Discussione generale
Data: 
Giovedì, 11 Ottobre, 2018
Nome: 
Pier Carlo Padoan

Grazie, Presidente. Questa NDEF è un documento basato su misure che sono inefficaci, dannose e pericolose per il Paese: sono inefficaci perché non sono iscritte in una visione complessiva e logica di lungo periodo di dove si può portare il Paese; sono dannose perché implicano in molti casi lo smantellamento di misure che già funzionano per trovare risorse che altrimenti non sarebbero disponibili; sono pericolose perché inseriscono nel sistema fattori di rischio, quei fattori di rischio che i mercati già da mesi stanno valutando e ogni giorno che passa costituiscono una tassa crescente, la tassa del Governo sul Paese, una tassa crescente sulle tasche dei cittadini. È bene riflettere su queste cose e molti colleghi hanno già parlato in questo senso, ma non è mai abbastanza per richiamare l'attenzione sul rischio di fronte a cui ci troviamo.

La crescita viene proposta dal Governo come la priorità numero uno. Benissimo, sono d'accordo. Ma da dove viene la crescita? Abbiamo assistito in questi giorni a un dibattito molto serio, con istituzioni importanti e anche richiami a livello internazionale, che richiamavano sul fatto che la crescita prevista nella NDEF è assolutamente irraggiungibile, così come ha certificato l'Ufficio parlamentare di bilancio. La risposta - mi dispiace dirlo - del Ministro Tria è insufficiente, non è convincente e si basa sull'impatto di misure di crescita che, nella migliore delle ipotesi, potranno essere attivate alla fine dell'anno prossimo (e sto pensando agli investimenti). Gli investimenti sono una chiave fondamentale per la crescita, ma è lo stesso Governo ad ammettere che bisogna sveltire i processi, semplificare le procedure, dotare le amministrazioni di capacità tecnica adeguata. Questo non si fa in poche settimane e, soprattutto, non si traducono in poche settimane le risorse, che pur già ci sono, in effettiva spesa e, quindi, effettivo stimolo. Quindi, la crescita non si capisce da dove possa venire.

Così come non si capisce come un meccanismo ancora per me misterioso, come il reddito di cittadinanza, possa generare qualcosa che sia riconducibile a una crescita, non solo quella immediata ma, ancor peggio, una crescita sostenibile, perché questo è il punto: non ci basta uno stimolo di domanda, non basta uno stimolo cosiddetto “keynesiano”, qualcosa invocata da molti in quest'Aula provenienti da diversi gruppi politici, non basta questo: ci vuole una crescita stabile e duratura che permetta un aumento della produttività del sistema e questa non si vede da dove possa venire. La dinamica strutturale e le riforme sono totalmente cancellate dalle misure del Governo. Ed ecco, quindi, il primo rischio: se non c'è crescita tutto il quadro di finanza pubblica, l'andamento decrescente del debito e del deficit non c'è più. Quindi, senza crescita arriviamo ad introdurre nel sistema un grande rischio che i mercati già cominciano a valutare.

Ma veniamo alla finanza pubblica.

Signor Presidente, il problema non è il 2,4 per cento del deficit, parliamoci chiaro; non è il fatto che il 2,4 è più basso del 2,6 che Governi passati hanno considerato e hanno attuato. Il problema è che siamo di fronte a una svolta a U della politica di bilancio, che passa da un aggiustamento difficile, ma indispensabile, ad un andamento nella direzione opposta. Il saldo strutturale peggiora e, ancor più grave, viene rinviato l'aggiustamento strutturale sine die, quando un fantomatico nuovo equilibrio sul PIL e sulla crescita sarà raggiunto. Tutto ciò è un secondo fattore di rischio gravissimo, perché sappiamo tutti, dovremmo sapere tutti che, se c'è una cosa che i mercati non amano, è l'incertezza e, soprattutto, vaghe promesse contraddittorie. Quindi, secondo fattore di rischio è una finanza pubblica decisamente fuori controllo, diciamolo con chiarezza.

