Presidente, Ministro, onorevoli colleghi, 366 morti e più di 20 dispersi presunti in mare sono i numeri che contraddistinguono la più grande catastrofe marina del Mediterraneo.
Lo Stato italiano, però, ha deciso di non stare a guardare, ma di reagire con interventi umanitari forti e concreti, al fine di evitare il verificarsi di un prossimo futuro di tragedie, come quella di Lampedusa dello scorso anno.
L'operazione Mare Nostrum è frutto degli eventi precedentemente citati e figlia di una politica che ha portato alla consapevolezza della presa in carico, da parte del nostro Governo, della situazione che si stava per affrontare. Permettetemi di ringraziare, anche a nome del Partito Democratico, gli uomini della Marina militare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Dal 18 ottobre 2013, la Marina militare ha assicurato, nell'ambito dell'operazione, il costante pattugliamento aeronavale del Mediterraneo e dello Stretto di Sicilia: 5 unità navali, circa 5 mila uomini impegnati, uomini e donne che hanno assistito direttamente 149 mila migranti, recuperato a bordo di navi che stavano affondando 93 mila persone e che hanno consegnato alla giustizia più di 500 scafisti. A loro, come agli uomini della Capitaneria di porto e della Guardia di finanza, un grazie per aver portato l'Italia e gli italiani ad essere orgogliosi di esserlo. Un grazie a tutti i cittadini siciliani, agli amministratori italiani, eroi civici che quotidianamente hanno provato a dare risposte ad un'emergenza, nei numeri, totalmente nuova rispetto al passato.
L'immigrazione economica, che spingeva chi non aveva nulla a sognare un mondo migliore, ha lasciato il posto ad una migrazione che forse si può dire ancora più drammatica, una migrazione per la sopravvivenza di intere generazioni, che scappano da guerre, dalla negazione totale dei diritti.
La Primavera araba si è trasformata in un cupo inverno e l'instabilità politica dei Paesi di provenienza, come anche dei Paesi di partenza, è drammatica. Pensiamo soltanto alla situazione libica e a quello che succede a poche miglia da noi. Più di 100 mila arrivi dal primo gennaio. L'Italia ha permesso, sulla base di 25 mila pratiche esaminate, la concessione di 3 mila richieste di asilo e più di 12 mila di protezione umanitaria: questo per dire con forza che respingiamo l'idea che la maggior parte dei migranti che arrivano nel nostro Paese siano gente da consegnare alla giustizia o, peggio ancora, che rappresentanti nazionali, che hanno il compito più alto di legiferare, possano pensare che la parte migliore dei migranti è quella in fondo al mare.
L'Italia – lo ha detto ieri il Capo dello Stato e riconosciuto dal Consiglio di Lussemburgo – ha fatto tanto, tantissimo: ha permesso la presa in carico dell'accoglienza in un sistema nazionale, più di 50 mila persone sono ospitate in strutture temporanee e negli SPRAR. Abbiamo aumentato le commissioni territoriali da 10 a 30 per abbreviare i tempi. Abbiamo iniziato la discussione, lunedì, per istituire una Commissione di inchiesta, della durata di un anno, perché si verifichi il rispetto dei diritti umani e la trasparenza delle pratiche amministrative nei centri. L'Italia ha fatto presto ed anche tanto. Abbiamo chiesto però all'Europa di non girare la testa dall'altra parte, di non essere un convitato di pietra.
Nei momenti più drammatici della sua storia, l'Europa ha saputo creare le cose migliori, le convenzioni e gli organismi che, ancora oggi, sono alla base del rispetto del mutuo soccorso, della condivisione e della presa in carico della storia comune. Oggi abbiamo chiesto all'Europa e abbiamo indicato una strada: quella della corresponsabilità, della rispondenza con strumenti di oggi ad un'emergenza di questo secolo, che non aveva paragoni rispetto ad altre. Abbiamo chiesto il superamento di Berlino 2003, attraverso un sistema di mutuo riconoscimento tra i Paesi membri e che non imprigioni chi sogna il nord dell'Europa, nel rimanere invece in Italia. Abbiamo chiesto l'utilizzo di hub regionali nei Paesi di primo transito attraverso corridoi umanitari, l'utilizzo di sedi diplomatiche, per iniziare nei Paesi terzi già il riconoscimento.
Tra poco più di due settimane, come ha detto il Ministro, prenderà il via Triton, un'operazione sotto il coordinamento di Frontex, un'operazione coordinata a livello europeo. Auspichiamo che l'operazione europea possa recuperare ed assorbire conoscenze, capacità e soprattutto la parte di sostanza di Mare Nostrum.Per il Partito Democratico rimane necessario e condizione fondamentale la salvaguardia della vita umana, insieme alla ricerca di soluzioni migliori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il Mediterraneo è l'Europa e l'Europa è il Mediterraneo: questa è l'unica strada, non ce ne sono di alternative. Perdere tempo significa condannare migliaia di uomini e donne e condannare l'umanità alla mancanza di un pezzo significativo della sua storia.
Data:
Giovedì, 16 Ottobre, 2014
Nome:
Micaela Campana