Data: 
Mercoledì, 15 Giugno, 2016
Nome: 
Angelo Senaldi

Grazie Presidente. Inizio ringraziando il signor Ministro perché con numeri definiti, precisi e con estrema chiarezza è ritornato in Aula alla Camera per riferire e fornire informazioni sul Trattato di partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti; un trattato commerciale importante, strategico e decisivo per l'economia del nostro continente e del nostro Paese, che coinvolge un'area di 828 milioni di abitanti, un PIL di 35,9 trilioni di dollari, pari al 46,2 per cento del PIL globale. Dimensioni che danno la cifra dell'impatto che si può generare dall'accordo oggetto di questa discussione in termini di crescita di fatturato e di occupazione per l'Europa tutta ed in particolare per l'Italia. È una possibilità, un'opportunità, cui appare difficile rinunciare in questa fase in cui stiamo provando a consolidare una ripresa ancora debole. Si è chiuso poco fa il tredicesimo round di negoziazione e nel prossimo mese partirà un'ulteriore fase. Dobbiamo porre tutta l'attenzione alle verifiche necessarie ed inevitabili, cercando tutti insieme di valutare le questioni poste dal Trattato per quello che sono, senza pregiudizi ideologici, senza scelte preconfezionate, senza posizioni che più si attagliano e che più rispondono alla tattica politica che alla strategia di visione e di sviluppo del futuro del Paese. Trovo assolutamente vera, corretta ed efficace la considerazione che il Ministro ha fatto all'inizio del suo intervento e, cioè, come il TTIP può profilare una grande area di libero scambio che accetta regole e standard comuni, spingendo anche nazioni di tradizione protezionistica ad aprirsi al libero mercato, dove le nostre capacità e le nostre imprese saprebbero – e sono certo sapranno – competere ad alto livello, rilanciando tutta la nostra struttura produttiva e manifatturiera. Passaggio essenziale è il superamento delle barriere non doganali, delle specifiche e degli standard tecnici che sono un ostacolo insormontabile, non solo per le piccole e medie imprese, ma anche per tantissime aziende italiane classificate come grandi e che per la loro taglia non gigantesca scontano problemi di costi e faticano a prepararsi e a predisporre le documentazioni e le certificazioni tecniche differenti necessarie per affrontare il mercato americano. E di questo posso darne diretta testimonianza. Ciò non vuol dire abbassare i nostri livelli di controllo e di qualità. Come espresso dalla relazione del Ministro e come indicato chiaramente ed inequivocabilmente dal mandato negoziale e dalle raccomandazioni del Parlamento europeo alla Commissione, non ci sarà alcun accordo nei settori in cui l'Unione europea e gli Stati Uniti hanno norme molto diverse, come nel caso dei servizi sanitari pubblici, degli OGM e dell'impiego di ormoni nel settore bovino, del Regolamento REACH sui prodotti chimici, che lei ha citato, e della produzione animale. Così come si deve garantire il livello più elevato di protezione della salute e della sicurezza, conformemente al principio di precauzione dei consumatori e delle normative in materia di lavoro, ambientale e di benessere degli animali, nonché delle diversità culturali esistenti nell'Unione europea. Sappiamo che si confrontano, tra Stati Uniti ed Europa, due visioni differenti, storicamente e culturalmente, ma ciò non può esimere dal restare aderenti alla discussione dei contenuti del Trattato. Colgo anche le sollecitazioni poste sull'accordo tra Unione europea e Canada, che se si concludesse nei tempi auspicati, oltre a portare all'Italia vantaggi in termini di scambi commerciali, potrebbe essere un interessante test, quasi propedeutico al TTIP, anche per quanto riguarda il funzionamento dell'International Court System. La proposta di istituzione dell'International Court System offre certamente maggiori garanzie di imparzialità e correttezza di giudizio nelle controversie tra Stato e investitori e rappresenta un passo concreto verso l'istituzione di una vera
corte internazionale. Così come sottolineo anche la volontà di trasparenza espressa dal Governo e dal Ministero, con l'apertura della sala di consultazione dei documenti relativi al Trattato presso il MISE. 
Infine, ritengo determinante l'affermazione, fatta da lei, signor Ministro, che il TTIP ha l'obiettivo di riportare il timone della globalizzazione nelle nostre mani. L'asse del mondo – dobbiamo rendercene conto – non passa più attraverso l'Atlantico, come nella prima parte del secolo scorso, ma si è spostato attraverso il Pacifico. Solo un mercato ampio, condiviso, con regole certe, abbinate alla spinta che dobbiamo dare alla nuova rivoluzione industriale dell'industria 4.0, può essere la reale sfida e la reale opportunità per il nostro futuro.