Data: 
Mercoledì, 2 Agosto, 2017
Nome: 
Gianluca Benamati

Grazie, Presidente. Ringrazio, tramite suo, il Ministro, anche se confesso un po' di amarezza nell'assistere a questo dibattito, che non avremmo voluto tenere, sugli accordi fra Fincantieri e STX, che ci sembravano già in una fase così avanzata. Un progetto, lo diceva il Ministro, che è un ottimo progetto industriale, che vede l'unione, quasi il connubio naturale, fra una realtà, quella di Fincantieri, leader nel settore del trasporto passeggeri via nave e ricca di know-how e di ordini, e una realtà, come quella di STX, più in difficoltà, ma ricca di infrastrutture per la realizzazione di navi. Una sinergia che pareva quasi naturale all'atto di quel percorso e di quel processo pubblico di cessione di quelle quote.

È per questo che l'arretramento del Governo francese su questi accordi, già in fase di avanzata definizione, ci appare problematico, quasi non accettabile, in una logica sia industriale sia di rapporti reciproci fra i nostri Paesi, amici anche all'interno dell'Unione. Intendiamoci, il Ministro lo diceva, nessuno nega ai francesi il diritto di perseguire valutazioni e porre in atto azioni di approfondimento nell'ambito delle proprie strategie industriali, ma nel rispetto di quelle che sono le norme e le regole che governano l'Unione sul mercato dei capitali, sulla concorrenza e sui temi degli aiuti di Stato. Ma è innegabile, signora Presidente e cari colleghi, che noi tutti sentiamo come stonate, come sbagliate, le parole che in questi giorni ci arrivano su questo tema. Specialmente quando, come si diceva, sembra negarsi a noi ciò che si era concesso a partner dell'Estremo Oriente. Bisogna fare molta attenzione, signora Presidente, molta attenzione, alla gestione di questo delicato dossier perché è un tema che ha molte implicazioni. E se è vero che il nostro Paese, in questa fase, nella fase di una campagna elettorale strisciante (stiamo andando verso le elezioni), ad alcuno può apparire come un sistema nazionale più debole, tuttavia la gestione di questa realtà può avere delle ripercussioni negative su quello che invece, come si diceva prima, è un rapporto proficuo e positivo fra il nostro Paese e la Francia (è buono l'interscambio commerciale per un Paese, come il nostro, esportatore significativo). Non ci nascondiamo, e non per palesare o per chiedere o per ipotizzare strane rappresaglie, che sul tavolo ci sono dossier delicati, dossier spinosi di confronto industriale con partner d'Oltralpe nel settore delle telecomunicazioni, nel settore dell'energia, nel settore del credito. Non voglio qui parlare di sbilanciamento perché come si diceva prima le industrie e la presenza francese in Italia sono una componente anche attiva del nostro PIL e della nostra crescita, però alla luce di tutto ciò è bene ascoltare oggi il Governo assumere una posizione ferma su questo progetto che ha delle robuste ragioni di merito industriale e ha delle valenze elevate anche nell'ambito di una politica industriale europea. In questo voglio anche richiamare, tramite lei, signora Presidente, al signor Ministro le parole che il mio gruppo ha levato in quest'Aula, non molto tempo fa, quando abbiamo parlato dell'aumento, della possibilità di incrementare quelle che sono le possibilità di intervento del Governo sui settori strategici del nostro Paese e sulle industrie per una completa e forte piena reciprocità.

Concludo, signora Presidente. Bene le prospettive che emergono, quelle che leggiamo dai giornali, che vanno anche oltre un semplice rapporto STX-Fincantieri, ma coinvolgono anche il civile e il militare. Bene aver aggiornato al 27 settembre, all'incontro tra il Presidente del Consiglio dei ministri e il Presidente della Repubblica francese, questa conclusione. Una conclusione però che noi ci aspettiamo netta e chiara in difesa anche delle giuste ragioni industriali del nostro Paese e delle sue esigenze. In conclusione: avanti signor Ministro su un buon progetto industriale, avanti signor Ministro nella tutela degli interessi industriali e generali del nostro Paese, in quello che deve essere un rapporto fecondo.