Terzo fattore di rischio: la composizione della manovra, su questo molti si sono espressi. Fatemi ritornare su una cosa che continua a lasciarmi perplesso: il fatto che si debba usare la riforma delle pensioni in quel modo, così da generare occupazione giovanile, quando tutta l'evidenza disponibile, in Italia e altri Paesi, dice semplicemente che non è vero. Per poi aggiungere una cosa, che il presidente dell'INPS oggi ha detto...lui non lo può dire, perché non è stato eletto, io sono stato eletto e quindi lo dico a nome suo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questa pseudo riforma della Fornero aggiunge un ulteriore fattore di instabilità, che è una bomba ad orologeria: un onere di 100 miliardi aggiuntivi, che, magari, non esploderanno domani, ma esploderanno dopodomani, quando i figli e i figli dei nostri figli avranno raggiunto la possibilità di usufruire di una pensione di cui non si conoscono i termini. Quindi, rischio nell'immediato, rischio nel medio e nel lungo periodo.

Quarto fattore di rischio: le coperture. Dove sono le coperture? Già colleghi prima di me hanno sciorinato i numeri che ci dicono che questo 2,4, ripeto, non è il problema; semplicemente, non è credibile. Ci sarà più deficit, più debito, e allora veramente sarà avere una faccia tosta dire che l'aggiustamento strutturale si riprenderà a tempo debito. Quando? Mai, e, anzi, il tempo dell'aggiustamento sarà spostato nel tempo senza limiti. I mercati stanno, giorno per giorno, ricordando e facendo i conti su questi fattori di rischio. Ma si dice, lo dice il Presidente del Consiglio Conte a ogni piè sospinto, lo dice il Governo: quando i mercati avranno capito, premieranno i fondamentali.

Ma cosa sono i fondamentali, ce lo vogliamo chiedere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? I fondamentali sono le tendenze di fondo dell'economia che permettono a questa economia di avere un saldo di parte corrente molto elevato, segno di forza dell'industria, della competitività delle nostre imprese; permettono di avere, malgrado tutto, un saldo primario di finanza pubblica positivo, che è indispensabile, ahimè, per un Paese ad alto debito. E da dove vengono questi fondamentali? Vengono da quello che è successo qualche settimana addietro? No, vengono da anni di duro lavoro dei Governi precedenti. Quindi, i fondamentali sono quello di cui questo Governo si sta approfittando, e, se i mercati non hanno riconosciuto questo fatto, vuol dire che non pensano che questi fondamentali potranno essere rafforzati. Ecco perché questa è una manovra dannosa, perché implicitamente, e molto spesso esplicitamente, si propone di andare avanti smantellando quello che è stato fatto.

Il Paese non si merita una politica del genere, il Paese merita ben altro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Il Paese merita sicuramente una politica per gli investimenti, su questo almeno siamo d'accordo, ma facciamolo veramente, facciamo laddove ci sono cantieri aperti che sono stati fermati. Il Paese merita una politica per la famiglia, per la competitività, per i giovani, e quindi poche cose, ma assolutamente distanti da quello che, in modo molto raffazzonato e contraddittorio, viene messo nel contratto di programma. Se questo non avverrà - e, invece, auspico che il Partito Democratico possa sviluppare e portare avanti un contributo positivo, e non solo negativo, al dibattito sulla politica di bilancio - allora, e mi avvio alla conclusione, dovremmo essere molto preoccupati.

E in questi ultimi giorni, in queste ultime ore, la preoccupazione temo stia aumentando. Perché ci sono voci continue, che sui giornali conquistano le testate e le prime pagine, con l'oro alla patria? Che cosa si ha in mente? Chiedo ufficialmente al Governo non solo di dire che non c'è il piano B (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ma di agire in modo coerente affinché un piano B non si possa attuare e non sia considerato un'opzione valida, perché, come abbiamo visto fino adesso, le affermazioni o sono di puro insulto alle istituzioni, come abbiamo sentito negli ultimi giorni, oppure sono in totale contraddizione con quello che il Governo si propone di fare. Il Paese si merita ben altro.