Data: 
Giovedì, 7 Maggio, 2020
Nome: 
Dario Franceschini

Mi fa molto piacere l'occasione di questa informativa perché consente, come è avvenuto ieri al Senato, soprattutto di ascoltare le proposte, le osservazioni del Parlamento, dei gruppi parlamentari, in previsione del provvedimento - del “decreto 55 miliardi” - che approveremo in tempi molto brevi e, quindi, riferire le cose che sono state fatte, alcune linee strategiche e, soprattutto, ascoltare, anche perché credo che sia questa la funzione più importante di un'informativa; non prevedendo la replica, come sapete, per il nostro Regolamento, mi permetterò di anticipare la risposta ad alcune osservazioni che i gruppi parlamentari, omogenei, mi hanno fatto ieri al Senato.

Parto dal turismo. Fino all'esplosione dell'emergenza COVID, il tema, paradossalmente, nel nostro Paese, su cui abbiamo costruito il Piano strategico 2017-2022, nel settore del turismo, era governare la crescita, anzi, governare una crescita impetuosa, perché la crescita costante, con milioni di turisti nuovi ogni mese che entravano nel mercato del turismo globale e con l'Italia come principale meta desiderata di viaggio da parte di tutti i Paesi del mondo ci ha spinto a fare un piano strategico finalizzato a governare questa crescita: il problema del sovraffollamento di alcuni luoghi nelle città turistiche, la distribuzione dei flussi turistici in Italia; era questo il tema.

Da questa situazione di grande crescita, di investimenti e di fiducia nel futuro, il turismo è il settore che più è stato colpito dalla crisi e, oggi, è davvero in ginocchio. Sono tanti i settori che sono stati colpiti dalla crisi ma, come io ho cercato di dire ai tavoli di Governo, le diverse volte che sono stato audito in Parlamento, il settore del turismo viene colpito più di altri, e se è immaginabile che il ritorno graduale alla normalità sia, per alcuni settori dell'economia, più veloce, è facile immaginare che il turismo, in particolare per l'assenza, per un tempo che speriamo sia il più breve possibile ma non sappiamo quanto sarà lungo, del turismo internazionale comporterà una crisi strutturale che va governata con misure straordinarie.

Anche per questo, siccome alcuni gruppi anche qui in un question time mi hanno chiesto perché non ho chiesto la dichiarazione di stato di crisi del settore turismo, ho così risposto; poi la polemica politica ci può sempre essere - ci sta, figuriamoci un po', ne ho fatta tanta anch'io -, però lo stato di crisi di un settore è uno strumento che si utilizza per avere alcuni vantaggi, soprattutto rispetto alle regole europee, quando tutto il resto dell'economia è in una situazione ordinaria (c'è un settore in crisi, dichiaro lo stato di crisi di quel settore). Questa volta la dichiarazione dello stato di emergenza del Paese in gennaio su tutti i settori è stata emanata e tutti gli strumenti che stiamo adottando sono strumenti che sono ben oltre quelli concessi dalla dichiarazione di stato di crisi: è uno stato di “stracrisi” per tutti i settori, quindi quell'atto avrebbe avuto soltanto un significato simbolico, mentre quello che ci chiedono le imprese, quello che ci chiedono i cittadini, quello che ci chiedono tutti gli operatori del turismo è la concretezza di interventi e non gesti che hanno esclusivamente un effetto simbolico e nessun impatto concreto.

Con riferimento agli strumenti che abbiamo cominciato a mettere nei primi provvedimenti - vado in fretta perché li conoscete, perché sono stati decreti-legge già convertiti e discussi in Parlamento -, per la prima volta sono stati estesi al settore del turismo una serie di ammortizzatori sociali che il settore non ha mai avuto: la cassa integrazione, lo strumento dei 600 euro, che è stato allargato anche agli stagionali, e stiamo lavorando perché nel prossimo decreto anche quella platea di stagionali che ancora non li ha avuti possa averli, ma non è semplice l'identificazione. Infatti, un conto è identificare uno stagionale del turismo che ha lavorato l'anno scorso, un'altra cosa è identificare - è più difficile - uno stagionale che avrebbe lavorato quest'anno se non fosse esplosa la crisi, ma che non ha un pregresso lavorativo; è difficile ma, insomma, stiamo ragionando per arrivare il più possibile a tutti.

