Data: 
Giovedì, 30 Ottobre, 2014
Nome: 
Emanuele Fiano

Presidente, Ministro, colleghi, ci sono cose che in un Paese democratico non devono accadere, punto. In un Paese democratico, come è l'Italia, operai che manifestano, esasperati dalla perdita del loro posto di lavoro, non devono essere colpiti con il manganello. Gli operai che manifestano la loro rabbia e la loro esasperazione non sono, come è evidente a tutti e come anche lei ha chiarito nel suo intervento, certo sovversivi o criminali. Il loro disegno è solo fare sentire al Paese la loro voce. Il nostro dovere è ascoltare quella voce, come sta facendo il Governo, e ovviamente il loro manifestare è un sacrosanto diritto costituzionale. 
  Il Partito Democratico è vicino a tutti i lavoratori italiani, a quelli che il lavoro ce l'hanno, a quelli che il lavoro non ce l'hanno più, a quelli che lo stanno perdendo. Per questo, esprimiamo forte, da quest'Aula, la nostra solidarietà ai manifestanti, agli operai feriti ieri e l'augurio di una loro pronta guarigione. 
  Come partito, qui in Parlamento, e come Governo che sosteniamo, siamo impegnati senza sosta per non lasciare nessun tentativo inesplorato, al fine di evitare la chiusura di nuove fabbriche e la conseguente perdita di altri posti di lavoro. Stiamo lavorando, affinché l'occupazione e lo sviluppo siano la nuova bandiera europea e non, di nuovo, come negli ultimi anni, l'austerità o i tagli al modello sociale europeo. Per questo il Governo, in queste ore, in questi giorni, nelle scorse settimane, negli scorsi mesi, si è impegnato, senza sosta, sul caso di Terni. 
  Altrettanto, signor Ministro, noi conosciamo bene il sentimento di attaccamento alle istituzioni democratiche, alla Carta costituzionale delle nostre Forze dell'ordine, e conosciamo anche bene le loro condizioni di lavoro che sono oggettivamente difficili, e sul cui miglioramento proprio noi, proprio questo partito, orgogliosamente, siamo impegnati, dopo anni che, invece, hanno visto continui tagli e peggioramento delle condizioni di lavoro di quelle Forze dell'ordine e di quegli agenti. 
  Senza dubbio, come sempre, la nostra solidarietà va anche gli agenti feriti ieri, ma il punto, signor Ministro, è che ciò che è accaduto ieri, le manganellate agli operai, i feriti e gli scontri, non deve più accadere nel nostro Paese, non può più accadere. La situazione economica e occupazionale – l'ha detto anche lei – determina e determinerà nei prossimi mesi ancora tensione sociale. Lo sappiamo tutti, ci saranno altre manifestazioni, altre giornate difficili, altra rabbia che si manifesta nelle strade del Paese, e in particolare nella capitale dove hanno sede il Governo e il Parlamento. Il problema è che a questa tensione, a questa rabbia, che sicuramente ci sarà, le nostro Forze dell'ordine, la catena di comando delle nostre Forze dell'ordine, i nostri agenti, le nostre Forze dell'ordine che sono ricchi di competenze e professionalità, devono saper rispondere senza che si arrivi a ciò che è successo ieri, in particolare quando a manifestare sono degli operai che manifestano per salvaguardare il futuro loro e delle loro famiglie, anche a fronte di situazioni di tensione come quelle di ieri, anche avendo ascoltato la ricostruzione dalle sue parole, anche di fronte ad ipotesi informative di cui lei ci ha informato che indicavano la possibilità di uno spostamento di quelle persone, di quegli operai verso la stazione Termini, verso obiettivi sensibili, serve la capacità di reagire con la calma e il sangue freddo che i nostri agenti hanno, evitando sempre lo scontro fisico. A lei, signor Ministro, chiediamo la certezza che le direttive e le regole d'ingaggio delle Forze dell'ordine impegnate nella tutela dell'ordine pubblico, vadano sempre in questa direzione, anche analizzando con certezza la catena di comando che ha guidato le azioni di ieri. Questo è il nostro compito e il suo compito. 
  A chi, in queste ore, tenta di strumentalizzare la vicenda, soffiando sul fuoco, diciamo che non troverà una spalla nel nostro partito, nel nostro campo, perché noi crediamo che solo abbassare i toni e risolvere i problemi reali dei cittadini, come sta facendo il nostro Governo, sia il nostro compito e non altro. Tra chi difende il proprio posto di lavoro e chi, per professione e per fedeltà al nostro Paese, difende la pace sociale e la sicurezza, serve trovare sempre un confronto ed un dialogo. A noi politici, al Governo, al nostro Governo, il compito che il confronto sociale e la manifestazione del dissenso e dell'esasperazione avvengano sempre senza l'uso della violenza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei).