Relatrice
Data: 
Mercoledì, 4 Ottobre, 2017
Nome: 
Simonetta Rubinato

Discussione

Doc. LVII, n. 5-bis

Grazie, Presidente. La Nota di aggiornamento al DEF 2017, trasmessa alle Camere il 23 settembre scorso, rivede le previsioni economiche di finanza pubblica contenute nel Documento di economia e finanza dell'aprile 2017 al fine di adeguare il quadro previsionale finanziario per l'anno in corso e per quelli successivi ai mutamenti nel frattempo intervenuti negli andamenti economici e finanziari. In termini generali il tratto più significativo della Nota è costituito dall'azione combinata di due elementi positivi: un'economia che cresce più del previsto e, contestualmente, un debito pubblico che finalmente inverte la tendenza degli ultimi anni e si riduce in rapporto al PIL. Si tratta di andamenti certamente influenzati da un contesto internazionale favorevole, ma per i quali risultano determinanti le riforme e le politiche messe in campo in Italia a partire dal 2014.

Inoltre, la Nota aggiorna il DEF in relazione alle raccomandazioni del Consiglio dell'Unione europea relative al programma di stabilità e al programma nazionale di riforma contenuti nel DEF stesso. Ciò consente che la decisione annuale di bilancio, che si avvierà con la presentazione entro il 20 ottobre del disegno di legge di bilancio, sia predisposta sulla base di un quadro economico e programmatico il più possibile aggiornato. In particolare, nella Nota si è tenuto conto delle raccomandazioni approvate per l'Italia dall'Unione europea nello scorso mese di luglio.

Si tratta di quattro raccomandazioni relative: la prima alla sostenibilità della finanza pubblica e fiscalità; la seconda, alla riforma del pubblico impiego e delle imprese pubbliche, il contrasto alla corruzione e la giustizia civile; la terza, ai crediti deteriorati del settore bancario; la quarta, al mercato del lavoro e alla spesa sociale. La Nota fornisce elementi di risposta a queste quattro raccomandazioni nell'illustrare, in relazione a ciascuna delle stesse, le principali iniziative del Governo. In particolare, va sottolineato quanto fatto per il sistema bancario su cui si è intervenuti in modo mirato rispettando i complessi vincoli europei e proteggendo gli interessi dei piccoli risparmiatori. Rimane aperta la questione relativa alla opportunità di prevedere ulteriori forme e modalità di tutela per i possessori di strumenti finanziari collocati con violazione dei doveri di informazione o di corretta esecuzione dell'operazione, vittime delle recenti crisi bancarie.

Vengo ora al quadro macroeconomico. La Nota presenta una revisione al rialzo delle stime tendenziali sull'andamento dell'economia italiana rispetto alle previsioni del DEF di aprile per tutto il quadriennio 2017-2020 e, in particolare, per l'anno in corso, nel quale la stima di crescita del PIL, che si era posizionata allo 0,9 per cento nel 2016, passa dall'1,1 all'1,5 per cento, in quanto la congiuntura economica internazionale positiva e la valutazione positiva delle statistiche nazionali relative al primo semestre dell'anno incoraggiano il Governo ad ipotizzare una ripresa più vigorosa nella restante parte del 2017. La crescita mondiale, infatti, è diventata nel complesso più diffusa e più solida, anche grazie al commercio internazionale trainato dalla ripresa dei mercati emergenti. Analoghi segnali positivi arrivano dall'area euro in cui la crescita nel secondo trimestre dell'anno appare più sostenuta rispetto ai precedenti 3 mesi, trainata dal contributo decisamente positivo dei consumi delle famiglie e degli investimenti fissi. Le indicazioni favorevoli emerse negli ultimi mesi sull'economia italiana inducono la Nota a ritenere che nella seconda parte del 2017 questa espansione economica continui quanto meno in linea con il ritmo del primo semestre, trainata soprattutto dal settore manifatturiero e da alcuni comparti dei servizi trasporti e turismo, con la possibilità di un'evoluzione maggiormente positiva qualora la componente degli investimenti concretizzasse le aspettative derivanti dagli indicatori congiunturali rafforzando la propria dinamica di crescita che prosegue fin dal 2015.

Più caute, ma sempre leggermente superiore alle stime del DEF di aprile, sono le previsioni tendenziali per gli anni successivi. Il PIL è previsto crescere dell'1,2 per cento per ciascun anno del biennio 2018-2019 e dell'1,3 per cento nel 2020. Anche il mercato del lavoro in linea con la crescita economica è migliorato in misura maggiore di quanto atteso e, dunque, la Nota rivede in lieve rialzo i principali indicatori che lo caratterizzano. Il tasso di occupazione è previsto superare il 58 per cento già nel 2017, per raggiungere il traguardo del 60 per cento nel 2020. Positiva è anche l'evoluzione del tasso di disoccupazione, rivisto al ribasso di 0,3 punti percentuali nell'anno in corso fino a scendere sotto il 10 per cento nel 2020. A tutti questi risultati ha contribuito, a partire dal 2014, una strategia di politica economica e quei pilastri sono stati, innanzitutto, la progressiva diminuzione della pressione fiscale, scesa di circa un punto percentuale tra il 2013 e 2016, conseguita mediante una serie di interventi: riduzione dell'IRES e dell'IRPEF ai lavoratori con remunerazioni più basse; cancellazione della componente IRAP sul lavoro dipendente, dell'IMU sui beni strumentali imbullonati e sui terreni agricoli, dell'imposta sulla casa di proprietà e residenza. Si stima che per effetto di questi interventi i contribuenti italiani pagheranno rispetto al 2013 minori imposte per circa 20 miliardi di euro.