Poi ci sono gli strumenti che valgono per tutte le imprese - la liquidità, le dilazioni di pagamento -, che saranno ulteriormente dilazionati, e i voucher che abbiamo introdotto nei precedenti decreti-legge, che hanno consentito, in particolare alle agenzie di viaggio e ai tour operator e agli alberghi, di non restare schiacciati tra i clienti che chiedevano la restituzione di una prenotazione o la disdetta per cause di forza maggiore, ed invece i fornitori di servizi che non concedevano questa possibilità agli alberghi. Quindi, il voucher sta funzionando, vale 12 mesi e proponiamo nel prossimo decreto-legge di passare a 18 mesi.

Poi, ci sono queste misure nuove su cui stiamo lavorando. Consentitemi, per un rispetto nei confronti del Parlamento e perché in generale non mi piace annunciare delle misure che sono ancora in preparazione come già ottenute - perché sono ottenute quando diventano norme, prima sono proposte o ipotesi di lavoro, anche se sono molto elaborate e arriveranno entro qualche giorno a diventare norma nell'approvazione del decreto-legge “55 miliardi” - di illustrarvi le linee, ma non vi dico le misure, anche perché molti di voi hanno avuto esperienza di Governo e sanno che siamo ancora nella fase in cui i singoli Ministeri trattano con il Ministero dell'economia e delle finanze, trattano tra di loro, e poi si conclude il lavoro nel Consiglio dei ministri. L'estensione degli stagionali l'ho detta. Stiamo, poi, costruendo un intervento sull'affitto che valga per tutte le imprese, quindi in particolare per le imprese del turismo e non soltanto quelle che sono state chiuse con ordinanza; per esempio, gli alberghi non hanno avuto il credito d'imposta sugli affitti perché erano rimasti aperti, ma hanno reso un servizio e sono rimasti aperti per fornire un servizio e non certo per ospitare i turisti.

Vi è un intervento per le imprese, commisurato al calo di fatturato, che sarà diverso a seconda del fatturato dell'azienda - avete letto queste notizie ,- ma siccome uno dei limiti su cui si ragiona è i 5 milioni sotto i quali l'intervento dovrebbe - fatemi usare il condizionale - essere a fondo perduto, riguarderà la grande prevalenza, la quasi totalità delle imprese turistiche, delle piccole e medie imprese turistiche.

A questi interventi si aggiungono due misure, una piccola ma molto importante riguarda i ristoranti, che sono non soltanto nel settore turismo. I ristoranti e i bar, che dovranno riaprire con il distanziamento, non hanno condizioni di redditività, perché se tu avevi una sala con 20 tavoli e le misure di distanziamento - vedremo poi quali saranno - ti fanno passare da 20 tavoli a 4 tavoli, questi esercizi devono avere la possibilità di mettere tavoli all'esterno senza le normali procedure burocratiche. Stiamo quindi ragionando su una norma che non faccia pagare la tassa di occupazione del suolo pubblico per sei mesi, ristorando la somma ai comuni, e che eviti il nullaosta della sovrintendenza dato che è una misura reversibile e straordinaria per sei mesi, per accelerare e dare la possibilità di recuperare fuori gli spazi che non si possono avere all'interno dei locali.

E poi c'è lo strumento più forte, uno dei più forti dell'intera manovra: un tax credit vacanze o bonus vacanze, come è stato chiamato, ma è un tax credit. Questo è previsto per le famiglie con un riferimento ai redditi in base all'ISEE; si prende la composizione del nucleo familiare e quindi è diverso a secondo se hai figli o se sei da solo, o se sei una coppia.

