ritroviamo anche nel Programma nazionale di riforma, che è l'altro oggetto all'ordine del giorno di oggi. Bene non aver approvato il Programma nazionale di riforma insieme alle due prime sezioni del DEF ma avere pensato a un documento di più ampio respiro, strategico, che stiamo discutendo ora e che, quindi, può tenere conto anche dell'esperienza di questi mesi e che poi si colloca davvero dentro a una nuova stagione che si è aperta in Europa. Vale certo sul piano delle risorse finanziarie, così importanti per il Paese: i 209 miliardi ma anche gli interventi della BCE a sostegno dei debiti sovrani, appunto le risorse del MES, le risorse per gli ammortizzatori sociali, per i crediti alle imprese. Ma ancora di più, quello che conta è che ora l'Europa è in campo, sta affrontando la sfida del COVID-19 e questo è fondamentale per i popoli europei, perché anche nella sfida del Coronavirus si dice che nel mondo globale è la dimensione europea la dimensione istituzionale necessaria per essere all'altezza delle sfide e questa nuova stagione dell'Europa ha rappresentato anche un grande successo nell'iniziativa del nostro Governo.

Ora dobbiamo passare dalle emergenze alle scelte strategiche, alle scelte di prospettiva, e nel nostro programma parliamo di crescita economica, di coesione sociale, di sviluppo sostenibile, di digitalizzazione e transizione ecologica.

E poi certamente dovremmo affrontare quei nodi strutturali nel Paese, la nostra organizzazione sociale e istituzionale che hanno rappresentato negli anni dei pesi per la nostra crescita e che oggi sono più che mai presenti, non a caso in un periodo di crisi. Lo dovremmo fare valorizzando il ruolo del Parlamento e dovremmo anche studiare gli strumenti più opportuni per farlo. Ma, soprattutto, io penso che lo dovremmo fare con un'unità delle forze politiche parlamentari.

Io spero che nell'opposizione prevalgano quelle posizioni più impegnate in un impegno comune per il Paese, che oggi, purtroppo, non sono maggioritarie. Lo voglio dire anche pensando all'intervento che mi ha preceduto: non è il momento di fare propaganda sul dramma degli italiani; è il momento di unirsi per il bene del Paese e affrontare la crisi così grave che l'Italia ha di fronte.

E, quindi, un ruolo centrale degli investimenti pubblici certamente, importanti in sé - e penso al tema delle infrastrutture - ma anche perché rimettono in moto l'economia e anche perché possono mobilizzare risorse private in settori fondamentali come la sanità, il turismo, i trasporti, l'industria culturale e così via, dentro l'idea di un grande patto tra lavoro e impresa.

Guardate, in questa crisi gli interessi del mondo del lavoro e quelli del mondo dell'impresa davvero coincidono e coincidono in un grande obiettivo di rilancio e ripartenza del Paese, per cui potremmo avere le risorse finanziarie da impegnare se sapremo utilizzarle bene.

E, quindi, poi riforma della pubblica amministrazione, dei tempi della pubblica amministrazione, sua digitalizzazione, riforma delle procedure certamente anche con il giusto sostegno finanziario per potere realizzare questo tipo di azioni e nella consapevolezza che non è affatto detto che procedure più semplici siano meno trasparenti o garantiscano meno la legalità.

È spesso vero il contrario: nella semplicità delle procedure si garantiscono meglio trasparenza e legalità. E poi, certo, lavorare sulle divisioni che ci sono nel Paese: prima di tutto la forbice tra Nord e Sud, quindi politiche di sviluppo del Mezzogiorno, sapendo che, quando la forbice tra Nord e Sud è stata più stretta, il Paese tutto è cresciuto meglio. Però questo vuol dire anche parlare del nord del Paese, del fatto che il COVID ha colpito alcune delle regioni più importanti sul piano del PIL, della presenza delle imprese, e che noi, anche lì, dobbiamo mettere in campo una politica attiva e importante, davvero in un'idea di coesione nazionale che sia un grande strumento per uscire dalla crisi che stiamo attraversando e, quindi, di una filiera istituzionale efficace tra Governo, regioni, enti locali. E poi, certo, la riforma fiscale, l'obiettivo della diminuzione della pressione fiscale, della efficienza e della qualità del rapporto tra fisco e cittadini, ma anche di una lotta decisa all'evasione e all'elusione fiscale. Voglio dirlo con chiarezza: noi del Partito Democratico, del gruppo Partito Democratico, riteniamo che la lotta contro l'evasione fiscale sia più che mai attuale; lo è per un elemento di giustizia, lo è per rispetto verso i contributori onesti, lo è perché è uno degli strumenti per poter poi intervenire sulla pressione fiscale. E sulla fiscalità è giusto ragionare, come fa il Governo, con una particolare attenzione alle partite IVA.

Cari colleghi, ci aspettano dei mesi molto difficili e degli anni molto difficili. La comunità nazionale è chiamata a vincere una sfida. L'abbiamo fatto in altre fasi della nostra storia: penso alla ricostruzione del dopoguerra, dopo la tragedia della guerra, della dittatura, quando le istituzioni di allora hanno dato al popolo italiano una speranza di crescita e di rilancio. Ecco, noi siamo chiamati ad avere sulle spalle una responsabilità altrettanto importante. Noi del Partito Democratico questa responsabilità la sentiamo fino in fondo e pensiamo, anche con i voti di oggi, di contribuire ad andare nella direzione giusta per il bene del Paese