Altri pilastri di questa strategia sono stati: una serie coordinata di incentivi agli investimenti privati, che hanno spinto le imprese ad accrescere la propria capacità produttiva in un momento in cui maggiori opportunità possono essere colte a livello internazionale; un ampio insieme di riforme strutturali; il contrasto alla povertà e alla disuguaglianza; l'oculata gestione delle finanze pubbliche, la cui sostenibilità mira a contenere l'onere del debito e a preservare la stabilità finanziaria; le misure di finanza per la crescita, che contribuiscono ad accrescere e a diversificare i flussi finanziari a disposizione dell'economia reale dei comparti più innovativi.

Segnalo che le previsioni macroeconomiche tendenziali della Nota per il biennio 2017-2018 sono state sottoposte alla validazione favorevole dell'ufficio parlamentare di bilancio. La Nota espone, poi, il quadro macroeconomico programmatico per il triennio 2018-2020 che considera gli effetti sull'economia delle misure del Governo da adottarsi con la prossima legge di bilancio, per effetto delle quali la crescita per il 2018 dovrebbe salire all'1,5 per cento anche per il 2018 e il 2019. Anche il quadro macroeconomico programmatico è stato validato dall'ufficio parlamentare di bilancio. Presidente, quanti minuti ho ancora, mi scusi? Tre minuti? Grazie.

Per quanto riguarda il quadro di finanza pubblica, le positive prospettive di crescita dell'economia delineate nel quadro macroeconomico si riflettono sulle previsioni di finanza pubblica, i cui risultati vengono stimati in progressivo miglioramento dal 2017 al 2020, con un indebitamento netto che, nel 2017, diminuisce dal 2,5 per cento al 2,1 per cento. Concorre a tale risultato un crescente avanzo primario annuale; il miglioramento di tale saldo e la contestuale discesa della spesa per interessi accelerano, rispetto alle precedenti previsioni, la discesa del debito pubblico, che si prevede passare dal livello del 131,6 per cento di PIL nel 2017 a quello del 124,3 per cento.

Il progressivo risanamento della finanza pubblica risultante dal quadro previsionale viene confermato anche dal quadro programmatico, nel quale, tuttavia, viene ridimensionata l'intensità del percorso di miglioramento in ragione dell'intendimento del Governo di destinare maggiori risorse al sostegno dell'economia per conseguire tassi di crescita più elevati e in tal modo favorire la discesa del rapporto debito-PIL.

Vado rapidamente alle conclusioni, Presidente, tanto la mia relazione è agli atti, ma vedo che impiegherei più tempo di quello che mi è assegnato. Nella Nota si prefigura una manovra netta di bilancio pari a circa 0,6 punti percentuali del PIL, che verrà dettagliata nella legge di bilancio per il 2018, rivolta, in primo luogo, a disattivare il previsto aumento dell'IVA integralmente nel 2018 e parzialmente nel 2019; saranno, inoltre, rifinanziate le politiche già previste a legislazione vigente, quali, ad esempio, quelle per il rinnovo contrattuale del pubblico impiego; inoltre, saranno selettivamente mantenuti alcuni incentivi fiscali per il settore privato, già previsti da precedenti disposizioni, e le misure per lo sviluppo contemplano, inoltre, nuovi interventi di decontribuzione del lavoro, che saranno pure selettivi e rivolti al sostegno delle assunzioni a tempo indeterminato dei giovani lavoratori. Ulteriori interventi riguarderanno il rafforzamento delle misure per il sostegno delle famiglie.

Rilevo, Presidente, in conclusione, che la Nota di aggiornamento, esponendo una deviazione dal percorso di rientro già previsto, è accompagnata da una relazione al Parlamento che illustra tale aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo programmatico strutturale, la quale dovrà essere approvata a maggioranza assoluta dei componenti.

In conclusione, la Nota di aggiornamento offre l'occasione per tracciare un bilancio dei risultati sia sul versante della crescita e dell'occupazione sia su quello del consolidamento dei conti pubblici conseguiti attraverso gli interventi di politica economica e le numerose e articolate riforme strutturali adottate in questi ultimi anni. La principale sfida per la politica economica è ora trasformare l'attuale fase di uscita dalla crisi in una ripresa robusta e strutturale, che permetta all'Italia di superare definitivamente una prolungata stagione caratterizzata dal ristagno della produttività e della crescita.

A tal fine è necessario continuare ad adottare credibili misure strutturali che innalzino il potenziale di crescita dell'economia, l'occupazione e la capacità innovativa e competitiva delle nostre imprese in un quadro macroeconomico e finanziario tornato più sostenibile e stabile. La prospettiva concreta è quella di raggiungere tassi di crescita reale e nominale - ho concluso - più elevati per accelerare il ritmo di discesa del debito pubblico, mantenendo, comunque, avanzi primari adeguati e proseguendo negli sforzi di riforma.

Per quanto riguarda le politiche in sede di Unione europea, in questi anni, l'Italia ha prodotto idee e pubblicato contributi al dibattito sul futuro dell'unione monetaria che stanno acquistando progressivamente consenso tra i Governi e le istituzioni, e anche questo potrà aiutare nel percorso che abbiamo davanti e nelle nuove sfide.

Occorre ora irrobustire ed estendere gli strumenti introdotti, delineando una nuova governance dell'area euro in grado di incentivare politiche di bilancio favorevoli alla crescita e riforme strutturali che le accompagnino.