Questo tax credit potrà essere utilizzato presso strutture ricettive, turistico-ricettive, e il credito d'imposta potrà essere ceduto all'80 per cento al titolare dell'albergo, della struttura ricettiva, che potrà utilizzarlo in credito d'imposta immediatamente il mese successivo. Quindi, immissione di liquidità importante nel settore degli alberghi, e aiuto alle famiglie a reddito medio-basso ad andare in vacanza già quest'anno. Questa misura è una misura… Non ho detto le cifre né del bonus né dell'intera somma perché stiamo discutendo, ma, insomma, vorremmo che arrivasse a diversi milioni di famiglie, e quindi andare ad incentivare.

Perché solo a strutture turistico-ricettive, anticipo un po' le domande, e non anche ad altre strutture? Perché quando vai in una struttura ricettiva, paghi la tassa di soggiorno, vieni identificato, entro 24 ore i tuoi dati vanno comunicati in questura; e quindi non esiste la possibilità di qualsiasi tipo di aggiramento o di truffa nella norma, perché c'è un facile riscontro dei dati. E se fosse invece anche ad altro tipo di struttura, oltre che si allargherebbe la platea e si diminuirebbe il vantaggio per il settore più colpito, cioè quello degli alberghi e delle strutture ricettive, non ci sarebbe questa possibilità di controllo e si presterebbe, come è già avvenuto in altri casi, ad una serie di aggiramenti e di truffe che è bene siano inesistenti. E, del resto, se vai in un albergo poi porti ricchezza, perché poi vai al ristorante, vai nello stabilimento balneare, vai nel bar, fai shopping; e quindi è un aiuto complessivo al mondo del turismo particolarmente importante, e non a caso è stato sollecitato da diverse forze politiche.

Quando, mi viene chiesto in molte occasioni, quando sarà possibile ripartire, e come. Io ho inviato da diversi giorni al comitato tecnico-scientifico, che mi ha garantito darà una risposta entro questa settimana, a tutte le richieste di prescrizione, mandando al comitato tecnico-scientifico le proposte delle diverse categorie, le proposte che hanno organizzato rispetto alle loro attività e le proposte che avanzano rispetto al distanziamento, alle misure di precauzione, alla sanificazione. Arriveranno presto, e io l'ho chiesto per i balneari, per gli stabilimenti balneari, le famose distanze che devono esserci nelle spiagge organizzate o nelle spiagge libere, per le terme, per gli alberghi, per i rifugi, per tutte le attività del turismo. Le prescrizioni mi arriveranno molto presto, come ho detto. Non diranno la data: la data in cui sarà possibile andare concretamente, superare quel limite che oggi c'è nel passaggio da una regione all'altra, nel trasferimento da una regione all'altra. Io spero che sia il prima possibile: lo diranno anche in questo caso gli andamenti dell'epidemia e ce lo diranno gli esperti. Voglio che sia il prima possibile. L'ho detto ieri al Senato, lo ripeto oggi: quando mi viene chiesto “si faranno le vacanze?” rispondo “sì, si faranno le vacanze”. Saranno vacanze diverse, dovremo rispettare il distanziamento, le misure di sicurezza, ma è importante che si possano fare le vacanze e si faranno, rispettando le prescrizioni.

Anche per questo ci stiamo impegnando a livello europeo, e io oggi pomeriggio ho incontrato diversi Ministri, ho partecipato a riunioni di Ministri del turismo, oggi pomeriggio avrò un colloquio col Commissario Breton della Commissione europea che si occupa di turismo, per chiedere delle regole europee di sicurezza che consentano che un cittadino europeo si possa spostare da un Paese all'altro senza rischiare lui e far rischiare le persone del luogo in cui va, perché le regole di sicurezza comuni a livello europeo consentano la riapertura del turismo intraeuropeo. Sarà un po' diverso il turismo internazionale, ma i flussi che arrivano nel nostro Paese da molti Paesi europei sono enormi, sono la gran parte del turismo straniero che arriva nel nostro Paese. È importante che ci siano regole europee, non accordi bilaterali, che invece sono la tentazione, in questo momento: costruire dei corridoi bilaterali tra i singoli Paesi. Servono regole europee, in modo che se un turista va a Lignano Sabbiadoro, non importa se arriva da Monaco di Baviera o da Milano, ha osservato le stesse prescrizioni e le stesse regole in sicurezza per lui e per i luoghi in cui va. Su questo ci sono delle risposte positive, abbiamo firmato una lettera, con molti colleghi europei, alla Commissione europea: pare che stiamo arrivando a questo obiettivo.

Saranno vacanze italiane, perché se è facile immaginare che il turismo internazionale quest'anno non ci sia o cali drasticamente, è anche, a rovescio, facile immaginare che saranno pochi gli italiani che andranno in giro per il mondo: resteranno in Italia. Per questo stiamo lavorando su un progetto vacanze italiane, che può essere anche una grande occasione per valorizzare quello che avevamo già immaginato nel Piano strategico del turismo per altre ragioni: lì si trattava di decongestionare i luoghi troppo carichi di turismo e valorizzare il resto dell'Italia; quella bellissima definizione che è stata utilizzata, dell'Italia come museo diffuso: l'Italia è un museo diffuso, la bellezza è dappertutto, è nei borghi, è nelle bellezze naturali, è nelle città d'arte, nel patrimonio archeologico, naturalistico, nel mare. La bellezza è nelle località minori, è distribuita dappertutto; l'eccellenza che l'italiano va a cercare nel mondo c'è anche nel nostro Paese, anzi, molto spesso a un livello ancora più alto. E, quindi, la valorizzazione dell'Italia museo diffuso sarà un'occasione anche per distribuire il turismo quest'anno, farla conoscere con un piano di promozione per cui ho chiesto risorse nel prossimo decreto, che valorizzi tutto questo straordinario patrimonio cosiddetto minore, ma che in realtà minore non è.

Questa cosa proprio dimostra il legame tra cultura e turismo. Rivendico - so che non c'è condivisione su questo - il fatto di avere rimesso insieme cultura e turismo, perché è veramente difficile distinguere, perché la forza del nostro patrimonio culturale non è soltanto una condizione, fantastica, di attrattività del turismo internazionale, ma è anche un elemento che dà forza e competitività a tutti gli altri tipi di turismo, perché il turismo balneare, per prenderne uno dove siamo fortissimi, ha una concorrenza enorme nel mondo, che sarà sempre più forte, ma nessuno potrà offrire a pochi metri di distanza o a pochi chilometri di distanza dalle spiagge e dal mare la straordinaria forza del nostro patrimonio culturale, così pure il turismo legato al wellness, allo sport. L'integrazione è una forza fondamentale, che si vede soprattutto in questo modo, e mi fa piacere che nella risoluzione, che sottoscriverei completamente, che è stata votata in modo larghissimo, non so se unanime, ma larghissimo sicuramente, dalla Commissione cultura, esattamente dà molte indicazioni in questo tempo ed è un punto di riferimento e di lavoro per l'Aula, ma anche per il Governo, che sarà tenuto presente.

Misure per le imprese: alcune sono quelle già adottate, ho detto che le stesse misure per le imprese le abbiamo estese già nei primi decreti anche a quelle istituzioni della cultura che non sono imprese commerciali, ammortizzatori sociali, 600 euro, le dilazioni di liquidità. Sui 600 euro è stato sollevato un problema, che, pur avendolo già esteso ai lavoratori che non hanno mai avuto ammortizzatori sociali, dello spettacolo, che hanno una tipologia di lavori variegata, temporanei, intermittenti, finalmente hanno questi 600 euro, ma non sono arrivati a tutti, perché abbiamo messo il limite di trenta giornate lavorative, perché volevamo che aiutasse chi lo fa professionalmente, non chi suona o si esibisce per hobby e ha un altro lavoro. Abbiamo capito che quel limite è troppo alto, stiamo lavorando in questo decreto per abbassarlo a quindici o a sette giornate lavorative, in modo da coprire quasi tutta la platea dei lavoratori intermittenti. E, se non bastasse, useremo le risorse che abbiamo in quel capitolo di emergenza che è stato votato, 130 milioni per cinema e spettacolo dal vivo, per arrivare anche a quelli a cui non arrivano le misure universali che stiamo approvando in questi provvedimenti legislativi. Vogliamo davvero che nessun lavoratore dello spettacolo, del cinema e della cultura, anche il meno conosciuto, perché non ci sono solo le star, il meno protetto, il più indifeso, venga aiutato da strumenti di sostegno fino a che non sarà possibile ricominciare a lavorare. Anche per questo abbiamo deciso che gli strumenti ordinari per il mondo della cultura, il FUS per lo spettacolo dal vivo, il tax credit cinema, che, sommati ai 130 milioni già approvati per l'emergenza, raggiungono la somma di circa un miliardo, quindi una somma molto importante, che normalmente vengono erogati soltanto a quelli che rispettano dei criteri, un certo numero di serate, un certo numero di spettacoli, un certo numero di parametri, quest'anno - e in questo senso ci sarà una norma nel decreto, 55 miliardi - vorrei che fosse erogato indipendentemente dal rispetto di quei requisiti, nella stessa cifra dell'anno scorso, in modo da garantire a tutto il mondo dello spettacolo e del cinema di avere le risorse dell'anno scorso, anche se non si può fare, per oggettive ragioni, il numero di spettacoli o di serate, o altro, richiesti come requisiti.

Quindi un polmone d'ossigeno molto grande, d'aiuto, che è veramente importante per il mondo dello spettacolo. A questo si aggiunge che i 130 milioni straordinari abbiamo già cominciato a utilizzarli per quelli che sono esclusi da questa conferma del FUS e del tax credit cinema. Abbiamo firmato già un primo decreto di 20 milioni che vanno a tutti, compagnie di spettacolo, danza, teatro, che non accedono alle risorse del FUS, quindi i più piccoli, quelli più territoriali, quelli che non hanno accesso al FUS. Abbiamo firmato un decreto di 13 milioni di euro, sono risorse queste, invece, che vengono dalla copia privata, dalla SIAE, per tutti quegli artisti, autori, musicisti, eccetera, sotto i 20 mila euro di reddito complessivo, che non lavorano più e che avranno un contributo diretto, che rinnoveremo se ci sarà bisogno di rinnovare perché i luoghi dove lavorano non riapriranno.

E ho firmato alcuni giorni fa un decreto di 5 milioni per lo spettacolo viaggiante, i luna park, le giostre, che non accedono al FUS se non per l'acquisto di strutture, ma adesso non è il momento di fare investimenti, sono circa 5 mila le aziende di questo settore, e quindi avranno un aiuto diretto, e andremo avanti in questo modo, identificando, in accordo con le categorie, man mano i settori che hanno esigenza di sostegno, fino a che non sarà possibile riaprire. Nessuno verrà dimenticato. E nel decreto stiamo chiedendo misure nuove, che spero ci saranno, sono convinto che ci saranno, per i settori che non sono stati coperti dalle risorse di emergenza dei primi decreti. Penso alla filiera del libro, alla filiera dei grandi eventi musicali, concerti, le mostre, i musei privati, i festival; un fondo che consenta di intervenire, dando sostegno almeno fino a quando non potranno ripartire, quando potranno ripartire. Ho detto prima, l'ho chiesto per il turismo, l'ho chiesto anche per la cultura, le regole per tutti, sapendo che, nel settore della cultura, c'è una distinzione. Un conto sono i luoghi come un museo: non a caso stiamo lavorando perché riaprano, possano riaprire quelli che sono in grado di rispettare le prescrizioni dal 18 maggio, mostre e musei. È un discorso più semplice, perché, quando tu hai regolato gli accessi, hai regolato le file, hai regolato le misure di distanziamento, l'obbligo di mascherina, vedremo cosa ci dirà il comitato, è più facile; è diverso nel mondo della cultura affrontare il tema più complicato dei luoghi affollati, dove necessariamente ci sono tante persone che stanno insieme, all'aperto o al chiuso.

Stiamo chiedendo, anche in questo caso ci arriveranno, ho detto, in termini brevi, le prescrizioni, che saranno quasi sicuramente distinte tra eventi all'aperto ed eventi al chiuso, che sono due situazioni diverse, e l'estate avrà molti eventi all'aperto, che vorremmo anzi incentivare, sapendo però, perché dobbiamo essere chiari, che, in alcuni casi, il problema è in platea, cioè quanta distanza devi avere, quante misure di sicurezza devi avere; in alcuni casi, il problema è anche sul palco, perché non lo è nel cinema, ma, in alcuni casi, è anche sul palco, perché è difficile immaginare un coro con la mascherina o una rappresentazione teatrale con il necessario contatto tra gli attori o un'orchestra che suona, rispettando le distanze di sicurezza, però, guardate, c'è una grande creatività e, del resto, la creatività è una parte delle attività culturali, per cui molti teatri stanno studiando le misure e le condizioni per rispettare.

Quindi, anche in questo caso, devo dire: riapriranno musei, cinema e teatri, probabilmente in date diverse tra di loro, a seconda delle condizioni, ma, oltre ai musei, riapriranno anche cinema e teatri, anche perché - non dobbiamo dimenticarcelo, ma è una cosa di cui questo Parlamento deve essere orgoglioso - nella scorsa legislatura abbiamo dichiarato i musei e i luoghi della cultura servizi pubblici essenziali. Siamo l'unico Paese al mondo che ha avuto la forza e il coraggio di dire, perché è l'Italia, che un museo è come una scuola o un ospedale. E allora, se sono servizi pubblici essenziali per la vita delle persone, non a caso ci siamo impegnati anche per riaprire prima le librerie, se è così, bisogna che riaprano, nelle condizioni di sicurezza massima, ma dobbiamo andare il più possibile, prudentemente, ma in fretta, verso quella direzione.

Ci chiedono tutti certezze e, quindi, vorrei anche che chi non riaprirà subito, soprattutto nel settore delle imprese del turismo, per esempio gli stabilimenti balneari, abbia già ora, in fretta, le misure e le prescrizioni che dovrà rispettare quando sarà possibile riaprire. La cultura e il turismo del resto sono la nostra forza, insieme fanno qualcosa tipo il 20 per cento del PIL e vanno sostenute e vanno aiutate le imprese in questo settore. Ricordo sempre che il giorno del primo giuramento da ministro mi hanno chiesto: “come si sente chiamato in questo ruolo?”, sapendo i giornalisti che avevo fatto altre cose nella mia vita parlamentare e politica. Ho risposto istintivamente: mi sento chiamato a guidare il ministero economico più importante del Paese. La penso ancora così: il turismo fa il 13 per cento del PIL, con la cultura, con le integrazioni, con l'indotto, è una cosa che arriva attorno al 20 per cento del PIL, una forza enorme. Non a caso stiamo lavorando anche qui per due norme, con la Cassa depositi e prestiti, che prevedano due fondi strategici, uno per la cultura e uno per il turismo, partendo da risorse pubbliche, ma per coinvolgere risorse private, che consentano di intervenire anche a difesa delle nostre aziende. Infatti, per esempio, uno dei rischi è che gli alberghi in grande difficoltà, i grandi alberghi, ma che torneranno ad essere produttivi appena sarà superata la crisi, vengano comprati, in modo trasparente o non trasparente, magari da non italiani, e quindi c'è bisogno di difendere questo comparto.

È un terreno - e qui concludo, Presidente, mi scuso se sono stato lungo - davvero questo che credo possa unire. Ci sono tanti terreni che aprono dei dibattiti nella maggioranza e aprono uno scontro fisiologico tra maggioranza e opposizione, è normale che sia così, però credo, è capitato anche qui, perché molti provvedimenti che sono stati relativi alla cultura e al turismo sono stati votati con una maggioranza trasversale o addirittura all'unanimità.

Mi piacerebbe non che scompaia la dialettica, il dibattito, la critica, ci mancherebbe, ma che, su questo settore, avessimo tutti la consapevolezza che è di tutti. Non conta chi c'è al Governo al momento, è di tutti. E abbiamo delle potenzialità enormi, perché l'Italia nel mondo è questo: è arte, storia, cultura e bellezza. Ed è quello che rende forte il nostro Paese anche nel resto, perché un'industria manifatturiera, uno che vende nel mondo un prodotto manifatturiero ha il vantaggio di avere alle spalle l'Italia, secoli di bellezza, di sapere, di conoscenza. Il made in Italy è il terzo marchio per utilizzo e per conoscenza nel mondo, quindi è una forza su cui vorremmo davvero ci unissimo, anche perché, in questo settore, abbiamo visto in questi giorni una creatività straordinaria: abbiamo visto con quanta generosità e capacità si è mosso il mondo della cultura, a cominciare da quella drammatica giornata dell'8 marzo, in cui avevamo capito dove eravamo finiti ma le persone continuavano ad affollare le strade, i ragazzi ad affollare i pub, e io mi sono rivolto personalmente a tutti i testimoni del mondo della cultura e nel giro di qualche ora - vi ricordate quella campagna hashtag #iorestoacasa, che poi è diventata un hashtag utilizzato per tutta l'emergenza - c'è stata un'esplosione di solidarietà e personalità del mondo della cultura, che hanno milioni di follower sui social, in poche ore, hanno fatto capire a milioni di persone, in particolare ai ragazzi, quanto era importante stare a casa. Poi abbiamo visto la creatività, i concerti da casa, i concerti sui tetti dei condomini, la grande capacità di utilizzare la rete come strumento di diffusione di musica, di cultura, di arte, di teatro, che continuerà, anche per questo stiamo lavorando su questa idea di una - mi scoccia usare un nome commerciale in quest'Aula, ma per capirci - Netflix della cultura italiana che consenta di offrire online ciò che magari per qualche mese non si può offrire direttamente dentro le sale, a pagamento. Insomma, abbiamo davvero un lavoro enorme da fare. Io credo - e concludo - che abbiamo davanti una fase di ricostruzione, in cui dobbiamo tutti imparare molto dalla lezione che ci dà la storia: l'Italia, dopo la seconda guerra mondiale - è stato ricordato molte volte questo paragone, ma credo che sia molto fondato -, ha dimostrato una capacità straordinaria nella prima ricostruzione del Paese: eravamo poveri, distrutti da una guerra, lo stesso patrimonio culturale devastato, eppure ci fu una capacità straordinaria del Paese di ricostruirci e diventare in poco tempo la quinta potenza industriale del mondo. E non è che non c'erano gli scontri politici allora, c'era il mondo diviso in blocchi, c'erano le grandi ideologie, c'era una durezza dello scontro politico che era molto più forte di quella di oggi, però i nostri genitori o i nostri nonni sapevano che c'era qualcosa che univa, che poteva andare oltre e più forte della divisione dello scontro politico che quotidianamente avevano fra di loro. Ecco, io vorrei che imparassimo da quello. Vorrei che, in qualche modo, come le nostre madri e come i nostri padri della prima ricostruzione, anche noi fossimo uniti, operosi e solidali nella seconda ricostruzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).